5. Compleanno
Mi svegliai di prima mattina e corsi nel bosco. Appena mi fui inoltrata abbastanza, lasciai libero il lupo, gli occhi diventarono gialli, iniziai a tremare lievemente e un calore strano ma familiare mi avvolse. Poco dopo ero su quattro zampe.
Un venticello freddo faceva ondeggiare le foglie e mi scompigliava la pelliccia.
Corsi verso la casa di Emily. In lontananza notai un grosso albero caduto, che formava una diagonale perfetta. Un pensiero pazzo mi attraversò la mente: potevo scalarlo e saltare sugli altri alberi.
Accellerai un po', rallentando poco dopo per prendere le misure; il tronco era messo in modo da essere molto ripido. Con un lieve balzo accellerai correndo al massimo delle mie possibilità. Scalai il tronco e iniziai a saltare di ramo in ramo.
È troppo bello correre in forma lupo! Pensai divertita.
Paul si trasformò, distraendomi. Misi male una zampa, che scivolò. Mi aggrappai con le zampe anteriori, cercando di risalire, ma il ramo si spezzò.
Con un urlo cado a terra. Atterro in una pozza di fango, che, per fortuna, attutisce la caduta.
«Ti sei fatta male?» mi chiese Jared che si era appena trasformato.
No. Risposi con una punta di irritazione nella voce.
Uscii dalla pozzanghera fangosa completamente marrone, scrollai la mia bella pelliccia di vari colori e mi avviai lentamente verso la casa di Emily.
Vidi Sam trasformarsi. Insieme a lui c'erano Jared e Paul.
Ciao, novità?
Sam mi ringhiò contro e mi saltò addosso, buttandomi a terra.
Sam! Che ti è preso?! Gli chiesi cercando di liberarmi, la sua zampa anteriore sinistra mi premeva sul collo.
«Quando imparerai ad ascoltarmi?! Se ti dico di fare una cosa la fai! E se ti dico di non fare una cosa non la fai!».
Sono confusa, non capisco di che cosa stia parlando.
«Non capisci, eh? Sto parlando del fatto che ti ho detto più volte di non andare da quei fetidi succhisangue ma tu ci sei andata lo stesso! Più di una volta!»
Sam era veramente arrabbiato. Senza pensarci, gli ringhiai contro, cercando di mordelo.
Con uno scatto mi morse vicino al collo, a sinistra.
Guaii di dolore.
Il grosso lupo nero lasciò la presa, tenendomi ancora ancorata a terra. «D'ora in poi esigo che tu mi obbedisca!» ringhiò.
Certo Sam, come vuoi Sam. Cercavo di sfidarlo anche se ero in una posizione sfavorevole.
Mi morse nello stesso punto, andando più a fondo. Questa volta cercai di non guaire.
Sam mollo la presa, mi guardò un ultima volta, ringhiando.
Ringhiai pure io. Non mi avrebbe sottomessa così.
Sam mi tirò un ultima zampata sul muso e si allontanò.
Mi rialzai senza pensare al sangue che usciva dalla spalla macchiandomi la pelliccia grigia e a quello che usciva dal graffio sul muso, colorando di rosso la pelliccia che in quei punti passava dal beige al bianco.
«Comunque, di oggi dovrebbe trasformarsi pure Embry. Andremo a casa sua. Io e Paul restiamo umani; Jared e Chiara, voi due rimanete in forma lupo. Chiara: fa parlare solo Jared!» Sam ci diede degli ordini precisi.
Certo Sam, ovvio Sam, eseguiremo ogni tuo volere Sam. Volevo vedere fino a dove si sarebbe spinto. Per alterarlo ancora di più mi inchinai.
L'Alpha ringhiò e provò a saltarmi addosso, lo schivai velocemente. Stavolta aveva la chiara intenzione di uccidermi, gli avrei dimostrato che non sarebbe stato così facile!
Con uno scatto saltai addosso a Sam arpionandomi alla sua schiena con gli artigli e mordendolo.
Sam guaì imprecando e si scrollò.
Saltai giù ringhiandogli contro.
Sam si voltò «Andiamo!».
Iniziammo a seguirlo.
Mi sentivo decisamente molto meglio. Avevo vinto contro di lui. Forse aveva capito che non poteva comandare le persone solo incutendo terrore.
