31. Come rovinare la tranquillità
Aprii gli occhi e mi stiracchiai nel mentre che i raggi del sole illuminavano la stanza.
Mi alzai e presi il telefono che avevo lasciato sulla scrivania di legno.
Controllai l'ora -le sei del mattino- e notai subito, tra le varie notifiche, dei messaggi di Andrea. Erano tutti del pomeriggio e della sera del giorno prima.
Sospirando, decisi di leggerli.
Andrea
Ehi, ciao!
Ti va di venire da me?
Andrea
Dai, non dirmi che stai ancora studiando matematica! 😂
Andrea
Mh, qualcosa mi dice che non hai minimamente aperto il telefono... 😂
Andrea
Beh, visto che non mi hai risposto -e, ormai, sono le 10 di sera-, ci vediamo domani? Posso venire da te domani mattina? Verso le 11?
No, no, no. Non può assolutamente venire!
Subito un'immagine che consideravo orribile mi balenò in mente: Bella che assaliva ed uccideva Andrea senza che nessuno avesse il tempo di fare qualcosa.
No! Non deve assolutamente venire!
No, questa mattina non posso. Ci vediamo domani a scuola.
Gli risposi sbrigativa e andai in cucina per fare colazione.
Mangiai giusto due biscotti e poi tornai nel salotto dove c'erano solo Emmett, Rosalie e Renesmee. Quest'ultima era tenuta in braccio dalla vampira bionda e si guardava intorno con uno sguardo molto intelligente.
Notai che la bambina si era allungata ancora, le proporzioni da neonata stavano già cedendo il posto ai primi tratti infantili. I capelli le erano cresciuti di almeno mezzo centimetro e a ogni movimento i riccioli le rimbalzavano in testa come molle. Anche senza i calcoli di Carlisle, ero abbastanza certa che fosse cresciuta di meno rispetto al giorno prima.
Su un tavolino, vicino al divano, c'era la strana tazza che, di solito, conteneva il sangue per Renesmee. A giudicare dall'odore, aveva mangiato da poco.
«Ehi, Emm» chiamai il vampiro attirando la sua attenzione.
«Sì?» mi chiese girandosi verso di me.
«Domani mattina potresti accompagnarmi a scuola?».
«Perché? Non c'è Andrea?».
«Ehm... sì... però vorrei evitare che venga assalito da Bella».
«Oh, non temere. Lei ed Edward saranno a casa loro a divertirsi».
Scossi la testa ridendo leggermente. Lui e i suoi doppi sensi. Come avrei fatto senza?
«Beh, puoi accompagnarmi a scuola lo stesso? Vorrei evitare di rischiare. Bella potrebbe comunque essere nei paraggi».
Emmett sospirò «Ok, se proprio ti serve farò questo enorme sforzo».
«Se ti scoccia tanto chiedo agli altri o, meglio ancora, vado a piedi»
«No, ti accompagno io, tranquilla»
Alzai le spalle. «Grazie» gli risposi e andai a sedermi per terra, contro il muro.
Notai quasi subito che la bambina, ancora fra le braccia di Rosalie, si sporgeva verso di me. Mi guardò, guardò Rosalie e posò una manina sul collo di quest'ultima.
La vampira bionda ridacchiò amorevolmente.
«Cosa vuole?» chiese incuriosito Emmett.
«Vuole Chiara» rispose Rosalie sorridendo.
«Eh?» chiesi stupita. Non avevo ascoltato i pensieri della bambina, tanto sapevo che Rosalie avrebbe detto ad alta voce quello che voleva.
«Sì, vuole te» confermò la bionda nel mentre che Renesmee si sporgeva verso di me.
«Ehm... non so come si prende un bambino» mormorai imbarazzata. Avevo paura di fare danni.
«Avvicinati» rispose Rosalie gentilmente «Te lo spiego».
Mi avvicinai titubante.
La vampira, stranamente gentile, mi spiegò come prendere Renesmee in braccio senza farla cadere e, al contrario delle mie aspettative, si rivelò piuttosto semplice.
L
a bimba, fra le mie braccia, sorrise compiaciuta e mi posò la manina sulla guancia.
