34. Un futuro che non arriverà mai?
Lui è la mia debolezza.
Avevo giurato di tenermi lontana, di bandirlo dal mio cuore, di non nominarlo nemmeno e ora?
Sono accoccolata tra le sue braccia, desiderosa che non si svegli per non mettere fine a questo contatto illecito. Lui è sposato e io... io cosa sto facendo? Uscirà dal mio letto e andrà da Claudia, farà l'amore con lei e, anche se ora potrebbe svegliarsi e giurare che avremo un futuro, io sarei solo una stupida a credergli.
È davvero necessario ricordare tutto il dolore che ho dovuto affrontare da quando l'ho baciato? Ho commesso un errore, ma allora non sapevo nulla. Dopo quello che mi hanno detto al riguardo della possibilità di diventare di nuovo madre, non ho avuto la forza di stagli lontana. Nemmeno ora sento di averla.
Il mio corpo è elettrizzato, ogni suo minimo movimento intensifica il desiderio che provo.
Ho fame di lui. Vorrei assaporarne il gusto, sento una languida sensazione nello stomaco e la mia intimità si è risvegliata, morbida e umida, all'idea di potermi ancora una volta unire a lui. Perché lo desidero ancora così intensamente? Sono forse impazzita? Chi mai vorrebbe un uomo che l'ha fatta soffrire a tal punto da desiderare la morte, se non una persona folle?
Le sue braccia mi avvolgono mentre cerco di muovermi: lui le tiene strette anche nel sonno, come se la sua parte inconscia temesse che io scappi via. Con quale facilità mi illudo? È ingenuità o forse solo una stupidità mascherata a festa?
Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo bel viso addormentato.
Le labbra serrate, la sottile ruga tra le sopracciglia, le guance scavate. Non dovrei permettermi di guardarlo, ma quella parte masochista di me anela solo di incastonare nella memoria i dettagli del suo volto per poterli richiamare in futuro.
Chissà quali dei suoi tratti ha ereditato mio figlio?
Chissà se sarei stata in grado di riconoscere in lui la bellezza paterna?
Nonostante la sua immobilità, solleva le palpebre e le sue pupille si fissano nei miei occhi. Il verde ancora sonnolento dell'iride sembra un alternarsi di crateri e montagne come quelli presenti sulla superficie lunare. Pensavo di conoscere tutto di lui ormai, ma chissà quante altre sorprese potrebbe riservarmi. Forse anche lui ha realmente attraversato l'inferno come ha detto, forse non ha mentito.
Basta!
Devo smettere di pensarlo come un eroe! Questo è l'errore, la mia illusione, il mio tormento. Le palpebre rimangono immobili, continua a fissarmi ed è troppo tardi per fingere che lo scambio di sguardi non sia mai avvenuto.
«Buongiorno.»
La voce ancora arricchita dal sonno mi scivola lungo il corpo che, traditore, sembra illanguidirsi ancor di più.
La vita cambia repentinamente, e questa è stata l'ennesima prova. Dopo giorni passati a chiedermi se Adele mi avrebbe mai rivolto almeno un gesto amichevole, ieri notte mi ha chiesto di dormire tra le mie braccia. Non avrei neppure voluto addormentarmi, ma la stanchezza ha preso il sopravvento. Mi sono lasciato scivolare nel sonno senza accorgermene, mentre la guardavo dormire e vegliavo su di lei.
Mi sono appena svegliato e non oso muovermi, perché so che potrei svegliarla e poi dovremmo alzarci, fare colazione, andare a lavorare e studiare. Oppure potremmo baciarci, fare l'amore per dimenticare le brutture del mondo. Dovremmo parlare, però, discutere di quanto è successo e magari del nostro futuro.
Sento che il suo respiro è cambiato, deve essersi svegliata.
Apro gli occhi e la sorprendo a guardarmi.
Dio, quanto è bella!
Il mio corpo si infiamma. Il sangue scorre così velocemente che è impossibile nasconderlo. Non solo il cuore batte furiosamente nel petto e la pelle si è riscaldata, ma penso di avere l'erezione più potente di tutta la mia vita. I pensieri si sono azzerati mentre ogni senso si è acuito all'idea di esplorare ogni centimetro di lei.
«Buongiorno.»
Deglutiscono faticosamente, mentre i pensieri si rincorrono come un bambino insegue un aquilone. Le braccia si stringono ancora di più, le geometrie dei nostri corpi studiano i cambiamenti di questi mesi di assenza. Le diverse temperature, l'elettricità che scaturisce dallo sfregarsi della nostra pelle, la morbidezza e la durezza dei nostri sessi avvolti dagli indumenti.
