1. Nuova routine
~~ Prima parte ~~
Mi ritrasformai, uscì dal folto del bosco, percorsi un breve tratto di marciapiede e mi fermai di fronte ad una casa. Una casa che, in questi giorni, era diventata anche casa mia.
Saltai la staccionata per entrare nel giardino.
Una finestra del primo piano era già aperta, un ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi guardava fuori e sorrise appena mi vide.
Lo aspettai nel giardino, lui mi raggiunse. Si avvicinò e mi baciò, ricambiai il bacio e poi mi allontanai di poco.
«Bentornata» sussurrò, felice.
In realtà era scontato che tornassi, andavo da lui tutte le sere dopo cena.
«Ehm... grazie?» risposi, non sapendo cosa dire.
Lui sorrise e mosse la testa verso la casa «Vieni?»
Annuì, sorridendo e lo seguì fino in camera sua.
Ormai era da un po' che dormivamo insieme -non facevamo niente di strano, non pensate male, mi ospitava solo per la notte-.
Mi tolsi solo le scarpe e mi sdragliai in quel letto ormai familiare. Il pigiama non lo usavo più da quando ero scappata di casa, non avevo la minima voglia di tornare a casa ogni mattina per posarlo e prendere dei vestiti.
Ormai la mia routine era cambiata da quando Jacob era scappato di casa, circa due settimane fa. Potrebbe sembrare un comportamento esagerato, il mio, ma ci tenevo a far soffrire Edward quanto lui faceva soffrire Jacob. E capivo meglio di tutti gli altri cosa provava Jacob in questo momento.
Tornavo a casa poche volte al giorno. Il resto della giornata lo passavo con Alexis, Brian o Andrea, oppure passeggiando nel bosco o stando con Seth.
Mangiavo fuori casa: da Billy, o da Seth, oppure da Andrea; spesso e volentieri andavo a caccia di qualche animale, invece di mangiare a casa di qualcuno.
E la notte? La notte stavo con Andrea che mi aveva dato solo due possibilità di scelta: o tornavo a casa oppure dormivo da lui, non voleva che stessi fuori casa.
Già. Un bello stravolgimento di routine. Beh, almeno in tutto questo casino, avevo trovato il tempo di dare l'invito al matrimonio di Edward e Bella anche ai miei tre amici umani. Come aveva predetto Alice; Brian ed Alexis non potevano venire, però Andrea ci sarebbe stato sicuramente.
«Cos'hai fatto oggi di bello?» mi chiese Andrea, interrompendo il mio silenzio pensieroso.
«Sono stata con te e abbiamo fatto un giro per il paese con Brian ed Alexis»
«Dopo, prima di venire qui»
Lo guardai sospettosa «Sei per caso geloso?»
«No. Sono curioso» rispose accarezzandomi una guancia con la mano. Non adoravo tutte queste effusioni d'amore, mi mettevano... in imbarazzo.
«Ho cenato da un amico»
«E sarebbe?»
«Seth»
«Ah, beh, ok. Un giorno o l'altro andiamo a trovarlo, mi sta simpatico»
Sorrisi «Possiamo andare anche domani, tanto siamo in vacanza e non abbiamo nulla da fare»
«Giusto» rispose dandomi un lieve bacio sulle labbra.
Notammo che iniziava ad essere tardi e decidemmo di smettere di parlare e di provare a dormire. In questi giorni era normale che facessimo tardi, perché dovevamo aspettare che i genitori di Andrea fossero andati a dormire. Nessuno a Forks -tranne Andrea, il branco ed i Cullen- sapeva che ero praticamente scappata di casa e preferivo che il segreto rimanesse tale.
Non riuscì a prendere sonno subito, soprattutto perché iniziai a pensare al giorno subito dopo la fuga di Jacob.
Mi ero risvegliata appiccicata ad Andrea e subito non avevo capito perché, poi, i ricordi, mi avevano travolto come una valanga e avevo realizzato dove mi trovavo. Mi ero alzata dal letto, svegliandolo involontariamente.
«Dove vai?» aveva chiesto con la voce ancora un po' impastata dal sonno.
Avevo guardato l'orologio sul suo comodino «Sono le otto e mezza, i tuoi genitori potrebbero svegliarsi tra poco»
«No, non penso. Dormiranno, come minimo, fino alle dieci»
«Se ne sei proprio sicuro...»
«Al duecento per cento»
«Ok...» avevo risposto risedendomi sul letto.
Lui mi aveva abbracciata da dietro, costringendomi a sdragliarmi e ad appoggiarmi a lui.
«Comunque... dovrei andare a trovare una persona..» iniziai a dire.
«Ti accompagno io»
«Ehm... ok»
«Se vuoi andiamo subito»
«Ci sto»
«Dove andiamo?»
