31. Una seconda possibilità?

Vulnerabile è l'ultima ora della notte, temuta perché la più buia e fredda, che si piega al primo raggio dell'aurora. 
Vulnerabile è la roccia, maestosa e antichissima, che non s'accorge del lento lavorio della goccia d'acqua che la scolpisce in grotte e vallate. 
Vulnerabile è la stella, che crede di brillare imperitura ma è destinata ad annullarsi nel destino più cupo. 
Vulnerabile è quest'uomo, l'eroe della mia infanzia, che sei ricurva sotto il peso dell'errore. 
Vulnerabile è la mia anima, ancora furente di rabbia, che è tentata sia dal ferire chi ha amato sia dal lenirne le ferite con una carezza.

Ha senso questa dicotomia tra ciò che sembrava e quello che avrebbe potuto essere?

No, non ne ha. 

Vedo solo un uomo seduto sui gradini della scala di un condominio, con la testa appoggiata alle ginocchia e le spalle scosse dal respiro forte. Scendo la scala domandandomi a ogni passo perché lo stia facendo, ponendo attenzione a non fare rumore, quasi sentissi il dovere  di giustificare la mia compassione. O me ne vergognassi, come segno di ulteriore debolezza.

Non si accorge della mia presenza nemmeno quando mi siedo accanto a lui, sul gradino gelido.

Mi piego in avanti e appoggio la fronte alle ginocchia, in una posa identica alla sua. Chiudo gli occhi e attendo che le lacrime mi bagnino portando un po' di sollievo al dolore che ho dentro. Le mie sclere rimangono asciutte mentre il cuore viene avvolto dall'oscurità del tormento che trasuda dall'Innominato. I singhiozzi cessano all'improvviso, il movimento accanto a me mi fa spalancare le palpebre. Il pavimento della scala in cemento, alcune macchie di pioggia, il freddo dello stabile, l'ombra proiettata della mia figura. Impiego un attimo ad abbandonare la posa e, quando lo faccio, mi sollevo con calma guardando in avanti. Sento il suo sguardo sulla nuca e sul collo, sulla guancia e sull'angolo delle labbra. Resisto all'impulso di voltarmi,  la sua vulnerabilità mi spaventa perché potrei desiderare di consolarlo fino a dimenticare ogni cosa. Il tempo scivola tra di noi senza cambiare nulla fino a quando mi volto. 

Sento che questo sarebbe il miglior momento per la vendetta, la recriminazione, l'astio, ma i suoi occhi arrossati mi fermano.

«Perché piangi?»

La mia domanda sorprende anche me e non solo lui. Si passa una mano sul viso per asciugarlo,  sposta il volto e fa per alzarsi, ma io lo blocco con un gesto della mano. Si strofina la fronte con la punta delle dita a occhi socchiusi e labbra strette, imbarazzato e indeciso. Respira forte dal naso e le spalle si muovono rapide. 

«Che domanda è?»

«Voglio sapere...»

Interrompe di strofinarsi la fronte per guardarmi.

«Vuoi sapere per conoscere o per cercare un ulteriore motivo d'odio nei miei confronti?»

Deglutisco a vuoto chiedendomi pure io quale sia la verità, però rispondo subito «Per conoscere».

Lui fissa di nuovo il pavimento, il suo tormento è sempre più palpabile. Rabbrividisco, ma non voglio cedere al freddo e non voglio nemmeno invitarlo a finire la discussione nel mio appartamento.

«Non solo ho realizzato di essere padre e di non esserlo più nel medesimo istante, ma non sono riuscito a stare accanto e aiutare l'unica donna con cui sento un forte legame. E ora mi odia perché l'ho lasciata da sola ad affrontare una cosa più grande di lei. Può bastare?» Non rispondo, non saprei cosa dire. «Vorrei rimediare per quanto possibile, ma lei non vuole...» Si volta e mi guarda. «Perché non vuoi?»

«Non c'è rimedio a questa vita.»

