Capitolo 4

Husk si sentiva strano.

Non capiva perché Angel gli facesse quell' effetto. Certo, era sempre stato molto carino, e aveva sempre avuto l'hobby di stuzzicarlo, ma non avevano mai avuto un episodio come quello della sera precedente.

E soprattutto non riusciva a smettere di pensare a lui e quando ci pensava sentiva una strana sensazione... ma non aveva voglia di pensarci. Sapeva che se avesse corso l'imprudenza di iniziare a pensare ad Angel non solo come un amico la sua vita sarebbe stata fottuta. Husk si rendeva perfettamente conto che il ragnetto era semplicemente... troppo per lui. Così bello, spiritoso, simpatico e anche un po' stronzo, diciamolo.

Era così... perfetto. Non poteva farci nulla, Angel Dust era un demone perfetto, ma non poteva neanche mentire a sé stesso, l'aveva fatto troppe volte ormai e di solito per lui era difficile capire quando si stava mentendo e quando no, ma quella volta era fottutamente certo di non starlo facendo.

Angel Dust gli aveva rubato il cuore e lui non poteva farci un cazzo di niente.

Angel era contento. Per una volta nella sua misera vita ( o morte ) da puttanella Angel Dust si sentiva contento. Ed era tutto merito di quel vecchio gatto che aveva preso possesso del suo cuore. Aveva passato una delle sue notti migliori, forse la migliore in assoluto, perché finalmente mentre dormiva sapeva di avere accanto qualcuno a cui importava di lui davvero.

Certo, purtroppo probabilmente non gliene importava nel modo in cui il ragnetto avrebbe voluto, probabilmente lo vedeva come un amico, un povero amichetto succhiacazzi e tossicodipendente che si distruggeva e veniva distrutto tutto il giorno per poi buttarsi tra le sue braccia per farsi consolare in un modo che lui stesso non avrebbe definito diversamente da patetico.

Ma pur sempre un amico.

Ed era già qualcosa.

Ma Angel sapeva che Husk per lui era molto, molto di più.

E sapeva che nel profondo del suo cuore sperava che anche per il gatto fosse lo stesso. Certo, il ragnetto ogni notte che tornava era uno schifo, distrutto, quasi sempre drogato e con mille ferite addosso. Husk invece aveva i suoi momenti da ubriacone ludopatico, ma non era mai ridotto come lui e ogni sera, per quanto fosse stanco, lo aspettava per accertarsi che stesse bene e gli medicava eventuali tagli e ferite.

Oh, quanto gli piaceva.

- Buongiorno micetto - salutò il demone ragno sedendosi davanti al bancone del bar.

- Buongiorno. Hai dormito tanto, eh? Sono quasi le undici. - rispose Husk - Ma Valentino non si arrabbierà se fai così tardi? - domandò preoccupato.

- No, no tranquillo. Ieri mi ha scritto di non andare lì assolutamente perché c'è un grosso problema. Credo non vuole mi impicci dei cazzi suoi, ma non sa che non me ne può fottere di meno. -

- Bene. - rispose il gatto, sollevato. - Che ti do?-

- Decidi tu per me. Piuttosto ho io una richiesta per te: oggi ti andrebbe di accompagnarmi alla nuova pista di pattinaggio sul ghiaccio che hanno aperto? -

- Hanno aperto una pista di pattinaggio sul ghiaccio all'inferno? -

- Sì, è strano, lo so, ma rispondi: ti va? -

- Ehm... io... oh, va bene, va bene. Ma lo farò solo se rispondi a una mia domanda: da quando ti piace pattinare sul ghiaccio? -

- Io... da quanto mi ricordo l'ho sempre fatto. Anche quando ero in vita. Pattinare mi rilassa. Ma ora vado a cambiarmi, torno tra dieci minuti. -

Husk vide Angel salire tutto contento le scale per andare a cambiarsi, scendendo poco dopo con un abbigliamento che il gatto non poté fare a meno di fissare, incantato.

Indossava un vestito rosa cortissimo con del pelo bianco sui polsi, sul bordo e sulla scollatura. Abbinato a questo c'erano degli stivaletti bianchi con dei bottoni dorati. Husk pensò che stava proprio bene.

I due uscirono e in dieci minuti si trovarono davanti a un edificio enorme con l'insegna al neon che diceva " HELL'S ICE SKATING PALACE".

Noleggiarono dei pattini e si fecero strada tra la folla passando per il bar.

Quando entrarono nella pista, però, Husk fu colto da un attacco d' ansia.

- Angel, io... devo confessarti che non pattino molto bene. Forse è meglio se ti aspetto qua. -

- Non se ne parla, micetto. Siamo arrivati qui per divertirci insieme, quindi adesso tu entri in questa pista e pattini. Se hai paura dammi la mano. - E senza aspettare una risposta gliela afferrò, trascinandolo dello alla pista. Il gatto perse l' equilibrio ma prima che potesse cadere Angel gli prese anche l'altra mano, tenendolo in piedi.

Lentamente il ragnetto iniziò a scivolare sul ghiaccio, trascinando con sé Husk. Inizialmente il gatto oppose resistenza, cadde tantissime volte e si bagnò tutti i vestiti, ma poi iniziò a prenderci gusto, riuscendo a pattinare con una scioltezza sempre maggiore ma pur sempre tenendo la mano di Angel e facendogli fare qualche giravolta.

Quando la sera tornarono all' hotel erano entrambi zuppi e stanchissimi, ma anche molto contenti. Si salutarono e andarono ognuno nella propria camera.

Angel stava per mettersi a dormire quando sentì bussare alla porta della sua stanza.

- Posso entrare? - gli chiese Husk da fuori.

- Certo -

Senza dire una parola il gatto gli si avvicinò e lo strinse in un abbraccio per circa un minuto. Poi si girò e uscì dalla stanza augurandogli la buonanotte.

Anche quella notte Angel dormì bene.



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SPAZIO AUTRICE

Ciao a tutti😁

Ecco la quarta parte della mia storia, che ovviamente non è finita.

Spero vi piaccia💗💗💗💗💗

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