13. E tu che ci fai qui?
Stavo dormendo tranquillamente arrotolata sulla sponda del fiume quando Leah venne a svegliarmi scuotendomi con in muso.
Leah? Oh, è il mio turno? Mi alzai e mi scrollai, immergendo il muso nell'acqua gelata per svegliarmi meglio.
«In teoria sì, tra poco. Però sono qui per ordine di Jacob. C'è "un umano" che vuole parlarti e Carlisle lo sta portando qui»
Cosa?!
«Sì. Torna umana, coprirò il tuo turno per un po'»
«Grazie Leah» dissi tornando umana.
Lei mosse lievemente la testa e corse a fare il giro di ronda.
Beh, è un po' più simpatica di com'era all'inizio.
"Ah, a proposito, mi devi un grosso favore per questo turno extra" pensò.
Ok, mi rimangio quello che ho appena pensato su di lei.
Ora i miei pensieri erano concentrati su questa visita, chi poteva essere questo umano?
Cercai Carlisle con la mente e vidi che stava arrivando con Andrea.
Oh, no. Pensai. Non mi andava di vederlo. Certo, eravamo ancora amici e "fidanzati". Però era una situazione complicata, soprattutto adesso che non mi facevo vedere da un po' per colpa di Sam e il suo branco.
Carlisle ed Andrea sbucarono dagli alberi. Finsi di essere sorpresa, li salutai entrambi e poi Carlisle tornò a casa, lasciandoci soli. Avrei preferito che rimanesse con noi.
Il ragazzo mi guardò sorridendo. Indossava una maglia a maniche corte blu -con un logo di una qualche festa di Forks-, dei jeans -anch'essi blu- e delle scarpe nere. I capelli neri erano abbastanza spettinati, segno che aveva indossato il casco.
«Che ci fai tu qui?» chiesi ad Andrea, guardandolo negli occhi verdi.
«Per fortuna stai bene. Sai, ero preoccupato per te»
Arrossì e distolsi lo sguardo «Già...» mi sentì in colpa per essermi praticamente dimenticata di lui. Solo il giorno prima avevo sentito la sua mancanza.
«Perché non ti fai più vedere? Non esci più con me, Brian, Alexis; non sei venuta a scuola né oggi né ieri; non rispondi ai messaggi..»
«Quali messaggi?» lo interruppi.
«Ah, già, vero... il tuo ultimo accesso su Whatsapp è di tre giorni fa. O ci hai altamente ignorati oppure non guardi il telefono da un po'»
«Oh...»
«Comunque vorrei sapere che succede, starti vicino...»
«È complicato»
«Senti, non iniziare con questa scusa. Con te tutto è complicato, lo so. A partire dalla nostra relazione..» rispose serio.
«Siamo solo amici» lo interruppì.
Rimase basito per un attimo.
Ok, lo avevo praticamente friendzonato senza volere.
Brava Chiara, sei un genio in fatto di relazioni! Mi canzonò la mia coscienza, applaudendo.
«Ok, amici che si sono baciati, che si piacciono e che fino ad un secondo fa stavano insieme...» disse.
Lo guardai triste. Se fossi stata in forma di lupo avrei abbassato le orecchie e messo la punta della coda fra le zampe. «Dai, non volevo dire quello...»
«Però lo hai detto»
«Sì, ma...»
Ma? Dai, vai avanti. Prima o poi avrei ucciso la mia coscienza.
Andrea sospirò «Lascia perdere. Vorrei sapere cosa c'è di così complicato. È per la malattia di Bella?»
Sgranai gli occhi «Come fai a saperlo?!»
Lui alzò le spalle e mi rispose cupo «Il padre è distrutto. Alla centrale lo sanno tutti. Carlisle non va più a lavoro, così lo ha scoperto pure l'ospedale. Questa è una piccola cittadina, le voci girano e in breve tempo lo sanno tutti...»
«Comunque si, è... è per quello» odiai il tremore nella mia voce. Non riuscivo proprio a mentirgli.
Lui scosse lievemente la testa «Non sai mentirmi, non è solo per questo, vero? C'è anche qualcos'altro, qualcosa che non puoi dirmi perché non è "riservato agli umani"» le ultime tre parole le disse mimando le virgolette con le dita.
