12: Lullaby Blue

Camminavo ancora e non avevo idea di dove stessi andando.
Tutto in una volta il mio mondo era crollato, il mio universo fatto di tante piccole bugie e verità non dette era imploso, si era auto distrutto sopraffatto dall'inevitabile corso degli eventi.
Decisi di chiamare Jonas, l'unico di cui al momento mi fidavo.

Tutuuu

Uno squillo

Tutuuu

Un altro

Tutuuu

-Pronto?- la voce di Jonas arriva al mio orecchio impastata di sonno

- sono io-

- stai meglio?- la sua voce è vagamente preoccupata, come si aspettasse un "no" come risposta. Del resto non lo avrei mai chiamato di Domenica mattina se non fosse stato importante, sarei andata da lui il pomeriggio o viceversa lui si sarebbe presentato, nonostante l'attacco di Nikolaj, a casa mia ad importunarmi con i suoi stupidissimi nomignoli.

- no - rispondo infatti - incontriamoci al Lullaby Blue - dico e prima di ascoltare la risposta attaco. Forse ora sapevo dove andare.

Il Lullaby Blue era un bar alla periferia di Rosemary Town, era piccolo, ma perennemente aperto. Un posto tranquillo e ricoperto da un aura magica. Appena entrata le sue pareti blu notte mi rapiscono gli occhi, l'aroma delle brioches ancora calde e del cappuccino mi inebriano i sensi.

Calma,la sento invadere e ricoprire tutto il mio corpo con il suo dolcissimo manto.

Respiro a pieni polmoni, chiudo gli occhi sorridendo e poi li riapro, li fisso sulla scritta a caratteri di bianca vernice che c'è sulla parete in fondo alla sala.
È una poesia. Una ninna nanna e io la amo.

Dolce
Notte
Anima
Bianca

Chiudi
Gli
Occhi
E fatti
Cullare

Per
Questa
Notte
Non
Ti
Agitare
Dalla
Mia
Mano
Lasciati
Sfiorare

Si
Perderà
Fra
I
Tuoi
Capelli
E
Nei
Sogni
Tuoi
Più
Belli

Ninna nanna
Mio
Dolce
Angelo
Questa
Notte
Nessun
Pianto

Se
Avrai
Paura
Mi
Avrai
Li
Affianco

Vicino
Al
Tuo
Letto
Accanto
Al
Cuore

Ninna nanna
Mio
Piccolo
Amore

La leggo tutta nella mente e anche se non è tempo di dormire mi lascio idealmente cullare. Ecco, quel posto è una culla. Un'incubatrice di positività. Quella che mi serve, quella che bramo.
la scritta bianca scintilla di vera purezza quando la guardo, quei caratteri mi tengono sempre incollata con lo sguardo perso e fisso alla parete, tanto che il proprietario, Luke, è sempre costretto a richiamare la mia attenzione da dietro al bancone

-Hey occhi gialli!- chiama mentre con uno straccio finisce di pulire una tazza dove prima doveva esserci stato del cappuccino o del latte caldo

- hey!- ricambio e alzo il mento in segno di saluto - mi siedo laggiù - dico e mi dirigo al mio tavolino preferito, al fianco della parete con la ninna nanna.

- il biondino viene?-

- ovvio- rispondo e mi siedo senza dire cosa volevo: Luke già lo sapeva e infatti arriva un minuto dopo con un caffè rigorosamente amaro e una brioches al cioccolato fondente.

- il biondino lo aspettiamo o gli porto già qui il succo d' ACE? - domanda alzando il sopracciglio e poggiando la mia seconda colazione sul tavolino di legno.

- porta pure qui tutto - rispondo alzando appena lo sguardo - tra un po'arriva-

Luke annuisce e torna dietro al banco, posso sentirlo prendere la bottiglietta di succo, stapparla e poi versarla nel bicchiere. Non vedo, ma sento e riesco ad immaginare il liquido arancione farsi strada e riempire il bicchiere trasparente. Posso anche sentire distintamente i diversi aromi.
Arancia
Limone
Catota
Un mix strano, ma equilibrato e gustoso. Si, anche a me piaceva e potevo quasi sentirne il sapore sulla lingua se non fosse stato per il caffè amaro: lui era il vero centro dei miei sensi in quel momento. Caldo e forte, tanto scuro da potermici vedere all'interno.

- Hey dolcezza!- era Jonas

Non cambierà mai

Non gli risposi, lo guardai sorridendo da dietro la tazzina fumante e poi addentai la brioches, facendo fuoriuscire della deliziosa crema al cacao fondente.

