Cap:11
Stavo leggendo, comodamente seduta sulla poltrona che avevo in camera mia, quando sento il rumore assordante della sveglia del cellulare vibrarmi nella tasca.
Lo prendo e spengo la sveglia... Ma perchè cavolo l' ho messa? Forse ieri sera ero un po'... anzi parecchio... stordita dopo la festa.
********
Scesi in salotto e salutai tutti .
La conversazione venne interrotta dallo squillo del telefono che era sul tavolo.
Come d'istinto, smisi di parlare con Harry e Rose, già sapendo che quella telefonata era per me.
Mi avvicinai al tavolo, dove era seduto.Charlie, in attesa che dicesse qualcosa e infatti parlo:
Charlie: sono i tuoi genitori, chiamano almeno una volta ogni pomeriggio
Io rimasi sorpresa, ovviamente, vorrano sapere se sto bene e ne hanno tutto il diritto, ma cosa dovrei dirgli? In un secondo mi immaginai una conversazione del genere:
Mamma: Asia tesoro come stai? Tutto bene?
Io: si mamma tutto a posto a parte il fatto che appena tornerò a casa dovrete stare in guardia perché potrei uccidervi nel sonno... Niente di che tutto bene
Mamma: * faccia sconvolta*
O anche di peggio.
La voce di Max interruppe il mio pensiero, alquanto strano:
Max: Asia dovresti rispondere
Io: e cosa dovrei dire? - dissi nel.panico
Charlie: quando eri svenuta gli ho detto che dovevi fare una cura qui
Io: ah okay ...bene
Presi il telefono e cerca i di calmarmi con tutte le mie forze:
Io: pronto? Mamma?
Mamma: oddio Asia finalmente potevi degnarti di risponderci eh
Io: scusa mamma è che ... Ehm... Ieri sono stata in ospedale con il dottore- risposi incontrando gli sguardi carichi di tensione degli altri.
Mamma: ah tutto bene?
Io: si tranquilla
Mamma: okay allora ci sentiamo e rispondi alle chiamate altrimenti ci fai morire
Io: no mamma state tranquilli risponderò.
Mamma: va bene tesoro ciao un bacio
Io: ciao mamma salutami tutti
Chiusi la chiamata e posai il telefono sul lungo tavolo.
Io: quanto manca alla fine del mese? - domandai quasi urlando
Charlie: mancano tre settimane Asia c'è ancora tanto tempo
Jane: vedrai che imparerai a controllarti in tempo
Io mi accasciai sul divano: lo spero tanto
Improvvisamente Alexander che, fino ad allora era rimasto in silenzio seduto davanti al pianoforte, parlò:
Alexander: scusate io esco un attimo
Si alzò dallo sgabello e proseguì spedito, verso la porta, chiudendosela alle spalle.
Lo seguii con lo sguardo fino a quando non uscì. Volevo correre a vedere perchè se ne fosse andato, ma stavo parlando con gli altri e non mi sembrava educato.
L'unico chiodo fisso nella mia mente è che stavo facendo star male delle persone che, davvero, non se lo.meritavano e cioè i miei genitori.
A volte vorrei tanto essere più attenta a non affezzionarmi troppo, ma non ci riesco e finisco per soffrire
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top