«Esatto, non è riservato agli umani, quindi sparisci» dissi in tono duro. Mi voltai, dandogli le spalle, e guardai oltre il fiume, sapevo che lì c'era appostato Paul. Ne sentivo l'odore. Probabilmente era arrivato nel mentre che dormivo. Forse Sam voleva controllare le nostre mosse.
Andrea si avvicinò a me, abbracciandomi da dietro, con le braccia attorno alla vita, appoggiando il mento sulla mia spalla destra. Rabbrividì a quel contatto «Allora?» sussurò al mio orecchio, facendomi rabbrividire di nuovo «Cosa sta succedendo?» mi chiese.
«Meglio che tu non lo sappia» gli risposi, fulminando Paul con lo sguardo. Andrea non lo vedeva, ma io sapevo dov'era e sapevo anche che ci stava guardando.
«Neanche un piccolo suggerimento per farmi indovinare?» continuò con voce dolce.
Ero tentata di dirgli tutto. Assolutamente tutto, senza escludere nulla.
Invece gli risposi in tutt'altro modo, sorridendo «Flirtare con me non ti servirà, Andre»
«Beh, almeno ci ho provato» disse, non mollando l'abbraccio.
«Ehi, la situazione sta diventando troppo smielata. Mollami»
«Nah, non ho voglia»
Sorrisi perfidamente «Ok...» gli feci uno sgambetto, facendolo cadere a terra.
Lui si mise a ridere «È così che si tratta la persona alla quale piaci e che fino a poco fa era il tuo ragazzo?»
Deglutì a fatica, non volevo dirgli quelle cose, prima...
«Sì» dissi «Soprattutto se quella persona sta indagando su qualcosa che non posso dirgli. E ringrazia che non sei caduto sul fango che c'è sulla riva del fiume» risposi secca.
Lui continuò a ridere, sedendosi a gambe incrociate «Grazie per non avermi fatto cadere sul fango a riva ma sulla terra umida, qui»
Lo guardai alzando gli occhi al cielo.
«Prima, quando stavo vedendo qui con Carlisle, ho visto delle gigantesche orme di lupo...» disse con nonchalance dopo qualche secondo di silenzio.
«Cosa?!» urlai allarmata.
Lui annuì «E tipo lì c'è ne sono di più piccole» disse indicandomi le mie impronte a qualche metro di distanza, sulla sponda del lago.
«Oh, sì, quelle sono di Aleu» risposi cercando di sembrare calma.
«Di chi?»
«Aleu. La lupa domestica dei Cullen»
«Ah, sì, il famoso lupo dei Quileutes»
«Ecco, bene, sono sue. Era qui, prima che tu arrivassi. Sai, non adora gli estranei»
Lui annuì, per niente convinto «E che mi dici di quelle impronte giganti? Ci sono i lupi del matrimonio?»
«Ti dico che devi seguire il nostro patto e dimenticarti di quei lupi. Non posso dirti nulla»
«Mh-mh. Ok. Tornerai a scuola?»
«Non posso»
Si alzò e si avvicinò a me per provare a baciarmi.
Mi spostai bruscamente «Non hai capito, eh?! È una situazione abbastanza complicata, trovati una ragazza normale!» se per proteggerlo dovevo aggredirlo in quel modo, lo avrei fatto. Se ci fossimo rimessi insieme, lui sarebbe stato qui spesso o io sarei dovuta andare da lui e c'era un piccolo problema: un branco di licantropi che avrebbe aggredito o me o lui.
Sospirò «Potrei sapere cosa sta succedendo? Sei diversa. È qualcosa di grave?»
Ok, ora mi stavo irritando davvero. «Senti, basta. Ti ho detto tutto ciò che potevo. Sparisci!»
«No»
Lo guardai allibita «Come, "no"?»
«No. No, stavolta non ti lascerò con un "se è ciò che vuoi per me va bene". Quella volta sei tornata da me, stavolta non so se lo farai e non voglio perderti»
Chiusi gli occhi respirando profondamente. Non trasformarti, non ucciderlo, non farlo, ferma. Sentivo di star tremando un po'. «Andrea, ti prego, vattene» dissi, cercando di tenere un tono abbastanza calmo, ma si sentiva l'irritazione nella mia voce.
