Giorno 24 / aroma

Quando la creatura apparve, fu come sentire il raschiare delle unghie sulla lavagna.

Era là, non aveva la forma del bambino che Francesco aveva visto prima, ma ne condivideva la freddezza dell’espressione e quella luce scintillante e spaventosa nello sguardo.

Aveva la forma di una donna bellissima, dalla pelle nera e una chioma imponente di ricci che le incorniciavano il volto simmetrico. I suoi occhi accesi di argentea luce celeste contrastavano con l’immagine di donna attraente, dandole un’aria inquietante e minacciosa.

«Shemuel!» chiamò Salvo, facendosi largo tra le anime per mediare come da suo proposito. «Abbiamo bisogno–»

«Non sono la creatura celeste che cercate» disse la creatura, la stessa voce limpida che Francesco ricordava, senza inflessioni o imperfezioni. «Il mio nome è Uriel, e sono qui per ascoltare la vostra voce e appagare le vostre necessità. Shemuel non è più in grado di farlo.»

Il tono con cui pronunciò quelle parole gli fece accapponare la pelle, e scuotere da un brivido violento.

Salvo sembrò per un attimo sbigottito dalla situazione, ma l’attimo dopo riprese la decisione che l’aveva animato dal primo momento. «Abbiamo saputo delle anime innocenti alla dannazione. Non siamo disposti ad accettare nulla del genere. Le cose devono cambiare.»

«I metodi di Shemuel, sono d’accordo, si sono rivelati poco... ortodossi. Tutti i cori celesti condividono il vostro cordoglio e il vostro sdegno» iniziò, con un tono che faceva presagire un “ma” dietro l’angolo. «Pur tuttavia, si sono resi necessari. L’Hotel Paradiso non è in grado di sopportare un gran numero di anime celesti e, se nuove anime verranno promosse, vecchie anime verranno... dimesse.»

Si diffuse un brusìo preoccupato, e Francesco temette davvero che sarebbe bastato così poco a far retrocedere la cortina di anime indignate.

Fu Gino a placare gli animi prendendo la parola. «L’Hotel va cambiato, allora. Tutto va cambiato. Giustizia deve essere fatta e le anime meritano la loro pace. Se non avranno la pace loro, non avremo pace neanche noi. E l’Hotel e il Paradiso tutto perderanno senso di esistere.»

La creatura arricciò le labbra in una smorfia di annoiato disappunto, e posò gli occhi sull’uomo che fu costretto a distogliere lo sguardo. «E tu parli a nome di tutte le anime celesti, forse?»

«La verità è uscita fuori» la voce della dottoressa non era forte come le precedenti, ma anche l’ultima anima là dentro tacque per ascoltare. «Non si torna più indietro. Se non cambierà ciò che deve cambiare, nessuna anima qua sopra troverà mai la pace e il Paradiso perderà di significato.»

Francesco si decise a tirare fuori un po’ di fegato e intervenire, perché una cosa premeva su tutte, e nessuno ne aveva ancora parlato. «Dobbiamo parlare con chi gestisce la baracca. E ci serve Danilo per farlo.»

Gli occhi della creatura lo fissavano, e un senso di nausea lo pervase, insieme a un dolore pulsante che gli strinse le tempie. Non per questo abbassò lo sguardo.

«Tu non dovresti neanche stare qui.»

«Beh, beh...» ignorò il terrore che gli attanagliava le viscere, cercando di controllare il tremore. «Beh, ci sono invece! E anche Danilo c’era, perché voi ce l’avete lasciato! E ora vogliamo parlare col responsabile! Sì, e vogliamo farlo insieme a lui. Ecco.»

Le labbra di Uriel si sollevarono appena all’insù. «E così vorreste parlare col responsabile, eh?»

«Non vogliamo! Noi... noi dobbiamo

«Buona fortuna, allora...» mormorò, sempre con quel sorrisino irritante su quel volto perfetto. «Vai all’inferno, trova il tuo amico tra i tanti, supera il guardiano ai cancelli, e forse prenderemo in considerazione la tua richiesta. Addio.»

Si sentì mancare la terra da sotto i piedi, un senso di vuoto allo stomaco della caduta libera. Non fece in tempo neanche a urlare, tutto si fece scarlatto e i suoi polmoni vennero invasi da un terribile, insopportabile, olezzo infernale.

Note autrice
È tutto nelle mani di Francesco, che è stato rispedito all’inferno! Deve trovare Danilo, affrontare qualche prova difficile, e conferire con chi mantiene tutta la baracca.
Chissà se sarà in grado di farlo...
Però spero che ci divertiremo cercando di scoprirlo!

P.S.
Ma come ho fatto a scrivere questo capitolo oggi?? Mi sono svegliata alle 05.00, ho attaccato a lavorare alle 06.00 e ho staccato alle 18.00 dopo dodici fantastiche ore lavorative, poi ho portato il cane a passeggio, e quando sono riuscita a farmi la doccia e a sedermi davanti a Wattpad erano le 19.30 :’) che stress questa vitaccia

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