Vidi me, in forma di lupo, e avvertì il desiderio di Nessie di fare un nuovo gioco: cavalca il lupo.
Ridacchiai e la posai a terra. Mi piaceva quell'idea.
«Cosa ti ha fatto vedere?» mi chiese Rosalie.
Alzai le spalle e risposi: «Vuole giocare con me in forma di lupo».
La vampira sembrava preoccupata, temeva che potessi fare male a Renesmee.
Non le diedi retta e mi trasformai.
La bambina sorrise compiaciuta e provò ad alzarsi sulle gambe per raggiungermi. Ridacchiammo entrambe quando non ci riuscì e rotolò a terra.
Raggiunsi Renesmee, mi sdragliai a terra e, cautamente, la aiutai a salire sulla mia schiena. La bambina affondò le manine nella mia pelliccia e mi chiese esplicitamente di alzarmi e farla giocare.
Nel modo più attento possibile, seguii i suoi ordini. Iniziai a girare attorno al divano e ogni due giri, circa, aumentavo di poco la velocità.
Quando entrambe ci stufammo di quel gioco mi fermai e la feci scendere.
Appena toccò terra, Renesmee fu presa da Rosalie che se la tenne in braccio finché lei non iniziò a divincolarsi annoiata.
La vampira bionda la rimise a terra ed Esme le diede un set di posate con il quale giocare.
Inizialmente Renesmee sembrò scettica nei confronti di quel nuovo gioco, però, pian piano, iniziò ad apprezzarlo e a divertirsi seriamente.
Alla fine, verso le sette del mattino, Edward e Bella si decisero, finalmente, a tornare fra noi.
Renesmee era sempre più impaziente di rivedere i suoi genitori e, oltre a questo, non c'era nemmeno Jacob a farle compagnia.
Nessie era seduta a terra, marcata stretta da Emmett e Rosalie, e giocava ancora con il mucchio di contorte posate d'argento. Nella mano destra teneva un cucchiaio martoriato. Appena vide Bella attraverso il vetro, lo gettò a terra, lasciando una tacca nel legno del pavimento, e indicò imperiosa nella sua direzione.
Alice, Jasper, Esme e Carlisle, seduti sul divano, risero osservando la scena, nel mentre che io me ne stavo comodamente seduta per terra.
Bella, sorridendo, prese in braccio Renesmee.
Nessie le mise una mano sulla guancia e Bella fece una smorfia. La bambina aveva fame, di nuovo. Non credevo che un bambino potesse mangiare così tanto.
«Da quanto tempo è alzata?» chiese Bella nel mentre che Edward andava in cucina a prendere la colazione per Renesmee.
«Da un'oretta. Ti avremmo chiamata fra poco. Ti voleva, anzi, ti pretendeva. Esme ha sacrificato uno dei suoi servizi di posate per tenere impegnato il piccolo mostro» rispose Rosalie e sorrise alla piccola «Non volevamo... disturbarvi, ecco».
La vampira bionda si morse il labbro e cercò di non ridere. Invece, io ed Emmett sghignazzammo senza problemi.
«Ti prepariamo subito la camera» disse Bella a Renesmee «La casetta ti piacerà, vedrai. È magica». Guardò Esme «Grazie, Esme. Grazie infinite. È assolutamente perfetta».
Prima che Esme potesse rispondere, Emmett scoppiò a ridere fragorosamente.
«Quindi è ancora in piedi?» riuscì a dire fra una risata ed un'altra «Ero convinto che l'avreste demolita. Cosa avete fatto stanotte, discusso del debito pubblico?».
Ok, questo era troppo. Iniziai a ridere anch'io.
Bella lasciò perdere le nostre risate e si voltò a cercare Jacob.
«Jacob è partito stamattina presto» le comunicò Rosalie con la fronte corrugata. «Seth è andato con lui».
«Di cos'era preoccupato?» chiese Edward tornando nella stanza. In mano reggeva la tazza di Renesmee.
Strinsi i denti sentendo l'odore ferroso e salato del sangue e cercai di respirare il meno possibile. Ogni tanto avevo dei lievi problemi a controllare il mio lato da vampiro.
Bella diede Renesmee a Rosalie. Saggia decisione.
