16. È un mostro oppure no? Questo è il problema

«Ehi, Jake, aspetta!» urlai.
Il licantropo fermò la macchina ed abbassò il finestrino del guidatore.
«Che c'è?» chiese. Notai che stava tremando lievemente.
«Dove stai andando?»
«A fare un giro» mi rispose.
«Un giro? Ora?! E se Sam e gli altri ti attaccano? Sono appostati poco fuori il nostro confine»
«Correrò il rischio»
«Jake... perché stai andando via?»
«No, no. Aspetta. Non sto andando via, tornerò subito. Ho solo bisogno di prendere un po' d'aria»
«Cosa ti ha fatto Bella, questa volta?»
«Non è Bella. È il succhiasangue»
«Allora cosa ti ha fatto Edward?»
Iniziò a pensare a cos'era successo. Tutto normale finché Edward non aveva sentito i pensieri della cosa e si era intenerito.
«Cosa?! Edward accetta quell'affare?!» chiesi stupita ed irritata contro di lui.
«Esatto»
«Stupido vampiro traditore» sibilai «Quindi scommetto che ti serva che io rimanga qui...»
«Se vuoi. Tanto Seth e Leah sono ancora carichi, hanno appena iniziato il turno. Avevi degli impegni?»
«Beh, c'è Andrea che mi ha chiesto di andare a farmi un giro con lui...»
«Per me va bene. Andiamo a dirlo agli altri due» disse uscendo dalla macchina. Lasciò il motore acceso e la portiera aperta.
Mi avvicinai ad Andrea «Torno subito» gli dissi, poi seguì Jacob.
Il licantropo si allontanò da me per potersi trasformare senza distruggere per l'ennesima volta i vestiti.
Appena il grosso lupo arrivò mi trasformai anch'io, giusto per partecipare più attivamente al discorso.
«Seth, Leah, vi serve una pausa?» chiese Jacob.
«No, Jake, perché? Abbiamo appena iniziato» rispose Seth.
«No, Jake» rispose Leah.
«Ok, perfetto. Chiara dovrebbe andare a fare dei compiti importanti per domani con un suo compagno di classe» mentì Jacob «Vi va bene continuare da soli?»
«Certo!» rispose Seth. Era sempre pronto ad offrire una zampa in caso di bisogno.
Leah era titubante.
Vi restituisco subito le ore aggiuntive, appena torno.
«Va bene» rispose la lupa.
Grazie.
«Perfetto. Beh, io vado a farmi un giro» rispose Jacob lasciando trapelare le immagini di Edward che iniziava ad amare il mostro che stava uccidendo Bella solo perché era in grado di pensare.
Leah espresse un'infinità di pensieri disgustati nel mentre che Seth rimaneva zitto, sconvolto dal tradimento di Edward.
Jacob si allontanò incamminandosi verso la casa e, poco dopo, sparì dalla mente del branco.
Mi incamminai anch'io verso la casa.
Sentì il rumore della macchina di Edward che si allontanava.
«Ehi, Chiara» mi chiamò Seth.
Che c'è?
«Vai da Andrea?»
Sì.
«Evvai!» uggiolò felice.
Scossi la testa e continuai a camminare, trasformandomi come se niente fosse.
Uscì dal bosco e mi avvicinai ad Andrea che mi aveva aspettato pazientemente vicino alla moto.
«Allora?» chiese.
«Posso venire. Vado solo ad avvertire Carlisle ed Esme»
Lui sorrise ed annuì «Ti aspetto qui»
Presi lo zaino che avevo lasciato sull'erba ed entrai in casa.
Sfortunatamente, per salire in camera mia ero costretta a passare per il piano dove c'erano praticamente tutti, mancava solo Esme.
Intravidi Edward seduto sul divano, vicino a Bella, che accarezzava amorevolmente il pancione di lei.
Alzai gli occhi al cielo e mi trattenni dal vomitare.