Lui si sedette di nuovo a terra e, scuotendo la testa disse di nuovo «No»
Trattenendo un ringhio mi sedetti pure io, più lontano da lui, dandogli le spalle.
Andrea si alzò.
Bene, se ne sta andando.
Si allontanò un po' da me e si sedette di nuovo, appoggiando la schiena ad un albero.
Stupido, umano, cocciuto... pensai scandendo bene le parole. Ero abbastanza infastidita dalla sua ostinazione.
Presi un sasso grande quanto la metà del mio palmo, per utilizzarlo come antistress. Il risultato? Lo ridussi in sabbia dopo pochi secondi.
Dopo qualche minuto di assoluto silenzio non riuscì più a resistere al suo sguardo fermo che mi trapassava la schiena, così sbottai alzandomi di scatto e voltandomi verso di lui «Vuoi sapere cosa sta succedendo, giusto?!» chiesi molto irritata.
Lui mi guardò, accennando ad un "sì" con la testa. Probabilmente sapeva che avrei reagito così; mi conosceva meglio lui di quanto mi conoscessi io.
«Bene, anzi, benissimo. Ti chiedo solo di tenertelo per te e non dirlo a nessuno, compreso Charlie»
«Certo»
«Ok, bene. Bella sta morendo»
Lui impallidì, me lo aspettavo, ma fu un colpo per me. Questo dimostrava che non era adatto per il nostro mondo. Quasi tutti i vampiri di questa famiglia erano sul punto di morire, prima di essere trasformati.
«C... cosa?» balbettò stupito.
«Sì, sta morendo. Sta morendo a causa nostra, a causa di Edward»
«Cosa... cosa le è successo?»
Forse questo era meglio non dirglielo. Però la situazione era troppo pesante, non potevo resistere ancora, da sola. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno, qualcuno che non fosse come noi. Qualcuno che, senza spiegazioni, non avrebbe capito al pieno, ma che avrebbe provato ad aiutarmi.
«È incinta e il... feto è incompatibile con il suo corpo» non mi pentì di quello che avevo detto.
Lui non rispose, probabilmente non aveva capitò perché la cosa che Bella aveva dentro non fosse compatibile con lei. Forse, in futuro, mi sarei pentita di avergli rivelato alcune cose, ma non ci pensai.
«Sai, quel... coso che le sta crescendo dentro è più come noi che come lei, la sta uccidendo dall'interno»
Beh, è più come i Cullen che come me. Mi corressi mentalmente.
«È per questo che ti rifiuti di stare con me? Per proteggermi da qualcosa di mortale che tu potresti farmi involontariamente? Hai paura di questo?»
«Sì. Sì, ho paura di ucciderti. Anche Edward all'inizio cercava di proteggere Bella, poi si è lasciato andare, la sposata e ora la sta perdendo. Certo, non l'ha fatto apposta, non pensava fosse possibile, però...»
«Beh, non ci sarà il rischio che io rimanga incinta di un... coso» disse per sdrammatizzare.
Alzai gli occhi al cielo «Stupido. Ovvio che non potresti fare la fine di Bella ma, solo sfiorandoti, potrei ucciderti. Te l'ho già detto»
«Non è importante; non per me»
«Per me sì»
«Non pensarci, allora. Secondo me non sei pericolosa. Ne sono certo»
Sbuffai «Istinto di auto-protezione pari a zero...» mormorai.
Sentendo le mie parole sorrise «Sono solo coraggioso, problemi?»
«Coraggioso? Io direi stupido»
«Ok, ok, forse hai ragione tu» rispose alzandosi. Si avvicinò a me.
Lo guardai confusa, era un po' più vicino di quanto dovrebbe essere un amico.
Arretrai di un passo. Non volevo un'altra situazione smielata.
Mi prese le mani, per bloccarmi e sorrise. «Tranquilla, non ti faccio nulla» sussurrò.
Come se tu potessi fare qualcosa a me. Pensai sarcastica.
