✨56. Il coraggio di essere fragile
I mesi trascorsero veloci, specialmente agli occhi di Belle, che continuava a trovare nella sua nuova occupazione una soddisfazione e una gioia mai provate prima. Era così entusiasta, quando vedeva gli occhi delle sue studentesse illuminarsi dopo aver appreso un nuovo insegnamento di matematica ed essere riuscite a farlo proprio. Ma la gioia più grande era aiutarle ad amare la letteratura, a conoscere sempre più a fondo i grandi autori francesi, fino a poterne sfiorare i pensieri tracciati su carta secoli prima, palpabili e vividi nonostante il tempo trascorso da allora. Aiutarle ad accrescere i valori già instillati in loro dapprima dal padre, poi dal fratello e infine dall'impareggiabile Jaqueline, inserendosi in quel filo conduttore che forgiava la loro educazione, rendendola unica e speciale.
Dopo sei mesi esatti dal trasferimento di Jaqueline, fu annunciato ufficialmente il suo fidanzamento con Mr Gaumont. La notizia fu accolta con non poco scalpore dalla cittadina, in cui si diffuse la voce che uno degli scapoli d'argento della città si era fatto abbindolare da un'insegnante senza nome. Per fortuna, Jaqueline era lontana da quelle dicerie: la decisione di Jules di tenerla appartata dalla città si rivelò provvidenziale, perché altrimenti quella donna dall'animo così puro e disinteressato si sarebbe di certo addolorata delle accuse ingiustamente rivolte a lei e, soprattutto, al suo amato. Impegnata nei preparativi del matrimonio, Jaqueline fortunatamente non aveva tempo di ascoltare i pochi pettegolezzi che giungevano alle sue orecchie. Jules, invece, conscio di aver scorto in quella donna tutto ciò che non aveva mai sperato di trovare, era ben lungi dal lasciarsi influenzare dalle voci che giravano sul suo conto. Con la semina ormai prossima, era sempre più impegnato negli affari, che andavano a gonfie vele, e nel tempo rimasto si dedicava assiduamente alla sua futura sposa e al resto della famiglia.
Isabelle, con il suo spirito orgoglioso e battagliero, era sempre pronta a difendere i suoi insegnanti, ogniqualvolta udiva delle accuse sul loro conto. Specialmente all'istituto le compagne erano curiose di scoprire chi fosse l'uomo conquistato da colei che era stata un tempo la loro insegnante preferita. Alcune, però, invidiose del suo successo, erano pronte a diffondere ogni calunnia sul suo conto. Quando giungevano alle orecchie attente di Belle, quelle dicerie infondate e crudeli erano messe a tacere a ogni costo. Questo suo nuovo ruolo di "avvocato difensore" le procurò non pochi rimproveri da parte dei precettori e, se già prima non era mai stata presa in simpatia dalle altre ragazze, divenne sempre più il bersaglio delle loro male lingue. Invidiose del suo ruolo di insegnante in casa Gaumont, nonché del suo fedele ammiratore, che la seguiva in ogni dove, fino ad aspettarla a volte alle porte dell'istituto, le galline la guardavano con sempre più odio e reticenza, mentre cercavano spudorate di farsi notare da quel bellimbusto in divisa.
Isabelle non aveva tempo per pensare a quel povero illuso. Tra la famiglia Gaumont e la famiglia Blythe, le sue giornate scorrevano come l'acqua di un fiume in piena. L'insegnamento occupava gran parte del suo tempo, e il restante era dedicato a Jane e alla sua famiglia acquisita, cui era devota con tutta se stessa. Voleva alleviare le pene del loro cuore, rendendo per quanto possibile la mancanza di Gilbert, sempre più sentita, un po' meno opprimente.
Il marinaio riccioluto aveva ormai completato il suo primo anno in marina, ma non aveva ancora usufruito della licenza che quel traguardo gli dava diritto a ottenere. Aveva infatti deciso di aspettare le nozze ormai prossime di Mr Gaumont per tornare a casa perché, sebbene la lunga attesa gli sembrasse insostenibile, non poteva mancare a quell'evento così speciale. Jane non sapeva come sarebbe riuscita ad aspettare sino a quella data, ma si tenne impegnata preparandosi a quel ricongiungimento e sognandolo ogni notte, facendosi forte della certezza che anche Gilbert fosse in trepidante attesa di quel momento.
