✨51. Tutto secondo i piani

Quanto al reclutamento del povero Mr Bingley, Belle non poté assistervi, né tanto meno sapere come Claire avesse impiegato le sue doti di manipolatrice per coinvolgerlo in quel piano. La sua curiosità, questa volta, non poté essere esaudita in alcun modo...

Comunque, una cosa era certa: Charles aveva accettato, suo malgrado, e adesso che si trovavano tutti e tre a tavolino la sua fronte esprimeva la sua preoccupazione con numerosi corrugamenti. I suoi occhi, però, erano rivolti con fiducia alla sua ispiratrice: Miss Gaumont era impegnata nell'ardua impresa di contagiare entrambi con il suo entusiasmo, e lui la ammirava nel suo zelo infervorato.
"Bene, ricapitolando: per il picnic è già tutto organizzato, mi sono assicurata che non manchi nessuno. Una giornata in campagna per la famiglia al completo..."
Sospirò, soddisfatta, e poi posò dolcemente una mano sul braccio della sua volpe, le cui dita tamburellavano nervosamente sul tavolo:
"Caro Charles, condividendo la tua passione per l'equitazione, Jules sarà ben felice di esercitarla insieme a te. Una passeggiata a cavallo sarà l'occasione perfetta per parlargli. Lo conosco, e so che all'aria aperta e circondato dalle sue piante si confida senza difficoltà."
Sorrise, volgendo lo sguardo al variopinto fogliame del giardino interno, che Jules curava con assiduità e costanza. Mr Bingley annuì, abbozzando un sorriso:
"Certo, mi fido del vostro giudizio. Speriamo nel cavallo allora... Voglio dire, nella passeggiata a cavallo."
Claire, grata, ricambiò il suo sguardo compiaciuto:
"Benissimo, sapevo non avreste fatto alcuna obiezione."

A quel punto, si soffermò sull'amica, che li osservava divertita, mantenendo il suo silenzio:
"Venendo a noi, Belle, credo che tu potrai sfruttare quel luogo di cui mi parlavi: se non ho sbagliato nella scelta della nostra destinazione per il desinare, non dovremmo essere lontani da quell'altalena. Jaqueline ti seguirà sicuramente, felice di ricordare i vecchi tempi."
Isabelle si morse le labbra, non del tutto convinta:
"È molto vicino alla sua vecchia casa... Non so se le farà piacere rievocare certi brutti ricordi... Comunque, proverò a portarla lì."
A quel punto, il gatto Claire tirò fuori i suoi artigli:
"E ora veniamo alla mamma: se riusciremo a portarla dalla nostra parte, il gioco sarà fatto."
Lo sguardo affilato e la convinzione nelle sopracciglia distese, Claire era convinta del suo successo:
"Quando saremo sole, io e la mamma, guardando le ragazze rotolarsi nell'erba, ne approfitterò per andare sull'argomento. Sfrutterò l'occasione: un bicchierino di vino sul prato e via... saprò giocare bene le mie carte."
Bingley ora appariva pieno di motivazione per l'impresa, orgoglioso di poterne prendere parte e determinato a gettarvisi con tutto se stesso.
"Ne sono certo!"
Si alzò da tavola, le spalle dritte e il mento sollevato, ostentando la sicurezza che Claire gli aveva insegnato a mostrare.
"Ci vediamo domani, allora. Buona serata a entrambe. Grazie, Claire, per aver pensato a tutto. Siete un'organizzatrice impareggiabile."
Anche i suoi complimenti, adesso, apparivano più disinvolti. Isabelle osservò quel suo cambiamento, trattenendo a stento una risata divertita. Anche lei si alzò e si avvicinò all'amica, per salutarla. A differenza di Charles, però, era ancora un po' titubante, e non per la riuscita dell'impresa, ma per la sua ritrosia nel partecipare a quelle confabulazioni. Era certa al pari di Rosso Malpelo che Claire non avrebbe potuto fallire. Era la persona più cocciuta e determinata che conosceva, ed era sicura che qualunque cosa quella ragazza avesse avuto in mente, l'avrebbe portata a termine. Sperava solo, così facendo, di non rendersi complice di una cattiva azione. Ma il buon cuore di Claire era una garanzia: non sarebbe stato nella sua natura escogitare qualcosa di scorretto o sconveniente.

