✨43. Uno scorcio di luce

"Belle, sono arrivate!"
Dei piedi scalzi e leggeri correvano veloci sulle scale, mentre una sottoveste bianca faceva capolino alla porta della vecchia stanza, ondeggiando insieme ai riccioli dorati che ricadevano su una schiena tesa.
"Non posso crederci, guarda!"
"Non riesco nemmeno a vederti con questa confusione!"
Isabelle, oppressa da ogni parte da tutte le giovani debuttanti intente a vestirsi, cercava di guardare attraverso le braccia tese, gli abiti vistosi appesi in ogni angolo della piccola stanza, i corpetti mai stretti abbastanza, i cui nastri continuavano a essere tirati, le piume dei cappellini appoggiati qua e là...
Era impossibile persino individuare i riccioli dorati dell'amica, in quel marasma umano.

Jane sospirò e poi, in un'impeto di gioia inespressa, scavalcò con uno slalom umano quella massa di galline intente ad agghindarsi, raggiungendo finalmente il letto di Belle, seduta sulle lenzuola, con un libro tra le mani. I suoi capelli spettinati non rivelavano la benché minima intenzione di iniziare a prepararsi. Jane scosse la testa, vedendola in quello stato, ma poi si gettò sul materasso in preda all'euforia: ben altri pensieri riempivano la sua mente sognante, mentre le assi del letto scricchiolavano pericolosamente.
"Che ti prende?"
Belle la guardava con aria interrogativa, irritata da tutta quella felicità immotivata, mentre Jane si sistemava al suo fianco, con le mani nascoste dietro la schiena e un'espressione che tradiva il suo visibilio. Iniziò a dondolare le gambe, tirando fuori un ventaglio di buste e gongolando per la gioia:
"Guarda! Sono arrivate, finalmente!"
Isabelle si portò una mano al volto, mentre un sorriso malizioso faceva capolino sul suo viso, ancora ombroso:
"Ma guarda un po'... Cosa combina il nostro marinaio? Non si fa sentire per un mese intero e poi pensa di poter rimediare con cinque lettere tutte in una volta?"
Jane gliele sventolò davanti al viso, orgogliosa del suo romantico e fedele Gilbert.
"Te l'avevo detto: avrebbe mantenuto la parola. Ho sempre ragione, quando si tratta di un certo ragazzo..."
Scoppiarono a ridere, stemperando così l'ansia di quella giornata. Poi Jane abbassò lo sguardo sulle buste, strette tra le dita tremanti, tornando seria.
"Ehi, ma..."
"Cosa c'è? Fammi vedere!"
Belle le si avvicinò, spostando i suoi riccioli per sbirciare. Allungò lo sguardo sulla carta, sfiorando con il naso i suoi capelli dorati.
"Non ci credo: addirittura tre lettere per la sua amata. E solo una per entrambe? Gilbert, mi farò sentire!"
Jane arrossì visibilmente, nascondendosi dietro l'ultima lettera e riportando dietro la schiena le altre buste:
"Beh, ce n'è una anche per la famiglia."
"Certo, ovviamente..."
Belle la canzonò, ridendo di cuore al suo imbarazzo genuino.
"Che cosa stai aspettando?"
Jane sollevò lo sguardo, gli occhi nei suoi, ricambiando quello scintillio indiscreto.
"Andiamo!"
Le prese il polso, trascinandola con sé oltre il gruppo di fanciulle infiocchettate. Si voltò solo una volta fuori dalla stanza.
"Finalmente libere."