In camera mia trovai Esme che puliva la poca polvere che c'era.
«Ciao, com'è andata la giornata?» mi chiese gentilmente.
Posai la cartella sulla sedia, per non intralciare le pulizie.
«Mh. Passabile» risposi «Posso uscire con Andrea? Torno prestissimo e, se succede qualcosa, chiamatemi sub..»
«Vai, tranquilla» rispose interrompendomi.
«Oh, grazie» ero un po' stupita. Dovevo ancora abituarmi all'estrema gentilezza dei vampiri che mi avevano adottata. Con gli Smitterson, i miei ex genitori adottivi umani, dovevo pregare in non so quante lingue per ottenere il permesso di un'uscita -infatti uscivo sempre senza chiedere, facevo prima-.
Presi solo il telefono e scesi. Incrociai Carlisle che stava salendo.
«Ehi, io sto uscendo con Andrea» gli dissi «Se succede qualcosa telefonatemi subito, ok?»
«Certo» rispose sorridendo e riprendendo a salire le scale.
Guardai alla mia destra e vidi di nuovo la disgustosa scena del traditore.
Edward fece un profondo respiro e alzò lo sguardo, voltandosi a guardarmi.
Ops, mi aveva sentito. Beh, non era un mio problema se non gli piacevano i miei pensieri.
Lo fulminai con lo sguardo e scossi la testa, ferita dal suo comportamento. Prima voleva far abortire Bella e poi, solo perché il mostro pensava, appoggiava la sua scelta.
Scesi le scale velocemente e uscì fuori.
«Chiara, aspetta!» sentì il vampiro traditore che mi chiamava.
«Non rompere» gli risposi avvicinandomi ad Andrea.
Edward corse verso di me, a "velocità umana" e mi bloccò posandomi una mano gelata sulla spalla «Aspetta. Posso spiegarti tutto» disse mettendosi davanti a me, imprigionandomi con le sue mani sulle mie spalle.
«Non mi servono le tue spiegazioni, traditore»
«Ma..»
Mi liberai dalla sua presa e mi diressi verso Andrea.
«Tornatene dal tuo mostriciattolo pensante adorato» dissi al vampiro, poi, rivolgendomi all'umano dissi: «Andiamo, per favore»
«Certo» rispose passandomi il casco.
«Dai, Chiara. Per favore, non fare così. Tanto ormai non potremmo più farci nulla. Non puoi accusarmi se accetto che Bella avrà un figlio»
Alzai la visiera di plastica trasparente del casco, fortunatamente riuscì a farlo al primo colpo e non feci figuracce -non sapevo neanche come alzare una visiera del casco, non lo avevo mai fatto-. «Senti, vai da Bella visto che le mancano pochi giorni di vita. Quel mostro la sta uccidendo»
«È un bambino. E... ok, la sta uccidendo. Ma potrebbe salvarsi» rispose amareggiato.
«Oh! Adesso il feto, il mostro assetato di sangue, l'abominio, il frutto di un amore che non sarebbe dovuto esistere, e tutto il resto è un bambino?! Rosalie ti ha fatto il lavaggio del cervello. Questo non è l'Edward che conosco»
«Rosalie non c'entra nulla. L'ho capito da solo»
Scossi la testa indignata. Non sapevo neanche io perché mi desse così fastidio questo suo tradimento. Forse perché aveva fatto andare di nuovo via Jacob, forse perché adesso eravamo in pochi ad essere contro quella cosa o forse per qualcosa che non sapevo di preciso.
Decisi di salire sulla moto, ma Edward mi anticipò. Fece qualche passo avanti e mi afferrò i polsi, stringendoli in una morsa gelata e ferrea.