«Buongiorno» mi risponde titubante, quasi fosse una domanda. «Io... Io...»
La frase rimane sospesa mentre l'aria tra di noi diventa densa. Le nostre labbra non si sfiorano nemmeno, eppure sento le mie pizzicare come se ci stessimo baciando con un'urgenza divorante. Percepisco il suo sapore sulla lingua anche senza invadere la sua bocca, l'umidità profumata della saliva, i denti lisci. Sembra persino di avvertire il lieve gemito di piacere che emette quando la bacio, eppure nella stanza c'è un silenzio religioso.
«Tu?»
Parlami, dimmi qualunque cosa in modo da distrarmi dai pensieri, degli istinti del bollente desiderio di unirmi a te.
«Io ho sbagliato a dormire con te.»
«Lo so» dico subito perché non voglio che il suo disagio aumenti.Forse, però, con la mia risposta l'ho fatta sentire ancora più insicura.
«Perché sei rimasto qui, allora?»
«Sono come un uomo che si è smarrito nel deserto e ha trovato l'oasi nel momento in cui credeva di morire.»
Adele scrolla la testa: «Una risposta teatrale... Da quando l'avevi preparata?»
L'espressione imbronciata mi fa ridacchiare: «Si capiva così tanto?»
«Sì, sei un pessimo attore, nonostante tutto.»
«Ho recitato per tanto tempo, ma ora non voglio più fingere. Non con te, né con nessun altro. Forse la frase potrebbe essere stata preparata, ma ti assicuro che ho provato la sensazione di morire nel deserto durante gli scorsi mesi.»
Si rifugia nel silenzio per un po', forse sta solo sto ponderando le mie parole.
«Io sono morta nel deserto e ieri ne ho avuto conferma.»
Non posso dirle che so già tutto, si sentirebbe ancora più violata. Devo invogliarla a confidarsi.
«Cosa è successo?» Rimane zitta e abbassa lo sguardo. «Visto che non volevi nemmeno che ti toccassi e poi mi hai chiesto di tenerti stretta, deve essere accaduto qualcosa che ti ha scosso profondamente.»
Il suo respiro si blocca, le spalle si rilassano leggermente e c'è un lieve tremore, ma i suoi occhi gialli rimangono asciutti. Un peso di dolore si appoggia sulle sue spalle, piegandole finché la guancia poggia sul mio petto.
Le bacio la fronte e le mie labbra rimangono appoggiate sui suoi bellissimi capelli sciolti. Sono intrisi di chissà quale pozione magica, poiché una fede certa si fa strada in me, donandomi la certezza che tutto andrà bene. Le bacio le tempie, gli occhi, la punta del naso e mi fermo, poiché lei scuote il viso, indecisa se lasciarsi andare o meno. Mi avvicino alla sua bocca, ma la sua mano scivola per coprirla e io le bacio le dita sottili.
«Sento che sei eccitato, ma io non farò sesso con te» mi dice atona.
«Adele, ti sbagli. Io non voglio fare sesso con te.» Si discosta dal mio petto per guardarmi e muovi i fianchi per ribadire che si è accorta della mia erezione. «Guarda che avere il cazzo duro non vuol dire per forza volerlo infilare da qualche parte!»
Rimane a bocca aperta, forse più per l'asprezza del mio tono che per le parole.
«Non mi vuoi scopare?» domanda scettica.
«No» ed è la verità sacrosanta. Dio mi è testimone che vorrei solo fare l'amore. Un secondo pensiero, quello di Claudia che cerca di irretirmi, mi fa defluire il sangue fino ad ammosciarmelo. Anche i battiti del cuore sono diventati irregolari... Che strano il corpo umano: non ho accusato alcun dolore al petto fino al momento in cui ho pensato a mia moglie.
«Ora sei più credibile... Devo andare a lezione e tu, immagino, avrai una riunione o qualche altro impegno.» La tengo stretta contro di me, impedendo che si allontani, mentre lei cerca di respingermi con le mani esili posate sui pettorali. È così magra che sembra priva di forze. Non voglio che questa notte giunga al termine. «Forse non hai capito ciò che ho detto prima.»
«Ho capito benissimo: dormire tra le mie braccia è stato uno sbaglio e tu non vuoi fare l'amore con me.»
Alla parola amore, si lascia sfuggire una risata ironica.
«È il caso che le lezioni di chimica si interrompano qui.»
All'udire l'ultima frase, il mio cuore salta un battito. Un passo avanti e dieci indietro? Non ho assolutamente intenzione di arrendermi.
«Non sono d'accordo» ribatto con fervore, senza neanche lontanamente considerare l'idea di lasciarla andare.«Noi abbiamo dei problemi, è vero, ma li risolveremo.»
