59. Lieto fine
«E quindi alla fine ha agito una combinazione di fattori, ma se bisogna sintetizzare è stata... Bella» stava spiegando Edward. La nostra famiglia e gli unici due ospiti rimasti erano seduti nel salone di casa Cullen, mentre la foresta imbruniva fuori dalla vetrata.
Vladimir e Stefan erano andati via subito, catalogandoci come folli, e non si erano più fatti sentire. Però, anche se erano molto delusi da come si erano concluse le cose, si erano divertiti molto di fronte alla vigliaccheria dei Volturi, e questo poteva bastare a ripagarli del loro viaggio fino a Forks.
Benjamin e Tia erano stati fra i primi a partire, nel pomeriggio. Erano impazienti di mettere Amun e Kebi al corrente della conclusione della contesa; ero molto sicura che avremmo rivisto presto quei vampiri egiziani, quantomeno Benjamin e Tia.
Nessuno dei nomadi si trattenne più di tanto.
Persino le Amazzoni, finalmente riunite, non vedevano l'ora di tornare a casa: facevano molta fatica a stare lontane dalla loro adorata foresta pluviale, per quanto fossero più riluttanti a lasciarci di molti altri.
Carlisle, quando salutò i vampiri del clan irlandese, si congratulò con Siobhan, ma lei non era per niente sicura che il suo talento avesse funzionato seriamente. Anch'io ero molto scettica riguardo a ciò.
I vampiri di Denali furono gli ultimi a lasciarci e Garrett partì con loro. L'atmosfera di festeggiamento era eccessiva per Tanya e Kate, avevano bisogno di tempo per piangere la sorella perduta.
Huilen e Nahuel erano rimasti, malgrado fossi convinta che sarebbero partiti con le amazzoni. Carlisle era immerso in un'intensa conversazione con Huilen; Nahuel le sedeva vicino e ascoltava mentre Edward raccontava la storia della contesa come solo io e lui potevamo saperla.
«Alice ha fornito ad Aro la scusa che gli serviva per uscire dallo scontro. Se non fosse stato tanto terrorizzato da Bella, probabilmente avrebbe portato avanti il piano originale».
«Terrorizzato?» chiese scettica Bella «Da me?».
Edward le sorrise «Quando ti deciderai a vederti in modo chiaro?» le disse, dolcemente.
Andrea mi diede un bacio sui capelli e mi strinse un po' di più a sé.
Arrossii e lo guardai per un attimo negli occhi verdi, sorridendo. Ero accoccolata su di lui, sulla comoda poltrona del salotto. Dopo un attimo, ripresi ad ascoltare mio fratello.
«In duemilacinquecento anni i Volturi non hanno mai combattuto ad armi pari. Men che meno in condizione di svantaggio. Specialmente da quando hanno acquisito Jane ed Alec, si sono dedicati solo a massacri nei quali la resistenza del nemico era nulla.
Avresti dovuto vedere che impressione gli abbiamo fatto! Di solito Alec annienta i sensi e le emozioni delle vittime mentre loro fingono di riunirsi a consiglio. In quel modo, nessuno può scappare quando pronunciano il verdetto. Ma noi eravamo lì, pronti, in attesa, in numero superiore al loro, con doni speciali tutti nostri, mentre i loro talenti venivano neutralizzati da Bella. Aro sapeva che, con Zafrina dalla nostra parte, all'inizio sarebbero stati accecati. Le nostre schiere avrebbero subito gravi perdite, ma anche le loro. Avrebbero addirittura perso. Non gli è mai capitato di misurarsi con una possibilità simile. E non vi si sono misurati con onore».
Andrea mi accarezzò il viso e mi baciò di nuovo i capelli, facendomi arrossire nuovamente.
«Difficile sentirsi sicuri quando si è circondati da lupi grossi come cavalli» rise Emmett e diede un pizzicotto sul braccio a Jacob.
Ridacchiai.
Jake scoccò al vampiro un gran sorriso.
«Sono stati i lupi a fermarli, prima di tutto» disse Bella.
«Di sicuro» convenne Jacob.
«Ovvio» aggiunsi io, facendo diventare per un attimo gialli i miei occhi.
«Proprio così» annuì Edward. «Altra visione senza precedenti, per loro. I veri Figli della Luna si muovono raramente in branco, non riescono a controllarsi molto. Non erano preparati alla sorpresa di sedici enormi lupi irrigimentati».
«Ehi, caro fratello maggiore» lo richiamai, interrompendolo «I lupi sono diciassette».
«Ma tu non sei gigante e molti dei Volturi ti conoscevano già» mi rispose con un occhiolino ed un sorrisetto sghembo.
In tutta risposta gli ringhiai brevemente.
Andrea ridacchiò.
