Capitolo Undicesimo

Risalire il fiume Seraph non fu affatto difficile per il capitano dei guerrieri, tanto meno andare contro corrente per la cascata, soprattutto dopo aver pronunciato un incantesimo che gli permettesse di creare una zona di corrente inversa che lo accompagnasse fino in cima. Più difficile fu individuare le due guardie che avevano rapito Liam. Dal fiume aveva una visuale completa dell'ingresso delle mura di cinta che proteggevano il palazzo della regina che, ormai da parecchi giorni, Maduit aveva usurpato; ma il sentiero che veniva dal monte si trovava dal lato opposto, nascosto dalla struttura del castello e Wiha sapeva perfettamente che vi era un accesso secondario anche da lì.

Avrebbe dovuto aspettare Bered e Isati, ma la paura che potesse accadere qualcosa a Liam, non lo faceva affatto stare tranquillo. Nella sua vita aveva perso fin troppe persone a cui teneva, i volti dei suoi bambini stavano dolorosamente svanendo dalla sua memoria, ma non avrebbe permesso di far provare il dolore di quella perdita a Brianna, aveva già sofferto abbastanza alla morte di Demen. Decise, perciò, d'intervenire prima che fosse troppo tardi.

«Kivirugalu» disse in un sussurro, prima di immergersi nuovamente nell'acqua cristallina del fiume. Conosceva perfettamente tutti i corsi dell'isola, da quello impetuoso e potente del Seraph, fino al più piccolo rivolo; ed ovviamente sapeva anche che vi era un corso sotterraneo che passava sotto le mura del palazzo che la stessa Kryssalia, anni prima aveva fatto costruire apposta per lui e per i suoi spostamenti. Solo la sovrana ed i suoi guerrieri conoscevano quel passaggio. Esso si univa all'acquitrino che portava acqua potabile al castello e al resto del villaggio.

Rimase sotto il livello dell'acqua per quasi tutto il percorso, conosceva perfettamente la durata del tragitto per arrivare dall'esterno del castello al cortile interno, perciò riemerse solo quando fu sicuro di essere arrivato a destinazione. Questa volta, però, fece molta attenzione e cercò di farsi notare il meno possibile, facendo uscire solamente la parte superiore della testa fuori dal pelo dell'acqua. I suoi occhi azzurri cominciarono a scrutare tutto il cortile, finché non incrociarono lo sguardo verde di Liam. Uno dei soldati reali lo stava trasportando di peso verso l'entrata del castello, probabilmente per portarlo al cospetto di Maduit. Wiha, però, era sicuro che il ragazzino l'avesse notato, perché nel momento esatto in cui i loro sguardi s'incrociarono, cominciò a dimenarsi in modo più deciso, urlando di lasciarlo andare.

«Ehi, che cavolo ti è preso tutto all'improvviso? Non ti eri arreso, ragazzino?» la guardia che lo stava tenendo sulla spalla, dovette metterlo a terra e tenerlo stretto per un braccio, arrivando a trascinarlo attraverso il cortile.

«Lasciamiiii!» continuava ad urlare lui, cercando di liberarsi dalla salda presa dell'uomo.

Wiha, ancora immerso quasi completamente nel rigagnolo che costeggiava il cortile, era troppo preso dai tentativi del giovane guerriero di liberarsi, per accorgersi che qualcun altro, oltre a lui, aveva notato la sua presenza. Una delle guardie all'ingresso, infatti, aveva indicato con un cenno del capo la sua zazzera nera che sbucava dall'acqua al collega che subito si prodigò ad entrare all'interno dell'edificio per avvisare qualcuno di ciò che avevano visto.

Intanto Liam, accorgendosi di non riuscire a liberarsi con la sola forza bruta, si avventò sulla mano dell'uomo dandogli un morso. La guardia mollo la presa, inveendo contro il suo aggressore; era già pronto a riacciuffarlo, ma in quell'esatto momento gli altri due guerrieri, irruppero nel cortile interno del palazzo.

