Cap:13

Stavo leggendo in camera mia, praticamente, stravaccata sul pavimento. Improvvisamente entrò un timido spiffero di luce, attraverso le tende, che mi costrinse ad alzare gli occhi dal mio libro di Romeo e Giulietta e misi in fretta gli occhiali da sole; perché anche quella poca luce mi accecava.
Tornai a leggere e dopo pochi secondi sentii bussare.
Mi alzai e spalancai la porta.
Sulla soglia c'era Alexander, guardando meglio, notai che aveva gli stessi vestiti del giorno precedente... di quando era scappato... forse era stato fuori tutta la notte, ma perchè?
Entrammo in camera e mi tolsi gli occhiali, anche perché non mi stavano granchè e preferivo accecarmi.più tosto che mettermeli.
Alexander: dovresti scendere per l'addestramento - disse buttandosi sulla poltrona
Io: non ne ho molta voglia - e in quella affermazione ero sincera, tra due settimane sarei tornata in Italia, l'addestramento non serviva a nulla
Alexander: magari hai un dono
Io: e tu hai il dono di scappare fu la frase che rimase appesa nell' aria e che non riuscii a pronunciare- tu hai un dono?
Alexander: si, ma poi te lo mostrerò dopo
Stava camminando verso la porta, aspettandosi che lo seguissi, ma rimasi immobile e mi uscì dalla bocca la frase che non avrei dovuto dire:
Io: perchè ieri te ne sei andato?
Lui colto di sorpresa si voltò verso di me :
Alexander: vuoi che ti dica la verità? - disse più a se stesso che a me
Io: è ovvio
Alexander fece un sospiro teatrale: non volevo che i tuoi genitori ti chiamassero e che tornassi in Italia
Io: dovrò tornare comunque prima o poi
Alexander: meglio poi che prima... Devi decidere tu se vuoi una vita da vampira o una vita normale
Quelle parole mi fecero riflettete. È vero sono solo io a decidere se tornare a casa o no, ma anche questa è un po'la mia casa. E mi hanno insegnato che non dobbiamo mai fuggire da ció che siamo realmente e mai essere ciò che vogliono gli altri.

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