43 Capitolo
ALL'AEROPORTO
La nave giunge il porto. I marinai hanno scaricato delle scatole enormi di viveri e ne hanno caricate altre.
Tutto questo l'ho osservato dall'oblò della mia cabina. Rimetto il tutto a posto e mi preparo per la partenza. Salgo per le scale e mi imbatto contro un marinaio robusto, che mi fa cadere per terra e la mia valigetta si apre ed il contenuto si sparpaglia nei dintorni. Mi rialzo dolente e riprendo il tutto, mettendolo nella valigetta e osservo attentamente il marinaio che se ne andava senza dire nulla.
Tra i miei pensieri: come fa a comportarsi così? Esistono veramente persone come lui, insensibili e freddi?! Però mi sembra di averlo già visto in passato! Bene: è meglio che mi dimentichi questo episodio e continui col mio tranquillo viaggio.
Salgo sopra e ringrazio il capitano per il passaggio.
Capitano: "È veramente un nostro onore aver avuto la tua compagnia in questo viaggio. Ci sei stata di notevole aiuto! Ti auguro di raggiungere la tua destinazione sana e salva, come si diceva un tempo"
Io: "La ringrazio per l'augurio. Ma credo che la sua ultima frase non debba essere dimenticata anche in questi giorni, dato che il tasso di criminalità in questi giorni sta aumentando. Comunque le auguro buon viaggio anche a lei"
Ci stringiamo le mani e scendo dalla nave. Mi giro per vedere per l'ultima volta la nave e trovo quel marinaio osservarmi, come se fossi il centro della sua attenzione. Non riuscivo a capire o a dare una spiegazione a quel gesto, ma sono consapevole che prima o poi la verità verrà a galla.
Lascio il porto e mi dirigo camminando verso l'aeroporto, per prendere il primo dirigibile che porta a Yorknew City.
Dopo aver preso il biglietto, mi siedo su un sedile accanto alla gente, sentendo le loro discussioni: da quelle banali a quelle più professionali. Mi lascio trascinare dalle loro discussioni, finché la mia attenzione viene attirata da un fatto che mi ha sconvolta. Anzi che non credevo accadrebbe anche in luogo pubblico come l'aeroporto.
Una donna viene picchiata da un uomo e voleva impossessarsi del suo corpo. Istintivamente mi alzo e fermo la mano dell'uomo prima che posasse sul corpo della donna.
Uomo: "Cosa vuoi da me, ragazzina? Lasciami finire il lavoro!"
Lo ignoro e mi abbasso a vedere come sta la donna, che era accasciata sul pavimento. L'aiuto ad alzarsi e subito anche lei mi prende per il collo e mi dice: "Mai fidarsi dell'apparenza, ragazzina"
L'uomo prende la mia mano e la piega, facendomi male fino anche a rompermi qualche ossa. Soffro in silenzio, anche se la gente soffriva per me e qualche urlo era scappato da qualcuno. Stringo forte i denti.
Uomo: "Affare fatto. Ora la obbligheremo a far parte della nostra organizzazione!"
Donna: "Già! Così prenderemo la nostra ricompensa dal capo"
La donna continua a stringere gradualmente più forte, fintanto che il respiro incomincia a diventare debole. Mi girava la testa per colpa sua, anzi per colpa loro.
Mi scaraventano per terra non appena dalla folla esce un uomo mascherato.
Donna: "Capo, abbiamo completato la missione"
Uomo: "È la ragazza che ci ha descritto"
Uomo-mascherato: "Bene. Ora andate"
Donna: "E la ricompensa?"
Uomo-mascherato: "ANDATE"
I due se ne vanno e nel frattempo che tenevano la discussione ho ripreso un po' di fiato e ho cercato di alzarmi. Mi tengo sul muro e faccio apparire la catena. Alzo il mignolo e mi curo la mano dolente, nascondendomi dalla gente. Faccio sparire
la catena e mi rimetto a posto.
Uomo-mascherato: "Quindi lo sai utilizzare! Interessante"
Io, con un tono freddo: "Cosa vuole da me? Non è il marinaio che mi è andato incontro prima?!"
Uomo-mascherato: "Non immaginavo che mi avresti riconosciuto. Sei molto perspicace rispetto ai miei uomini. Vieni a far parte del nostro gruppo"
Io: "No grazie. Rifiuto la proposta! Non ho nessuna intenzione di far parte di un gruppo criminale!"
La gente subito si allarma, ma poi fa silenzio appena il marinaio incomincia a parlare: "Mi piaci veramente! Mi piacciono le persone che sono così testarde e cocciute"
Io, prendendo la valigetta dopo aver sentito l'avviso senza ascoltare quello che ha detto: "Scusami tanto per l'interruzione, ma sono in fretta. Ho già passato tempo con lei più che abbastanza. Ora però devo partire. Le auguro buon reclutamento di nuovi membri, signor Pirindo"
Mi giro e mi infiltro tra la gente. Raggiunto il dirigibile e mi siedo sulla mia sedia, pensando agli avvertimenti che sono appena passati.
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