Non faccio in tempo a finire che i suoi pugni mi colpiscono con forza sul petto. Stringo i denti per non far trasparire quanto il gesto mi abbia fatto male.
«Tu parli ancora di noi? Come osi proporre nuovamente quel disgustoso accordo di diventare la tua amante dopo che ho portato in me tuo figlio?»
Trema senza versare nemmeno una lacrima o forse sono io a tremare e a piangere.
«Non ti sto proponendo nulla del genere!» Alzo la voce per la frustrazione di essere stato frainteso. «Non ti voglio come amante!»
«E come cosa allora?»
«Come mia unica e sola. Sei la donna che..»
Scrolla il volto, deformato dal disgusto.
«È tardi. Non voglio sentire promesse senza senso. Sei un uomo da niente... Parole, scenette, che altro? Ti definisci uomo solo perché ti viene duro? Qualsiasi bestia è in grado di riprodursi.»
«Sei spietata nei miei confronti.»
«E tu hai avuto pietà di quella sciocca che ero, innamorata di te? Sono stata una stupida a chiederti di restare. Esci dalla mia vita. Non voglio ripetertelo altre volte. Non posso vivere nell'attesa di un futuro che non arriverà mai.»
Mai come in questo momento sono pronto a rischiare e a perdere tutto ciò che possiedo, persino la mia stessa vita. A pochi giorni dal Natale, prego per il mio miracolo. Fino a ieri desideravo che mi capitasse dal cielo, ma ora voglio essere il creatore del mio destino.
Mentre stavo dirigendomi in ufficio, ho chiamato Ryan per spostare l'incontro con l'investigatrice a domani mattina, perché oggi io e Fred firmeremo l'accordo per la cessione di tutte le mie quote azionarie. Questa manovra comporterà la perdita di una considerevole somma di denaro, ma non mi importa, perché se questo è il prezzo della mia libertà, sono più che disposto a pagarlo. Smetterò di essere una marionetta ricattabile nelle mani di Mr Talbot.
Domani mattina discuterò con Erica riguardo a mio figlio. Con il suo aiuto metterò Fred alle strette, facendogli confessare, anche sotto tortura se necessario, dove lo ha nascosto. Il bambino mio e di Adele festeggerà coi genitori il suo primo Natale. La sacra famiglia sarà riunita.
«Non avevamo rimandato all'anno nuovo?» domanda Fred guardando con fastidio gli avvocati che sono entrati nel suo ufficio assieme a me.
«Ho cambiato idea. Ho bisogno di vendere le mie quote oggi stesso.»
L'uomo mi tira da una parte.
«Speravo in un ripensamento: Mr Talbot non sarà contento.»
«Sei preoccupato?»
«Sono in pensiero per te.»
«Diventi socio di maggioranza con le mie quote: potrei fare ciò che desideri.»
Inclina la testa e mi studia per qualche attimo.
«Ho l'impressione che tu non abbia voglia di ricomprare le mie azioni, o mi sbaglio?»
«Ma no, Fred, come ti viene?»
Mi invita a seguire in un angolo dove gli avvocati non hanno alcuna possibilità di tendere l'orecchio.
«Ti conosco fin dal momento della tua nascita. Per me sei come un figlio, lo sai. Sono certo che tu stia macchinando qualcosa, anche se non so esattamente cosa.»
«Nulla, ti assicuro. Ho solo bisogno di staccare la spina per...»
«E che cavolo c'entra tutto questo con il fatto di vendermi le azioni? Anzi, diciamola tutta, le stai svendendo, praticamente me le stai regalando. Se vuoi andare in vacanza, puoi farlo senza dovermi cedere le azioni... Ti prego, dimmi francamente cosa hai intenzione di fare.»
Dimostra un sincero interesse nei miei confronti, preoccupandosi di ciò che mi angustia. E se dovessi confidargli nuovamente delle minacce di Mister Talbot, questa volta mi crederebbe? «Non dirmi che ancora credi che tuo suocero possa ricattarti?» aggiunge con tono ironico, raggelando ogni mio proposito di confidarmi. «A proposito di ciò, ti posso dire che il nostro socio è rimasto basito quando ne abbiamo discusso. Non ti nascondo che ho pensato che volesse consultare uno psicologo per farti esaminare. Mi devi un favore perché sono riuscito a dissuaderlo.»
Il desiderio di guadagnarmi la stima e la fiducia di Adele mi danno la forza di mantenere la calma di fronte al suo tradimento e alla sua mancanza di comprensione.
