Cap:7
Il primo a parlare fu il ragazzo moro. Harry: io sono Harry piacere di conoscerti - mi tese la mano.ed io.la strinsi
Io:io sono Asia, piacere mio
Poi parlò la donna dal volto amorevole: io sono Sarah, benvenuta in famiglia
Io:grazie mille
Charlie: lei è mia moglie
Io: ah siete una bella coppia
Sarah: grazie tesoro
Max: io sono Max - disse il ragazzo biondo dallo sguardo penetrante
Jane: io sono Jane
Infine parlò la Barbie: io mi chiamo.Rosaly
Jane: vedrai che bei vestiti che ti abbiamo preparato
Io: grazie
In quel momento parlo il ragazzo che suonava il piano. Prima non l'avevo notato, perchè era di spalle, aveva i capelli marroni, quasi neri, e un viso bellissimo: loro hanno una vera e propria ossessione per la moda, comunque io sono Alexander - mi tese la mano e la strinsi sentendomi un po' a disagio. Che mi succedeva?
.......
Jane e Rosaly mi accompagnarono nella mia stanza.
Appena spalancarono la porta mi si presentò davanti una stanza con le pareti azzurine, un enorme specchio, un armadio altrettanto grandissimo di colore bianco, una libreria e un divano.
Io: ma il letto?
Jane: dovresti sapere che i vampiri non dormono
Io: si lo so, ma da umana amavo dormire
Rosaly: capisco - disse quasi comprendendo dove volevo andare a parare con quelle parole
Jane ruppe il silenzio: dai apri l'armadio su - disse euforica
Mi feci avanti e spalancai l'armadio trovando ogni.genere di abito: accanto alle magliette, alle felpe e ai leggins che erano capi che adoravo c'erano anche alcuni vestiti più eleganti e ora capii perchè Charlie mi aveva detto di portare solo uno zaino e non tanti vestiti:
Io: grazie mille non dovevate
Rosaly: noi ci teniamo agli ospiti e ora fai parte della famiglia
Jane: possiamo considerarci sorelle
Io: mi piacerebbe molto
Con mia grande sorpresa, mi ritrovai stretta in un loro abbraccio:
Rosaly: se ti serve qualcosa, chiama
Io: certo
Appena se ne andarono svuotai il mio zainetto nero con dentro: alcuni libri, le cuffiette, il cellulare con il suo caricabatterie e un pettine.
Mi avvicinai allo sspecchio sussurando tra me e me: Asia, se non fosse per i tuoi capelli e il tuo viso ora non ti riconoscerei più.
Mentre pensavo sentii bussare alla porta.
Andai ad aprire e sulla soglia c'era l'ultima persona che mi sarei aspettata:
Alexander: ehi ti disturbo?
Io: no no entra
Entrò nella stanza e dopo aver dato un'occhiata in giro torno a guardarmi:
Alexander: ti piace?
Io: come potrebbe non piacermi avete preparato tutto questo per me senza neanche conoscermi
Alexander: adesso fai parte della famiglia- fece una pausa- a proposito visto l'armadio o meglio il centro commerciale
Io risi: si mi piacciono i vestito tranne quelli eleganti non credo che li userò
Alexander: avrai delle occasioni per usarli e sono sicuro che sarai ugualmente bellissima
Io sorrisi: grazie. Questo era uno di quei momenti in cui ringraziai di essere un vampira, almeno non avrebbe notato di avermi fatta arrossire ...
Non so se vederla o meno come una legge psicologica, ma noto sempre più spesso che tendiamo ad innamorarci dell'impossibile , mettendo da parte la soluzione più semplice
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