Giorno 29 / bestia

Il silenzio nell’oscurità durò un lungo attimo, lungo attimo in cui la mano di Danilo, stretta nella sua, lo tirò a sé.

Poi sentirono il ringhio della bestia.

«Merda» sibilò il compagno, stringendo la mano in una morsa. «La spada ce l’hai ancora?»

«No, era troppo pesante da portare.»

«Cazzo.»

Respiri pesanti. Grossi, lunghi, che potevano appartenere solo a una creatura troppo più grande di qualunque cosa sarebbero riusciti ad affrontare.

Un passo enorme fece scricchiolare il ghiaccio. Altro ringhio.

«Grazie. Grazie di non esserti arreso con me. Sono felice di averti incontrato. Comunque vada, te lo giuro, mi hai fatto felice.»

La mano di Danilo lo strinse ancora. «Cos’è, un addio questo?»

«Che altro dovrei fare?»

«Beh, non può mica ammazzarci, no?»

«Di certo io non posso ammazzare lei.»

«Okay. Allora... anche tu mi hai fatto felice. Grazie di avermi ricordato di fare la cosa giusta. È stato bello stare con te. Sarebbe stato bello anche restare su insieme, avrebbe potuto funzionare. Tu mi piaci.»

«Avrebbe potuto funzionare, sì» ammise, un nodo nel petto. I pochi baci, le poche carezze che si erano scambiati lampeggiarono sgargianti nella sua testa. «Sarebbe stato bello.»

«Corri più forte che puoi, bimbo. Fai quello che dev’essere fatto. Tifo per te.»

«Che stai dicendo?»

«Te lo distraggo io.»

La mano lo lasciò d’un tratto, fece in tempo a dire «No, aspetta–» che sentì altri passi, un ringhio più forte, la creatura emettere un latrato che quasi gli fece scoppiare i timpani, poi il gemito di Danilo e un corpo che sbatteva a terra.

Tutto accadde troppo in fretta. Si preparò a correre, più veloce che poteva, oltre la bestia e in direzione del suo obiettivo. Doveva farlo. Ne andava del bene delle altre anime.

Sentì una colluttazione, Danilo guaì dal dolore. Il resto dell’universo smise di esistere e lui si gettò in direzione del suono.

Non l’avrebbe lasciato solo mai più. Quello che avevano iniziato insieme l’avrebbero finito insieme.

Non appena prese questa decisione e agì di conseguenza, un lampo scese sulla terra illuminando a giorno il piano infernale, cristallizzando le anime martoriate, Danilo che stava riverso sul ghiaccio, la torcia rotolata da un lato, per un attimo.

La bestia non c’era più.

Poi una spinta lo tirò verso l’alto.

Note autrice
Lo so, è il capitolo più corto di tutti a un passo dalla fine. Ma oggi ho finito di lavorare alle 16.30 (sì, di domenica) e dopo ero stanchissima e dunque ho dormito, e domani lavoro di nuovo quindi non avevo dopo cena a disposizione...
Insomma, il gioco di scrivere un capitolo al giorno è anche questo, i giorni in cui hai poco tempo scrivi poco.
Mancano due giorni, due capitoli, domani in particolare incontreremo il famoso pezzo grosso e vedremo un po’ di risolvere la situazione del paradiso!

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