«Non vi ho traditi» scandì bene le parole «Ho solo capito che è un bambino come gli altri. Non dico che è umano, questo proprio no, ma è innocente quanto qualsiasi bambino umano. Non vuole fare del male a Bella. All'inizio non lo capivo. Vedevo solo mia moglie morire a causa mia, davanti a me ed ero costretto a fissarla impotente. Adesso che lei sta migliorando e che ho capito ciò che il bambino pensa; cioè, ciò che potrebbe pensare» si corresse subito perché c'era Andrea «Ho capito quanto sono stato stupido a prendermela con lui -o lei-»
«E intendi amarlo?»
Lui annuì, serio «Come un padre ama un figlio»
«Anche quando avrà ucciso Bella? Quando te la porterà via? Resterà comunque un "bambino innocente quanto qualsiasi bambino umano"?!»
Lui esitò, aprì la bocca per parlare ma poi la richiuse, non rispondendomi.
«Appunto. Andrai a Volterra e ti farai uccidere. E il "piccolo bimbo innocente" resterà qui, solo soletto e Jacob, non potendo uccidere te, ucciderà la cosa e se ne andrà via! Questo mostro che sta nascendo ci rovinerà la vita!»
Edward trattenne a stento un ringhio. Strinse involontariamente un po' di più la presa sui miei polsi e mi scosse.
«Capiscimi, Chiara! Non è una situazione facile»
Notai che aveva gli occhi tendenti al nero per la sete ma, questa volta, sembravano più neri del solito.
«No, non capisco i tuoi ragionamenti contorti. Solo perché qualcuno o qualcosa pensa non vuol dire che non sia un mostro. E poi mollami, mi stai facendo male» e congelando. Aggiunsi mentalmente. Nel mentre che dicevo l'ultima frase cercavo di liberarmi dalle sue mani.
Mi lasciò andare di scatto. Gli occhi tornarono del giallo tendente al nero normale. Forse, prima, stava perdendo il controllo del suo lato vampiresco.
Comunque non accettavo la sua scelta.
Gli voltai le spalle avvicinandomi un po' di più alla moto.
Edward sospirò «È pur sempre mio figlio. Non puoi fare così» azzardò un altro passo verso di me.
Questa volta Andrea si mise in mezzo «Adesso basta» disse con tono abbastanza autoritario «Chiara ha fatto la sua decisione» poi si rivolse a me, con voce più dolce «Andiamo?»
Annuì. In più non mi fidavo di Edward, era comunque un vampiro irritato ed assetato.
"Non gli farei mai del male" pensò deluso dalla mia scarsa autostima nei confronti del suo autocontrollo.
Andrea si mise il casco e salì sulla moto. Mi sedetti subito dietro di lui che partì senza pensarci due volte.
Mi strinsi a lui e, intanto, pensai alla decisione di Edward. Forse aveva ragione. Oppure no?
Si poteva non considerare quella cosa un mostro solo perché pensava? Che poi, per i pensieri che avevo percepito nel mentre che ero a casa, quella roba non pensava nemmeno come gli umani. I suoi pensieri erano più che altro delle sensazioni, erano simili ai pensieri degli animali che trovavo nel bosco. Infatti, a volte, se mi concentravo bene riuscivo a sentire alcuni pensieri di qualche animale e pensavano con delle sensazioni, tipo: mi piace, non mi piace, ho fame, ho sete, ho paura, eccetera eccetera.
Questa... cosa pensava nello stesso modo. Forse solo perché era piccola o forse perché non sarebbe stata in grado di pensare come un vampiro, un licantropo o un umano.
Dopo qualche minuto arrivammo alla destinazione scelta da Andrea: il parchetto di Forks.
Il ragazzo parcheggiò e scesi dalla moto insieme a lui.

Andrea's pov
Guidai fino al parchetto di Forks. Volevo stare un po' da solo con Chiara e sapevo che a quest'ora quel posto era praticamente vuoto.
Dopo aver parcheggiato la moto, scesi da essa e riposi i nostri caschi nell'apposito vano.
«Perché Edward ha fatto così, prima?» le chiesi. In quel momento mi era sembrato veramente pericoloso.
