La distanza che separava Gilbert dalla sua adorata famiglia fu ben presto colmata, e solo le lacrime di gioia che scivolavano rapide sul volto di Jane possono descrivere l'intensità delle emozioni che sancirono quel ricongiungimento. Il tempo può apparire una distanza incolmabile, ma l'assenza si rivela in realtà una presenza ancor più acuta, e quando dopo mesi o anni ci si ritrova è come se non si fosse stati separati nemmeno per un giorno.

Non si può raccontare la gioia di una madre che, dopo aver vissuto nell'ansia di sapere suo figlio lontano, rivede i suoi occhi scuri e fiduciosi, immutati. Non ci sono parole nemmeno per esprimere l'orgoglio di un padre, che abbraccia le spalle dritte e solide del suo ragazzo, divenuto ormai uomo a tutti gli effetti. È difficile descrivere anche l'euforia di quattro ragazzi sorridenti che si lasciano spettinare da quel fratello atteso così a lungo. Ma, soprattutto, nessuna parola potrà mai essere all'altezza dello sguardo di una sorella, che salta in groppa al suo eroe preferito, dopo aver inventato una fiaba su di lui ogni singola sera, nella certezza di rivederlo.

La piccola Anne, ormai non più tanto piccola, era attaccata con le sue braccia corte ma forti al collo di quel fratellone da cui non voleva più staccarsi, e si dondolava avanti e indietro, con i piedi sollevati da terra e appoggiati ai suoi polpacci.
"Anne, potresti scendere? Non sei più così leggera..."
Gilbert sollevò le braccia a snodare le dita della sorellina, intrecciate attorno al suo collo, che gli tiravano qualche ricciolo in modo dolce ma fastidioso al tempo stesso. Poi, lentamente, la adagiò a terra, di fronte a sé, abbassandosi all'altezza dei suoi occhi:
"Fatti un po' guardare, ragazzina..."
La scrutò con attenzione, gli occhi stretti e le labbra che si piegavano all'insù, incapace di frenarle:
"Ehi, ma questa signorina tutta merletti e capelli intrecciati non può essere mia sorella! Che ne hai fatto di quella bambina sperduta dai riccioli spettinati? Anne, sei proprio tu?"
La canzonò mentre le dava un buffetto sulle guance, ammirandola nella bellezza che stava sbocciando fresca e chiara sul suo viso di giovane ragazza.
In risposta, Anne, con il suo caratterino vispo e ribelle, gli diede un pizzicotto su quelle dita fastidiose che le sfioravano la guancia.
"Eccoti servito, fratellone... Ora mi riconosci?"
Una risata furbetta seguì quelle parole maliziose, mentre il viso di Anne si piegava divertito in strane smorfie, buffe e grottesche al tempo stesso.
"Adesso non ho più alcun dubbio... Sei proprio la mia Anne, la perfetta fusione tra quell'angelo di Jane e quel ribelle mostriciattolo, vero Belle?"
Lei fece orecchie da mercante, allargando gli occhi e alzando lo sguardo.
"Verrò da te a lamentarmi se un giorno mia sorella sarà scambiata per uno scaricatore di porto... Siamo d'accordo?"
Isabelle si piegò in un inchino, orgogliosa:
"Mi dai troppi meriti, signor marinaio. Anne aveva un cuore ribelle sin da bambina. Il mio unico vanto è stato di alimentare quel fuoco che nasceva spontaneo, mentre Jane lo teneva a bada."
Diede un colpetto all'amica, osservandola con la coda dell'occhio e mordendosi le labbra.
"Direi che abbiamo fatto un ottimo lavoro, io e te... Tu il grillo parlante, io Lucignolo..."
Jane sorrise, scuotendo la testa.
"Beh, il risultato farebbe invidia persino a Mangiafuoco."
Si avvicinò alla sua giovane protetta, unendosi all'abbraccio di quella famiglia finalmente riunita.
"Siamo tutti orgogliosi di te, cara. Non dimenticarlo mai."
Belle sorrise, incapace di proferire parola migliore. Una lacrima solcò anche la sua guancia, mentre annuiva silenziosa.

Ed ecco che queste pagine ricongiungono non solo i nostri personaggi, ma anche l'autrice imperdonabile alle sue lettrici più fedeli.
Spero potrete scusarmi per il tempo trascorso senza nemmeno un capitolo... Come il nostro Gilbert, torno da una lunga assenza, che spero di non ripetere nuovamente. E questo è solo un piccolo assaggio di quello che verrà!
A presto,
Grazie di cuore, soprattutto della pazienza! ✨