Jaqueline decise di coinvolgerla nei preparativi del matrimonio, perché Isabelle era fin troppo impegnata per assisterla, mentre Jane era ben felice di trovare in quel diversivo una felice distrazione dai suoi pensieri. Insieme a lei, anche la giovane Anne, sempre più impaziente di rivedere il fratello tanto amato, prese parte alla preparazione delle nozze. Quella stravagante ragazzina avventurosa era orgogliosa di poter accompagnare la sposa nel tormentoso viaggio verso quel giorno speciale sempre più vicino, sempre pronta ad assisterla nella scelta dei numerosi dettagli che la cerimonia e il ricevimento richiedevano.
In effetti era una numerosa compagnia femminile, quella coinvolta nei preparativi: Jules e Jaqueline erano di certo i protagonisti, ma l'immancabile Madame Gaumont non poteva mancare, seguita dalle sue due figlie più impiccione. I suoi fragili nervi non le consentivano normalmente un programma fitto di impegni, ma per una circostanza così speciale, come le nozze del suo primogenito, era disposta a qualunque sacrificio, purché fosse costantemente accompagnata dalle premurose Claire e Lydie. A dire la verità, nessuno avrebbe detto che si stesse sacrificando, osservandola assaggiare le portate del menù di nozze, o guardandola scegliere con gli occhi luccicanti il gusto della torta nunziale. Jaqueline era ben contenta di lasciare alla futura suocera piena voce in capitolo sui dettagli culinari del ricevimento, mentre si assicurò in prima persona di non trascurare la scelta degli invitati e dell'atmosfera in cui avrebbe voluto accoglierli.
Lei e Jules volevano una cerimonia il più possibile contenuta, che coinvolgesse solo i parenti e gli amici più stretti. Inoltre, non delegarono a nessun altro la scelta dei fiori, dei colori, delle musiche e della location. Volevano che la semplicità che li contraddistingueva risaltasse anche in quella circostanza e facesse sentire tutti ben accolti, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza. Per tale ragione decisero, dopo numerose e accese discussioni con Madame Gaumont, di celebrare le nozze non in un ambiente sontuoso e solenne, come lei avrebbe voluto, ma piuttosto nella meraviglia della natura. Scelsero proprio il giardino della loro futura casa, che Jules aveva progettato con cura e a cui Jaqueline aveva saputo aggiungere un tocco di femminilità perfettamente adatto all'occasione. A Madame Gaumont fu permesso di addobbarlo, nei limiti della decenza e del buon gusto, a suo piacimento, purché fosse mantenuta la personalità dei futuri sposi, che quel luogo rifletteva così bene.
Jane e Anne si diedero un gran da fare per tenere a bada l'esuberante entusiasmo di quella donna piena di idee, non sempre realizzabili e spesso incongrue alla misura e al decoro e, grazie all'aiuto di Claire, che mediava tra le parti con sapiente diplomazia, riuscirono nell'impresa. Gli invitati ricevettero le loro partecipazioni, i tavoli furono predisposti con cura, le portate furono stabilite e tutti i numerosi ulteriori dettagli vennero stabiliti senza troppi intoppi. Le composizioni di fiori, scelte accuratamente dagli sposi in base al loro profondo significato, furono preparate dall'anziana fiorista con cui Belle era sempre rimasta in amicizia, che fu ben felice di contribuire con la sua esperienza e il suo buon gusto.
Jaqueline era profondamente grata alle sue numerose aiutanti, all'anziana signora e, soprattutto, al suo futuro sposo, sempre pronto ad affiancarla e a sostenerla in ogni decisione. Jules non si dimostrò mai troppo impegnato per ascoltare le sue richieste, né si lasciò influenzare dalla sua infervorata madre. Riuscì a mantenere la pace in famiglia e a rendere contente al contempo le due parti, senza mai far sentire la sua futura sposa trascurata, ma anche senza mai deludere eccessivamente la pretenziosa Madame Gaumont.
