40 Capitolo
RITORNO ALL'ISOLA DI BALENA
Ci fermiamo in diversi negozi perché il dirigibile che portava vicino all'Isola di Balena era in ritardo di diverse ore.
Ho comprato i biglietti per ognuno di noi, nonostante volessero comprarseli soli.
Dopo quattro ore di attesa, il dirigibile è finalmente arrivato e ci sediamo sulle poltrone molto morbide.
Prendo un libro dal mio zainetto ed incomincio a leggerlo, non facendo attenzione al tempo, che è volato, né ai due ragazzi, che si erano addormentati dopo tutta quella fatica degli altri giorni.
Il dirigibile decolla sull'aeroporto verso tardo pomeriggio e così decidiamo di dormire in un ostello, scelta loro, così la mattina avremo preso la prima nave che porta alla nostra dolce casa.
Ci separiamo e mi chiudo nella mia stanza. Appena mi sono fatta la doccia e sono asciuga con l'asciugamano attorno alla vita, ho sentito uno strano presentimento: di essere osservata da qualcuno, ma qualcuno che stranamente conosco. Questo perché questo tipo di sguardo lo conosco già, ma non mi viene in mente chi mai possa essere.
Mi affretto a vestirmi e scrivo una lettera, avvisando mia zia Sato del mio arrivo il giorno successivo.
Il giorno successivo prendiamo la prima nave e ci avventuriamo con i vari marinari. Killua e Gon si sono divertiti e questo mi fa piacere.
Appena mettiamo piede nella terraferma, si alza in vesto che fa volare il mio cappello lontano, nel mare.
Saluto i due e ci promettiamo di incontrarci nella casetta sull'albero lo stesso pomeriggio.
Mi affretto a raggiungere la casa, perchè volevo salutare zia Sato. È passato molto tempo dall'ultima volta che l'ho vista.
Appena giunta davanti alla porta, faccio un grande respiro e busso alla porta.
Mi sono immaginata l'abbraccio caloroso della mia seconda mamma, ma non è accaduto nulla. Si sente solo il canto degli uccelli ed il verso di qualche animale della foresta.
Utilizzo il nen per vedere se posso percepire la sua aura, ma non c'è nessuna traccia.
Allora prendo le chiavi e le inserisco nella serratura. Appena girata la serratura, ho sentito uno strano rumore provenire dall'interno.
Entro con calma e mi trovo accanto una scatola penzolante. Stacco il filo e prendo la scatola, spostandomi nella mia stanza.
Mi tolgo la leggera giacca da vento e la appendo all'attaccapanni. Metto accanto ad essa la mia borsa a tracolla.
Mi siedo sulla mia scrivania e apro la scatola, trovando al suo interno una lettera ed una scatola quadrata.
Leggo il contenuto della busta e mi commuovo: è mia madre ad averla scritta e si era complimentata del mio progresso. Mi ha lasciato questa scatola come un indizio che mi avrebbe condotto verso di lei.
Cerco di trovare una possibile serratura, ma non c'è. È una scatola senza serrature.
Rimango a pensare ad un possibile apertura e subito mi viene un ricordo di un episodio passato: ero con mia zia Sato a fare degli allenamenti, quando le cade dalla tasca una strana scatola. Allora le ho raccolto la scatola e sono ritornata agli allenamenti. Mia zia era rimasta sorpresa dal non essere stata curiosa come il resto dei bambini. Allora le avevo risposto: "Non sempre la curiosità ti porta nella buona strada". Mia zia ha annuito e ha ripreso l'allenamento anche lei.
Tra me: ora che ci penso, questa scatola è proprio quella dell'altra volta. È molto simile ad essa, anche nella sua dimensione. Forse l'altra volta voleva darmela, ma ha ritenuto che non fossi all'altezza? Chi lo sa? Zietta Sato dove sei? Perché non sei a casa?
Lascio la scatola sulla scrivania e scendo in cucina a preparare il pranzo.
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