Capitolo 3 - Sketch


-Oh oh, benvenuti carissimi. Oggi abbiamo scelto un ufficio, anche se devo ammettere che non vado pazza per le scartoffie... E sono pure allergica ai gatti! Beh, divertitevi!-


TIMMI POV

Sento una voce risuonarmi intorno, nell'ufficio vuoto. Xander, Cliff e quella carampana di Melanie sono tutti fuori, cane compreso. Quindi, chi cavolo ha parlato?

All'improvviso mi vedo comparire davanti due ragazze e un gatto, nello spazio tra le scrivanie della stanza principale. Quella che atterra più vicina a me sembra avere sì e no una ventina d'anni, non di più, e se fosse mia figlia la rinchiuderei per com'è vestita: minigonna che le lascia scoperte quasi tutte le gambe, quasi fosse in discoteca, e una semplice camicetta bianca. Ha i capelli rossi, lisci e piuttosto lunghi, le arrivano almeno a metà schiena. Devo ammetterlo, è carina... se non sapessi cosa mi farebbe Nadine, quasi quasi ci farei pure un pensiero.

-Oh oh, tranquillo Timmi, non lo diciamo a nessuno...-

«Okay, chi cazzo è?» esclamo, sempre più scocciato.

Sbuffando, scuoto la testa e torno a guardare il piccolo gruppo che mi è piombato davanti: l'altra ragazza sembra essere poco più giovane, le do al massimo diciotto anni. Ha i capelli neri, lunghi, piuttosto mossi, e grazie a Dio è più vestita dell'altra: indossa dei pantaloni neri una camicia bianca, completata da una piccola cravatta, nera anch'essa, e scarpe col tacco interno. Al polso ha un bracciale strano, di quelli che piacciono ai ragazzi d'oggi e che io, quando avevo la loro età, nemmeno sapevo esistessero.

Il mio sguardo si sposta poi sul gatto. Ha il pelo lungo, credo sia un Maine Coon, anche se non ne ho mai visto uno... onestamente, odio i gatti.

Quasi quanto odio qualunque altra cosa.

Chiunque altro, nella mia situazione, sarebbe probabilmente andato fuori di testa. Ma io, abituato alle stranezze, al sovrannaturale, alla magia, agli eventi assurdi e a persone che mi fanno incavolare dalla mattina alla sera, ho solo una reazione:

«Signorine... micio...» borbotto, stringendo gli occhi «... datemi una buona ragione per non presentarvi Gaeliath L'Iroso, per favore. Ne va della vostra vita.»



COCOPUFF POV

«Micio a chi?» Cosa? Invece di un miagolio, posso parlare? Già è strano il fatto che sia in una stanza senza divano e senza lettiera! In più sento le voci e il mio sogno di poter rispondere è diventato realtà. Dov'è la mia Gwen? E cos'è questa puzza? Se non sbaglio è puzza di cane. Ma non un cane normale. Spero non si faccia vedere, sennò dovrò cavargli gli occhi.

Preferirei Austin, a questi tre individui. Uno è talmente teso che fra un po' gli partono le coronarie. Una è talmente magra che se avessi a portata di zampa un paio di croccantini, glieli offrirei. L'unica che si salva è la ragazza con i capelli neri. Assomiglia alla mia padrona.

«Dove sono?» La voce mi esce, senza difficoltà. Inquietante ed eccitante.

«Ecco... pure i gatti parlanti, adesso! Sei nel mio maledetto ufficio, CAZZO! Devo smetterla con la vodka...» dice il tizio in divisa.

«Ti consiglio il latte. È più buono.»

«Vaffanculo...»

«Io ti consiglio anche un po' di palestra, hai messo su un po' di pancia, tranquillo capita con l'avanzare dell'età» interviene la ragazza coi capelli neri e, devo ammetterlo, ha pienamente ragione.

«Ehi!»

Devo dire che parlare non è per niente male. In più il gigante non sembra così sorpreso. Forse per le ragazzine sarà più difficile da accettare, ma cosa posso farci? Era il mio sogno! Ora posso dire tutto quello che penso e nessuno potrà fermarmi!

