Capitolo Ottavo

Isati si avvicinò lentamente alla pozza in cui si trovava Wiha, stando attenta che nessuna goccia d'acqua le toccasse le fiamme che aveva al posto dei capelli.

«A quanto pare il nostro piccolo nuovo arrivato sta diventando bravo.» disse il capitano, notandola osservare il ragazzino che giocava con tre sfere di luce, come fossero delle palline e lui fosse un giocoliere, il tutto mentre Nifasi rideva e continuava a fargli i complimenti.

«Che ne pensi di questa situazione?» domandò lei, ignorando completamente quel commento e spostando nuovamente lo sguardo sul suo interlocutore.

«Che non durerà per molto...» rispose lui con un sospiro.

«Diavolo, mi dà i brividi. Sembra quasi la quiete prima della tempesta.» sbuffò lei, tirando in dentro le labbra rosso vivo.

«Quanto darei per sapere cosa sta progettando quel folle di Maduit. Insomma dalla tua cattura non abbiamo avuto più notizie di lui e il villaggio sembra assolutamente tranquillo.» commentò l'uomo lupo, che aveva sentito il discorso e si era avvicinato anche lui.

«Il problema non è conoscere la sua prossima mossa, Bered, quella la sappiamo già. La domanda è come fare per evitarla.» rispose Wiha, senza togliere nemmeno un secondo lo sguardo di ghiaccio dal ragazzino che, poco più in là nella caverna, senza poter sentire i loro discorsi, si voltò verso di lui, regalandogli uno stupendo sorriso.

«Ah sì? La sappiamo?» domandò confusa la ragazza di fuoco.

«La prima cosa che Ackrak fece quando noi iniziammo a dargli filo da torcere fu attaccare ciò che per noi era più caro.»

«Intendi dire che...?» cominciò Bered, senza avere il coraggio di continuare la frase.

«Non ci vorrà molto prima che Maduit scopra che esiste un sesto guerriero... E quando l'avrà fatto, non esiterà a colpire il suo spirito, proprio come fece suo padre con noi.» confermò il capitano.

A quella rivelazione Isati scosse la testa, affranta, domandandosi se non ci fosse una soluzione. Alla fine dei conti, quella famiglia, era già sopravvissuta all'ultima terribile battaglia di Lamuna, sebbene con qualche sacrificio. Era assurdo che adesso, rischiasse nuovamente di essere distrutta.

«Che aspettiamo allora? – domandò nuovamente l'uomo lupo – Andiamo da Brianna e avvertiamola del pericolo.»

«A quale scopo? Mettere in allarme il villaggio? O far capire prima del tempo a Maduit dove colpire? – intervenne il centauro, comparendo alle loro spalle – Ho già attirato troppo l'attenzione con quei pochi che mi hanno visto galoppare per andare a prenderlo.»

Il capitano emise un sospiro.

«Avete ragione entrambi, purtroppo. Non permetterò che Liam perda anche sua madre, ma allo stesso tempo non dobbiamo fare mosse affrettate o rischieremmo di peggiorare le cose.»

«Che cosa proponi allora, Wiha?» domandò a quel punto Isati.

«Tenterò di contattare Brianna esattamente come ho fatto con suo figlio, mettendola così in guardia dal possibile pericolo e se le cose inizieranno a cambiare andremo immediatamente da lei.» rispose il capitano.


Quella sera, fu la donna di fuoco a non riuscire a prendere sonno. Rimase lì, nel suo angolo incandescente, senza riuscire a chiudere occhio. I ricordi la tormentavano e la sua indole burbera e costantemente sul chi va là, non le permetteva di calmarsi. Quella situazione stava diventando ingestibile e più il tempo passava più si convinceva che le cose si sarebbero complicate.

Ricordava benissimo cosa era accaduto vent'anni prima. Ricordava la sfiancante battaglia e la loro vittoria che si concluse con la morte di Ackrak e l'esilio di suo figlio, ma ricordava anche il dolore della perdita di un compagno, un compagno che, per quanto la giovane Nifasi avesse preso il suo posto, non sarebbe mai stato rimpiazzato completamente. Non solo per lei e per il resto dei guerrieri, ma anche per sua moglie con cui da poco più di un anno aveva avuto un figlio. Ricordava l'incantesimo a cui avevano dovuto ricorrere per proteggere il bambino e fermare la sua crescita, almeno fino a quando non furono totalmente sicuri che non fosse più in pericolo, che non ci fosse la minima possibilità che lui tornasse.

Sembrava un piano perfetto, ma dopo dieci anni di sofferenza e di attesa Brianna chiese che quella protezione fosse sciolta e il bambino riprese a crescere, a vivere. Chi avrebbe mai pensato che sarebbero bastati altri dieci anni perché Maduit tornasse, mettendoli tutti in allarme. Ma soprattutto chi avrebbe mai pensato che proprio quel bambino, quel piccolo che per dieci anni era rimasto sospeso in un limbo di stasi, e che era il figlio del precedente guerriero leggendario dell'aria, sarebbe diventato il sesto membro della loro squadra.