«Alla riserva di La Push»
«Mh.. ok.. non mi ci so orientare bene, lì, so andare giusto alla spiaggia»
«È facile. Arrivi a La Push, al primo incrocio giri a sinistra, vai dritto, segui la strada che gira a destra, all'incrocio vai a sinistra, poi dritto e quando vedi una stradina lievemente sterrata a destra, la segui e ti fermi quando vedi una casa con il tetto rosso»
«Ehm.. ok.. sinistra, dritto, destra, sinistra, destra. Si faceva prima a fare una strada diagonale per arrivare a questa casa»
Mi ero messa a ridacchiare «Già»
Andrea si era alzato dal letto e si era messo le scarpe -cosa che io avevo già fatto perché non perdevo tempo-.
Poi mi aveva accompagnata nel garage, dove c'erano la sua moto e le due macchine dei genitori.
Mi aveva dato il casco e si era diretto ad aprire il garage. Poi era salito sulla moto, aveva messo il casco ed io mi ero seduta dietro di lui, praticamente abbracciandolo.
Con un colpo secco Andrea aveva messo in moto e poi eravamo sfrecciati sulla strada, nel mentre che il garage automatico si chiudeva.
In poco tempo eravamo davanti alla casa di Billy. Avevo dato il casco ad Andrea che aveva parcheggiato più o meno davanti alla casa.
Avevo bussato alla porta.
«È aperto» aveva detto Billy da dentro. Ero entrata lentamente e, con un cenno della testa, avevo invitato Andrea a seguirmi.
«Ehi, ciao» ci aveva detto Billy.
«Buongiorno» aveva risposto Andrea.
«Ciao, Billy... ehm, Jacob è..» avevo iniziato a dire.
«Sì, lo so. È scappato. Me lo ha detto Sam ieri notte»
«Oh, ok...»
«Tranquilla, tornerà»
«Sicuro?»
Billy aveva riso «Sicurissimo. Fidati. E poi... è grande, sa badare a se stesso»
Eravamo stati un po' da Billy, parlando di diverse cose.
«Andiamo sulla spiaggia?» mi aveva proposto Andrea quando eravamo usciti dalla casa.
«Ok» avevo risposto iniziando a seguire un sentiero fra gli alberi.
«Non prendiamo quella strada?» aveva chiesto indicando un sentiero più grande, quello che sarebbe stato meglio usare.
«Questa è una scorciatoia»
«Ok» aveva risposto Andrea, seguendomi.
In poco tempo eravamo sulla spiaggia.
Avevamo chiaccherato di varie cose, camminando sulla spiaggia formata da minuscole pietre, come quelle delle coste liguri.
Ci eravamo seduti su di un vecchio e grosso tronco, sbiancato dal sale.
Poi un odore familiare mi aveva attirata: Seth era nei paraggi.
«Ehi, ti presento un mio amico, che ne dici?»
Andrea aveva accettato senza problemi e non mi chiese come avevo fatto a sapere che Seth stava raggiungendo la spiaggia dalla parte opposta rispetto a noi.
I due andarono subito d'accordo e iniziarono a parlare e scherzare.
Poi eravamo tornati a casa ed era iniziata la mia strana routine.
~~~~~~~~~~
Il giorno dopo andammo con Seth a prendere un gelato e passammo una normale mattinata fra amici.
Al pomeriggio iniziai a fare una passeggiata in forma di lupo, da sola.
Ciao, Jake. Lo salutai, notando che era ancora trasformato, ormai era normale che lo salutassi quando mi trasformavo.
«Ciao»
Solitamente Jacob cercava di non pensare come un umano, ma non poteva rifiutarsi di rispondermi, sennò avrei iniziato a dire: Jake, ehi, Jake? Tutto ok? Jake? Jake? Jake?
E avrei continuato per l'eternità.
Individuai l'odore di un cervo ed iniziai a seguirlo tra gli alberi.
Raggiunsi il cervo, vicino ad un ruscello. Era un maschio adulto, era strano che fosse separato dal branco, però non ci feci caso.
Questa sarebbe stata la mia cena.
Mi nascosi fra i cespugli e attesi un attimo. Poi, di colpo, balzai in aria e mi avventai sulla preda.
Il cervo si spostò spaventato e riuscì solo a graffiargli il collo.
L'animale scosse la testa, raspando il terreno come un toro inferocito.
Ringhiai e saltai di lato. Dovevo fare molto attenzione agli zoccoli e alle corna, potevano farmi molto male.
Senza perdere tempo gli saltai sulla schiena, arpionandomi con gli artigli.
Il cervo cercò di liberarsi, saltando e alzandosi su due zampe, come un cavallo che vuole disarcionare il cavaliere.
Poi gli morsi il collo. Il sangue caldo mi si riversò in bocca e in pochi secondi la mia preda cadde a terra.