Adesso però, devo trovare un posto dove fare i bisogni. Potrei farli nella cuccia del cane. Sarebbe divertente. Gironzolo tra le scrivanie, in cerca di un angolino sicuro...

-Oh oh, micino bello, permettimi di presentarti Dran...-

... quando mi si para davanti uno di quei cosi pelosi. Avevo riconosciuto la puzza, ma non pensavo fosse così grosso!

«Oh, cazzo... DRAN, FERMO!» urla lo sceriffo, trattenendo il cagnone.

Mostro i denti che, in confronto ai suoi, sono degli stuzzicadenti. Magari lo spavento lo stesso. Il pelo sulla schiena si alza e all'improvviso sento il desiderio impellente di tornare a casa, sul mio divano, con la mia padrona che mi accarezza la testa. Indietreggio lentamente, e con un balzo mi sistemo nel punto più alto della stanza, sopra gli schedari.

Quassù dovrei essere al sicuro!

Noto che anche le ragazze sono salite sulle scrivanie.

Non sono l'unico ad avere paura di quel cagnaccio.


HELEN POV

Grandioso! Oltre ad essere finita in Dio solo sa dove, insieme a una donna dai dubbi costumi, ci mancava il cane. Dio, ma come diavolo è successo? Ero tranquilla, a fare compere con le mie care compagne e amiche, e poi? POUF finisco in posto che puzza e non mi piace nemmeno un po'. Porca miseria.

«EHI GRASSONE, TIENI QUEL COSO LONTANO DA ME!»

«Davvero, portalo via da qui perché è inquietante! Generalmente non ho paura dei cani ma questo è proprio strano!» la ragazza con le cosce scoperte interviene per la prima volta da quando siamo qua.

Ok, ragiona Helen. Come ci sei finita? Quando esattamente è successo? Stai sognando? Sì probabilmente sì. Sto sognando per forza. Non esistono gatti che parlano e cani così aggressivi. O almeno se esistono, esistono solo nella fantasia. Quindi devo essere per forza in un sogno, non ci sono altre spiegazioni.

«Ehi sceriffo di Nottingham, dove sono finita?» chiedo.

«Nel... mio... DRAN, CUCCIA, CAZZO! Nel mio ufficio, te l'ho detto! E finiscila, sacco di pelo! LASCIA IN PACE QUEL GATTO!»

«Primo, datti una calmata che poi ti vengono le rughe e diventi ancora più brutto. Secondo, dove sarebbe il tuo "ufficio"?»

«E dove? Nella mia dannata città! Perché, voi altre da dove venite?»

«Non so da dove venga Jessica Rabbit qui, ma io vengo da New York.»

«Ehi, simpaticona, anch'io abito a New York» mi rimbecca lei.

«Io non ti dico dove abito, col rischio che tu mi venga a cercare insieme al tuo cagnaccio.» Ancora la voce del gatto...

«Oh, maledizione... vi prego, non ditemi che avete viaggiato tra le realtà...» Ma che dice questo? Sarà mica matto?

«Ho la faccia di una che sa se ha viaggiato nella realtà o no? Sei uno sceriffo no? Dovresti avere un grande intuito. Dimmelo tu!»

«Okay, primo, lavoro come sceriffo solo per copertura... secondo, scommetto che c'entra la voce di prima. Ho ragione?»

-Tesoro, vuoi un premio per la perspicacia? Oh oh...-

Ok, bene, ora sento pure lo voci. Perfetto. Facciamo il conto della situazione. Abbiamo: una, penso, prostituta; un uomo completamente in botta; un gatto parlante alla quale ormai manca solo la capacità di scomparire e di volare ed un cane con seri problemi di aggressività. Oh, e poi ci sono io, che mi sento come la protagonista di Shadowhunters. Come se non bastasse, il tizio, che sono convinta esca direttamente da Robin Hood, sembra più pazzo del suo cane. Sempre ammesso e non concesso che quel bestione paragonabile ad un cavallo, possa essere definito cane. A questo punto vorrei solo capire due cose. O almeno vorrei capire quelle principali, perché in tutto questo di cose da capire ce ne sono tante. La prima: per quale ragione, codesta voce, ha deciso di portarmi nell'ufficio di un ubriacone?