«Permettimi di provarci.» Scrollo la testa. «Lascia almeno che ti aiuti a studiare per gli esami di gennaio, poi deciderai tu. A Natale mi dirai se vuoi che proseguano le nostre lezioni.»

«Quali lezioni?» L'immagine di noi due abbracciati, avvolti solo dal profumo del sudore dei nostri corpi eccitati, s'insinua infingarda nella mia mentre facendomi palpitare. Una parte di me vorrebbe che lui mi insegnasse ancora a dare e ricevere piacere, l'altra ne è terrorizzata.

«Chimica generale, fisica e matematica: ti rimetterò alla pari con le lezioni che non hai potuto seguire. Se vorrai, poi, continuerò a farti da tutor.» Il tempo del desiderio, delle palpitazioni, dei sogni bambineschi è già finito. Da qualche parte ho letto che c'è un tempo per ogni cosa, però non è detto che questo tempo sia durevole per tutti allo stesso modo. Forse, però, una volta trascorso, una volta trasformato in passato, sembra essere stato fin troppo breve per tutti  quanti. Ora il mio unico desiderio è riavere mio figlio. Ma come posso dirgli di...? «In questo momento, forse, potresti trovare un po' di felicità nel  fare le cose ordinarie che fanno le ragazze della tua età» dice abbassando il tono di voce.

«Ho diciotto anni, ma mi sento millenaria. Sono così stanca.» 

«Lo so. È un momento difficile, ma tutto passa nella vita, anche questa tristezza profonda.»

Allunga una mano verso il mio viso ma, quando vede che l'istinto mi fa ritrarre, subito la riabbassa scrollando la testa impercettibilmente. 

«Hai scoperto di essere padre e di non esserlo più nel medesimo istante: com'è il dolore che mi hai detto di aver provato? Ora immagina di aver cullato quell'illusione per sei mesi, di aver nutrito quel bambino col tuo stesso sangue,  di aver pregato per la sua vita. Sii sincero: secondo te quel lutto potrà passare mai?»
Gli occhi gli tornano lucidi, allarga le braccia per accogliermi in esse, ma io non voglio essere consolata. Voglio solo che comprenda che non c'è veramente alcuna speranza. Alzo il viso per rimarcare la mia determinazione e lui posa le mani in grembo.
«Se accetto il tuo aiuto, non mi farai pressioni di nessun altro genere?»

«Te lo prometto. In questi mesi ho visto quanto male possa fare l'essere considerati come oggetti, senza desideri né sentimenti. Non penso di poter ritornare a essere egoista come prima...»

«La nostra leggerezza l'ha pagata un bambino mai nato.»
Alla parola leggerezza è sobbalzato e ha aggrottato le sopracciglia. Stava per parlare, ma si è fermato. «Per mesi mi sono raccontata una fiaba, ma la verità è che siamo stati entrambi egoisti e non siamo stati corretti. Non solo tu, ma anche io...»

«Le malattie non sono colpe. Il desiderio non è una colpa.»

«Non, hai ragione, questo però non cancella il fatto che siamo stati disonesti.»

«Io semmai... Ti chiedo scusa per averti chiesto di diventare la mia amante. Non lo meritavi tu. E nemmeno io meritavo una felicità a metà.» Ho sognato per mesi che mi dicesse queste parole e ora è troppo tardi. Per tutto. La vita è così sadica quando decide di esaudire i desideri nella disperazione. «Potremmo anche ritornare a essere amici. In fondo io sono anche Alexhey...»

«Mi hai mentito così tanto.»

Mi stringo nelle spalle, il freddo sta arrivando alle ossa. 

«Adele, ti ho sempre considerato parte della mia famiglia, di quella che mi è rimasta. Come potevo sapere se stavi bene o meno quando mi hai bloccato ovunque? Non volevo mentirti...»

«Ma mi hai mentito!»

«Non hai mai sperato che fossi io? Che Alexhey fosse Nicholas? Se ti avessi detto apertamente chi ero in realtà, non mi avresti bloccato anche lì?»
Sì, risponderei sì a tutto, ma non ammetterò mai quanto abbia sperato che fosse lui né che l'avrei bloccato subito... Il suo sguardo intenso non abbandona i miei occhi.
«Vuoi veramente giocare a chi ha mentito di più all'altro?»