Quanto a Isabelle, fu un bene che non fosse troppo coinvolta nei preparativi delle nozze, perché difficilmente avrebbe sopportato l'ingerenza di Madame nelle questioni che non la riguardavano. Inoltre, organizzare un matrimonio non era di certo la massima aspirazione del suo cinico cuore, sicuramente non con quel petulante Mr De Vide a ricordarle quanto odiasse il genere maschile. Il romanticismo di Jane era decisamente più spiccato, date le circostanze, e di certo il suo cuore innamorato la rendeva più predisposta all'idea del matrimonio stesso.
Le nozze si avvicinavano ormai sempre più e Isabelle, quando si recava a casa Gaumont per le sue quotidiane lezioni, difficilmente incontrava le sorelle più grandi delle sue alunne, impegnate com'erano nel dare assistenza ai futuri sposi e ai fragili nervi della madre.
Quella mattina, però, Belle si stupì di vedere un capo chino sulla scalinata interna di Casa Gaumont, che si affacciava sull'atrio dell'ingresso. I lunghi capelli scompigliati sulle spalle e le pieghe dell'abito adagiate senza cura sugli scalini polverosi, Claire si teneva la testa tra le mani, lo sguardo basso e assente. Avvicinandosi lentamente, Belle non poté fare a meno di notare, sul viso dell'amica che si sollevava lentamente, delle lacrime che solcavano le sue guance bagnate e pallide.
"Claire, che succede?"
Lei, gli occhi assenti e il labbro inferiore teso e stretto tra i denti, sollevò un foglio di carta adagiato sul suo grembo, porgendolo a Belle con dita tremanti e volgendo il capo.
"Leggi, non mi importa..."
Isabelle, il terrore nello sguardo e quella carta ripiegata tra le mani, si adagiò accanto a lei, spostandole alcuni ciuffi di capelli dal viso inumidito di lacrime.
"Claire, non può essere così grave... Qualsiasi cosa sia successa la risolveremo insieme. Se si tratta dell'organizzazione del matrimonio, gli imprevisti capitano, è del tutto normale, ma..."
Claire la fermò, scuotendo il capo e indicando la lettera con un cenno del capo:
"Non è come immagini... Guarda tu stessa."
Isabelle, allora, deglutendo a vuoto, aprì le pieghe di quel foglio. Una lunga successione di righe tracciate con una grafia tremolante, insieme a qualche piccola sbavatura dell'inchiostro, erano tutto ciò che aveva dinnanzi:
Mia cara,
È con grande rammarico che devo darvi la più triste delle notizie. Mentre scrivo, bagno questa carta di lacrime amare, al pensiero del dolore che vi causerò. Vi prego, sappiate che non è mai stata mia intenzione recarvi alcuna sofferenza e che questa infausta piega del nostro destino cade come un macigno pesante sul mio cuore devastato.
Eravate presa dai preparativi, nell'ultimo periodo, e quindi di certo non vi sarete accorta del mio temperamento più agitato del solito. Si tratta di mio padre: voi conoscete da tempo la profondità dei miei sentimenti, ma lui non vi ha mai dato importanza. Ha sempre sostenuto si trattasse soltanto di un'infatuazione passeggera.
Con la recente notizia riguardante l'ormai prossimo matrimonio di vostro fratello, avevo creduto di poter finalmente rendere chiare le mie intenzioni nei vostri confronti. Prima di parlarne con Mr Gaumont o con voi, nella speranza che poteste accettarmi come vostro indegno compagno per la vita, ho affrontato l'argomento con mio padre, convinto che non si sarebbe opposto al volere del suo unico figlio. Ho espresso i miei sentimenti e desideri, ma lui mi rispondeva con la solita leggerezza. Allora ho affermato con decisione il mio proposito di chiedere la vostra mano, ribadendo la serietà e correttezza delle mie intenzioni, nel corteggiarvi. A quel punto, il suo atteggiamento è cambiato. La collera con cui mi si è rivolto è indescrivibile, così come l'asprezza delle parole che ha usato nei miei e nei vostri riguardi.
