Giorno 21 / cacao

«Cos’è successo qui?»

«Tra un po’ verremo braccati dalle forze di inferno e paradiso e non avremo tregua per la prossima eternità... ci meritiamo di goderci un po’ l’hotel sinché dura. Non pensi?»

Francesco osservò la vasca idromassaggio della stanza di Danilo, colma di acqua tiepida. Non aveva mai usato quella della sua stanza, appena era arrivato ci aveva vomitato dentro, poi non gli era sembrato il caso.

Due mani gli afferrarono le spalle e lo massaggiarono per sciogliergli qualche nodo, poi sentì del fiato sull’orecchio. «Spogliati, avanti. Andiamo.»

Dopo un attimo di esitazione, obbedì. A essere onesti, l’idromassaggio dell’Hotel Paradiso l’aveva sempre incuriosito.

Si sfilò la maglia, che scivolò silenziosa sul pavimento. Poi fu il turno della zip che gli scoprì i boxer.

Quando riuscì, nudo, a entrare in vasca, la sensazione dell’acqua alla temperatura perfetta gli estorse un mugolio d’approvazione.

«Non dovrebbe sfreddarsi, a me non si è mai sfreddata.»

«Fai spesso il bagno qua dentro?»

«Ogni tanto. In due è più bello.»

Anche Danilo si infilò all’interno, e fece partire l’idromassaggio. Il rumore delle bolle che gorgiogliavano nell’acqua fu quasi più rilassante del loro scoppiettare che gli allungava i muscoli.

«Cazzo» commentò. «Avrei dovuto scegliere un altro posto per vomitare, questa roba è pazzesca.»

Mentre lui si distendeva a pelo d’acqua, lasciando che le bollicine facessero il loro, Danilo andò al bordo opposto della vasca e afferrò qualcosa che doveva aver lasciato là in precedenza.

«Cosa c’è là?»

«Ti piacerà» rispose, soltanto.

Francesco decise di avere fiducia.

Danilo si avvicinò a lui, con la mano stretta a pugno, e ordinò: «Chiudi gli occhi e apri la bocca.»

Lui aggrottò la fronte, confuso, ma decise di fare come aveva detto.

Qualcosa gli venne posato sulla lingua e riaprì gli occhi, serrando le labbra. Fece per chiedere cosa diavolo gli avesse appena infilato in bocca, quando il sapore avvolgente del cioccolato fondente gli arrivò al cervello, immobilizzandolo per un attimo.

Gli scappò un verso poco dignitoso che fece ridere l’anima davanti a lui. «Ti piace? Ne ho preso solo un pochino, così anche se lo mangi tutto non avremo problemi.»

Francesco allungò le mani e lo afferrò, tirandolo verso di lui. Anche l’altro era nudo, e bagnato, e stare insieme allacciati nell’acqua increspata dalle bolle a mangiare cioccolatini lo pugnalò con la differenza dallo stare sempre nudo con le altre anime nella pozza di fango.

Avrebbe barattato il paradiso solo per un principio morale. Questo lo rendeva più retto o più stupido?

Danilo avvicinò il volto al suo e gli leccò le labbra. «Sai di cioccolato» mormorò.

Il suo sguardo, il calore, la situazione gli smossero qualcosa dentro. «Grazie per tutto questo.»

«Meglio godercelo sinché dura. E poi Gino ha ragione, non possono buttare fuori tutte le anime celesti del paradiso, andrà tutto bene. E hai ragione anche tu... era una cosa che andava fatta. Neanche io sono un mostro, grazie di avermelo ricordato.»

Un getto di bolle un po’ più forte gli massaggiò la schiena, e lui si stiracchiò. Fece passare le braccia intorno al suo collo, avvicinando il volto al suo. «Non lo sei mai stato» gli disse, poi unì ancora una volta le loro labbra.

Note autrice
Vi ricordate quando vi ho detto che saremmo entrati nel vivo? Pensavo che il prompt di oggi fosse quello di domani, mi ero completamente dimenticata del prompt “cacao”. Mannaggia a me. Mi è toccato questo capitolo filler di calma prima della tempesta.
Francesco e Danilo però sono carini, dai.
Da domani, invece, ci siamo. Domani e dopodomani saranno giorni importanti! Restate sintonizzati!

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