Chissà, forse potrebbe veramente aiutarmi a scoprire la verità, ora che non ha secondi fini. 
Sempre che sia vero.

«No, non voglio.» 
Il pensiero di domandargli aiuto si unisce al freddo della tromba delle scale e rabbrividisco visibilmente tanto che lui mi sorride prima di rimettersi in piedi. Non sorriderebbe se intuisse che il ghiaccio che ho dentro non si è sciolto minimamente.
«Dici che potremo prometterci di essere onesti l'uno con l'altra?»

Quando allunga una mano per aiutarmi rimango a fissarla per un attimo prima di alzarmi con le mie sole forze. Non voglio che mi tocchi, non voglio che nessuno mi tocchi mai più.

«Non vuoi  stringermi la mano per suggellare il nostro patto?» mi  chiede mentre io incrocio le braccia nascondendo le mani nelle maniche del maglione.

Sorrido mentre sfreccio verso casa. Non posso farne a meno. Da quanto il sorriso non mi nasceva spontaneo dal cuore? Proprio nel momento in cui pensavo non ci fosse più speranza, ecco sopraggiungere una seconda occasione che non voglio - né posso - sprecare. 

Anche se tutti gli uomini avrebbero diritto al proprio lieto fine, non è da tutti averlo. 

Alcuni non se lo meriterebbero. Mia moglie, Mr Talbot e nemmeno Fred: loro ce l'hanno, anche se non so quanto ne godano nel profondo. Mia moglie che elemosina il mio amore e tenta di adescarmi nel suo letto ricorrendo al Viagra. Mr Talbot che esercita il suo potere ricattandomi in modo bieco senza nemmeno prendere in considerazione l'idea che, unendo le nostre forze, potremmo rivoluzionare il mondo dei farmaci ancor meglio delle grandi multinazionali. Fred che è talmente preso da sé stesso da non accorgersi delle persone che gli stanno attorno se non quando fa comodo a lui.

Il lieto fine non dovrebbe riguardare un individuo soltanto ma, per lo meno, tutta la sua schiera di amicizie. Perché non si è mai felici veramente se si è gli unici a esserlo.

Ho promesso ad Adele che sarò onesto con lei e lo sarò appieno non appena riceverò la conferma che nostro figlio è vivo oppure... Non voglio darle un motivo di speranza per poi doverle dire che si è illusa un'altra volta. 

Il cuore si appesantisce mano a mano che mi avvicino a casa fino a diventare piombo mentre varco la soglia. Quando Claudia, che era seduta sul divano a guardare una serie, si alza e mi viene incontro con la solita piega amara sulle labbra, non riesco a non pensare che, se acconsentisse alla separazione senza fare storie, saremmo entrambi più felici. Perché non vuole trovare qualcuno che la ami veramente? 

«Nick caro! Hai fatto tardi.»

«Sì.»

Da tre giorni ha iniziato a chiamarmi Nick caro e proprio non lo sopporto. 

«Hai cenato?»

«Non ho fame. Sono stanco. Farò una doccia e andrò a letto.»

«Dai, beviamo qualcosa assieme.»

La sola proposta mi fa rizzare i capelli sulla nuca e istintivamente la mano mi va al cuore, come se potesse proteggerlo. 
Devo accettare.
«Per me va bene il solito whiskey» rispondo cercando di non far trapelare nulla dalla voce. 

Grazie a Ryan, il foglio della diagnosi della mia fibrillazione ventricolare non cita da nessuna parte l'avvelenamento da sildenafil. Secondo il mio amico, in questo modo potremo incastrarla: lei tornerà alla carica e io potrò raccogliere un campione di liquore da far analizzare. Questo, unitamente alle foto che mi sono scattato quando mi ha ferito, servirà non solo come prova nella causa di divorzio, ma soprattutto per ricattare Mr Talbot qualora ritentassi di intimorirmi con le solite minacce. Anche se sto vendendo in segreto tutte le mie azioni al mio socio, non voglio che Fred stesso e i dipendenti paghino per la mia felicità.

