Il castello sulla rocca (Raek)
Il silenzio è qualcosa di sottovalutato.
Tutti gli esseri cercano il rumore, cercano suoni, brevi sinfonie che si espandono in uno spazio qualunque. Il silenzio fa quasi paura invece... L'anima è costretta a fare i conti con il pensiero; un incrocio di parole e riflessioni che portano quasi sempre alla pazzia.
Io amo il silenzio invece. Quel nulla nelle orecchie che calma e avvolge fino a farmi dormire... se solo fosse possibile.
Le Arpie gridano e si dimenano nelle loro gabbie dorate; i Condannati strisciando malamente sulla roccia facendo un frastuono infernale con le catene di ottone arrugginite lamentandosi a ogni passo e io li sento tutti da questa terrazza sospesa su un burrone.
Quanto vorrei esser sordo adesso. Quanto vorrei esser cieco anche.
«Kaled Raek»
Un servitore entra e si inchina al mio cospetto, il sudore gocciola sulla testa calva e bruciata dal sole; dietro di lui una donna distinta vestita completamente di nero sorride timidamente. Osira, messaggera del re mio padre, nonché la sua amante.
Non parla, non può farlo senza permesso. Con un gesto della mano le faccio capire che può darmi le sue notizie.
«Kaled Raek, il portale è aperto. Vostro padre vi ordina di partire stasera.»
Osira guarda il pavimento di marmo bianco mentre parla, non osa guardarmi negli occhi.
Annuisco.
Il momento è giunto.
Nota:
Kaled= Saluti
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