«Caius ha davvero il terrore dei licantropi» continuò Edward «Ha quasi perso uno scontro con uno di loro, qualche migliaio di anni fa, e non l'ha mai dimenticato».
«Quindi esistono dei veri licantropi?» chiese Bella «Con la luna piena e le pallottole d'argento e tutte quelle storie?».
Jacob sbuffò. «"Veri". E noi cosa siamo, immaginari?».
«Hai capito benissimo».
«Sì, la luna piena è una storia vera» disse Edward «Quella delle pallottole d'argento, no: è solo una leggenda nata perché gli umani si sentissero in grado di fronteggiarli. Non ne rimangono molti. Caius li ha fatti cacciare fin quasi all'estinzione».
«Non ne hai mai parlato perché...?» chiese Bella.
«Non ce ne mai stata occasione».
Bella alzò gli occhi al cielo ed Alice, facendole l'occhiolino, si mise a ridere.
Dopo un attimo Alice sospirò. «Sputa il rospo, Bella» disse guardando la vampira interessata.
«Come hai potuto farmi questo, Alice?» le domandò Bella.
«Era necessario».
«Necessario!» sbottò «Eri riuscita a convincermi che saremmo morti! Sono stata uno straccio per settimane».
«E non è l'unica ad essersela passata male» mormorai a bassa voce.
Andrea mi fece girare il viso verso di lui, in modo che potessi guardarlo negli occhi. «Ma io ti ho fatta sentire meglio» sussurrò ad un passo dalle mie labbra e mi diede un veloce bacio a stampo.
Arrossii e distolsi lo sguardo, facendo sì che lui ridacchiasse divertito.
Per un po' ripresi ad ascoltare Alice, che stava raccontando della sua "avventura" in Sud America e di quanto fosse stato difficile trovare Nahuel, poiché non era sicura dell'esistenza di qualcuno come lui.
Dopo il racconto di Alice, Edward riprese ad analizzare ogni cambiamento di intenzioni e di controllo che si era verificato quel giorno nel prato, insistendo col dire che era stato lo scudo di Bella a far fuggire i Volturi con la coda tra le gambe.
Scossi impercettibilmente la testa. Sapevo che aveva ragione, ma anche la visione di Alice aveva fatto molto, non era tutto merito dello scudo di Bella. Però rimasi in silenzio, troppo stanca anche solo per parlare. Rimasi con la testa appoggiata al petto del mio ragazzo, mantenendo gli occhi chiusi e inebriandomi del suo profumo. Ascoltavo le conversazioni di sottofondo, che mi stavano cullando ad un dolce sonno.
Andrea non parlava, ma ascoltava attentamente le parole di Edward, nel mentre che mi accarezzava dolcemente.
Alla fine gli altri esaurirono le domande da fare a Edward e la discussione si spezzettò in gruppetti più ridotti.
Andrea stava parlando con Emmett e scherzavano riguardo al fatto che mi fossi già addormentata.
«Non sto dormendo» bofonchiai tenendo gli occhi chiusi e facendoli ridere entrambi.
Dopo un po', Andrea si mosse ed io aprii gli occhi. «Cosa fai?» gli chiesi con la voce impastata dal sonno.
«Andiamo a dormire?» sussurrò.
Sbadigliai ed annuii.
Il ragazzo fece per prendermi in braccio, ma lo anticipai e mi alzai da sola.
Andrea mi prese per mano e mi condusse verso le scale. Notai solo allora che Bella ed Edward erano sulla soglia della porta e che la vampira teneva in braccio Renesmee, ormai addormentata.
«Ah, Jasper?» chiese ad un tratto Bella.
Il vampiro era schiacciato fra Alice ed Esme, e in un certo senso sembrava più essenziale del solito nel quadro famigliare. «Sì, Bella?».
«Sono curiosa: perché J. Jenks si spaventa a morte solo sentendo il tuo nome?».
Jasper ridacchiò «Per la mia esperienza, certi rapporti di lavoro funzionano meglio se sono motivati più dalla paura che dal guadagno».
Bella fece una smorfia.
«Chi è J. Jenks?» chiesi confusa.
«Te lo spiego domani» rispose Jasper sorridendo.
Annuii e poi salii le scale, seguita da Andrea, per dirigermi in camera mia.
Mi fiondai immediatamente sul letto, sfinita da tutti quegli ultimi avvenimenti, e mi immersi sotto le coperte, al caldo.
«Mi fai un po' di spazio?» mi chiese Andrea sedendosi vicino a me.
Mi spostai un pochino e lui si sdraiò al mio fianco.
Appoggiai la testa sul suo petto e lasciai che mi abbracciasse.
«Scommetto che tra due secondi ti addormenterai» mormorò ridacchiando.
Mi spostai di poco per poterlo guardare negli occhi. «In realtà» dissi «Non ho più così tanto sonno come prima».
«Beh, allora posso farti una domanda che mi tormenta da tutta la sera».