La domanda che la assillava, più di tutte, era se ce l'avrebbero fatta. Se questa battaglia l'avrebbero vinta senza nessuna perdita, senza sacrificare la vita di nessuno. Non avrebbe sopportato un'altro compagno o amico morto.


Qualche mattina dopo Liam si svegliò di nuovo con quell'orribile sensazione allo stomaco. Era dal primo incontro nei suoi sogni con Wiha che non accadeva.

Aprì gli occhi mugugnando il suo malessere e portandosi una mano alla pancia per massaggiarsela. Sbuffò, buttandosi giù dal letto, dirigendosi verso la parte centrale della grotta.

Gli altri guerrieri erano già lì, se ne stavano tutti, tranne il capitano, intorno al fuoco che come tutte le mattine scoppiettava per riscaldare l'aria mattutina che, nonostante la stagione calda, in quella grotta e in quel luogo isolato, era sempre frizzante.

«'Giorno...» disse strofinandosi ancora gli occhi assonnati e avvicinandosi al resto del gruppo.

«Buongiorno Liam!» gli rispose entusiasta Nifasi, mentre gli altri rimasero in assoluto silenzio.

Il ragazzino notò subito l'aria gelida, che non aveva nulla a che vedere con la temperatura. Qualcosa innervosiva i suoi nuovi compagni di avventura e la cosa non gli piaceva affatto, soprattutto per quella sgradevole sensazione che ancora gli attanagliava le viscere, togliendogli la voglia di fare colazione con la frutta che qualcuno di loro aveva raccolto quella stessa mattina appena svegliato, nel boschetto che costeggiava la valle del monte.

«Che succede?» chiese rimanendo immobile, a metà strada.

«Avanti Wiha, diglielo!» disse, con il suo tono brusco Isati.

«Dirmi che cosa?» domandò nuovamente il ragazzino, tentando di ordinare ai suoi piedi di muoversi e trovandoli d'improvviso, mostruosamente pesanti.

Il tritone fece un sospiro, chiudendo un attimo gli occhi, per poi riaprirli e fissarli su quelli di Liam.

«Il nostro nemico si sta muovendo Liam, ed è ora che lo facciamo anche noi, prima che sia troppo tardi.»

Il ragazzino tirò in dentro le labbra, leccandosele.

«Ok, sono pronto!» disse poi, cercando di apparire il più convinto possibile.

«Ne siamo sicuri Liam, ma prima... – fece una pausa, come se cercasse le parole più giuste per continuare un discorso che aveva l'aria di essere particolarmente difficile – è ora che tu sappia tutto ciò che c'è dietro a questa storia.»

Il tono della sua voce era grave e serio e il piccolo guerriero della luce non era uno sciocco. Avrebbe riconosciuto quel tono di voce ovunque. Era lo stesso che usava sua madre quando tornava a casa dicendogli che i guadagni al mercato erano andati male per l'ennesima volta e che quel mese avrebbero dovuto fare dei sacrifici per mangiare.

Il capitano gli raccontò tutto. Chi era la minaccia di Lamuna, cosa voleva, perché fosse lì, ma gli raccontò anche dell'altro. Gli raccontò di suo padre, di uno strano incantesimo che l'aveva tenuto neonato per ben dieci anni, di come sua madre sapesse tutto e conoscesse ognuno di loro e di come suo padre non solo era il precedente guerriero dell'aria, ma anche il fratello della regina Kryssalia.

Il ragazzino rimase paralizzato, come se tutte quelle notizie gli gravassero talmente tanto sulle spalle da schiacciarlo e impedirgli qualsiasi movimento.

Improvvisamente Nifasi si avvicinò a lui, chinandosi alla sua altezza.

«Andrà tutto bene, vedrai. Maduit verrà sconfitto è tu potrai goderti questa fantastica avventura come si deve.» disse, con un sorriso e con quel suo tono dolce, allungando una mano verso di lui e asciugandogli una delle lacrime che gli stavano rigando il volto.

Si sforzò di ricambiare il gesto, per poi tirare su col naso e portarsi la manica della camiciola al volto, per asciugarselo. Quando finì, guardò i guerrieri, uno ad uno, mordendosi nervosamente le labbra, prese un grosso respiro e parlò.

«Come ho già detto... Sono pronto! Non deluderò il nome di mio padre e soprattutto ho il dovere di difendere mia madre e mia zia, oltre che tutto il paese.»

«Ben detto, ragazzino!» lo incoraggiò entusiasta il centauro, facendogli l'occhiolino. Lui sorrise a quella reazione.