La seconda, per quale ragione ho cambiato abiti? Non andava bene la mia tuta e la mia felpa con il logo dei Nirvana? Dovevo per forza vestirmi come un'agente segreto?

Scendo dalla scrivania dove mi ero rifugiata per scampare a quel mostro a quattro zampe e cerco di ragionare lucidamente, cercando di trovare un indizio, un qualcosa che possa riportarmi nel mio orfanotrofio insieme alla mia piccola Abby e alla mia simpatica Cath. Zero. Niente che mi faccia capire né come sia finita qui, né tanto meno come andarmene.


ALEXIS POV

Ero a casa del mio amato Jamie, comodamente buttata sul divano quando ad un tratto mi sono ritrovato in questo postaccio. Davvero, mai visto ufficio più brutto di questo, e come se non bastasse mi guardano tutti come se fossi una puttana, perché?! Che poi i miei jeans e la felpa di Jamie erano così comodi... pazienza!

La ragazza affianco a me è un po' strana e per di più mi trovo in una stanza con un pazzo ubriacone e con un gatto che sa parlare. Come se non bastasse è arrivata pure quella bestiaccia a creare scompiglio.

«Vi prego, troviamo un modo per andarcene da qui! Ero così comoda sul divano e per di più ho anche lasciato i fornelli accesi!»

«Guarda che da qui non me ne vado, è casa mia!» Ok, lo sceriffo è a casa sua. Ma gli altri? Non ci sto capendo nulla.

«Bene, contento tu... però io voglio andarmene da qui, quindi troviamo una maledettissima soluzione!»

«So aprire portali tra le realtà, se vi levate dalle palle potrei aiutarvi! Cazzo... DRAN, PIANTALA!» Portali tra le realtà? Uno scervellato, aiuto!

Quella specie di cane continua ad abbaiare, mi verrebbe voglia di sopprimerlo! Evidentemente nessuno vorrebbe trovasi in questo posto quindi perché non veniamo lanciati nuovamente nella nostra realtà? Poi tra poco Jamie sarà di ritorno dal lavoro e gradirei essere a casa prima di lui.

«Ehi. Ragazza. In quella posizione, ti si vede la micia» mi fa notare il gatto.

Cerco di coprirmi, per quanto questa gonna può permetterlo. Ora capisco perché non sono fan delle gonne corte...

-Fiorellino di campo, noto che sei disorientata. Sono felice di dirti che questo non è un sogno e no, non sei pazza. E sì, stai sentendo una voce incorporea.-

«Disorientata? Tu dici? E poi ti sentiresti disorientata anche tu nella nostra situazione!» rispondo a questa maledettissima voce... mi vogliono far diventare pazza, me lo sento!

-E' questo il bello di essere me: non sono voi. Qui comando io, granella di mandorle. Oh oh.-

Insomma, simpatica la voce!

Visto che i presenti non fanno altro che deridermi o insultarmi mi accomodo su una delle poltrone che stanno dietro alle scrivanie libere tenendo le cosce ben strette in modo da non far vedere niente. Mi guardo in giro ma c'è ben poco da guardare, quindi mi rialzo e mi metto a fare avanti e indietro nell'ufficio.

«Beata te che ti diverti! Io sto dando fuori di matto! E TU COPRITI, RAGAZZINA! Fossi mia figlia ti avrei già sigillata in camera, porca miseria!» sbraita lo sceriffo.

«Peccato che io non sia tua figlia e sia abbastanza grande per vestirmi come voglio, anche se questo outfit non è stato scelto da me» rispondo a tono.

