CAPITOLO 24
Londra
24
Dal diario di Ettore Colonna
«Nell'anno del Signore 1262, morto Ezzelino da Romano, potentissimo tiranno, il popolo di Verona riacquistò il dominio della città, creando suo Podestà Mastino della Scala, fratello di Alberto. Questa citazione, ritrovata per caso negli Annales Veronense di Paride da Cerea (sec. XIII), ha subito acceso il mio interesse.
E se il luogo di destinazione dei «perfetti» fossero state proprio le terre intorno a Verona? Non sarebbe poi stato così improbabile. Del resto, in quel periodo, tutta la zona intorno al lago di Garda era dilaniata dalle lotte intestine tra guelfi e ghibellini e questi ultimi, proprio in virtù della loro vicinanza alla causa imperiale, erano sempre stati molto tolleranti con i movimenti ereticali, considerati spine nel fianco del Papa e dei suoi sostenitori.
Quindi, perché no?
Valeva la pena approfondire la questione. E così facendo sono venuto a scoprire anche un'altra cosa. Il lago di Garda era una meta molto ambita per le comunità eretiche di quel periodo perché rappresentava una grande e infinita fonte di approvvigionamento per la loro sussistenza alimentare.
Il motivo?
La dottrina catara vietava qualsiasi cibo che provenisse da attività riproduttiva, come la carne, o le uova. Il pesce, invece, di cui nel medioevo non se ne conosceva ancora la modalità di riproduzione, rappresentava una delle poche fonti di cibo accettate e concesse.
In più, per le popolazioni rivierasche della zona, la pesca era una delle attività lavorative primarie – lo era sempre stata e lo è ancora oggi – e questo contribuì ulteriormente alla scelta del luogo. Per i fuggiaschi francesi non poteva esserci posto migliore.
Questa scoperta ha gettato una nuova luce sulle mie teorie. Era decisamente una chiave di lettura che non mi sarei mai aspettato, del tutto nuova ma che, per certi versi, avvalorava ancora di più il mio ragionamento.
Conclusione: le zone intorno al Garda potevano davvero essere una delle mete papabili per i catari in fuga dalle persecuzioni papali...»
«Lo sa che anche io non l'avevo mai pensata in questi termini?» commentò Sofia sinceramente ammirata dalla teoria sviluppata da Ettore. «In effetti il ragionamento non fa una piega.»
«Io non sono un'esperta, ma capisco e condivido la logica di quella ricerca. Ma ciò che mi interessa maggiormente è che in tal modo abbiamo iniziato a circoscrivere l'area da esaminare alla zona intorno al lago di Garda. Se consideriamo la superficie dell'Italia, mi pare un buon punto di partenza. Andiamo avanti.»
Dal diario di Ettore Colonna
«Ma c'è di più. Approfondendo l'argomento in questione mi sono imbattuto in una serie di avvenimenti decisamente interessanti che ruotano tutti intorno agli anni dal 1262 al 1276.
E qui ritorniamo alla citazione iniziale.
Sotto il governo di Mastino della Scala, infatti, fonti storiche attendibili individuano in Sirmione e Desenzano, che facevano allora parte delle terre Veronesi, due centri nevralgici dell'eresia albigese. Non vi sono dubbi che in queste due cittadine nacquero e si svilupparono corpose comunità di Catari, e il motivo risiede nel fatto che entrambe erano protette da feudatari che osteggiavano il potere del clero romano.
Mastino della Scala in primis.
Nel 1267 è storicamente nota pure la discesa in Italia di Corradino di Svevia, il figlio dell'imperatore Corrado IV, che giunse a Verona proprio con l'intenzione di ridestare la fazione imperiale, così come è altrettanto documentato il fatto che Mastino della Scala lo accolse a dir poco festosamente (ho letto che addirittura fece adornare la città e allestire enormi banchetti in suo onore) incrementando la collera dell'allora Papa Clemente IV che vedeva nella sua discesa e nella fazione dei ghibellini una terribile e sfrontata minaccia al suo potere.
La stessa Sirmione, in diversi fonti risalenti al 1267, viene citata come possibile meta di molti albigesi in fuga, inclusi i massimi esponenti del movimento scampati alle stragi di Tolosa, Narbonne e Carcassonne.
Ma c'è di più.
Sempre nel 1267, in virtù del comportamento di Mastino della Scala, manifestatamente avverso al potere del Papa, venne emanata una scomunica per tutte quelle terre e dichiarata guerra ai podestà di Verona.
Perché? Che la Chiesa avesse iniziato a sospettare qualcosa? Che gli fosse giunta qualche notizia a proposito del luogo in cui era stato nascosto ciò che i catari custodivano e che era loro sfuggito vent'anni prima durante l'assedio di Montségur?
Purtroppo, non ho trovato notizie in merito. Ma una cosa è certa. Nel 1276, dopo anni di offensiva alla roccaforte sirmionese, ci fu un'altra intensa repressione antiereticale, guidata dal vescovo fra Temidio Spongati che si concluse il 13 febbraio del 1278, con il rogo di 166 eretici nell'arena di Verona. Un episodio che ricorda molto da vicino quello della strage di Montségur.
Casualità? Forse. E il presunto oggetto segreto? Se era stato nascosto in quelle terre, che fine ha fatto? Di nuovo se ne perdono le tracce...»
«Facciamo una pausa.» disse Rosa «le va un caffè?»
«Si, grazie.»
Due minuti dopo erano di nuovo a discutere. «Qualche commento alle teorie di Colonna?» domandò Rosa.
«L'episodio della cattura e del rogo degli eretici a Verona è un fatto storico molto noto» le spiegò Sofia «ma non avevo mai messo in collegamento ciò che è successo con le possibili mete dei perfetti.»
«Sembra che Ettore non avesse dubbi sul fatto che Sirmione e Desenzano rappresentassero le candidate ideali» proseguì Rosa sorseggiando il caffè. «Lei che ne pensa?»
«Che potrebbe avere ragione. In effetti esistono un sacco di indizi che potrebbero confermare le sue ipotesi. La posizione geografica, la fazione politica di Mastino, la dura repressione del Papa. Tra l'altro anche in quell'occasione la Chiesa ha fatto uso dello strumento della scomunica e della repressione e come al solito resta da chiedersi perché.»
«Come se il Papa si sentisse autorizzato all'uso della forza ogni qual volta sentisse di essere vicino a scovare il segreto custodito dai catari.»
«Esattamente. Quasi volesse costantemente nascondere il vero scopo delle sue azioni dietro il paravento dell'eresia e della crociata. Moltissimi studiosi concordano sul fatto che la crudeltà perpetrata agli abitanti di Sirmione fu decisamente sproporzionata al comportamento di Mastino. Ciò che voglio dire è che se la Chiesa avesse dovuto agire così in tutte le terre che sono passate, o che appoggiavano, la fazione ghibellina, avremmo avuto mezza Italia arroventata dalle fiamme. No, anche in quell'occasione, come nel caso di Montségur, ci deve essere sotto molto di più di quello che ci hanno sempre voluto far credere.»
«Continuiamo a leggere. Forse Ettore ha trascritto qualche particolare interessante sulle due città. Eventuali simboli, chiese in particolare, o magari zone specifiche dove gli abitanti delle comunità catare erano soliti celebrare le loro funzioni. Dicerie, storie, leggende. Dobbiamo cercare quel genere di stranezze che ci possa indirizzare verso un luogo specifico evitando di dover setacciare per intero due città.»
Sofia annuì. Era anche l'unico modo per non pensare a Lapo. «Mettiamoci all'opera.»
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