«Ma dovete promettermi che non ci saranno più segreti tra di noi.» concluse con un tono deciso, anche se decisamente poco minaccioso.

«Sono d'accordo!» disse la ragazza angelo, alzandosi nuovamente in piedi e arruffando con una mano i capelli biondi del bambino.

«Mi pare giusto.» confermò Alet.

«Hai la nostra parola.» seguì Bered, mentre Isati faceva un cenno di testa.

Solo Wiha, rimase zitto, osservando i suoi compagni e facendo solamente un leggero sorriso al più giovane, quando si voltò verso di lui.

Nel cuore del guerriero dell'acqua si stava agitando una tempesta di emozioni, la sua testa era inondata da mille pensieri. Lui, al contrario di tutti gli altri aveva dei segreti, dei segreti che sperava ancora di non dover rivelare mai a nessuno. Con un veloce movimento si rituffò in acqua, isolandosi dagli altri e lasciandosi cullare dall'atmosfera calma e pacata del suo elemento.


«Quando agiremo?» domandò la guerriera del fuoco, quella stessa sera, mentre stavano mangiando la selvaggina che Bered era andato a cacciare.

«Domani mattina. – rispose il capitano, addentando il pezzo di carne che aveva in mano – La prima cosa che dobbiamo fare è andare al villaggio e mettere al sicuro Brianna. Dopodiché, quando saremo di nuovo qui, escogiteremo un piano per spodestare Maduit dal trono usurpato.» concluse con tono talmente deciso e sicuro da dare coraggio a tutti quanti.

Liam gli sorrise. Di una cosa era certo, Wiha era sempre stato il suo guerriero leggendario preferito. Non perché fosse forte, o cose simili, in fin dei conti prima nemmeno lo conosceva. No, lui l'aveva sempre ammirato perché il solo pensiero che fosse il capitano indiscusso di quel gruppo di leggende, lo rendeva speciale. Ora che l'aveva conosciuto, però, quella sensazione era aumentata a dismisura e altrettanto aveva fatto la stima che provava nei suoi confronti. Non solo era carismatico, ma anche leale, sensibile e disponibile. Insomma un vero condottiero, che conosceva bene i suoi soldati e sapeva esattamente cosa fare e come farlo. A confermare quel suo pensiero, fu il discorso che venne dopo.

«Perciò? Come ci organizziamo domani? Andiamo tutti?» domandò l'uomo lupo, che se ne stava comodamente seduto, in panciolle, dopo aver finito il suo pasto.

«Sarebbe inutile nascondersi ormai. Se Maduit presto attaccherà il villaggio, vuol dire che tutti gli abitanti devono essere messi in allarme, se ci vedono arrivare tutti assieme capiranno il pericolo.» spiegò allora Wiha.

«Ma non penseranno che ci curiamo poco di loro se prendiamo solo Brianna e ce ne andiamo via?» chiese allora Isati.

«Per questo motivo Alet rimarrà a guardia del villaggio assieme a Nifasi, che controllerà la situazione dall'alto.» disse perentorio il capitano.

«Conta su di noi!» disse la ragazza, avvolgendo un braccio attorno alla vita del centauro che le sorrise, per poi fare un cenno di testa.

«Bene! Ora direi che è meglio andarcene a letto, domani ci aspetta una giornata impegnativa...» fece Bered alzandosi e stiracchiando i muscoli.

Si diedero tutti la buonanotte e ognuno si diresse nella propria zona della caverna.

«Nifasi...» la chiamò il ragazzino sdraiandosi sul suo giaciglio.

«Sì, Liam?» domandò lei facendo altrettanto.

«Sono contento che sia stata tu a prendere il posto di mio padre...» disse, quasi in un sussurro, mentre si metteva su un fianco e si lasciava cullare dal suono del vento che filtrava dall'apertura sul soffitto.

La giovane ragazza angelo sorrise, per poi ringraziarlo e cadere anche lei in un profondo sonno.

Questo lungo capitolo, si può dire che risolve ogni dubbio (o quasi) sul passato dei cinque guerrieri leggendari e della loro storia. Adesso che abbiamo messo tutti i paletti (eccetto ovviamente le rivelazioni finali), possiamo tranquillamente cominciare con la parte un po' più bella, ossia la vera e propria azione.

So che magari come storia può sembrarvi banale, ma come ripeto sempre, nonostante la stia riscrivendo quasi completamente, è una storia che scrissi a undici anni, perciò la trama è molto lineare e semplice. Eppure non vi cambierei nemmeno una virgola.

Come sempre vi ricordo di seguirmi sulla mia Pagina Facebook "Black Lady's Shadow" (dedicata solo alle mie originali), sul mio account Instagram dedicato alla scrittura, sempre "blackladyshadow" e sul forum "Time To Free" in cui chiunque può postare le loro original story e parlare di libri.

Grazie mille per aver letto questo capitolo.

Kiaretta

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