{"After all this time?"}
[Stony!Hogwarts!AU] [Steve/Gryffindor >> Tony/Slytherin]
Non ne valeva la pena.
Io non volevo si arrivasse a... quello. Non l'ho mai voluto.
Io... io non me lo perdonerò mai. Non ci sarà mai punizione che possa essere equivalente a ciò che ho fatto, al crimine di cui mi sono macchiato, al sangue che mi incrosta le mani.
Io... io lo amavo, sapete? Lo amavo e lo amo tutt'ora con ogni fibra del mio essere. Eppure... eppure sono diventato un assassino.
Oh, Steve, se solo avessi saputo.
Andavamo entrambi alla scuola di magia di Hogwarts, entrambi discendenti di una lunga dinastia di abili maghi.
Io... Io un Serpeverde, come i miei genitori, e i loro genitori e quelli prima ancora: tutti si aspettavano che seguissi le orme della famiglia e per quest'ultimo motivo mi guardavano con rispetto misto a timore reverenziale, benché mi fossi rivelato fin da subito la pecora nera della famiglia - amavo più la scienza delle arti oscure, cosa che però non mi salvò dalla perdizione-.
Tu... Tu un Grifondoro, come i tuoi genitori entrambi deceduti, amato e stimato da tutta la comunità scolastica, o semplicemente da tutti quelli che ti circondavano. Emanavi una luce... una luce che sembrava poter rischiarare qualsiasi tenebra, anche tenebre come quelle che mi vorticavano furiosamente nel petto. E fu naturale, naturale come se prescritto dal Destino, che noi due ci avvicinassimo, ci completassimo a vicenda. Eravamo inseparabili, la nostra era quel tipo di amicizia che non poteva non diventare qualcosa di più.
E successe.
Andai in camera tua, quel giorno come tanti, in un momento come tanti durante il quale in dormitorio era deserto. Gli eventi si susseguirono velocemente, l'uno sospinto dall'altro, in un vorticoso incalzarsi di azioni che sapevamo essere inevitabili. Eravamo in balia del Destino, del Fato... dell'Amore, di una forza troppo grande per potersi ribellare ad essa.
E io finalmente iniziai a brillare. Tra quei baci, tra quelle carezze, le Tenebre che da sempre avevano abitato nel mio cuore, si dissiparono lasciando spazio alla più splendente delle Luci.
Ma poi... Poi mi hai ucciso, Steve, mi hai pugnalato alle spalle nel modo più crudele in cui potessi farlo.
Iniziasti ad evitarmi. Ignoravi ogni messaggio; accartocciavi quelli che ti inviavo al tavolo durante i pranzi, come era diventata nostra abitudine; mancavi a tutte le lezioni che avevamo in comune. Quando ti cercavo nella sala comune, eri sempre troppo impegnato, sempre alle prese con qualcosa di più importante. Iniziai a chiedermi dove avevo sbagliato, se quella che per me era stata la prima volta non fosse stato abbastanza per uno come te, se ti fossi stufato di me e le mie imperfezioni.
Mai, MAI, avrei immaginato che la realtà fosse più.. dannatamente... semplice.
«Perché mi stai evitando, Steve?» ti chiesi quando finalmente riuscì a trattenerti abbastanza dallo scappare via.
‹Non ti sto evitando, Tony› mi dicesti tu, distogliendo lo sguardo, cercando – ancora – una via di fuga.
"Non riesce nemmeno a guardarmi..." e qualcosa in me, lentamente iniziò a morire. Quella luce che avevi acceso, ben presto si sarebbe spenta per lasciare le tenebre più totali, ancora più buie e fredde di quelle precedenti.
«Non mentirmi è inutile...» dissi allora, cercando di non farmi prendere dal panico, convinto ancora che ci potesse essere una soluzione a qualsiasi mio errore, che ben presto le cose si sarebbero aggiustate «Voglio solo sapere il perché.»
Un attimo di esitazione, alcuni battiti di cuore che ancora non sapevo essere gli ultimi.
‹Quello che è successo la scorsa notte è stato un errore. ›
Ecco.
Finito.
Con un ultimo spasmo, il mio cuore si arrestò.
Il mio mondo cadde in frantumi, che si andarono spietatamente a conficcare nel mio cuore facendolo sanguinare copiosamente.
«Perché mi stai dicendo questo?» Come un uomo morente che guarda sorpreso un pugnale penetrare nel proprio petto, così continuai a guardarti, gli occhi velati dalle lacrime, a chiedere spiegazioni sul perché mi stessi uccidendo.
‹Siamo due uomini, Tony! › esclamasti a quel punto, incrociando finalmente il mio sguardo distrutto.
«E allora?» chiesi ancora, mentre lacrime prive di pudore prendevano a scorrermi sulle guance «Due uomini non possono amarsi l'un l'altro?»
‹È sbagliato. › rispondesti seccamente tu, distogliendo lo sguardo, incapace di reggere il dolore che avevi causato, nonostante continuassi a pugnalarmi ancora ed ancora, ripetutamente, senza pietà.