Mi abbracciò.
«So che non ti lasceresti baciare, almeno posso abbracciarti?» mi chiese accarezzandomi la schiena con una mano.
«Se almeno ci fosse un motivo valido...»
«Mi hai rivelato qualcosa di più sul tuo mondo. Credo voglia dire che ti fidi di me»
Annuì e arretrai, sciogliendo l'abbraccio. «Sì, puoi tradurre tutto ciò anche così»
«Bene... beh, credo di averti già rubato tanto tempo. Se vuoi me ne vado»
Pensai a cosa mi avrebbe chiesto Leah per questo turno extra. Probabilmente avrei dovuto comprarle la luna o qualcosa del genere.
«Sì, meglio» risposi.
Lui annuì e mi prese per mano, dirigendosi verso la casa.
«Perché devo venire anch'io?» chiesi confusa.
«Potrei perdermi»
Scoppiai a ridere «Basta andare dritto, Andre»
Ridacchiò «Dettagli»
Appena uscimmo dal folto degli alberi mi lasciò andare la mano.
«Beh, spero di vederti domani, a scuola» mi disse Andrea.
Annuì poco convinta.
Mi diede un veloce bacio sulla guancia e si allontanò, avvicinandosi alla sua moto. Indossò una giacca di pelle che aveva appoggiato sulla moto, si mise il casco che aveva appoggiato sul manubrio, salì sul mezzo, mise in moto, mi salutò con un gesto della mano e partì sgommando.
«Chiara? Possiamo parlare?» mi chiese Jacob avvicinandosi a me.
Mi voltai «Non lo attaccheranno, vero?»
«No, Sam non lo farebbe» mi rispose autoritario.
«Mh, speriamo... di cosa volevi parlarmi?»
«Da domani ritorni a scuola»
«Non posso»
«Perché?»
«Secondo te Sam mi lascerà uscire?»
«Potresti farti accompagnare dal tuo amico, non ti attaccherà se sei con un umano»
«Ne sei proprio sicuro?»
«Si, al 100%»
«Ma voi come farete senza di me? Sballiamo tutti i turni»
«Non importa. Tu vai a scuola, tanto qui siamo ancora in tre, poi ci dai il cambio quando torni»
«Ma perché dovrei andarci?»
«Per evitare che gli umani si insospettiscano e perché è leggermente illegale non andare a scuola, alla tua età»
Sbuffai «Ne hai già parlato con Carlisle ed Esme?» dopotutto, loro erano i miei genitori.
Jacob annuì «Sì, nel mentre che tu parlavi con il ragazzo»
«E che hanno detto?»
«Che ovviamente potrai, e dovrai, andare a scuola. Tanto, se ho capito bene, i libri sono gli stessi degli altri succhiasangue»
Annuì «E comunque si dice "vampiri"» lo corressi.
«Stessa roba»
Scossi la testa, ridendo.
«Meglio che tu vada a dare il cambio a Leah, prima che ti chieda di farle un favore impossibile da soddisfare»
«Già...» mormorai.
Mi diressi prima a casa per poter chiedere ad Andrea se avesse potuto accompagnarmi a scuola. Aspettai giusto il tempo che lui arrivasse a casa e guardasse il telefono. La risposta non tardò ad arrivare e, ovviamente, era affermativa.
Guardando l'ora e il cielo fuori dalla finestra mi accorsi che era abbastanza tardi, il tramonto era già iniziato da un pezzo. Corsi fuori e mi trasformai.
«Oh, alleluia, ti sei decisa a darmi il cambio» commentò Leah.
Scusa, Leah.
«Leah, guarda che ti sei offerta tu di continuare il turno finché Chiara non fosse arrivata» disse Seth.
Lei non rispose e andò a sdragliarsi sotto ad un albero.
Mi preparai ad un'altra notte di ronda insieme a Seth e iniziai a correre sul sentiero.
§§§§§§Nota dell'autrice§§§§§§
Cosa farà Andrea? Avrà capito qualcosa? Riuscirà a riconquistare Chiara?
Bhe, lo scoprirete solo leggendo i prossimi capitoli ^.~
A presto <3
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