«Sì, beh, tanto piacere... Dran, ora ti inchiodo al muro! E mia figlia ha ventitré anni, per la cronaca!» continua il mio simpatico amico. Lo guardo negli occhi e vedo che al loro interno si accende una fiamma arancione... interessante!

Nonostante abbia voglia di infastidirlo ancora un po', decido di lasciare perdere. Il cane continua ad abbaiare come un ossesso, il gatto è tranquillo sopra gli schedari e la ragazza è impalata dove si trovava prima. Dai, possiamo dire che assieme a me ci sono solo persone allegre e socievoli. Torno a sedermi sulla sedia ed incomincio a giocare con i miei capelli.

Certo che questa situazione è proprio strana... gatti parlanti, gente teletrasportata da un luogo ad un altro, voci maniache fuoricampo. Sono ufficialmente da rinchiudere.


TIMMI POV

Okay, ora basta! Non ne posso più! Tra Dran che continua ad abbaiare a quel cavolo di gatto, quelle due ragazzine che mi insultano, il gatto parlante e la voce fuori campo sento che sto per dare in escandescenze! Già i miei occhi si sono accesi, e questo non è un buon segno... se esce anche Gaeliath finisce in strage!

«Dran... ho detto A CUCCIA

Sentendo la mia voce che assume il tono rauco e profondo tipico di quando mi trasformo, finalmente si lascia sfuggire un guaito pentito e, abbassando le orecchie, la smette di tirare, indietreggiando e permettendomi di finirla con quel ridicolo corpo a corpo.

«Bene...» sbuffo scocciato «E guai a te se ricominci! Per la miseria, cerca di venirmi incontro!»

Mi volto di nuovo verso le due ragazze, cercando di riprendere il controllo prima di diventare davvero, davvero sgradevole.

«Okay, e questa è fatta. Ora, voi due... e pure tu, dannato gatto parlante...» aggiungo, indicando il felino che mi osserva guardingo da sopra lo schedario «Se volete vi posso rispedire a casa... credo. Ma piantatela di urlare!»

-Cocco di mamma, qua decido io dove e quando tornate a casa. Raffredda i tuoi spiriti bollenti e vai a cuccia col cagnone.-

«Ecco... come non detto...» grugnisco scocciato «A che serve essere il responsabile dei viaggi dimensionali se poi mi tarpano le ali?»

Scuoto la testa, rassegnato: come al solito, non sono altro che l'ultima ruota del carro. E bravi tutti quanti a dirmi che sono tanto bravo, tanto indispensabile, che mi devo calmare... se non sapessi che poi si romperebbe, prenderei a craniate il muro, in questo momento.

«Vabe', ragazze... micio... a prescindere da tutto, io ho già le palle girate così. Se continuate a urlare va a finire che divento matto!»

Sono esausto, e tutto nel giro di cinque, fottutissimi minuti. Il pensiero, subito, corre alla scorta di vodka che conservo in ufficio: non posso ubriacarmi, come mezzodemone non ci riesco, ma un po' di effetto me lo fa, e forse è l'unica cosa che mi possa rilassare adesso. Eppure ho come l'impressione che anche quel minimo sollievo mi verrà negato.

«Allora, se non posso usare i miei poteri, cosa devo fare per liberarmi di loro?» sbotto, sollevando al cielo la testa, in tono esasperato.

-Oh oh... Pregare?-

«Finora non è che pregare mi sia mai servito...» grugnisco.

La mia solita, sfavillante fortuna. E intanto Gaeliath se la ride.

Demone di merda, piantala di sfottere!


COCOPUFF POV

Ma perché si agitano così tanto? Certo, lo shock iniziale l'ho avuto anch'io, ma va bene. Ormai siamo qui e dobbiamo darci una calmata. In fin dei conti discendo dalla lince. Cosa vuoi che sia? So cavarmela in situazioni più pericolose.

«Mi sembrate tutti molto nervosi. Volete raccontarmi i vostri problemi? Sono un buon ascoltatore.»

«Ti serviranno anni per ascoltare i miei...» Risponde l'uomo scorbutico.