E io continuai ad accusare il colpo, immobile, ad assorbire il dolore. Un singhiozzo sfuggì senza controllo dalle mie labbra, eppure tu, ancora, non facesti una piega, continuando imperterrito la tua "opera".
«No, non lo è» gemetti piano, mentre la più dolorosa delle agonie mi straziava dall'interno. Tu rimanesti in silenzio, e le parole mi uscirono in piena fuori dalle labbra urlate, singhiozzate: «È non mi importa se sia giusto o sbagliato, perché voglio stare con te.»
Ecco, sì lo avevo detto. Chiaro e tondo, senza possibili fraintendimenti.
Perché io ti amavo, dio se ti amavo.
‹Ma io non voglio.›
Eccolo, il colpo di grazia, la stoccata finale che spense ogni luce presente nei miei occhi, nella mia anima, lasciandolo solo le più oscure delle tenebre.
E caddi.
Iniziò la mia caduta nel baratro senza fondo dal quale non sarei più risalito, nel quale ho trascinato giù con me tutto ciò che di umano il mio cuore conservava.
Divenni un Mangiamorte, seguendo infine quelle orme paterne che così veementemente avevo rinnegato. Strinsi un patto col diavolo, perché ormai non avevo nulla da perdere. La mia mente, la mia anima... ti eri portato tutto via con te.
Passarono gli anni, e finalmente ci rincontrammo. L'uno contro l'altro.
Tu, un Auror, io , un Mangiamorte.
Mi dicesti che lo eri diventato per me, perché era il mio sogno, perché speravi che, lavorando nello stesso ambiente, ci saremmo rincontrati.
Mi chiedesti come stavo, poi... poi ti accorgesti di ciò che ero diventato.
Indietreggiasti, sorpreso, chiedendo spiegazioni.
E fu allora che la mia oscurità esplose, distruggendo, annientando, riducendo in cenere tutto ciò che mi circondava.
Scatenai su di te un Crucio, affinché anche tu provassi quel dolore devastante che avevi scatenato in me, distruggendomi come tu avevi distrutto me. Uccidendoti come tu uccidesti me.
E lo feci, ti uccisi, nonostante tu mi implorassi di smetterla. E tu sei morto, lì, quel giorno, per mano mia, mentre mi confessavi quanto tu mi amassi.
Ti uccisi, senza riuscire a fermarmi se non quando era troppo tardi.
Ti uccisi, e piansi inutili lacrime sul tuo corpo senza vita.
Ti uccisi, uccidendo tutto ciò che di vivo restava nel mio mondo.
Non mi consegnai alle autorità: né Azkaban né la morte non sarebbe stato abbastanza per ripagare ciò che ho fatto.
Così ho continuato a "vivere", le mie notti tormentate dal tuo fantasma, i miei giorni pensando continuamente a te, al tuo sorriso –a-l—t-u-o—c-a-d-a-v-e-r-e—s-t-r-e-t-t-o—t-r-a—l-e—m-i-e—b-r-a-c-c-i-a-, odiandomi come nessuno sarebbe capace di odiare sé stesso, bramando la morte ma negandosela perché una via di fuga troppo facile.
Sono diventato professore ad Hogwarts ora, sai? Insegno Pozioni, quella materia che tanto amavo perché così simile alla scienza babbana. Ricordo ancora come tu, ogni volta che ne decantavo le virtù, mi guardavi come se fossi completamente fuori di testa.
Ora sono qui, nel mio studio, a scrivere queste righe... non so neanche il motivo. Forse è perché dal quadro che ho appeso proprio accanto alla mia scrivania, tu sorridi, ammicchi verso di me, proprio come quella volta in cui andammo in gita ed io ti scattai quella foto tra uno scherzo ed un altro.
Vorrei che fossi qui, al mio fianco. Vorrei che qualcuno, che tu mi avessi fermato, avrei preferito che mi uccidessi.
E invece sei stato tu quello a perire, senza neanche provare a difenderti, dicendo quanto mi amavi mentre io ti urlavo quanto ti odiassi.
Oh, Steve... mi manchi. Mi manchi così dannatamente tanto.
Lo so, lo so che merito tutto questo dolore che giorno dopo giorno mi auto-infliggo, lo so che è tutta colpa mia... Solo... Solo che ti amo.
"Dopo tutto questo tempo?" ti starai chiedendo in questo momento, magari inclinando un po' la testa di lato come eri solito fare di fronte a un problema di dubbia soluzione.
Sempre.
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Okay, okay, okay.
[Ciò fa molto schifo perché non ho mai scritto niente su HP, ma cercherò di farmi perdonare una volta presa la mano u.u]
Non è colpa mia questa volta! E' tutta colpa/merito della sadica Kowalski- , autrice di questo video qui sopra su cui l'ho scritta e.e E quindi... ma sì, portiamo il #Mainagioia a livello Harry Potter ^^
Aaaand, ripeto il mio invito al tour, che inizierà "a breve", se siete interessati anche solo a vendicarvi di questo scempio contro la Rowling, quindi... ci vediamo! Vi aspetto numerosi all'incrocio con torce e forconi!
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