Giorno 23 / ghiaccio

«Dov’è Danilo?»

Non era possibile. Era uno scherzo. Doveva esserlo per forza. Non era possibile, lui era nascosto da qualche parte, sì, doveva essere così, era solo uno scherzo, non–

«Cazzo.»

Oh, no. Non Gino mannaggiallui Strada che imprecava. Quello sì che era un cattivo segno.

«Non riesco a respirare» mormorò, con un filo di voce.

«Non ti serve respirare» commentò una voce un po’ seccata di qualche anima un po’ più in là.

E lui lo sapeva. Sapeva che non gli sarebbe servito. Sapeva che la sua sensazione di malessere e morte imminente era solo un’illusione, eppure si ritrovò ad annaspare.

Danilo non voleva rivelare a nessuno quello che era successo perché aveva paura. Aveva il terrore di ritrovarsi di nuovo all’inferno, dopo tutta l’eternità che aveva passato a soffrire.

E ora era là che l’avevano trascinato, ancora una volta. Per colpa sua.

«Possiamo trattare» sentì. Gli sembrò che fosse stata la voce di Salvo, a parlare. «Dobbiamo trattare. Diremo che vogliamo Danilo per farlo.»

Il brusio si diffuse tra tutte le anime del paradiso, e Francesco smise di ascoltare. Sì, forse Salvo aveva ragione, forse c’era qualcosa che potevano fare. Era stata di Danilo l’idea, magari sarebbero riusciti a convincerli a rilasciarlo, per permettere alle trattative di iniziare.

Strizzò forte gli occhi e tentò di calmarsi.

«Lasciategli aria» sentì, e il vociare delle anime presenti si allontanò appena. Lui annaspò di nuovo.

Quando schiuse le palpebre, era proprio Salvo che sembrava aver preso il controllo. «Ci penso io. Ho trattato coi nazisti, posso trattare con questa gentaglia.»

«Sono angeli, non gentaglia» commentò una voce, forse la stessa di prima.

«I nazisti alla fine ti hanno ammazzato, non è stata questa grande impresa» fece un’altra.

Lui non parve farsi scoraggiare. «Shemuel arriverà e ci chiederà cosa vogliamo. Noi gli diremo che vogliamo parlare coi piani alti di come vanno le cose là sotto, e che ci serve Danilo per farlo.»

«Dobbiamo fare in fretta.»

Fu quando quella voce parlò, che le anime si chetarono. La dottoressa non era imponente, ma l’autorità che emanava al solo guardarla gli faceva tremare le viscere.

«Quella parola, la parola che ha preceduto la sua scomparsa... “traditore”... non è un buon segno. Il girone dei traditori è quello più orribile, il più vicino a Lucifero, quello più in basso e lontano dal paradiso. Il girone di Giuda. È un deserto di ghiaccio e di dolore. Non resterà sano di mente a lungo, ancora un po’ e non riusciremo più a recuperarlo.»

«Cazzo» gli sfuggì, tra i denti. Il girone più orribile, il ghiaccio eterno. La pena di Giuda Iscariota, per l’eternità. Si sentì sul punto di svenire.

Era colpa sua. Era tutta colpa sua.

Intanto che lui tentava disperato di mantenere la lucidità, di non farsi divorare dai sensi di colpa, le anime ripresero a invocare giustizia.

«Shemuel! Shemuel!»

E la creatura arrivò.

Note autrice
Ahi ahi, alla fine l’arcangelo è arrivato. Cosa dirà? Cosa farà? Riusciranno i nostri a riprendersi Danilo?
Lo scopriremo molto presto, non temete! Già nel prossimo capitolo scopriremo cosa dovrà fare il nostro caro Francesco per risolvere la situazione... sempre che ci riesca, è ovvio!

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