~1~ Dʀᴏᴡɴɪɴɢ ~1~

Appunto: quando c'è * la cosa scritta è canon se invece è ^ è fanon.

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A volte la vita è come annegare... all'inizio lotti per la vita e cerchi di non far entrare l'acqua, ma questo ti rende solo più affaticato. Quando ti stanchi l'acqua entra e tu senti una piacevole tranquillità, e smetti di combattere, smetti e basta...
È inimmaginabile che le mie scelte mi abbiano portato a quel momento, quell'orribile momento, mentre facevo entrare l'acqua pensando che ormai non valeva la pena lottare, chi mi avrebbe salvato? A chi sarebbe importato? Fu proprio durante tutto ciò che cominciarono quei sette minuti prima di morire in cui ripercorri tutta la tua vita, e non sapete quante cose avrei voluto cambiare...

Era il 27 marzo (^) quando nacqui, mia madre era una marinaia (^) e mio padre il comandante dei Black, al servizio del Re Asgore, comandante a sua volta dei Light.

SANS. Mi chiamarono.

Io odio questo nome, solo per il fatto che lo aveva scelto Gaster e io lo odio.
Ci sono molti motivi per cui lo odio, ma in alcuni casi si è dimostrato quasi utile.
È stato lui a parlarmi del multiverso, dei vari au e del nostro: BLIGHTTALE.

Blight era il prefisso di Tale che sta per Undertale, ovvero l'universo originale. Blight è l'unione tra Black e Light, (*) a quei tempi due eserciti capitani da una sola persona, Asgore.

L'amore per l'oceano e le navi la ereditai, invece, da mia madre, con cui avevo un legame molto forte.

Nessuno ha mai saputo che il mio compleanno è il 27 marzo, i motivi sono molto personali. I miei primi 8 anni sono stati i più quieti, ovvero il mio periodo d'infanzia, festeggiavo ogni anno il mio compleanno allegramente. Purtroppo però al mio ottavo compleanno successe una cosa che mi marcò nel profondo...

Io e mia madre eravamo rimasti dentro casa con mio fratello Papyrus che aveva 3 anni, Gaster era uscito per svolgere degli affari.

Mi ricordo molto bene cosa successe, è come un trauma per me, degli uomini con cui mio padre aveva dei precedenti bussarono alla nostra porta. Passarono pochi minuti che per me sembravano ore, mia madre mi disse di proteggere Papyrus mentre ci nascondevamo.

8 anni, ed ero molto fragile...

Quasi piansi per la paura. Naturalmente voi non lo immaginate no? Io? Piangere per paura?

A quei tempi avevo ancora il 'cuore tenero' e fu quel momento che me lo fece trasformare quasi completamente in pietra.

Ricordo mia madre con i suoi occhi azzurri guardarmi. Mi disse:《Sans... non piangere. Se piangi ti sentiranno》. Ricordo il suo abbraccio forte, poi se ne andò.

Avrei voluto chiamarla, ma tacqui.

Sentivo le urla, degli spari. Tuttavia non piansi.

Come mi aveva detto lei. Non piansi.

Non so quanto tempo rimasi nascosto. Se minuti o ore.

Sentii solo il rumore della porta e Gaster che chiamava mia madre. Poi un urlo di terrore.

Uscii allo scoperto e andai da lui, riposi Papyrus sulla sua culla e mi avvicinai al corpo morto di mia madre.

《Ti sei nascosto》.

Sentii dire da mio padre.

Poi un dolore lancinante alla guancia.

《SOLO I VIGLIACCHI SI NASCONDONO》.

Stavolta urlò.

Il rimprovero e lo schiaffo di Gaster però non mi scalfirono, troppo scioccato a guardare il viso sereno di mia madre, non piansi né dissi una parola.

Come mi aveva detto lei.

E gli anni seguenti non festeggiai mai più il mio compleanno perchè per me non era più un compleanno ma solo l'anniversario di morte di mia madre.

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