E così, il giorno seguente, all'orario stabilito, l'allegra compagnia giunse con perfetta puntualità nel luogo prescelto da Claire. Si trattava di un campo decisamente pittoresco, pieno di margherite, che sormontava il dolce pendio di una bassa collina. L'erba non era del tutto incolta, erano cresciuti dappertutto quei piccoli fiori bianchi, e qualche primula faceva capolino tra i trifogli. I colori erano già quelli primaverili, sebbene fosse solamente l'inizio di marzo.
"È perfetto, direi meraviglioso. Charles, Jules, potete appoggiare qui tutto."
I cavalli furono presto liberati dal peso che portavano, mentre gli uomini ubbidivano prontamente alle indicazioni di Claire, sistemando le tovaglie sul prato e i pesanti cesti su di esse.

A un tratto, una voce affannata li raggiunse:
"Potreste darmi una mano?"
Madame Gaumont era appena scesa dall'auto munita di autista che Mr Bingley aveva gentilmente messo a sua disposizione, e arrancava ora lungo la salita della collina verso di loro.
Jaqueline, che l'aveva accompagnata in macchina, le fu prontamente accanto, porgendole il suo braccio e sostenendola nella salita.
"Oh, grazie, cara. Siete un angelo!"
Claire si voltò verso Belle, sorridendole maliziosa. Le si avvicinò e le diede una gomitata eloquente, osservandola da sotto il suo cappellino di paglia:
"Il gioco è quasi fatto, e non ho nemmeno cominciato!"
Isabelle non poté fare a meno di ridere, mentre scuoteva la testa e osservava quel quadretto in cui la futura suocera si appoggiava all'inconsapevole nuora con il suo peso non troppo leggiadro, completamente ignara delle loro meditazioni.

Giunta al termine della salita, Madame Gaumont si fermò accanto a Claire. Ammirò la vista sulla campagna dall'ampia radura. Tre giovani sventolavano i loro cappellini di paglia per salutarla, mentre saltellavano allegramente nell'erba. Lei agitò il ventaglio, in risposta.
"Oh, eccole lì... Mi siedo qui, così posso osservare le mie ragazze. Sono così cresciute, non è vero?"
Madame Gaumont si adagiò sull'erba, sventolandosi e volgendo lo sguardo a Jaqueline, ferma in piedi accanto a lei.
"Sbocciano in tutta la loro bellezza."
L'orgoglio e la soddisfazione si coglievano chiaramente sul suo viso, così come nella nota commossa della sua voce. Persino Madame Gaumont sembrò comprendere le sue emozioni:
"Vi siete affezionata tanto a loro... State facendo davvero un ottimo lavoro, come insegnante. Mi avete fatto ricredere sulla vostra competenza, sapete?"
Claire, sfregandosi le mani, fece un cenno a Belle, sussurrandole all'orecchio:
"Bene, è il momento. L'altalena vi attende. Dai, svelta!"
Si avvicinò ai cesti, appoggiati sulle tovaglie stese sull'erba:
"Mamma, mi aiuteresti a disporre le posate e le portate? Charles e Jules sono andati a legare i cavalli a quelle piante."
Osservò le ampie tovaglie, allargando le mani:
"Vorrei proprio fare una bella tavolata... Metterei i cuscini tutto intorno, che ne dici?"
La madre annuì, compiaciuta:
"Oh, certo! Ti aiuto volentieri, cara."
Jaqueline, allora, si rese subito utile: stava iniziando ad aprire il primo cesto, quando Claire la bloccò:
"Oh, per favore, potreste essere così gentile da andare insieme a Belle a raccogliere qualche fiore? Mi piacerebbe avere un bel centrotavola colorato..."
Lei sembrò confusa:
"Ma, siete sicura di non volere una mano, signorina?"
Claire scosse la testa, determinata:
"No, affatto. Vi ringrazio per l'interessamento, ma quel centrotavola è la cosa che mi preme di più. E poi ci sono le mie sorelle, mi daranno una mano loro qui. "
Belle, allora, che fino a quel momento aveva assistito in silenzio, lasciando fare alla manipolatrice per eccellenza, si introdusse nella conversazione:
"Mi domando dove potremmo trovare dei bei fiori... All'altezza della nostra Claire."
Jaqueline allora, ancora un po' perplessa, si illuminò a un tratto:
"Oh, ma io conosco questi prati come le mie tasche. Andiamo da quella parte."
Indicò proprio la direzione che Claire e Belle avevano previsto, e mentre si incamminava, affiancata da Isabelle, lei voltò lo sguardo, gettando una rapida occhiata soddisfatta alla sua complice. Ora che l'occasione si era creata, non restava che cogliere il momento. Tutto procedeva secondo i piani...

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