Lei distolse lo sguardo «Non vederlo come un mostro. Certo, secondo me la sua scelta è sbagliata, ma lui sostiene il contrario e... beh, fatti suoi»
«Perché voleva a tutti i costi che tu gli dessi ragione?»
«Perché è molto affezionato a me»
«E perché è così affezionato a te? Perché sei l'ultima arrivata e la più piccola?»
«Fai troppe domande» rispose ridendo.
Mi misi a ridere anch'io «Scusa»
«No, vabbè, è per vari motivi. Sono la più piccola, la più tenera, la più gentile, la più... boh, inventati qualcos'altro» disse vantandosi.
Ridacchiai «I motivi veri quali sono?»
«Sono la più piccola, la nuova arrivata, come lui sono orfana di madre e padre..»
La interruppi «Se Carlisle ed Esme vi hanno adottati dovete essere tutti orfani»
«Giusto... però lui ha visto morire i sui genitori e anch'io so che i miei sono morti, precisamente in un incidente d'auto...»
Annuì poco convinto. Sicuramente c'era qualcosa che non poteva dirmi perché non era "riservato agli umani".
«E quindi tiene molto alla mia approvazione della sua idea» concluse.
Annuì «Beh, dai, andiamo» dissi prendendola per mano e conducendola in un posto un po' più appartato.
Quando arrivammo, si lasciò cadere a terra, sdraiandosi sull'erbetta tagliata da poco.
Mi sdraiai vicino a lei e mi girai sul fianco destro, in modo da poterla guardare.
Sospirai. L'amavo ancora e speravo che tornasse con me.
«Tutto ok?» mi chiese girandosi verso di me.
I suoi occhi nocciola chiaro erano fissi nei miei. E lei era così vicina... mi sarebbe bastato avvicinarmi di pochi centimetri per poterla baciare.
No. Non dovevo farlo. Se non voleva avrei rispettato la sua volontà.
«Allora?» chiese storcendo lievemente la testa di lato. Lo faceva spesso se era confusa o se mi chiedeva qualcosa. Probabilmente non se ne accorgeva neanche. C'erano così tanti particolari in lei che conoscevo solo io.
«Sì, tranquilla è tutto ok» risposi.
«Perché sospiravi?»
«Beh, perché...» sfiorai le sue labbra con le dita della mano sinistra nel mentre che il suo profumo mi avvolgeva «Sei così bella e vorrei baciarti, ma so che tu non me lo lasceresti fare»
Lei arrossì e si alzò, sedendosi.
L'adoravo quando arrossiva.
Mi sedetti anch'io.
«Beh, hai ragione» disse lei «Non mi lascerò baciare. Non ancora, almeno»
Poggiai la testa sulla sua spalla e le diedi un bacio sul collo. «Sei cattiva» sussurrai divertito.
«Lo so» rispose posando le mani sulle mie spalle e allontanandomi.
Mi sdraiai di nuovo e lei, guardandomi negli occhi, si sdraiò su di me.
Posai le mani sui suoi fianchi, nel mentre che sentivo il mio cuore che batteva come un pazzo ed ero confuso da ciò che stava facendo. Mi sentivo ridicolo. Mi sembrava di essere una ragazzina al suo primo appuntamento, eppure, io, avevo già avuto altre ragazze, ero abbastanza "preparato" in questa "materia", ma lei mi scatenava emozioni diverse, mi faceva sentire diverso.
Avvicinò un po' di più il suo viso al mio.
«Ehi, se mi tenti così, non lamentarti se poi ti rubo un bacio o due» dissi.
Lei sorrise e si allontanò un po', posando la sua testa sul mio petto.
Con una mano le accarezzai la schiena, l'altra la misi sotto la mia testa per stare più comodo.
Non capivo ancora perché con lei fosse diverso. Con lei c'era qualcosa in più rispetto a quello che provavo con le altre due ragazze che avevo avuto. Era come se qualcosa ci legasse e che questo legame fosse indistruttibile.