- ecco l'ACE - disse Luke porgendo a Jonas il suo succo, che toccando il tavolino emise un suono sottile e vagamente stridente

- grazie amico! -

Luke sbuffò alzando nuovamente il sopracciglio e se ne andò roteando gli occhi: non si sarebbe mai abituato ai modi di Jonas.

-buono - disse il ragazzo dopo aver preso il primo sorso - allora, vuoi dirmi come stai e cosa è successo ieri o dobbiamo guardarci negli occhi per il resto della mattinata? -

- Nikolaj - dico e Jonas alza il sopracciglio sorpreso

- lo stronzo siberiano?- domanda incredulo e mi fissa strabuzzando gli occhi azzurro ghiaccio

Io sbuffo e lo guardo a mia volta

- si Jonny - rispondo e poi inizio a raccontargli tutto da cima a fondo, le mie parole sono come un fiume inarrestabile e lo investono con inaudita forza perché per tutto il tempo non proferisce parola, non dice nulla, pazientemente mi lascia andare anvanti: gli dico della crisi nella doccia, di Elijah, della litigata con i miei di poco prima. Mi libero di tutto e quando finisco sono vuota. Svuotata da ogni cosa.
Ogni singola cosa se ne era andata via.
Eclissata o quasi anche solo per qualche minuto.
Il tempo di una chiaccherata schermata da sfogo e avevo avuto per immensi minuti l'illusione di stare bene, di essere libera.

- dolcezza - dice Jonas avvicinandosi - tu hai bisogno di un caldo abbraccio e di shopping. Tanto -

Shopping? Alle volte mi chiedo se sia etero...

Mi viene immediatamente da sorridere

- sei il solito scemo!- dico e gli faccio la linguaccia. Si, ora sto un po' meglio.

Sorrido nuovamente e senza dire più nulla finisco la mia seconda colazione, Jonas fa lo stesso e poi usciamo.

Il sole è caldo e abbraccia le nostre braccia nude, una leggera brezza rende tutto migliore e più magico.

Respiro a pieni polmoni ed è come respirare vita nuova, ciò che mi serviva, che mi serve.

Io e Jonas camminiamo senza meta precisa, siamo abbastanza vicini al centro città, forse ci fermeremo al parco seppur ami di gran lunga il bosco, ma ora è troppo lontano e dopo l'incontro con Nikolaj non sarebbe stato saggio tornarci. Stavamo camminando, parlando spensieratamente del più e del meno quando una voce mi entrò nella testa.

Elijah

Un dolore lancinante mi invase la mente, il corpo, l'anima.

Dove sei ibrido? So che sei vicina.

DOVE SEI?

Il male si fece più forte, tanto da farmi piegare in avanti

Elijah

È troppo forte. Porto le mani alle tempie

Un'esitazione. È solo un secondo, ma lo giurerei.

Ti troverò ibrido. Ti troverò.

sento il dolore svanire all'improvviso: così com'era arrivato se ne era andato e solo adesso che tutto era finalmente finito mi accorgo dell'espressione preoccupata di Jonas.

- ma che succede? - domanda - tutto bene?-

- Elijah - dico - è stato Elijah. Era nella mia testa. Di nuovo -

Poi mi aiuta ad alzarmi e allora lo prego di accompagnarmi a casa: dovevo parlarne con i miei genitori, consapevole che loro erano gli unici a potermi aiutare, la mia unica protezione. L'unico porto sicuro che conoscevo e a questo punto non potevo più negarlo a me stessa.
Loro sapevano qualcosa in più di me. Loro avevano le risposte di cui necessitavo e non me le avrebbero negate.

Spazio autrice:
Eccomi qui con il nuovo capitolo! Che dite vi piace? So che è solo di passaggio >. < ma non potevo fare di meglio dati gli impegni XP
Colgo l'occasione però per ringraziarvi tutti uno per uno. Perché?
Ma perché Hybrid ha raggiunto 1K visualizzazioni!!!!
Vi adoro, senza di voi non sarebbe MAI stato possibile! Mi avete spronato e accompagnato con le vostre visualizzazioni, voti, commenti. Ogni contributo è stato importante e prezioso per far crescere e migliorare questa storia!
Grazie di cuore! ♡

Ps: la poesia si chiama "Lullaby" ed è nella mia raccolta "Feelings" l'ho scritta pensando che ad ognuno serve tenerezza e soprattutto a fine giornata :) poi dopo averla scritta mi son detta "devo andare avanti con Hybrid" e mi è venuto in mente il nome per il capitolo " Lullaby Blue" e beh, una cosa tira l'altra... e ve la siete ritrovata anche qui XD spero vi sia piaciuta se ancora non la conoscevate! ;)

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