Vede la nostra unione come qualcosa di impossibile, un ostacolo alle sue ambizioni per suo figlio. Mi crede immaturo, ingenuo e infatuato. Non comprende la forza del mio sentimento, né la profonda amarezza che la sua decisione ha fatto calare sul mio cuore affranto. Claire, lui non approva. Non mi dà la sua benedizione, non accetta di vedermi legato a voi. È stato irremovibile, categorico nel suo rifiuto, e non ho potuto cambiare in alcun modo le sue ferme convinzioni.
Il giorno seguente allo scontro di parole che vi ho descritto, un'auto mi aspettava davanti a casa, già carica con i bagagli che non avevo affatto preparato. Mi aveva iscritto a mia insaputa al corso di legge di Oxford e il semestre era già iniziato. Sono andato da lui fuori di me, incapace di ragionare, e mi sono opposto alla partenza con tutte le mie forze. Non mi ha dato scelta, ha detto che l'unico modo per ricevere la sua benedizione in un futuro lontano sarà portare a termine i miei studi, diventare un avvocato affermato, e poi rivolgergli nuovamente la mia richiesta.
Per quasi quattro anni, mi ha vietato di vedervi, scrivervi o avere qualsiasi altro contatto con voi. Desidera estirpare dal mio cuore ogni sentimento che possa distrarmi dagli studi, ma non ne sarà capace. Voi, Claire, rimarrete sempre il mio ricordo più bello e luminoso, il mio desiderio più grande e la gioia più autentica che mi è stata negata.
Non mi rimane altro da fare, se non implorare il vostro perdono, consapevole di non poter ricevere la vostra comprensione, ma aggrappandomi alla vostra misericordia e alla pena che forse il vostro generoso cuore avrà nei confronti di questo infelice.
Davanti a me, vedo solo questi lunghi anni di separazione. Starvi lontano sarà difficile come smettere di respirare. Ma ancor più doloroso sarebbe sapere di essere stato la causa della vostra infelicita: non me lo perdonerei mai.
Ritenetevi quindi libera di scegliere un gentiluomo meno codardo e debole di me, degna come siete dell'attenzione del mondo intero, splendida e pura come il fiore più bello di qualunque giardino. Al mio ritorno, sono sicuro che troverò accanto a voi un gentiluomo che avrà saputo donarvi la felicità che, purtroppo, questo infelice vi ha negato. Sono stato costretto, contro la mia volontà, a partire il giorno stesso in cui i nefasti propositi di mio padre si sono palesati ai miei occhi. E vi scrivo ora dalla prima tappa del mio viaggio, di nascosto, prima di imbarcarmi per l'Inghilterra e per il periodo più buio e vuoto della mia vita. Ho perduto la stella più luminosa del mio cammino, che ho amato con tutto me stesso.
Serbate di me almeno il ricordo e vi prego di non portare rancore a questo sciagurato, che vi scrive dei suoi sentimenti come non ha mai saputo parlarvi.
Sempre vostro,
Charles Bingley
Isabelle non era riuscita a fermarsi, aveva scorso con gli occhi sgranati quelle righe trattenendo il respiro per lo sconcerto che quella rivelazione inattesa le aveva causato. Mr Bingley era sempre stato di poche parole, e mai si sarebbe aspettata da quel ragazzo così poco loquace una scrittura così fluente. Ma a sorprenderla di più non era la forma inattesa di quella lettera, piuttosto il suo contenuto devastante. Ora, giunta a quella firma scarabocchiata in fondo alle righe più tristi che avesse mai letto, non sapeva cosa dire. Sbatteva le palpebre, cercando disperatamente di aggrapparsi all'unica speranza:
"Tornerà... Claire, ti ama."
Lei, a quelle parole, prese a singhiozzare, nascondendo il viso fra le mani:
"E non ha nemmeno avuto il coraggio di dirmelo in faccia?"