Quel momento di tranquillità e di silenzio fu interrotto dal suo telefono. Beh, mi aveva detto che sarebbe potuto succedere. Si alzò e prese il telefono in mano.
«Dovrei..»
Iniziò a dire, ma la interruppi sorridendo «Rispondi pure, tranquilla»
Rispose al telefono allontanandosi di pochissimo e dandomi le spalle. «Ciao, Edward, è successo qualcosa?»
Non sentì la risposta, ma Chiara scattò subito «Cosa?!» chiese con la voce più acuta. Lo faceva spesso quando era stupita.
Mi sedetti e ascoltai più attentamente le sue risposte.
«Ah... ma, quindi sta... bene?» chiese titubante dopo qualche minuto.
«Ok, arrivo» rispose seccata.
Riattaccò la chiamata e mi raggiunse.
«Dovresti riaccompagnarmi a casa» mi disse.
Scattai subito in piedi «Certo! Ma... è successo qualcosa di grave?»
«Sì e no... te lo spiego poi» rispose incamminandosi verso la moto.
Beh, almeno aveva detto che me lo avrebbe spiegato anche se, sicuramente, avrebbe omesso molte cose.
Appena arrivammo alla moto le passai il casco, presi il mio e me lo misi, salì sul mezzo seguito da lei e partì. Guidai fino a casa sua e frenai più o meno a metà dell'immenso prato davanti alla villa dei Cullen.
Scendemmo entrambi e lei mi ridiede il casco.
«Beh... grazie per il passaggio»
«Di nulla» le risposi «Ci vediamo domani?»
Lei annuì e mi abbracciò.
Ero confuso. Cosa significava questo abbraccio?
Chiara lanciò un'occhiata veloce a destra.
Guardai anch'io da quella parte e vidi una ragazza sui vent'anni che ci fissava. Notai che mi stava fulminando con lo sguardo. Aveva gli occhi color marron cioccolato e i capelli castano scuro tagliati abbastanza corti. Indossava dei vecchi abiti logori: una maglia verde sbiadito a maniche corte e dei pantaloncini di jeans. Notai subito che non aveva le scarpe.
Distolsi lo sguardo dalla donna e tornai a guardare Chiara.
«Devo andare» disse.
Annuì «Ciao» risposi dandole un bacio sulla guancia, vicino alle labbra.
Lei arrossì lievemente e si voltò a guardare la ragazza che sbuffò e se ne andò, entrando nel bosco.
«Leah!» la chiamò Chiara «Leah!» urlò inseguendola e sparendo anche lei in mezzo agli alti alberi.
Non mi fidavo a lasciarla sola. Certo, questa era la sua vita ed era a casa sua. Però, quella donna, mi sembrava pericolosa.
Mi preparai a tornare a casa nel modo più lento possibile, almeno, se fosse successo qualcosa, ero già lì.
«Ehi, ciao» disse una voce alle mie spalle.
Sobbalzai e mi voltai. «Ehm, ciao, Emmett» non mi ero assolutamente accorto del suo arrivo.
«Scusa se ti ho spaventato, ma volevo chiederti una cosa»
«Ehm... cosa?» qualcosa nel mio istinto mi diceva di stare alla larga dai Cullen, soprattutto da Emmett e Jasper. Uno era super muscoloso l'altro scatenava una sensazione di inquietante e pericoloso ogni volta che si muoveva o che lo si guardava negli occhi.
Il ragazzo di fronte a me si mise a ridere «Dai, stai tranquillo, non ti faccio nulla»
Abozzai un sorriso.
«È successo qualcosa con Chiara? La vedo diversa» mi chiese.
«Ehm... beh...» perché avevo paura? Io non le avevo fatto nulla. Non era pienamente colpa mia se ci eravamo lasciati.
«Che significa "ehm... beh..."?»