Lungo i corridoi giravano ragazze in sottoveste, altre con il corpetto ancora slacciato, altre ancora in parte vestite. C'erano poi alcune bambine e ragazzine più piccole che, curiose, guardavano quella scena così ridicola e affascinante si loro occhi ingenui. Jane la guardò con aria interrogativa:
"Dove andiamo?"
Belle si fermò a un tratto, portandosi l'indice alle labbra per raccomandare all'amica di fare silenzio. Proprio in quel momento, infatti, stava passando l'istitutrice, per acquietare quelle giovani intente ad abbellirsi urlando e ridendo senza alcuna grazia. Entrava in tutte le stanze delle debuttanti, per sedare gli animi più infervorati.
"Vieni, non verrà mai nella sua stanza. È pronta almeno da stamattina, probabilmente ieri è andata a letto vestita."
Jane trattenne a fatica una risata, mentre seguiva Belle lungo il corridoio verso la stanza di quella donna dal volto arcigno e supponente.
"Ma che stai facendo?"
Belle richiuse la porta dietro a sé, accomodandosi allo sgabello davanti allo specchio, orgogliosa di aver soppiantato l'istitutrice nel suo stesso nido.
"Mi accingo a leggere la lettera dedicata a entrambe, o vuoi leggere le tue?"
Jane scosse la testa, porgendo a Belle una busta e nascondendo le altre dietro la schiena, tra le pieghe della veste:
"Mi hai convinta. Tieni, leggi pure."
Isabelle sfiorò le sue dita delicatamente per poi aprire lentamente la busta ed estrarne il contenuto. Jane, per attenuare la sua ansia, prese dal tavolino della toeletta, davanti a cui era seduta Belle, una spazzola e iniziò a sistemare i capelli dell'amica. Lei, nel frattempo, stava distendendo le pieghe di un foglio un po' rovinato, ma pieno di parole tracciate dalla calligrafia tremolante, ma immensamente dolce, di un giovane marinaio.

"Carissime Jane e Belle,
Questa lettera è per entrambe e, cara Isabelle, prima che il tuo animo pretenzioso si infervori contro un innocente pirata, devo dirti che ho mantenuto la mia promessa. Anzi, mi sono superato: sono passate soltanto tre settimane e ho scritto non solo tre lettere, come da te richiesto, come dolce medicina per la mia principessa riccioluta. Ma ho totalizzato ben cinque missive, che mi hanno richiesto una gran quantità di tempo e tanta carta straccia, ma che mi hanno anche riempito di gioia, riportandomi da voi e dai miei più bei ricordi."

Jane, gli occhi lucidi, si stava già sciogliendo per l'emozione. Belle alzò lo sguardo sullo specchio, intercettando il suo.
"Vedi di resistere, siamo ancora al primo paragrafo."
Riccioli d'oro si nascose il viso con la mano, la spazzola contro la fronte e un sorriso cristallino sul volto.
"Vai avanti..."
Belle si fece nuovamente seria, per quanto poteva, riprendendo la lettura:

"Vi arriverà un bel pacco di lettere, quindi, alla fine del mese. Purtroppo non ho potuto spedirle prima della nostra prima tappa a terra, ma confido nella vostra pazienza e nella vostra fiducia che, come vedete, è ben riposta."

Belle interruppe nuovamente quel flusso di parole, sollevando un indice e rivolgendosi a quel marinaio, quasi potesse sentirla.
"Per questa volta sei perdonato, ma lascia a noi il compito di giudicare se la nostra fiducia è ben riposta, giovane Peter. Ne parlerà il tempo!"
Jane scosse la testa:
"Smettila di fare la vecchia cinica, nonna Belle!"
Isabelle le diede una gomitata contro al fianco, mentre Jane ricambiava con un colpetto sulla testa con la spazzola:
"Su, vai avanti!"
Belle si massaggiò la testa, guardandola con un tacito desiderio di vendetta, per poi riabbassare lo sguardo:

"Comincio con il mio racconto: sarà breve, perché non ho molto da dire. Le giornate si susseguono senza tregua, rapide e piene di cose da fare. Imparo in fretta e spero di fare carriera, non perché io desideri ruoli di prestigio, ma perché il ruolo del mozzo non è dei migliori. Significa pulire le cabine, compresi bagni e... Potete immaginare. Significa pelare patate, lavare montagne di piatti, rassettare gli spazi comuni e quant'altro. Sto imparando anche a verificare la sicurezza delle varie parti della nave, comunque, e spero di poter conoscere presto anche gli strumenti di navigazione, che vengono periodicamente controllati da alcuni esperti. È entusiasmante entrare nella cabina di pilotaggio, osservare la strumentazione sofisticata e moderna, e scoprire di aver fatto parte di un mondo antiquato e di non avere alcuna conoscenza delle novità in campo tecnologico.
Ma niente di ciò che ha costruito l'uomo sarà mai paragonabile all'incanto del creato. La vastità dell'oceano, lo schiumare delle onde, l'immensità del cielo e le stelle... Non potete immaginare quante costellazioni si vedano dal ponte di una nave. Nel buio più totale, sdraiato su quelle assi che ondeggiano perse nell'oceano, rimango estasiato, incatenato al cielo con lo sguardo: non esiste niente al mondo di più maestoso. Tutto questo, cara Belle, spero possa ispirare i tuoi racconti. Mi raccomando, scrivi le tue storie sognanti e mandamele: mi terranno compagnia insieme alle lettere della mia cara Jane, di cui non posso fare a meno."

