Étienne de Villiers

Il freddo umido della prigione penetrava nelle ossa di Étienne. Seduto su una panca di pietra, fissava il muro scrostato con uno sguardo vuoto. L'armatura, pesante e ingombrante, gli premeva sul petto, ricordandogli costantemente la sua condizione. Aveva sognato di diventare un monaco, di dedicare la sua vita alla preghiera e alla meditazione. Invece, era lì, rinchiuso in una cella, a marcire in giorni sempre uguali.

«Sei pronto adesso per l'addestramento, giovane Villiers?»

La voce rauca del guardiano lo riportò alla realtà. Étienne si alzò a fatica, trascinandosi i piedi. L'idea di impugnare una spada lo riempiva di orrore. Preferiva di gran lunga i libri alle armi, la pace alla violenza. Ma sapeva che non aveva scelta. Suo padre lo aveva destinato a quella vita, e lui, malgrado avesse cercato più volte di ribellarsi, ne era rimasto sopraffatto.

«Se non vuoi finire sempre nelle secrete, comincia a impegnarti e ad accettare il tuo destino.» gli consigliò il guardiano, fissandolo, mentre sfilava fuori dalla prigione.

«Diventerai un cavaliere, ragazzo. Per forza!» Gli urlò alle spalle, mentre Etienne risaliva le scale.

Secondogenito di un nobile barone, Étienne era destinato a una vita tranquilla e agiata. Tuttavia, alla morte del fratello maggiore, era divenuto l'unico erede della casata ed era stato costretto a rinunciare ai suoi sogni di diventare monaco eremita. Il padre, un uomo duro e pragmatico, lo aveva costretto a intraprendere l'addestramento cavalleresco, vedendo in lui solo uno strumento per mantenere intatto il potere e il prestigio della famiglia.

"Una carriera militare è ciò che fa per te", aveva concluso perentorio il barone.

Corpulento e dalla carnagione pallida, Étienne nascondeva sotto l'armatura un corpo poco allenato. Non metteva alcun impegno nelle ore di addestramento, odiava tutto del Mondo della cavalleria e spesso disertava l'addestramento, finendo di conseguenza in carcere. I suoi occhi scuri erano spesso velati da un'espressione di tristezza e rassegnazione. La sua voce era bassa e roca, come se avesse già vissuto molte più battaglie di quelle che aveva effettivamente combattuto.

Per continuare a leggere questa storia, scegliere il capitolo: "Destino".

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