Arrivammo a casa di Embry. Sam e Paul lo fecero venire nel bosco con una scusa, stava tremando già violentemente.
Poco dopo al posto di quel ragazzo c'era un enorme lupo grigio con delle macchie bianche. Era poco più basso di Paul e Jared che a loro volta erano poco più bassi di Sam per questioni di età, col tempo sarebbero diventati alti uguali. Io invece ero più bassa e così sarei rimasta, forse.
Jared accolse Embry nel branco e cercò di tranquillizzarlo mentre io, come mi aveva ordinato Sam, non facevo assolutamente niente.
Embry riuscì a ritornare umano dopo un'oretta, stando allo spostamento del sole che si intravedeva tra gli alberi.
Gli spiegammo abbastanza velocemente tutte le regole del branco. La guancia e la spalla mi bruciavano e pulsavano terribilmente, segno che stavano guarendo.
La sera stessa andai dai Cullen per la festa di Bella.
Alice aveva addobbato tutto in modo molto preciso, ogni centimetro del piano terra non era senza mezza decorazione!
«Alice non ti pare un pochino esagerato? Addirittura il giardino è addobbato a festa».
Ovviamente mi rispose di no, chissà perché lo sospettavo.
Ad un tratto, percepii pensieri di Edward e quindi quello che diceva o sentiva: «Bella,l'ultimo di noi a festeggiare un vero compleanno è stato Emmett nel 1935. Cerca di capirci, e questa sera non fare troppo la difficile. Sono tutti su di giri».
«D'accordo, mi comporterò bene». «Forse dovrei metterti in guardia...»le disse Edward.
«Ti prego, fallo».
«Quando dico che sono tutti su di giri... intendo proprio tutti».
«Tutti? Pensavo che Emmett e Rosalie fossero in Africa».
«Emmett ci teneva» le rispose Edward con nonchalance.
Certo che gli umani erano molto stupidi... ok, magari Bella non aveva visto Emmett e Rosalie durante la giornata, però la sera prima stavano giocando qui a baseball e secondo lei erano già ripartiti per l'Africa?
«E... Rosalie?» ora Bella era un po' preoccupata.
«Lo so, Bella. Non preoccuparti. Farà del suo meglio». "O così spero,sennò dovrà vedersela con me! Chiara, lo so che mi senti, potresti riferiglielo per favore?".
Parlare con Rosalie non è molto allettante. Risposi.
"Sì, lo so, fallo per me".
Sospirai. «Rosalie».
La vampira bionda si girò versò di me.
«Edward ti chiede per favore di fare del tuo meglio stasera con Bella, sennò dovrai vedertela con lui».
«Lo so cane» rispose acidamente.
«Allora, se non ti va bene l'Audi che altro regalo vuoi?» chiese Edward a Bella.
Che Audi? Mi intromisi.
"Coupé" mi rispose il vampiro. Bella, silenziosa e potentissima... come aveva fatto Bella a rifiutarla? Quello stupido pick-up andava peggio di una lumaca...
"Gli umani..." pensò Edward sarcasticamente.
«Sai bene che cosa voglio" gli rispose Bella.
"NO! Questo non sarà il suo ultimo compleanno! Non le toglierò così ingiustamente la vita com'è stato fatto con noi!"
Calmati, cerca di capirla, vuole passare la vita con te... cercai di calmare Edward.
"Tu non ne sai niente! Non puoi appoggiare questa pazzia!" mi rispose furiosamente.
Oh, eccome se lo so con la faccenda degli imprinting! Un licantropo immortale alla fine non riesce vivere senza la sua amata quando lei morirà di vecchiaia, allora decide di morire... se la trasformi almeno non dovrai continuare a esistere con il dolore della sua perdita.
"Infatti non esisterò..." e mi fece vedere l'immagine di Aro che lo uccideva.
Non pensarci neanche! Gli ringhiai mentalmente contro. Se lo puoi evitare! Non pensi a Carlisle, a Esme, a Alice e a tutti gli altri?!
"Ti chiedo solo di non dirgli niente, anche se so che Alice ha già visto tutto" E riniziò a parlare con Bella. «Questo non sarà il tuo ultimo compleanno Bella» dichiarò.
«Non è giusto!» rispose lei.
Ha ragione. Aggiunsi io.