«Ho bisogno di una pausa, di capire veramente ciò che desidero. Prenderò mia moglie e viaggerò in giro per il mondo...»
Mi mette una mano sulla spalla e me la stringe con fare paterno.
«Fai bene! Lo dico sinceramente. Forse è il momento di capire cosa questa impresa significhi veramente per te. Io e tuo padre l'abbiamo sognata, immaginata, costruita passo dopo passo, ma tu ne hai ereditato la responsabilità. Stare con Claudia, prenderti cura di lei ti aiuterà. Chi lo sa? Potresti persino decidere di riprovare ad avere un bambino. Guarda come siamo felici io e Silvye!»
Se non fosse stato per l'ultima cosa che ha detto, forse avrei anche potuto commuovermi.
«Stare solo con mia moglie mi farà stare bene.»
Non dico il vero nome di mia moglie, ossia quello di sua figlia, l'unica donna a cui il mio cuore sente di essere legato.
Quando apro la porta di casa, Claudia mi viene incontro con un sorriso enigmatico.
«Nick caro.»
Non voglio perdere tempo con convenevoli.
«Claudia, dobbiamo...»
Il suo schiaffo colpisce la mia guancia così improvvisamente che non riesco ad evitarlo.
«Dove sei stato? Ti ho chiamato cento volte e mandato altrettanti messaggi su WhatsApp.»
Massaggio la mia mandibola e cerco di rimanere calmo.
«In realtà mi hai mandato centosettantacinque messaggi: se avessi voluto risponderti, non credi che l'avrei fatto?»
«Dimmi con quale troia sei stato stanotte?»
Questa volta blocco la sua mano per i polsi, portandole le braccia dietro la schiena. Le mie dita affondano nella sua pelle sottile, devo usare la forza per contrastare la sua rabbia.
«Dimmi chi è la donna che ti tiene lontano da me!»
«Calmati! Possiamo parlare come due persone civili?»
Si libera i polsi e me li mette davanti agli occhi per mostrarmi i segni rossi che le ho lasciato. Ma come avrei potuto fare diversamente?
«Tu parli di civiltà? Non appena sei diventato...»
«Taci, Claudia! Taci! Non sono venuto né per litigare né per recriminare ciò che è successo. Sono qui solo per informarti di persona che riceverai la mia richiesta di divorzio.» Scrolla la testa da un lato all'altro, ma non apre bocca. «Ho avviato le pratiche oggi pomeriggio: i miei avvocati hanno detto che cercheranno di spedirtele entro Natale.»
«Natale?»
«Ci faremo il regalo reciproco della libertà.»
«Ma di quale libertà stai parlando?»
«Claudia, cazzo, chiami matrimonio tutto questo? Non facciamo altro che urlarci contro o ignorarci! Che tipo di vita è? Ti ricordi cosa ti dissi in Italia?» Lei scuote nuovamente la testa mentre gli occhi si riempiono di lacrime. «Che per essere felici avremmo dovuto lasciarci? Entrambi meritiamo di amare ed essere ricambiati.»
«Tu mi amavi: dimmi il nome della puttana che ti ha portato via da me! È mio diritto saperlo!» urla mentre si asciuga le lacrime col dorso della mano.
«La questione riguarda solo me e te. Il punto è che io non ho più alcuna intenzione di stare con te e ho chiesto il divorzio.»
Ci guardiamo negli occhi per un istante, poi la supero per andare nella mia stanza.
«Dove vai?»
«Prendo il cambio per un paio di notti, poi...»
«Se pensi di buttarmi fuori da questa casa hai capito male!» urla ancora più forte e afferra un vaso alzandolo sopra la testa. Un déjà-vu. Mi ritraggo all'indietro senza smettere di tenerla d'occhio, poi mi rilasso quando lo scaglia contro la porta a vetri che dà sulla cucina, mandandola in frantumi.
«Claudia, ho intenzione di regalarti questa casa come parte del divorzio. Se la distruggi, sappi che sarà un tuo problema.»
Mi giro sui tacchi e mi rifugio in camera, chiudendo a chiave mentre sento le porte sbattere e poi, finalmente, il silenzio.
Prendo la valigia, un paio di camicie, i pantaloni... E mi fermo.
Il rumore sordo di qualcosa di pesante che cade si alterna al suono di vetri rotti. Esco con cautela sul balcone per capire da dove provenga tutto quel fracasso. Dal giardino. Un brivido di sudore mi percorre la schiena, le gambe si dirigono automaticamente verso il salone e da lì dove ho parcheggiato l'auto. Claudia sta riversando tutta la sua frustrazione sulla mia Tesla con l'aiuto di una mazza da baseball.