«Non male» disse Jacob nel mentre che mangiavo «Ma guarda il maestro»
Vidi attraverso i suoi occhi che aveva trovato un alce adulto e robusto.
Gli saltò addosso, buttandolo subito a terra. Per quanto fosse forte, l'alce non riuscì a liberarsi, Jacob era grande quanto un cavallo e non era decisamente leggero quanto una piuma.
«Visto? In meni di due secondi mi sono preso la cena» disse ridendo.
Tu sei più grosso, non vale.
Quando stavo per andarmene, per andare a dormire nell' "hotel di Andrea".
Venni fermata dall'arrivo di Edward.
Gli ringhiai contro.
«Ehi, ehi, tranquilla»
Che vuoi?
«Torni a casa?»
Dovresti già sapere la risposta.
Edward sospirò «La vita selvatica non è così bella»
Non è male.
«Rischi di perdere una parte del tuo lato umano e diventare un lupo con la capacità di trasformarsi in umano. Le conosciamo le leggende dei Quileutes»
No, non le conosci. Jacob rischia di diventare selvatico rimanendo trasformato 24 ore su 24 per molti anni. Io più che spesso torno umana. Molti licantropi hanno scelto di restare lupi e poi... beh, dopo moltissimi anni hanno ripreso ad invecchiare e sono morti in forma di lupo gigante. Non è il mio caso. Ringhiai di frustrazione. Non so neanche perché ti sto dicendo tutto questo, a te non dovrebbe importare.
Edward annuì «Ok, hai ragione... ma torneresti comunque a casa?»
Torno ogni giorno...
«Nel senso di tornare e rimanerci, non tornare solo per cambiarti, prendere libri e tutto il resto»
Ah... beh... no. Forse sì. Poi. È più divertente così.
«Almeno per cenare?»
Posso cenare anche fuori casa.
«Hai cacciato un... cervo» disse annusando l'odore nell'aria.
Beh, Esme cucina molto bene, però non è male cacciare un cervo.
Edward rimase in silenzio.
Anche voi cacciate i cervi per nutrimento.
«Ma tu puoi mangiare anche altro...»
Caccerò qualcos'altro solo per farti felice, ok? E poi ieri ho cenato da Billy, l'altro ieri da Seth e il giorno prima da Andrea. Comunque oggi preferivo cacciare, volevo carne rossa.
Edward sospirò «Tornerai, prima o poi?»
Annuì. Ho già risposto a questa domanda. Poi anche tu te n'eri andato, un tempo, quindi non rompere. Dissi passandogli vicino per dirigermi verso casa di Andrea.
«Oh, poi Alice ti ricorda che tra una settimana mi sposo con Bella e che devi provare il vestito»
Dille che sa già che mi andrà bene e che non intendo mettermi un qualcosa di rosa e soprattutto deve scordarsi tutti i trucchi possibili.
«Sarà fatto...»
Iniziai a correre non troppo velocemente verso casa di Andrea.
Era un andatura né troppo veloce né troppo lenta, avrei potuto continuare a correre così per un bel po' di tempo.
Arrivai nel suo giardino già in forma umana, Andrea era già nel giardino.
Erano circa le 11.30.
«Ciao» disse il ragazzo.
«Ciao»
Andrea mi cinse le spalle e andammo in camera sua.
E, come sempre, ci mettemmo a chiacchierare prima di dormire.
«Questa sera dove hai cenato?» mi chiese sorridendo.
Nel bosco. Pensai però risposi tutt'altro «Da Billy, perché?»
Lui alzò le spalle «Così, per curiosità. Non vorrei mai che la mia ragazza muoia di fame»
"Mia ragazza" mi facevano ancora uno strano effetto queste parole.
«Tra un po' tuo fratello si sposa...» disse Andrea, cambiando completamente argomento.
«Già»
«Tornerai a casa almeno per quello, vero?»
«Sì, certo. Anzi, pensavo di tornare a casa già dopodomani, quindi... quattro giorni prima del matrimonio. Giusto per farlo smettere di chiedermi di tornare a casa»
Andrea ridacchiò a bassa voce, per non svegliare i suoi genitori «Come vuoi tu»
«Almeno riprendi il pieno possesso del tuo letto» aggiunsi ridendo.
«Per questo non c'è problema, puoi usarlo per tutto il tempo che vuoi»
«Mh... proposta allettante, ma il mio povero letto si sentirà da solo, l'ho abbandonato a casa...»
Andrea ridacchiò «Se vuoi puoi andarlo a trovare, te lo concedo»
«Dopodomani gli farò una visita»
Continuammo a parlare fino a tarda notte, cioè fino a quando non ci addormentammo.
Continuavo a trovarla una cosa meravigliosa il fatto di avere una persona che non sapesse niente di licantropi e di vampiri ma che mi aiutasse in caso di bisogno.
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