✨57. Un amico più stretto di un fratello
Jane fissava il binario vuoto con gli occhi sgranati e impazienti, cercando in lontananza un qualsiasi segno della presenza di una locomotiva in avvicinamento. Le orecchie tese, tra tutti i rumori della stazione, a cercare lo stridore delle ruote metalliche, come se da esso dipendesse la sua stessa vita.
A un tratto, un fischio rivelatore la riscosse:
"Che cos'è? Significa che sta arrivando?"
Belle non riuscì nemmeno a risponderle, perché un secondo dopo l'amica le strinse con forza il braccio, mentre con l'altra mano indicava una piccola forma nera in avvicinamento:
"Oh, sì! Eccolo, è proprio il suo treno... Non sto più nella pelle!"
Si voltò verso Mr Gaumont e Jaqueline, un sorriso luminoso sulle labbra sottili:
"Sta arrivando, lo vedo!"
Gli accompagnatori annuirono con un cenno del capo, mentre lo spostamento d'aria causato dal treno in avvicinamento scompigliava i capelli raccolti di Jaqueline, che teneva il cappellino con le mani per evitare di perderlo.
Jane si rivolse nuovamente a Isabelle, mentre saltellava sulle punte per cercare un viso noto dentro ai vagoni che scorrevano ora d'innanzi a loro, uno dopo l'altro.
"Oh, chissà dov'è... Come vorrei che fossero qui anche Anne e i suoi fratelli... E invece troverà solo noi ad accoglierlo!"
Belle scosse la testa, ridendo silenziosamente:
"Come se non gli bastasse incrociare il tuo sguardo per essere il ragazzo più felice sulla Terra..."
Jane arrossì, ondeggiando avanti e indietro, nel vano tentativo di stemperare l'adrenalina che aveva in corpo.
Belle la osservava con la coda dell'occhio, mordendosi le labbra e ridendo del suo entusiasmo: quella ragazza di solito così tranquilla e pacata era proprio irriconoscibile. Il colorito sulle sue guance e i riccioli biondi scompigliati dalle folate di vento rendevano ancor più bello il suo viso angelico. Era stata così euforica alla notizia dell'arrivo tanto atteso di Gilbert alla stazione... Solitamente nessuno del Lower district poteva permettersi un viaggio in treno ma, date le circostanze, per sfruttare al massimo la licenza di quel ragazzo riccioluto e garantire il suo arrivo in tempo per le nozze, Jules si era personalmente preso carico di quella spesa, per la quale tutti gli erano immensamente grati.
Jane continuava a spostare lo sguardo da una parte all'altra, in trepidante attesa che i vagoni si arrestassero.
"Secondo te si aspetta di vederci qui? O crede ci sia solo Mr Gaumont ad attenderlo?"
Belle sollevò le spalle, incerta, mentre lo stridore delle ruote che frenavano sulle rotaie la faceva rabbrividire:
"Non saprei... Forse non credeva che avremmo avuto accesso al Middle district, ma sicuramente ci spera!"
Jane annuì in fretta, poi si avvicinò tremante a una delle porte del treno, cominciando a scrutare il volto dei passeggeri che scendevano, alla ricerca di un viso che avrebbe riconosciuto tra altri mille. Da più di un'anno aspettava di incrociare nuovamente il suo sguardo, eppure quel momento sembrava non arrivare, ancora un volta.
La delusione fu evidente dalla ruga di apprensione che prese forma sul suo viso, quando si accorse che anche gli ultimi viaggiatori erano ormai scesi da quel vagone e che Gilbert non poteva, evidentemente, essere lì.
"Sarà più avanti? O più indietro?"
Mentre Jane spostava lo sguardo in tutte le direzioni, incapace di trovare pace, Belle si voltò verso la coda del treno, scrutando attentamente la fiumana di gente che camminava sulla banchina in ogni direzione. Tra tutte quelle persone, come avrebbero fatto a trovarlo? Non si era mai immaginata che un luogo descritto in modo così romantico nei suoi amati libri potesse essere nella realtà tanto caotico e sovraffollato. Fu proprio quando questo pensiero prese forma nella sua mente che lo vide: i suoi riccioli, leggermente schiariti dal sole, svettavano sulla folla, tra cappellini piumati, cilindri e chiome acconciate, mentre Gilbert si faceva strada a sorprendente velocità per raggiungerle. Il suo capo lievemente chinato, adombrato in parte dalla visiera nera di un berretto bianco da marinaio, teneva gli occhi fissi su di loro, luminosi come mai prima.
Isabelle non fece in tempo ad avvisare l'amica, perché in un attimo lo slalom tra tutte quelle persone ebbe fine: l'agile ragazzo le raggiunse in un lampo e, abbandonato a terra il suo bagaglio, allungò le mani a coprire gli occhi di Jane, sporgendosi da dietro le sue spalle per sussurrarle poche parole all'orecchio.