«Ok, cosa vuoi sapere?».
«Prima di chiedertelo, ricordami una cosa: gli ibridi come Renesmee hanno un udito fino quanto quello dei vampiri?».
«Sì, più o meno».
«Allora è meglio se parliamo a bassa voce».
«Perché?» chiesi intimorita da quell'atteggiamento cospiratorio.
«È una domanda stupida su Nahuel...».
«Ehm... ok» risposi confusa a livelli massimi.
«Lui sa di Jacob e Renesmee? Cioè, sa dell'imprinting e di ciò che comporta?».
«No, perché avremmo dovuto dirglielo?».
«Perché prima ho notato che fissava la piccola Nessie e beh, magari Jacob potrebbe esserne irritato o non so cosa».
«Ti preoccupi per Jake?».
«No, mi preoccupo per una possibile lotta o qualcosa del genere. Certo, Nahuel ha il diritto di... innamorarsi di Renesmee, dopotutto è l'unica ibrida come lui che non sia sua sorella, ma Jacob è legato ha lei in un modo diverso, più profondo...». Rimase per un attimo zitto e poi si mise a ridere «Non so neanche perché ti stia dicendo tutto questo».
Risi anch'io e scossi leggermente la testa. «Nahuel non fissava Renesmee, bensì Bella».
«E perché?».
«Perché lei è viva».
«E quindi?».
«E quindi... è difficile da spiegare. Per tutta la vita si è sempre sentito come una creatura del male, un assassino per natura. Lui, così come le sue sorellastre, ha ucciso sua madre quando è nato, ma loro non ci hanno mai dato peso. Joham, loro padre, le ha educate nella certezza che gli umani siano come degli animali». Andrea rabbrividì involontariamente per il disgusto. Gli accarezzai il viso e ripresi a raccontare. «Nahuel, invece, è stato educato da Huilen, che adorava sua sorella Pire. Il povero ragazzo si è sempre sentito in colpa per aver ucciso quella donna».
«È ingiusto, non è stata colpa sua» mormorò Andrea.
Alzai le spalle. «Poi, però, ha visto Edward, Bella e Renesmee e ha capito che, anche se è mezzo vampiro, non è per forza una creatura malvagia per natura. In Edward vede ciò che dovrebbe essere suo padre e in Bella ciò che avrebbe dovuto essere sua madre».
Andrea non rispose, era troppo concentrato a riflettere sulle mie parole.
«Però, ora ha finalmente cominciato a perdonarsi, la sua non è una storia senza lieto fine. Non essere in pena per lui».
«Anche la vostra non è una storia senza lieto fine» mormorò avvicinando il suo viso al mio. «Non puoi dire che questo non sia un bel finale».
«Hai ragione» risposi e lo baciai.
Fu un bacio intenso, lento ed avvolgente. Dopo un attimo mi allontanai ed appoggiai nuovamente la testa contro il suo petto. Sentivo il suo cuore battere un po' più velocemente del normale, il suo respiro leggermente irregolare e la sua mano che mi accarezzava delicatamente la schiena.
Quando si addormentò, guardai il suo viso, ancora sconvolta dal fatto che avesse accettato tutto senza problemi.
Appoggiai di nuovo la testa sul suo petto, ascoltando il battito del suo cuore, ormai rallentato e regolarizzato dal sonno. Feci un bel respiro e venni avvolta dal suo profumo.
Da quella sera in poi, tutte le nostre giornate sarebbero diventate davvero noiose senza più battaglie, vampiri nemici da sconfiggere, nuove trasformazioni di licantropi e qualsiasi altro avvenimento, tanto strano quanto pericoloso. In realtà, ero felice di quella situazione. Finalmente, avremmo potuto avere un pizzico di normalità in quella vita così anormale, ma, al tempo stesso, fantastica.
Ad un tratto, però, sospirai, consapevole del fatto che quella tranquillità non sarebbe durata a lungo. Sapevo, infatti, che, prima o poi, i Volturi sarebbero tornati a minacciarci e, a quel punto, ci avrebbero trovati pronti, disposti nuovamente a sfidare il destino per proteggerci l'un l'altro, come una vera famiglia.
Andrea si mosse leggermente, stringendomi un po' di più a sé.
Sorrisi e decisi di mettere da parte quei pensieri e godermi quella calma, finché sarebbe durata.
§§§§§§Nota dell'autrice§§§§§§
Eccoci giunti alla fine dell'ultimo capitolo (e mi scuso se l'ho pubblicato tanto tardi, ma la scuola e i compiti iniziano già a farsi sentire :-\).
Domani pubblicherò un "capitolo" nel quale ci saranno i ringraziamenti a voi lettori e varie notizie sul sequel ^.~
Detto ciò, vi saluto e ci vediamo domani con quella piccola parte conclusiva ^.^
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