«Aisgode!» fu il comando di Bered e subito, tra Liam e la guardia che lo aveva tenuto in spalla fino a poco prima si creò uno spesso muro di ghiaccio.

Accorgendosi della minaccia, altri soldati del castello si riversarono nel cortile cercando di dare man forte agli altri.

«Liam, vai verso la porta, tra poco arriverà Nifasi con la tua spada e... e levati!» aggiunse la guerriera del fuoco, quando una guardia le si parò davanti pronta ad attaccarla. La sua frusta si avvolse alla caviglia dell'avversario facendolo cadere a terra.

Il ragazzino comprese lo stesso cosa volesse dire Isati e si allontanò cautamente verso l'ingresso del cortile, stando attento a non voltare le spalle a nessuno dei soldati che stavano ancora cercando di riacciuffarlo. In quel frangente gli diedero man forte i suoi compagni; Bered e Isati tenevano impegnati alcuni gruppi di soldati che si trovavano da ambo i lati del muro di ghiaccio, mentre con la sua mira infallibile Wiha colpiva ai polpacci tutti coloro che si avvicinavano troppo a lui. Le frecce scagliate dal guerriero dell'acqua schizzavano ad una velocità incredibile, tanto che Liam era convinto che per farlo stesse usando la magia, perché in certi momenti gli sembrava di vedere una scia di vapore acqueo che le guidava dritte verso il bersaglio. Per quanto invece riguardava gli altri due guerrieri, erano più trattenuti nel combattimento; i loro poteri, infatti, erano molto più dannosi e se non si fossero controllati avrebbero rischiato di togliere la vita a qualche povera guardia, com'era successo proprio a Bered nemmeno un'ora prima al villaggio. Sfruttavano però molto le loro armi, Bered lanciava con una tecnica magistrale il suo boomerang che spesso disarmava almeno un paio di avversari, prima di ritornare nella sua mano; Isati, invece, intralciava le gambe dei soldati usando la frusta, altre volte la faceva schioccare contro le loro spade, facendo perdere la presa sulle armi. I soldati però non sembravano diminuire, anzi aumentavano; se inizialmente cominciarono ad arrivare i rinforzi, poi anche quelli feriti o disarmati si rialzavano, come mossi da una qualche magia, anzi molto probabilmente era davvero così, la magia imposta su loro da Maduit che li aveva fatti disertare, li stava manovrando come burattini.

Un soldato, che aveva una freccia di Wiha conficcata nella gamba e che gli passava da una parte all'altra del polpaccio, si rialzò con tutte le intenzioni di catturare di nuovo Liam che era rimasto fermo immobile davanti alla porta, in attesa. Proprio in quel momento una folata di vento attirò l'attenzione di entrambi verso l'alto; non appena la guardia alzò il volto, una pietra, grande quanto un unghia lo colpì alla fronte, facendolo cadere a terra. Il ragazzino dai capelli castani sorrise a Nifasi, mentre al suo fianco apparve Alet che gli poggiò una mano sul capo, scompigliandogli i capelli.

«Questa è tua Liam.» gli disse la guerriera dell'aria, porgendogli la spada. Liam notò subito che la stava tenendo con uno dei guanti che di solito usava Isati per combattere; probabilmente anche le sue mani si sarebbero bruciate a contatto con la spada, com'era successo al soldato che aveva tentato di afferrarla quando l'avevano rapito di fronte al nascondiglio.

«Grazie» rispose, poi l'afferrò con entrambe le mani e si mise in posizione d'attacco. Ora che non era più preda del sonno, poteva combattere. Certo, non aveva la stessa esperienza dei suoi nuovi compagni, ma era sicuro di poter impegnare almeno un soldato alla volta. I tre si lanciarono nella mischia, aiutando così Bered e Isati, che sembravano leggermente sopraffatti.