"Sapevo che ti avrei trovata qui..."
Jane, colta alla sprovvista da quel gesto inaspettato, portò le dita sulle sue, sfiorando quelle mani ruvide dal lavoro, ma calde come il suo cuore. Si voltò, coprendosi le labbra nel tentativo di soffocare un urlo di stupore.
"Non posso crederci..."
Gilbert, incapace di frenare la sua gioia incontenibile, afferrò i suoi fianchi, facendola volteggiare in una giravolta con la facilità con cui Belle non avrebbe saputo spostare una piuma, stemperando l'emozione con una risata condivisa. Poi, la riadagiò nuovamente davanti a sé, ammirandola finalmente come in quei lunghi mesi aveva potuto fare solo nei suoi sogni più belli e stringendola in un abbraccio più eloquente di molte parole:
"Quanto ho desiderato questo momento..."
Jane, incapace di rispondere, le guance rigate di lacrime di gioia, si aggrappò con le braccia alle sue spalle, sprofondando nella sua stretta e inspirando il suo profumo che sapeva di casa.
Belle, il volto teso per l'emozione indescrivibile che le toglieva il fiato, li osservava in silenzio, con le lacrime agli occhi, senza riuscire nemmeno a respirare, per la paura di interrompere quel momento cristallizzato nel tempo. Avrebbe voluto tracciare quell'abbraccio su carta, trasformarlo in parole d'inchiostro, per renderlo eterno.
Si soffermò qualche istante a soppesare il cambiamento che quei mesi di duro lavoro avevano portato all'amico: le poche tracce ancora infantili con cui lo aveva lasciato erano sparite dal suo viso abbronzato, sul quale spiccava una leggera spolverata di lentiggini. Gli occhi risaltavano ancora di più sulla carnagione scurita, mentre i riccioli dalle punte color miele erano più lunghi e spettinati, forse per effetto della brezza marina. Incrociò il suo sguardo, sorprendendosi a sorridergli. Gilbert si voltò verso di lei, tenendo ancora Jane per mano.
"Eccoti qui, Belle... Sono così contento di rivederti, mi sei mancata."
Lei si lasciò abbracciare: il portamento di Gilbert si era fatto più sicuro e le spalle dritte davano ancor più risalto alla sua altezza. La divisa aveva uno strano effetto su di lui, facendolo apparire un uomo di mare da lunga data.
"Anche tu mi sei mancato! Jane fino a un momento fa aveva una parlantina irrefrenabile, ma il tuo arrivo l'ha ammutolita..."
Lui voltò lo sguardo su Riccioli d'oro, ancora stretta al suo fianco, sorridendole:
"Mi basta averla qui, la mia sirenetta senza voce."
Jane, gli occhi lucidi e fissi su di lui, come se non volesse perdere nulla di quel momento tanto atteso, si appoggiò al suo braccio, rivolgendogli in un sussurro tre sole parole, che per lui furono più di quanto avesse mai potuto desiderare:
"Bentornato a casa."
Dopo essersi congratulato con Jaqueline e il suo futuro sposo, e dopo aver ringraziato più e più volte il suo benefattore, Gilbert si incamminò con l'allegra compagnia verso il Lower district, al cui confine li aspettava trepidante tutta la sua famiglia. La borsa in spalla e la mano di Jane stretta alla sua, Gilbert camminava su quelle strade come un forestiero, interrogando le sue accompagnatrici sui cambiamenti che erano avvenuti nella piccola Blois. Dopo averlo aggiornato sulle varie novità, tra cui l'amarezza di Claire causata dalla partenza di Mr Bingley, di cui Jane lo aveva già informato nelle sue lettere, gli raccontarono dei suoi fratelli, della crescita della sorellina e del loro contributo per organizzare il matrimonio.
"Che lavoratrice... Non vedo l'ora di vederla, Anne... Chissà com'è cresciuta!"
Volse lo sguardo alla sua sirena, ammaliato:
"Così nessuno è riuscito a conquistare la musicista più bella di tutta la Francia, che adesso è anche un'organizzatrice provetta di matrimoni?"
Jane scosse la testa, gli occhi sognanti:
"Purtroppo il suo cuore era già impegnato."
Belle si intromise, urtandola con la spalla, una smorfia maliziosa ad accompagnare il suo gesto:
"E ci hanno provato in tanti, ma niente da fare!"
Gilbert, uno sguardo più che eloquente, sollevò il mento:
"Come possono resistere a una tale meraviglia?"
Si abbassò, portando le labbra al suo orecchio:
"Sei sempre più bella, e io sono sempre più un'illuso a sperare di meritarti..."
Jane, imbarazzata da tutti quei complimenti, scosse la testa, voltandosi verso l'amica:
"Niente in paragone alla nostra Belle: il suo fascino cresce di giorno in giorno... E dovresti vedere con che disprezzo tratta il suo ammiratore! Ma non riesce in alcun modo a toglierselo di torno!"