«Ti suggerisco un po' di musica. Voi umani usate quella per rilassarvi. Potreste ballare e scaricare un po' di stress.» Gwen fa sempre così quando qualcosa non va.

«Non hai del gelato, nascosto da qualche parte?» Chiedo allo sceriffo.

«No, ma ho litri di vodka. Vuoi quella? Perché costa cento dollari a bottiglia, sai?»

Questi umani sono davvero tirchi. In questo genere di occasioni, non dovrebbe pensare ai soldi. Se offrisse un po' di alcol alle ragazze, sono certo che si rilasserebbero e tutto tornerebbe alla normalità.

«Dai, offrine un po' non sarà mica un problema! Visto che siamo tuoi ospiti.» Ecco una ragazza che sa come affrontare le difficoltà.

«Veramente siete più degli intrusi... un attimo... vado a prenderla. Dran, resta nel tuo angolo!»

"Pfff" Soffio in direzione del cagnaccio, giusto per tenerlo a bada. Se abbasso la guardia, quello mi attacca.

Dopo pochi minuti, l'uomo torna con un bottiglione di vodka, ma niente bicchierini. Che cafone. Pure a me la padrona mi dà da bere in una ciotola. Queste ragazze dovranno berla a canna. Le porge la bottiglia e lei, seppur con un'espressione schifata, la accetta e fa un lungo sorso. La vodka non è nemmeno scesa giù per la gola, che finisce direttamente in faccia a quel povero uomo. Provo un po' di dispiacere per i suoi capelli.

«Ehi! Ma che cazzo! Almeno bevi piano, dannazione! Mi hai innaffiato!» Sbraita cambiando letteralmente colore degli occhi. Fra un po' andrà a fuoco, se continua così.

«Almeno ora hai un odore più gradevole! E poi dai, come fai a berti 'sta robaccia!» Risponde la ragazza asciugandosi col dorso della mano le sbave rimaste sul mento.

«Ehi, vaffanculo! Questa è la migliore al mondo, viene dall'Europa!» Nemmeno fosse del salmone pregiato o del caviale in scatolette dorate. In fondo è come fosse acqua. Il colore è quello.

Forse la vodka non è stata l'idea migliore. L'unica cosa da fare, è aspettare che quella vocina fastidiosa si ripresenti e pregarla di riportarci a casa. Al calduccio. Senza bestie spaventose, uomini irascibili e ragazze in preda a una crisi di nervi. Va bene che sono abituato a momenti di delirio, ma qui sta diventando faticoso anche per me, mantenere la mente lucida.

«Potremmo cantare» Suggerisco, non sapendo più cosa inventarmi. «Non credo che Mr Simpatia abbia l'ugola d'oro. Forse la vocina torna per farlo smettere.»

«Guarda che io ero qui a farmi gli affari miei! Siete voi che mi siete piombati tra capo e collo! che colpa ne ho io?»

«Non hai colpa, ma qui sono l'unico che sta proponendo delle soluzioni. Altrimenti potrei mettermi comodo, darmi quattro leccate e farmi un pisolino, sperando al mio risveglio di trovarmi sul divano di casa.»

Questi umani stanno iniziando a darmi sui nervi. Nessuno mi dà retta. Solo perché sono un gatto, non vuol dire che non abbia delle idee più intelligenti di questi esseri glabri. Che vadano a quel paese, il loro spero, e che non mi rompano più le palle di pelo.


HELEN POV

Quindi siamo tutti bloccati qui, o almeno quasi tutti. Da quello che ho capito Lo sceriffo è a "casa sua", mentre per quanto riguarda gatto, madame sobrietà, anche se ormai credo sia stata la voce a farla vestire così, e me siamo stati "trasportati" dal nostro reale mondo. PORCA MISERIA MA PROPRIO A ME DOVEVA SUCCEDERE?