Liam si rese conto in fretta che combattere seriamente era completamente diverso dall'allenamento. Lì, in quel cortile, contro quei soldati, stava combattendo per se stesso per la propria vita, stando bene attendo ad evitare i colpi e gli affondi che arrivavano dal nemico. La sua concentrazione era al massimo e i muscoli tesi e pronti a scattare sia per evitare i colpi che per attaccare. Esattamente come gli avevano insegnato gli altri guerrieri, quando attaccava lo faceva per ferire e non per uccidere, sebbene anche ferirli si stava rivelando alquanto difficile, visto e considerato che le armature dei soldati venivano appena scalfite dai suoi colpi che risultavano poco potenti e decisi. Il fatto era che il giovane guerriero della luce aveva ancora paura a maneggiare la spada al pieno delle sue capacità, forse per timore che le possibili ferite che infliggeva ai nemici potessero essere mortali, per questo non riusciva a dosare bene la sua forza.

In ogni caso se la stava cavando molto meglio di quanto chiunque potesse aspettarsi da un bambino della sua età e, sebbene gli altri guerrieri non potessero vedere i suoi enormi progressi, troppo intenti a combattere, Wiha dalla sua postazione sul fiume lo stava facendo, sentendosi orgoglioso di lui. Un sorriso si dipinse sulle labbra del capitano, quando vide il piccolo Liam chinarsi per evitare un attacco frontale per poi colpire le gambe dell'avversario facendolo crollare al suolo. Con ancora quel sorriso sul volto alzò lo sguardo verso il cielo quasi volesse rivolgersi a qualcuno sopra di lui: "Hai visto Demen, il tuo ragazzo è diventato forte" pensò, ricordando il suo compagno.

Nel fare quel gesto, però, non si accorse di Maduit che, chiamato dalle guardie, aveva appena raggiunto il cortile. La sua figura, avvolta in abiti scuri, scrutò quel caos che si era creato in quello che lui riteneva il suo castello. Il suo sguardo si assottigliò, notando il ragazzino tra i vari guerrieri, che con una certa grinta stava sbaragliando i suoi uomini, coloro che con fatica e una certa dose di magia aveva soggiogato per far sì che obbedissero a lui.

Comprese subito che quegli incompetenti non sarebbero mai riusciti a dare davvero filo da torcere ai guerrieri leggendari e che non poteva fare affidamento su di loro. Gli bastarono pochi secondi per stufarsi di stare ad osservare quell'insulsa battaglia, dopodiché prese la sua decisione; avrebbe messo fine a quella stupida rivolta quello stesso giorno, eliminando uno ad uno quegli insulsi esperimenti di magia divina a partire da lui. Il suo sguardo si posò sul tritone, che finalmente si accorse della sua presenza; i loro occhi s'incrociarono per una frazione di secondo, poi pronunciò l'incantesimo.

«Nidre» a quella semplice parola l'interò cortile crollò a terra, all'inizio toccò ai soldati che stavano vicino a lui poi pian piano l'incantesimo colpì tutti quanti, allargandosi fino al cancello e alle mura di cinta.

Lo so, lo so. Questo capitolo lascia un po' con il fiato sospeso, Maduit ha lanciato il suo incantesimo e tutti sembrano svenuti. Però insomma, lui è il nostro cattivo, deve comportarsi così, giusto? 

In ogni caso sappiate che sta davvero per cominciare la battaglia finale, presto avremo lo scontro tra luce e ombra che questa storia meritava sin dall'inizio (anche se ci sono ancora un paio di plot twist da rivelare).

Spero in ogni caso che questo capitolo vi sia piaciuto e vi suggerisco come sempre di seguirmi sui miei account social "BlackLady's Shadow" (Facebook e Instagram), da ormai un po' ho aperto anche il mio account BookTok "BlackyLibrary", ma anche sul mio canale You Tube "Chiara Polimeni", dove trovate anche il book trailer di questa storia.

Kiaretta

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