Se raccoglierò abbastanza prove, però, potrò mettermi al sicuro e avrò io il coltello dalla parte del manico. Chissà infatti cosa darebbero i giornalisti per scrivere la notizia che la mogliettina dell'anno è una pazza sadica e che aggiunge il Viagra al whiskey del marito e lo ferisce lanciandogli oggetti?

Mi siedo sul divano e aspetto che lei mi metta il bicchiere in mano. Non me l'ha versato davanti agli occhi, ma con una scusa è andata in cucina. Forse ha nascosto lì il sildenafil?

«Eccolo, Nick caro. Senza ghiaccio, come piace a te.»

Deglutisco a fatica mentre mi porto il bicchiere alle labbra fingendo di bere un sorso.

«Ho cambiato idea: adesso mi andrebbe di cenare. Ti va di scaldare qualcosa mentre indosso qualcosa di più comodo?»

Le sorrido amabilmente e lei ride garrula. Cristo santo, mi fa paura quella sua risata. Non ci avevo fatto caso mentre eravamo fidanzati, ma potrebbero benissimo scritturarla per un horror. 

Mi metto in pedi tenendo saldamente il mio whiskey in mano. 

«Bevi il tuo liquore prima...» cinguetta avvicinandosi per appoggiare le mani sui miei pettorali. Se mi allontano, temo che mangerà la foglia. Fingo di bere ancora per allontanarla. 

«Me lo porto di là e me lo sorseggio mentre mi sistemo per la serata.»

«Nick caro, bevilo tutto, vedrai che ti rilasserà... e poi magari ce ne staremo assieme sul divano come ai bei vecchi tempi.»

«Certo, Claudia cara. Scegli tu il film perché io mi sa che mi addormenterò addirittura durante i titoli di testa.»

«Mi piace quando mi  chiami Claudia cara... È così affettuoso. Vuoi che ti rabbocchi il bicchiere con dell'altro whiskey?»

Brutta stronza, allora mi hai  drogato anche questa volta! Chissà se vuole solo scoparmi oppure desidera proprio uccidermi? Avendo anche lei studiato farmacologia, inizio a pensare che il suo fine ultimo sia emulare l'amantide religiosa. 

Ho la mia seconda occasione con Adele e di sicuro morire è all'ultimo posto dei miei impegni! Vedrai che bello scherzo ti fa il tuo Nick caro

Grazie per aver letto anche questo capitolo. 
E ringrazio anche a tutte le nuove lettrici che mi fanno compagnia o con le ⭐️ o i 💬 oppure sono silenziose ☺️. Grazie anche a quante hanno deciso di seguirmi ➕👤, spero di non deludervi.
Un triplo grazie alle lettrici che mi seguono dall'inizio, dai romanzi, racconti e fiabe già pubblicate. Grazie per la fiducia... Mi piace molto cambiare genere, adoro mettermi alla prova sebbene di fondo mi piacciano le storie romantiche e  quindi l'amore c'è sempre nei miei scritti. So che molte lettrici prediligono un genere specifico ed è per questo che le ringrazio tre volte: per la fiducia che ripongono in me (spero di meritarmela e di migliorare sempre), per l'azzardo a provare cose nuove e per l'incoraggiamento che mi danno, tante con messaggi privati, Whatsapp, Telegram. 

Questa settimana ho pubblicato la quarta puntata del podcast che svela il dietro le quinte di Hot desire: lo avete già ascoltato? È una puntata un po' speciale perché parla dell'erotismo romantico. 
Vi metto il link sia tra i commenti che al capitolo e, se deciderete di ascoltarlo, fatemi sapere cosa ne pensate. ❤️‍🔥

Per la prossima puntata mi piacerebbe intervistare Nicholas e Adele... voi cosa chiedereste ai due protagonisti della storia? Datemi una mano ❤️

Alla prossima,
Andelon Curse ❤️

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top