Scosse la testa, sollevando gli occhi incolleriti su Isabelle:
"Non me lo ha mai detto... Non mi ha mai amato per davvero. Altrimenti non sarebbe partito."
Belle non sapeva come rispondere: la devozione di quel giovane era evidente da quella lettera piena di sentimenti, ma Claire sembrava un muro, così sconcertata da quella notizia da apparire insensibile, svuotata.
"Non verrà nemmeno al matrimonio di Jules... Non posso pensare di andarci da sola. Ero convinta che sarei stata la prossima, e invece... Non mi ha nemmeno detto addio."
Belle la circondò con il braccio libero, stringendo dolcemente le dita attorno alla sua spalla.
"Non voleva farlo..."
Claire, lapidaria, la guardò con un'aria di rimprovero negli occhi stanchi:
"Allora non avrebbe dovuto farlo."
Si alzò, aggrappandosi al corrimano per salire sulle scale e asciugandosi gli occhi:
"Troverà una nobildonna inglese, ricca e bellissima, che ruberà il suo cuore e i soldi di suo padre. Ma nessuna amerà mai quella ridicola chioma color carota quanto l'ho amata io..."
Si voltò verso Isabelle:
"Suo padre mi crede un'arrampicatrice sociale... Ma tu sai che non è così."
Belle sollevò quella carta bagnata delle lacrime del giovane più sensibile e delicato che conosceva:
"Ne sono certa... E anche lui lo sa."
Claire annuì tristemente, mentre quel muro di freddezza crollava lentamente dalle sue spalle arcuate.
"È così brutto, essere sempre la bella e frivola, stupida e superficiale Claire. Un viso carino, un vestito vaporoso e nient'altro. E adesso... chissà cosa diranno di me."
Isabelle, a quelle parole, si sollevò e la fronteggiò, sollevandole il mento:
"Tu non sei affatto questo... Sei una giovane avvenente e bellissima, ma sei anche una donna determinata e coraggiosa. Sei più intelligente di chi ti giudica e, soprattutto, a differenza loro hai un cuore, sotto quel bel vestito. Hai un cuore che pulsa e che vive, che si innamora e che soffre. E se non riescono a vederlo, non sanno cosa si perdono. Non sono degni della donna straordinaria che sei."
Per la prima volta in quella mattina, la fronte di Claire si distese un istante, mentre le sue labbra pallide si addolcivano in un lieve sorriso e la sua schiena tesa si abbandonava all'abbraccio dell'amica. Alcune calde lacrime bagnarono la spalla di Isabelle, mentre per la prima volta la sempre perfetta Miss Gaumont lasciava emergere senza paura la sua fragilità, dimostrando come mai prima il suo coraggio, dietro quella crepa di apparente debolezza.
Ed eccoci qui, a un'altra svolta improvvisa a cui le amanti di Orgoglio e pregiudizio sicuramente erano preparate...
In questo caso, però, a subire questo allontanamento è la nostra Claire, imperturbabile, frivola e superficiale... Oppure no? Che ne pensate?
Non è stato facile scrivere questo capitolo, cercando di far conciliare la prima parte con la seconda, inserendo al centro del capitolo la lettera del nostro tormentato Rosso Malpelo. Credevo si sarebbe trattato di poche righe, e invece è stato lui a guidarmi nel tracciare le sue parole piene di sentimento... Rileggendole, non ho potuto fare a meno di stupirmi, come Belle, del suo cambiamento. Mi sono chiesta se fosse incoerente con il personaggio, ma mi sono risposta l'esatto contrario: a volte dietro al temperamento più timido e impacciato si nasconde una sensibilità fuori dal comune.
Siete d'accordo? Possibile che i nostri personaggi più leggeri ci rivelino la propria profondità in modo del tutto inaspettato? Lascio a voi la parola... e faccio un passo indietro. 🤭
Scusandomi per la mia scarsa regolarità, dovuta al fatto che quasi tutti i weekend una giornata intera è assorbita dal corso che sto seguendo per lavoro, vi ringrazio come sempre della vostra pazienza e costanza. 💕
A presto!
Naomi ✨
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