«Che non stiamo più insieme» dissi di getto.
«E da quando?»
«Da quando lei ha deciso di lasciarmi, ieri. Perché?»
«Perché la vedevo diversa...»
«Tu sai cosa sta succedendo in questo periodo, qui da voi?» poteva sembrare una domanda stupida ma non lo era.
«Beh, mi pare ovvio» rispose.
«Ecco, non è che potresti illustrarmi la situazione? Chiara non vuole dirmi nulla»
Emmett si mise a ridere «No, non posso assolutamente dirtelo»
Piano fallito... pensai.
La nostra conversazione venne interrotta da dei ringhi provenienti dal bosco, alla nostra destra.
Ci voltammo entrambi da quel lato nel mentre che Emmett sibilava qualcosa che non sentì.
«Cosa sta succedendo?» chiesi confuso e preoccupato per Chiara.
«Nulla. Non pensarci. Torna a casa» rispose evasivo.
Vidi la porta della loro casa aprirsi e chiudersi da sola e vidi una specie di sagoma che spariva, come se si muovesse troppo velocemente.
«Di là c'era Chiara! Vado da lei» dissi azzardando un passo.
Emmett mi si parò davanti «Lascia perdere, è meglio» disse in tono duro.
«Cos'è quella roba che ringhia?»
I ringhi continuavano a farsi sentire nell'aria, insieme a dei guaiti.
«Mi è impedito dirtelo»
I ringhi si interruppero, lasciandoci nel più assoluto silenzio.
«Torna a casa, davvero» mi disse Emmett.
Mi avvicinai riluttante alla moto quando vidi Jasper sbucare dagli alberi e dirigersi verso la casa, insieme a lui c'era Chiara che si teneva una mano sul braccio destro per fermare il sangue che usciva copioso da un graffio.
Strabuzzai gli occhi. «Chiara!» urlai correndo verso di lei.
Non so neanche come cavolo avesse fatto, ma Emmett riuscì a bloccarmi tenendomi per un braccio. Eppure lui era lontano da me, ne ero sicuro.
«Vai a casa, immediatamente» mi disse agitato. Non era aggressivo. Era solo preoccupato per qualcosa.
«Ma Chiara...» mi lamentai lanciandole un'occhiata.
Vidi Jasper che le apriva la porta e lei che si fermava per voltarsi a guardarmi. Con un cenno della testa mi disse di andare via. Beh, dal suo sguardo implorante sembrava quasi che mi stesse supplicando di andarmene.
Sospirai e ritornai verso la moto. Mi sentì un mostro per tutto il tragitto di ritorno verso casa. E se fosse successo qualcosa? Poteva essersi fatta male seriamente, non era poco quel sangue! Temevo che potesse succederle qualcosa. Non me lo sarei mai perdonato se le fosse successo qualcosa.
In più continuavo a chiedermi come avesse fatto a farsi quei tagli. Forse, stando ai ringhi e ai guaiti, poteva trattarsi dei lupi giganti che avevo visto al matrimonio di Bella ed Edward.

§§§§§§Nota dell'autrice§§§§§§
Salve, gente! Vi è piaciuta la sorpresa dell'Andrea's pov?
L'ho messo per due motivi:
1) Questa uhm... saga di libri (?) de "I Cullen e i Quileutes" compie all'incirca un anno e quindi volevo mettere un capitolo un po' speciale.
2) Era per farvi capire un po' cosa e come pensa Andrea (soprattutto perché lui è più romantico di Chiara). E quindi il modo migliore era quello di inserire un punto di vista del ragazzo in questione.
Beh, però vi avviso che non ci saranno molti "Andrea's pov" perché, comunque, questa è la storia di Chiara e non avrebbe senso mettere solo più cose dal punto di vista di Andrea. XD
Beh, alla prossima ^.^

P.S. se volete commentate qui dicendomi che ne pensate dell'idea dei punti di vista di Andrea.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top