Belle ricercò ancora una volta lo sguardo dell'amica, che teneva gli occhi bassi ma le cui guance in fiamme rivelavano ogni emozione. Si trattenne a fatica dal commentare, per non aumentare l'imbarazzo visibile di riccioli d'oro. Riabbassò lo sguardo, mordendosi le labbra e schiarendosi la voce:

"Se la posta funzionerà a dovere, credo che questa lettera, insieme al pacco di buste che ho chiuso poco fa, arriverà a destinazione poco prima del famoso Ballo d'inverno. Persino qui, a miglia e miglia di distanza dalla costa, non si parla d'altro. Immagino il trambusto di queste giornate, l'ansia e l'atmosfera concitata che vi circonderanno. Ma, soprattutto, mi sembra di vedere l'espressione scocciata e accigliata di Belle, che pagherebbe qualunque prezzo pur di fuggire e fare a cambio con un marinaio disperso in acque lontane."

A queste parole, Belle non seppe trattenersi, esplodendo con tutta la sua insofferenza:
"Puoi ben dirlo, Gilbert! Cosa darei per essere al tuo posto!"
Jane le posò dolcemente le mani sulle spalle, sorridendole attraverso il riflesso dello specchio.
"Vedrai, sarà meno terribile di quanto pensi! Se non altro, con aspettative così basse per la serata, Belle, non potrai rimanerne delusa."
In risposta, Isabelle scrollò le spalle, scuotendo il capo con aria incerta:
"Non ne sarei così certa, ma apprezzo la tua positività. Non ti smentisci mai, Jane."
Posò le sue dita su quelle dell'amica, le cui mani erano ancora appoggiate sulle sue spalle.
"Con te sarà più facile, riccioli d'oro. I tuoi occhi speranzosi rendono tutto più luminoso."
Jane la ringraziò per quel complimento, stringendo dolcemente le dita su quelle spalle sottili. Poi Isabelle riabbassò lo sguardo su quelle righe d'inchiostro.

"Mi dispiace, non immaginate quanto, non poter essere lì con voi, in questi giorni caotici, che metteranno alla prova tutta la vostra pazienza. Non potrò esserci, è vero, ma se non altro posso farvi le mie raccomandazioni, sperando arrivino in tempo.
Partirò da te, mia dolce Wendy dai riccioli d'oro, perché so che affronterai con più serenità questa serata rispetto al nostro tormentato e ribelle capitan Uncino."

Belle si schiarì la voce, sorridendo maliziosa:
"Qui le cose si fanno interessanti... Vediamo un po' cos'hai da dirci, caro il nostro Peter."

"Mi rivolgo a te, Jane, nella speranza che tu possa trovare qualche cavaliere degno della tua bellezza, che sappia farti divertire con un ballo che renda giustizia ai tuoi passi fatati."
"Ma sentitelo, il nostro marinaio! Finge di non essere geloso... Ma purtroppo non gli crede nessuno."
Jane scosse i suoi riccioli, senza riuscire a trattenere una risata, stemperando per qualche istante il suo imbarazzo, che stava raggiungendo livelli senza precedenti.
Belle allungò lo sguardo sulle righe successive:
"Senti, senti, che adulatore!"

"Sarai bellissima, lo sei sempre. Ricordo come fosse ieri quanto mi lasciasti senza fiato quella sera a teatro, con i fiori intrecciati tra i capelli e quel frusciante vestito. La tua immagine sarà sempre scolpita nella mia memoria..."