Una volta elegante e lussuosa vettura, la mia Tesla ora giace vandalizzata nel giardino, un triste spettacolo di distruzione. La carrozzeria scura, fino a dieci minuti fa lucente e impeccabile, è segnata da ampie crepe e schegge, cicatrici profonde che avrebbero potuto essere sulla mia persona. Il vetro del parabrezza è frantumato in mille pezzi, come uno specchio infranto portatore di sventura, mentre i vetri laterali sono ormai solo frammenti irregolari.
«Pensavo di aver nascosto tutte le possibili armi» urlo per coprire il rumore. Lei si blocca. Ha il fiato corto e il viso è deformato dall'ira. «Evidentemente non è così.»
Pur continuando a tenerla d'occhio, cerco di valutare i danni che potrebbe aver causato. A occhio e croce dovrò prendere la Maserati che è in garage. Sempre che poi non sia intenzionata ad accanirsi anche su quella.
Alza il mento e inizia a battere la mazza sul palmo della mano aperta. Non ha buone intenzioni.
«Claudia, smettila! Cristo santo!»
«Io ti ammazzo, maledetto figlio di puttana!»
Il mio corpo si irrigidisce istintivamente. È un momento di puro istinto di sopravvivenza che si impossessa di me e le mie mani cercano affannosamente un modo per proteggermi. In un attimo di lucidità, il mio sguardo si posa sul coperchio del bidone dell'immondizia, lì, a pochi passi da me.
Senza pensarci due volte, mi avvento sul coperchio come se fosse uno scudo improvvisato. Lo sollevo in modo frettoloso, cercando di drappeggiarlo intorno a me per creare una barriera di difesa. La tensione nell'aria è palpabile, l'adrenalina scorre furiosamente nelle mie vene mentre mi preparo a resistere all'attacco imminente.
Claudia alza la mazza e l'abbassa con tutta la sua forza, ma fortunatamente riesco a schivarla grazie alla mia improvvisata protezione. Il suono sordo dell'arma improvvisata che colpisce il coperchio risuona nell'aria, ma non è finita qui. Senza perdere un attimo, Claudia cerca di colpirmi di nuovo, questa volta puntando direttamente verso di me.
Il panico e la determinazione si fondono dentro di me mentre faccio un passo indietro, cercando di evitare il colpo. Purtroppo, non riesco a sfuggire al suo attacco e sento un doloroso impatto sul mio braccio, accompagnato dal rumore di un osso che si spezza.
Un'ondata di dolore mi travolge, ma cerco di non farmi sopraffare. Lottando contro il tormento e il panico, faccio un passo indietro, cercando di mantenere la distanza tra di noi. La rabbia e la frustrazione si mescolano con il dolore, ma la mia determinazione rimane incrollabile.
Tutto sembra sfuggire al mio controllo. E se riuscisse a uccidermi? Ma mi aggrappo a ciò che rimane di razionalità e di forza interiore. L'immagine di Adele che tiene tra le braccia nostro figlio mi fanno capire che devo resistere.
Claudia si ferma per un attimo, forse sorpresa dalla mia mancanza di reazione. Le sue pupille incendiate di rabbia incontrano i miei occhi, e lì, in quell'attimo, sento che c'è una decisione che devo prendere. Non posso più permettere che questa violenza e autodistruzione continui. È arrivato il momento di porre fine a tutto questo.
«Claudia, non si affrontano i problemi così. Parliamone con calma.»
«Tu sarai solo mio e di nessun'altra!»
Grazie per aver pazientato due settimane dall'ultimo aggiornamento.
Mi sono fermata un attimo per riflettere sulla narrazione: forse si era un po' arenata? Così come vi sembra? Abbiamo dato un punto di svolta?
L'altro motivo è che ho avuto qualche lavoro in più da fare (ottimo, sennò come pago le bollette per accendere il computer?) e inoltre è iniziato il conto alla rovescia per la pubblicazione del mio primo romanzo. Io che sono sempre golosa, vi dico solo che ho perso l'appetito per l'ansia! Un'ansia bella, questo è indubbio...però aiuto! Ho atteso questo momento per 24 anni e ora sono più o meno paralizzata! Sgridatemi, ditemi qualcosa, incoraggiatemi... o mandatemi a dar via i piedi!
Intanto diamo la vincitrice del sorteggio avvenuto il 22 giugno ne...
Ha vinto 🥁Antonella MartinaRagusa672
Aspettati la mia lettera manoscritta (potrai rivenderla quando sarò famosissima 🙄) con la sorpresina!!!
Ringrazio tutti i partecipanti per le domande che mi sono arrivate 🥰 e alla prossima!
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