«Non lo so e non mi importa» borbottò la vampira bionda in risposta a Edward. Ma poi aggiunse: «Guardava Nessie dormire, imbambolato, con quell'aria da imbecille, quando d'un tratto, senza motivo -nessuno che io abbia notato, almeno- è balzato in piedi e si è fiondato fuori. A me non è dispiaciuto che si levasse di torno. Più tempo passa qui, più sarà difficile liberare la casa dall'odore».
«Rose» la riprese bonaria Esme.
Rosalie buttò indietro la testa di scatto «Ma non è un grosso problema. Immagino che non resteremo qui ancora a lungo».
Sospirai. Non volevo andarmene.
«Io insisto che dovremmo andare dritti nel New Hampshire a organizzare le cose» intervenne Emmett, riprendendo chiaramente una conversazione già iniziata «Bella è già iscritta a Dartmouth. Non credo le ci vorrà tanto per ambientarsi a scuola». Poi si voltò verso di lei ridacchiando «Scommetto che diventerai la prima della classe... a quanto pare la notte non hai di meglio da fare che studiare».
Rosalie ridacchiò.
Bella non perse le staffe, invece Edward ringhiò a nostro fratello. Un ringhio di avvertimento.
Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, Alice balzò in piedi. «Cosa sta facendo?» disse «Com'è riuscito quel cane a cancellare il mio programma di tutta la giornata? Non riesco a vedere niente! No!».
Scattai in piedi, anticipando la reazione di Alice e di Edward.
«Cretino!» urlai insultando Jacob che stava andando abbastanza sicuramente da Charlie.
Senza ascoltare gli altri uscì fuori e corsi verso la casa di Charlie.
Entrando nel bosco saltai e mi trasformai a mezz'aria. Cercai di correre i più velocemente possibile, mi sembrava quasi che le zampe non toccassero il suolo.
Dovevo fermare Jacob. Non poteva andare da Charlie e dirgli tutto. Stava facendo una grandissima cavolata!
Poco prima di arrivare a casa dell'umano in questione, sentì Jacob nella mente del branco. Si era trasformato.
Sei impazzito?! Gli urlai contro.
«Ciao, Chiara!» rispose lui allegro nel mentre che si avvicinava cautamente a Charlie.
Dai suoi occhi vidi l'umano a terra, pallido e spaventato.
Li raggiunsi e, senza pensarci, mi trasformai tornando in forma umana.
«Jacob! Sei impazzito?! Poteva venirgli un infarto!».
"Anche tu ti sei trasformata" mi fece notare.
Gli ringhiai contro e mi voltai a guardare Charlie. «Scusa, Charlie, quando vuole sa essere davvero stupido». Poi tornai a guardare Jacob «Adesso ci pensi tu a lui, io torno a casa».
Jake annuì e mi rispose: "Certo, tranquilla".
Sospirai, mi trasformai di nuovo e tornai a casa correndo. Non volevo far parte di questa storia.
Non dirgli nulla dei vampiri, ti supplico.
«Tranquilla. Al massimo gli parlerò dei licantropi».
Detto ciò Jacob tornò in forma umana.
Appena arrivai a casa, trovai Edward su tutte le furie.
«Come ha potuto?!» ringhiò «Quanto è stupido?! Io lo uccido!».
«Edward, calmati» lo ammonì Carlisle.
«Calmarmi?! Jacob ha rivelato tutto a Charlie e sta venendo qui! Non è detto che Bella sia in grado di controllarsi se sta a stretto contatto con un umano, potrebbe ucciderlo!».
«Tranquillo. Risolveremo tutto» rispose Carlisle.
Non capivo come riuscisse a stare così calmo. Jacob aveva appena rovinato quella poca tranquillità che avevamo guadagnato.
Adesso eravamo davvero costretti ad andarcene. Se Bella non fosse stata in grado di resistere, o se Charlie avesse raccontato tutti agli altri umani, saremmo dovuti andare via e evitare che si spargesse la voce sull'esistenza dei vampiri.
I Volturi si arrabbieranno parecchio, se lo verranno a sapere. Pensai preoccupata. Non volevo andarmene e lasciare Andrea, i miei amici e il mio branco.
Jacob aveva fatto la cosa più stupida e sbagliata che potesse fare!
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