Belle, soddisfatta, squadrò il viso di Jane, in preda alle fiamme.
"Eccoti servita la dose di zuccheri per compensare tre settimane di lontananza."
Jane, senza smettere di sorridere, le diede una pacca sulla spalla, in un tentativo poco convincente di rimproverarla:
"E smettila! Perché devi sempre rovinare la sua dolcezza con il tuo cinismo?"
Belle, però, aveva appena cominciato, e non era affatto intenzionata a mettere da parte il suo sadismo:
"A pensarci, dev'essersi addirittura trattenuto, in questa lettera indirizzata a entrambe... Non immagino in quelle tre buste dedicate a te cos'abbia scritto! Quanto darei per leggerle..."
"Per deridere la sua dolcezza? Neanche per sogno!"
In un impetuoso desiderio di vendetta, decisamente raro per la paziente Jane, allungò le dita strappando dalle mani di Belle la preziosa lettera.
"Continuo io, nonna Belle. E vedi di non prenderti gioco del mio Gilbert, altrimenti mi sottrarrò ben volentieri al supplizio di leggere ad alta voce."
Isabelle si voltò sullo sgabello, incrociando le braccia, squadrando l'amica con sguardo stupito.
"Cosa sono queste minacce?"
Sollevò il mento, invitandola a proseguire la lettura:
"D'accordo, vai avanti tu. Proverò a mordermi la lingua, ma non ti garantisco nulla. Dipenderà tutto da quanto il nostro marinaio sarà smielato."
Jane, poco soddisfatta, le rivolse un sorriso ionico:
"Apprezzerò il sacrificio."
Abbassò lo sguardo, stringendo tra le mani quella carta così cara, per poi immergersi nelle parole d'inchiostro del suo adulatore:

"Molti occhi saranno puntati su di te, ma non lasciare che il tuo buon cuore ti renda suscettibile a quelle attenzioni indiscrete che, sono certo, riceverai da tutti. Come ti ho già detto, vorrei ti sentissi libera di fare le tue scelte, ma mi raccomando: non accontentarti in nessun caso. L'uomo che sceglierai dev'essere all'altezza della creatura angelica e straordinaria che io non mi sento degno nemmeno di sfiorare. Deve saper cogliere appieno il valore non solo della tua bellezza esteriore, ma anche e soprattutto del tuo animo così immenso e speciale."

Jane interruppe per un momento quel flusso di parole, riprendendo fiato e cercando di ignorare il battito agitato del suo nostalgico cuore.

"Non sentirti incatenata al mio ricordo, divertiti e sorridi alla vita. Lasciati coinvolgere e consolare dalla tua amata musica, dai balli, dalle conversazioni allegre e dalle piacevoli compagnie, ma sempre con gli occhi ben aperti e pronti a cogliere ogni parola troppo audace. Quanto a questo, sono sicuro che la nostra cara Belle compenserà la tua dolce ingenuità con il suo cinico occhio critico."

Jane sollevò lo sguardo, mentre l'imbarazzo lasciava lentamente il posto a una smorfia divertita:
"Ecco, vedo che io e Gilbert siamo d'accordo, quanto al tuo cinismo... E ora sono proprio curiosa di leggere le raccomandazioni per te, cinica romanticona che non sei altro!"
Belle, che cercava ora di nascondere i suoi occhi lucidi per le parole di quel ragazzo autentico, che rivelavano la purezza del suo sentimento, scosse la testa abbozzando un sorriso, fingendo un distacco alquanto inverosimile.
"Vai, leggile, così posso tornare a lamentarmi!"
Jane sospirò, cogliendo quello scorcio di umanità nella maschera di falsa freddezza dell'amica, che ironizzava sulle parole di Gilbert nell'evidente tentativo di sdrammatizzare. Poi cercò con le dita il punto dov'era arrivata, immergendosi nuovamente nella lettura:

"Le raccomandazioni che ho fatto a te, Jane, valgono anche per la tua drammatica amica: vorrei che anche lei sapesse divertirsi, per una sera, lasciandosi andare senza che il suo orgoglio recalcitrante le impedisca di vivere.
Cara Belle, anche tu, sebbene stenti ad ammetterlo, sei di una bellezza disarmante. Non dubito, quindi, del fatto che, nonostante la tua espressione irritata e sprezzante, saranno tanti i bellimbusti pronti a farsi avanti. Il disprezzo che provi nei loro confronti mi è ben noto, ma non lasciarti accecare dal pregiudizio. Non ti sto dicendo di accontentarti del primo "energumeno senza cervello", come sei solita definirli tu stessa nel tuo filosofeggiare riguardo alla feccia di quest'umanità mascolina, non lo farei mai.
Conosco bene il tuo valore e so che, al pari della mia Jane, nessun uomo sarà mai alla tua altezza. Tuttavia, vorrei sapessi guardare oltre le apparenze, vorrei che per una volta togliessi il velo scuro che rende tutto ciò che ti circonda disumano. Non chiuderti a riccio, mostrando solo i tuoi aculei: finiresti per ferire te stessa. Piuttosto, lascia aperto anche solo uno spiraglio verso l'animo bellissimo e straordinario che sei, perché anche quello scorcio di luce arricchirebbe moltissimo chiunque avrà il privilegio di sfiorare il tuo cammino. E chissà che aprendoti al mondo, il mondo non si riveli un posto migliore di quanto credi."

Belle, ora, non riusciva più a trattenere le lacrime, non poteva più celarsi dietro il suo umorismo. Rigavano le sue guance rosee, quelle piccole gocce di nostalgia, mentre lei tentava di cancellarle una dopo l'altra, nell'inutile tentativo di nasconderle. Jane le prese la mano nelle sue, inginocchiandosi davanti a lei:
"Ha fatto un ritratto di te molto verosimile, cara Belle. Tu sei immensa e speciale, non so descrivere quanto è straordinario il tuo universo interiore. Ma spesso indossi una maschera di freddezza e cinismo per cercare di proteggerti. Hai paura di essere ferita, perché sei stata scottata tante volte, e ti capisco."
Belle annuì, incapace di rispondere, mentre quell'analisi introspettiva faceva lentamente crollare ogni traccia della sua corazza. Jane le accarezzò le dita sempre fredde, mentre si rivolgeva al suo cuore così caldo:
"Forse il mondo non sarà pieno di persone buone, come lo vedono i miei occhi ingenui. Ma non è nemmeno fatto soltanto di burattini guidati da un sistema ingiusto, incapaci di pensare con la loro testa. La società è malata, hai ragione di affermarlo, ma questo non significa che ogni singola persona che ne fa parte sia stata contagiata da questo male."
Strinse gli occhi, cercando di convincerla con il suo sguardo determinato:
"Vogliono catalogare le persone, dando loro una classe di appartenenza. Cercano, così, di cancellare la loro umanità. Non farlo anche tu, scambiando quell'etichetta per un insieme omogeneo e indistinto di inutili amebe."
Strinse quelle mani, infondendo con quel gesto tutta la fiducia di cui era capace:
"Sono persone, Belle, persone in carne ed ossa. E forse, proprio come te, quel titolo sta stretto anche a loro. Forse non sei l'unica a voler cambiare le cose, forse la nostra classe sociale non è l'unica... Ma non potrai mai scoprirlo, finché rimarrai chiusa nel tuo guscio."

Belle staccò per un istante gli occhi dai suoi e si voltò, guardandosi allo specchio. Osservò quell'immagine cercando di vedersi attraverso lo sguardo di Jane, attraverso le sue parole. La descrizione che l'amica le aveva appena fatto rivelava di lei più di quanto potesse farlo quel riflesso così nitido. Era facile capire cosa doveva fare, ma ben diverso era compiere quella trasformazione interiore.
Lei era un animo in tempesta, indomito, incapace di stare a terra. Doveva volare, elevarsi da quella società malata, prenderne le distanze, per sentirsi viva. Non c'era soltanto un velo, a oscurarle gli occhi, ma un peso sul cuore che portava da una vita, un desiderio di giustizia che non le dava pace, che la divorava da dentro. A forza di delusioni, aveva smesso di aspettarsi qualcosa dagli altri. Aveva deciso di inseguire i suoi sogni in solitudine. Aveva creato il suo piccolo mondo, riservando la sua fiducia alle poche persone speciali con cui aveva costruito un legame indissolubile, con quei pochi animi affini che condividevano i suoi stessi ideali. Ed era in loro, che ritrovava tutta la sua luce. Aprirsi al resto del mondo era davvero la cosa giusta da fare?
Si voltò nuovamente, con lentezza, osservando il viso speranzoso di Jane, che si era riabbassato per leggere le ultime parole di Gilbert:

"Nella speranza che questa serata vi riservi piacevoli sorprese, o quantomeno si riveli migliore delle aspettative, vi abbraccio con tutto il mio affetto, che spero potrà arrivare nonostante la distanza e accompagnarvi nei giorni difficili che affronterete.
Sarò sempre con voi, con ogni mio pensiero, con ogni mio sogno. Siate sempre voi stesse e sostenetevi come avete sempre fatto, senza mai smettere di credere in un futuro migliore.
Vi voglio un bene immenso.
Sempre vostro,
Gilbert Blythe"

Jane sollevò lo sguardo, un velo malinconico sugli occhi pieni di fiducia. Ripiegò i fogli, prese la busta dal tavolino e ve li reinserì con cura. Poi sollevò le spalle e piegò leggermente il capo da una parte, allungando le mani verso Belle.
"Allora, cosa ne dici? Lo facciamo per Gilbert? Proviamo a goderci la serata?"
Belle, lo sguardo lucido e una nuova consapevolezza a pesare sul suo capo, provò a raccogliere tutta l'energia positiva che seppe trovare nel suo cinico cuore.
"D'accordo, facciamolo per Gilbert."
Jane sorrise, euforica:
"E facciamolo per noi stesse! Ne hai proprio bisogno, Belle, di una serata senza pensieri..."

Le si avvicinò, riprendendo a passare le dita tra i suoi capelli, adesso morbidi e setosi.
"Allora, dove hai messo le spille?"
Belle scoppiò a ridere, per quel repentino cambio di argomento.
"Eccole."
Estrasse dalla tasca delle forcine sormontate da delle piccole perle, che le erano state consegnate per l'acconciatura. Ogni ragazza aveva ricevuto alcuni elementi di ornamento, alcune degli orecchini, altre una collana o un bracciale; a lei erano state date quelle piccole goccioline bianche, dello stesso colore perlato del vestito che avrebbe indossato.
"Bene, mettiamoci all'opera."
Jane prese a intrecciarle i capelli dolcemente, canticchiando e parlottando nel tentativo di distrarla dai suoi pensieri. Belle, lentamente, si lasciò cullare dalla voce leggera e rassicurante dell'amica, facendosi contagiare dalla sua gioia genuina, dalla sua fiducia incondizionata verso il mondo. Le loro risate e i loro dialoghi divertiti si diffusero nella stanza, rendendo quel luogo una piccola oasi di pace, in una città in preda al caos.

Belle, così, estraniata da tutto, seppe ritrovare la pace di cui aveva bisogno. Lentamente, ritrasse i suoi aculei, lasciando sbocciare nel cuore la speranza. In quello specchio, cercò di ritrovare la versione più naturale e genuina di se stessa, addolcendo i suoi lineamenti e allargando i suoi occhi smaniosi. Nella sua mente, a poco a poco, prendeva forma l'immagine di quello sguardo cristallino, di quel sorriso sincero, che erano cristallizzati nella sua memoria. Forse avrebbe rincontrato quel volto così limpido, diverso da tutte le altre maschere. E se fosse successo, si ripromise di provare ad aprirgli un piccolo spiraglio, come Gilbert le aveva suggerito, per diffondere la sua luce interiore, ma anche per assorbire quella che quell'animo affine avrebbe, forse, saputo donarle.

Che ne dite? L'assenza di Gilbert è stata compensata da questa lettera piena di dolcezza per entrambe le nostre debuttanti? Introdurre la serata con le sue raccomandazioni mi sembrava decisamente il modo migliore per immergerci nei pensieri e nelle aspettative delle nostre compagne di avventura. 🤭

Ma che dire delle vostre, di aspettative? Siete pronte a immergervi in questa serata che si prospetta alquanto... Singolare? Cosa ne pensate: Belle riuscirà a tenere fede ai suoi buoni propositi? E che dire di Jane? Attirerà degli occhi indiscreti? Rincontreremo il nostro Darcy? Beh, a questo posso rispondere: è la vostra unica certezza... 😏

A presto, prestissimo, con dialoghi scoppiettanti e interessanti colpi di scena, o almeno spero. Grazie come sempre per la vostra presenza costante e per la vostra pazienza. Spero che anche la vostra fiducia, come quella riposta in Gilbert, sia stata ripagata da queste pagine e da quelle che verranno. 💫

A presto,
Naomi

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