Mi sdraio col busto sulla scrivania del vecchio, e osservo la scenetta ridicola che si svolge sotto il mio sguardo. La ragazza rossa e il vecchio che bevono, guardati da un gatto parlante e un cane che più che cane sembra un cavallo. La situazione è sfuggita di mano. Molto di mano.

«Se sei capace di aprire un portale, in grado di riportarci a casa, perché non lo apri? E so che la voce dice che decide lei ma tentar non nuoce no?»

-Cocca, nuoce eccome. Dovete sottostare alle mie regole.-

Alzo lo sguardo infastidito. Mi sembra la vocetta irritante di Jo quando vuole forzarmi a fare qualcosa. La odio.

«Senti vocetta, perché non ci lasci stare? Cercati qualcun altro da torturare. Voglio tornare a casa. Ora.»

-Qualcuna qui è un po' acidella, eh? Non vi sto certo torturando, sto solo giocando un po' con voi.-

«Non sono acida. vecchia bacucca» borbotto scocciata, il gatto che è vicino a me sembra fare un'espressione che a me sembra di divertimento, mentre il vecchio panzone sorride insieme alla donna rabbit. In questo momento vorrei essere a casa a guardare la tv. Mi andrebbe bene anche rifare quella orribile cena con la famiglia di Caleb pur di andare via.

E mi sembra strano anche solo pensarlo, ma mi manca la voce irritante di Jack, mi manca anche il suo mezzo sorriso che mi fa ogni volta che vuole deridermi. Cazzo mi manca anche il fastidioso rumore della lavatrice costantemente accesa vicino al bagno femminile all'orfanotrofio.

«Giocare a scacchi non ti piaceva, vero?»

-Vuoi scherzare? Così è molto più divertente, oh oh.-

Mi sembra di avere a che fare con una pazza scappata da un manicomio, anzi, sono sicura di avere a che fare con una pazza. Mannaggia alla miseria, voglio andarmene. Odio la puzza di alcol. Odio i cani. E odio gli uomini che invece che concludere seriamente qualcosa della loro vita se la passano bevendo. Odio la situazione in cui mi trovo. Odio la vocina del cazzo, ed odio essere la sola a cercare di trovare una soluzione. Odio la situazione.


ALEXIS POV

Lo sceriffo scorbutico ha accennato un sorriso? Oh mio dio... ok, tra meno di un ora finirà il mondo. Perfetto.

La ragazza continua a guardarmi storto, ma sono sicura che si sia divertita anche lei quando ho lavato quel pazzoide con la vodka. Il gatto parlante è ancora tranquillamente sdraiato sopra lo schedario e, tra una leccata e l'altra, non riesce a fare a meno di farci sentire dei miseri umani. Eppure qui quello fuori posto è lui...

-Ciambelline glassate, ho come la sensazione che qui non giri una buona aria. Oh oh...-

«Mah, tu dici? Non facciamo altro che classificarci come ubriaconi, prostitute e strani individui... non sarebbe meglio che tu ci faccia tornare alle nostre vite normali?» odio questa maledettissima voce, parla tanto e non risolve la situazione, anzi la peggiora e basta.

-D'accordo, non agitarti, puntina di maiale. Vi riporterò a casa, ma prima c'è un'altra cosa che dovete fare...-

Ho quasi paura di sapere cosa, ma voglio tornarmene a casa mia.

-Oh oh, è il momento delle interviste!-

Tiro un sospiro di sollievo, fortunatamente non devo fare niente con questi schizzati! 



***

Riconoscimenti:

- TIMMI

Storia di provenienza: Sangue di Demone - Il Flagello di Dio

Autore: ShadeOwl90


- COCOPUFF

Storia di provenienza: Nessuna Paura

Autrice: Stefy2386


- HELEN

Storia di provenienza: Un Sorriso Sotto La Pioggia

Autrice: My_firstKiss


- ALEXIS

Storia di provenienza: Fino all'ultimo scatto

Autrice: BarbaraSalviato


Ambientazione Sketch:

L'Ufficio dello Sceriffo

Storia di provenienza: Sangue di Demone - Il Flagello di Dio

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