Quando arrivarono, Bella rabbrividì davanti a quello che l'aspettava e le scappò un gemito. Prima che potesse vedermi informa umana mi trasformai pronta a recitare la mia parte.
All'esterno, appesa alla veranda c'era un fila di lanterne giapponesi, grossi vasi di fiori -rose rosa- decoravano la scalinata di fronte alla porta principale.
«È una festa, cerca di fare la brava ragazza» le suggerì Edward.
«Certo» rispose lei rassegnata «Ho una domanda» aggiunse «Se sviluppo questo rullino... vi si vedrà nelle foto?».
Edward scoppiò a ridere, i Cullen -tutti meno Rosalie- risero.
Bella aveva creduto sul serio che i vampiri non si riflettevano sulle fotografie?
Quando entrarono nel grande salotto tutti la salutarono con un «BUON COMPLEANNO, BELLA».
Feci una sorta di breve ululato.
L'umana abbassò gli occhi e arrossì. Si era accorta che ogni centimetro del salotto era ricoperto di candele rosa e dozzine di vasi di cristallo colmi con centinaia di rose. Su un tavolo, vicino al pianoforte a coda di Edward, sopra ad una tovaglia bianca, spiccavano una torta di compleanno rosa, altri fiori, una pila di piatti di vetro e una piccola montagna di regali avvolti in carta argentata.
Edward strinse forte il braccio di Bella e la baciò sul capo. Esme l'abbracciò con cautela, baciandola sulla fronte, Carlisle le cinse le spalle. «Mi dispiace, Bella» le sussurrò «Ma non siamo riusciti a trattenere Alice».
"E chi ci riesce?" si domandò Jasper.
"Non è ancora comparso l'essere in grado di trattenerla dal fare quello che si è messa in testa." Mi riferì Edward.
Rosalie era impassibile, Emmett iniziò a scherzare. «Non sei cambiata per niente» disse lui fingendosi deluso «Mi aspettavo di trovarti cambiata e invece eccoti qui, con le guance rosse di sempre».
«Grazie mille Emmett» rispose Bella arrossendo ancora di più.
Il vampiro rise.
Gli umani non invecchiavano così velocemente! Pensai. Anche Emmett in fatto di logica oggi non scherzava. «Devo uscire un attimo» disse Emmett stesso. Fece una pausa e strizzò l'occhio ad Alice. «Non combinare guai mentre sono via» disse rivolto a Bella
«Ci provo» rispose l'umana.
Alice lasciò la mano di Jasper e si avvicinò a Bella, anche lui sorrideva, mantenendo le distanze.
«È ora di aprire i regali» dichiarò Alice trascinando Bella fino al tavolo con i pacchetti.
«Alice, ti avevo detto che non volevo nulla...» si lamentò.
«E io non ti ho ascoltata».
Si vede feci in modo che mi sentissero tutti meno che Bella
«Apri» le ordinò Alice mettendole in mano una grossa scatola.
Aprì la scatola e si ritrovò il nulla, non sapeva che dire «Ehm...grazie».
Rosalie stranamente sorrise e Jasper sghignazzò. «È un'autoradio per il tuo Pick-up, Emmett è andato subito ad installarla, così non potrai rifiutare». «Jasper, Rosalie... grazie. Grazie Emmett» aggiunse gridando. Da fuori si sentì la risata del vampiro.
«Adesso apri quello mio e di Edward» aggiunse Alice, molto entusiasta. Era un CD con delle canzoni suonate da Edward, sapendo leggere nella mente non c'era più sorpresa...
Bella si voltò verso Edward «Avevi promesso».
In quel momento rientrò Emmett «Appena in tempo!» esclamò. Spinse in avanti Jasper che si era avvicinato più del solito per guardare meglio.
«Non ho speso un centesimo» la rassicurò Edward. Aveva ragione, aveva suonato lui.
«Dammi» disse rassegnata Bella. Emmett ridacchiò divertito. Bella afferrò il pacchetto mentre fissava Edward, infilò il dito sotto il bordo del rivestimento per strappare il nastro. «Oh, cavolo» mormorò, alzò il dito per esaminare il minuscolo taglio che si era fatta. Dalla ferita praticamente invisibile colava una goccia di sangue.
Poi tutto accadde molto velocemente.
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