Gilbert, a quelle parole, sollevò il capo in direzione di Isabelle e assottigliò gli occhi curiosi, una smorfia beffarda sulle labbra:
"E così anche la nostra ribelle preferita ha colpito... Non c'è alcuna speranza per il poveretto?"
Isabelle, sprezzante, scosse con decisione il capo.
"Piuttosto che accettare le avance di quell'ottuso mentecatto, preferirei di gran lunga farmi assumere come mozzo a vita sulla tua barca... Dici che mi prenderebbero?"
Gilbert trattenne a stento una risata:
"Beh, di fegato ne hai da vendere... Faresti invidia perfino al capitano, senza dubbio!"
Per Belle quel complimento contò molto più di qualsiasi parola inutilmente spesa a elogiare il suo aspetto.
"Quanto al mal di terra, mi contraddistingue da una vita intera."
Gilbert annuì, l'espressione seria sotto la sua visiera:
"Senza dubbio, capitan Uncino!"
Soddisfatta, Belle finse un saluto marinaresco e lasciò i due innamorati alle loro chiacchiere sdolcinate, raggiungendo in pochi passi Jules, che teneva sottobraccio la sua promessa sposa.
I racconti riguardo a Claire le avevano riportato alla mente la preoccupazione per l'amica, che non vedeva ormai da qualche giorno. Si avvicinò con discrezione alla coppia, affiancando Mr Gaumont e e rivolgendogli un sorriso incerto:
"Posso chiedervi come sta oggi vostra sorella?"
Lui si voltò, un'espressione malinconica in risposta:
"Proprio non saprei... È diventata seria come non era mai stata, sembra aver perso quell'aria frizzante che la caratterizzava. Dovrei essere felice del suo cambiamento, ma ammetto che sono un po' preoccupato per lei. Sembra essersi spenta, da quando Charles è partito..."
Le labbra di Belle si piegarono lievemente verso il basso:
"Mi dispiace così tanto... Credete che ci sarà un gran parlare dell'accaduto?"
Jules sollevò lo sguardo al cielo:
"Chi può dirlo? In ogni caso, non credo che la reputazione di Claire sarà intaccata... Non irreparabilmente, per lo meno. Mr Bingley non è mai stato indiscreto o inopportuno, nelle sue attenzioni verso mia sorella, nonostante lei lo abbia incoraggiato in tutti i modi a esporsi."
Belle annuì, rimanendo in un silenzio carico di riflessioni e lasciandolo proseguire:
"È un bravo ragazzo, dopotutto... Sarei stato felice di vederlo al fianco di mia sorella, ma erano così diversi... Forse è stato meglio così."
Jaqueline sollevò lo sguardo sui suoi occhi incerti, determinata:
"Io non credo... Era il ragazzo giusto per lei, ma non è stato abbastanza coraggioso. Lo capisco, non è facile voltare le spalle alla propria famiglia, nemmeno per amore."
Belle non sapeva cosa credere, ma sicuramente la sua insegnante parlava per esperienza personale... Forse Charles non aveva davvero altra scelta, o forse non aveva avuto il coraggio di scegliere. In ogni caso, ormai era tardi per fare congetture:
"Pensate si riprenderà?"
Jaqueline sorrise, fiduciosa, allungando una mano a stringere la sua:
"Ne sono sicura, cara Belle: il cuore sa guarire. Le ferite emotive hanno bisogno di più tempo rispetto a quelle fisiche, ma vedrai che la nostra Claire ritroverà la sua gioia, tornerà a essere quella di prima."
Jules annuì, sospirando:
"E, nel frattempo, le staremo vicini. Contiamo su di te, Isabelle."
Lei, rassicurata e responsabilizzata al tempo stesso da quelle parole, si fece forte di quella speranza:
"Ma certo, farò tutto il possibile per starle accanto. Claire è un'amica speciale, e ha bisogno di noi."
Jaqueline le sorrise, piena di orgoglio e fiducia nella sua alunna:
""Esiste un amico che si tiene più stretto di un fratello", ricordi?"
Isabelle annuì, incrociando il suo sguardo commosso e ricordando quanto quelle parole tratte da un libro antico pieno di saggezza fossero state vere nel suo caso.
"Una delle mie citazioni preferite... Ho avuto così tanti amici speciali, da non sentire la mancanza di una famiglia vera e propria. Siete voi la mia famiglia..."
Jaqueline prese sottobraccio la sua sorellina acquisita, mentre volgeva lo sguardo d'innanzi a sé:
"E ora andiamo: c'è qualche altro componente della tua famiglia allargata che ci attende con ansia, oltre quel confine!"
Belle annuì, mentre il passaggio per il Lower district appariva in lontananza, facendo fremere il suo cuore di nuove emozioni.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top