Cap:18

Erano le 5 del mattino,  ero ancora in camera mia con Alexander:
Io: è mattina?
Alexander: si - aveva uno strano viso cupo
Io: c'è qualcosa che non va?
Alexander: no non preoccuparti sto bene e tu?
Sapevo che , chiaramente, alludeva alla mia partenza. Sapevo che domani tutto questo mi sarebbe sembrato.un sogno, quando sarò di nuovo sull'autobus oppure a sbattere.la testa sulla scrivania mentre faccio i compiti di latino.
Sospirai ed uscimmo dalla mia stanza.
In soggiorno c'era tutta la famiglia, mi buttai sul divano accanto a Jane:
Jane: hey sei triste?
Io: un po'
Jane: anche noi siamo tristi per quel motivo
Io: non è carino leggere i pensiero della gente senza il loro permesso- dissi cercando di scherzare e forzandomi a sorridere
Jane: ma... cambiamo discorso che avete fatto tutta la notte voi due? - disse indicando con un cenno Alexander che parlava con Harry
Io: ehi nulla Jane pensi sempre male
Jane rise
*********
Era pomeriggio inoltrato ed eravamo appena usciti tutti per andare ad ammazzare qualche altro povero cervo. Dopo un mese mi sento ancora in colpa,  ma non posso non nutrirmi di sangue.
Le mie riflessioni furono interrotte dalla voce di Charlie, che mi bloccò, mentre tornavo in camera:
Charlie: Ehi Asia prepara lo zaino domani l'aereo è alle 6:00
Io: si - dissi alquanto colta alla sprovvista- vado a prepararlo
Lui notò il mio tono.di voce e disse:
Charlie: forza tesoro, ci mancherai tanto
Io: anche voi mi mancherete
Appena arrivata in camera, tirai fuori il mio zaino nero da l'armadio e vi riposi le cose che mi ero portata,  da quella che ora faticavo anche a definire come "casa".
Dicono che la casa è dove si trova il cuore. Già sto cominciando a pensare che sia vero.

Ehi ragazzi scusate l'attesa e anche se in ritardo
Buon 2016!
Spero che il capitolo vi piaccia! Alla prossima

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