16. Parole semplici, brevi, che non lasciano adito a dubbi
Lo voglio. Come sono semplici le parole che saranno scambiate tra i due sposi.
Vorrei avere il coraggio di spiegare alle cinquecento persone invitate al matrimonio di Nicholas e Claudia che non è importante sapere quanto sia grande il giardino o quanti migliaia di fiori siano stati adoperati per abbellirlo, chi sarà lo chef che ci delizierà il palato o chi suonerà durante la cerimonia.
Le risposte importanti sono quelle di altre domande: dirà lo voglio? E se lo farà, sarà espressione di ciò che desidera o solo per dovere?
Lo voglio.
Parole semplici, brevi, che non lasciano adito a dubbi.
In bella mostra su un cuscino di raso bianco brillano le fedi che verranno scambiate. Ma qual è il loro significato? La spessa circonferenza simboleggia l'infinito e l'oro allude alla preziosità del sentimento o sono meri oggetti di lusso scambiati per sancire un contratto di possesso?
E se non riesco a formulare domande del genere, è perché la giornata afosa offusca i pensieri che si affacciano nella mia mente, pensieri che sono consapevoli di frapporsi al notevole sforzo di vincere lo sgomento che provo nel trovarmi qui.
«Potresti smetterla con quel muso lungo?» bisbiglia Sylvie con un sorriso finto. Immediatamente tiro gli angoli delle labbra all'in su e alzo la testa. «Ti ricordi dei Landon di Boston, cara?» aggiunge trillando contenta.
Stringo le mani a un uomo di una sessantina d'anni con un ventre prominente e a una donna che ha sperimentato tutta la chirurgia plastica possibile.
«Perfettamente» dico, ma non è vero.
«Sono una coppia perfetta» commenta l'uomo stringendo tra le labbra un cubano spento.
«Ma è vero che King l'ha salvata da morte certa?» domanda la donna mettendo la mano a conchiglia davanti alla bocca con fare cospiratorio. «A quanto pare la sposa era svenuta su una scogliera in Italia. Lui ha rischiato la vita per lei e, per fortuna, gli è rimasta solo una cicatrice... È così attraente.»
Sylvie si chiarisce la voce. «Il nostro Nick è proprio un eroe.»
La mano dello sposo corre alla fronte, tamburellando sul segno rosato come se avesse udito il pettegolezzo, ma è impossibile: è troppo lontano, sia fisicamente che emotivamente. Mio padre, accanto a lui sotto l'arco floreale dove si scambieranno le promesse, gli sta sussurrando qualcosa in confidenza, sorridendo come quando chiude un affare, mentre il prete fa un inequivocabile cenno col capo per attirare l'attenzione verso il fondo della navata di rose bianche, dove probabilmente è apparsa la sposa.
«Non è che Claudia è svenuta perché è...?» Mrs Landon alza volutamente la voce e disegna nell'aria un ventre arrotondato con le mani. «So che hanno addirittura anticipato il matrimonio.»
Gli invitati che sono già in piedi si voltano, quelli seduti si alzano, me compresa. L'allusione della donna mi provoca un brivido lungo la schiena... Mentre sto per girarmi pure io in direzione della sposa, gli occhi si allacciano a quelli di Nicholas.
Mi hai detto tutta la verità?
La scorsa settimana mi ha scritto chiedendomi di andare da lui. Non lo avevo visto né sentito dalla vacanza in Italia e avevo perso ogni speranza di ricevere risposta ai miei messaggi.
Ha aperto la porta e mi ha guardato a lungo, sembrava sorpreso della mia presenza, come se non fosse stato lui a chiedermi di vederlo. Ho pensato che mi avesse invitato solo per senso di dovere, senza il reale desiderio di spiegarsi.
Mi ha lasciato passare ma è rimasto aggrappato alla maniglia, le nocche sbiancate dalla forza con cui la stringeva. Non sapevo se sarei riuscita a sopportare quella tensione senza scoppiare in lacrime, ma mi sono fatta coraggio.
«Ciò che devi fare, fallo in fretta.»
Nicholas ha sbattuto la porta con violenza, facendo tremare i vetri delle finestre. Anche se l'istinto mi suggeriva di tirarmi indietro, sono rimasta immobile e l'ho guardato negli occhi. Il verde delle sue iridi sembrava più cupo a causa delle profonde occhiaie e della barba che gli scuriva le guance. Non avrei mai arretrato per nessun motivo, per quanto fossi scossa e tremante nel profondo. Non volevo che l'immagine di una Adele sconfitta e annichilita dai sentimenti gli rimanesse nella memoria. Non mi sono mossa nemmeno quando si è avvicinato a me, guardingo e quasi timoroso.
Ha sollevato le mani tremanti per sfiorarmi le guance con le unghie corte. Il suo sguardo è diventato febbrile, ma non ho fatto in tempo a comprendere cosa stesse accadendo che la sua bocca ha invaso la mia in un bacio che non aveva nulla di gentile. I suoi denti si sono conficcati nelle mie labbra e la sua lingua dura mi ha invaso, come se fosse una domanda retorica a cui non potevo sottrarmi. Prigioniera del suo braccio attorno alla vita e dell'altra mano sulla gola, riuscivo solo ad obbedire. O forse era lui che obbediva al mio Ciò che devi fare, fallo in fretta.
Mi sono lasciata amare in quel modo disperato, senza una spiegazione, ignorando se la parola domani fosse ancora contemplata nella storia di noi due.
ollevandomi in braccio, ha fatto avvolgere le mie gambe attorno alla sua vita, proprio come a Portofino. Ma questa volta, non c'era il mare a cullare i nostri sospiri: era la porta appena sbattuta a far eco ai nostri respiri affannati. Sono stata schiacciata contro di essa, impaurita ma al tempo stesso ammaliata dai movimenti rapidi delle sue mani che mi denudavano, sollevando la maglietta e spostando le mutandine. Ha interrotto i suoi tocchi solo per slacciare i bottoni dei jeans, abbassarli leggermente e liberare la sua erezione. Con un gesto meccanico, ha sollevato una gamba per appoggiarsi all'apertura della mia intimità. Sembrava quasi di assistere a una scena già vista, a un copione che aveva recitato tante volte. Eppure, non sono riuscita a dirgli di fermarsi.
Se lui era pronto, io non lo ero e ho gridato per il dolore.
Si è fermato, ma solo per bagnarsi la mano di saliva, inumidire i nostri sessi e riprovare. È scivolato piano dentro di me, spingendo a fondo, poi mi ha sollevato come prima e ha iniziato a muoversi in crescendo. La porta era l'unico punto fermo anche se rimbalzava alle mie spalle dietro le sua spinte. Mi guardava negli occhi, sembrava diviso tra ciò che facevano le sue pelvi e la volontà del suo cuore.
«Sei mia.»
«E tu, mio.»
Si è bloccato di colpo per baciarmi. Respirava forte nella mia bocca, la sua lingua si era fatta più gentile ed è scivolato fuori. Mi sono ritrovata tra le sue braccia, distesa sul divano, ipnotizzata dal suo spogliarsi completamente. Io ho fatto lo stesso e quando si è sdraiato accanto a me, il contratto della nostra pelle nuda ha riacceso i sensi.
«Adele, cosa mi hai fatto?»
«Nulla che tu non abbia fatto a me.»
Si è messo a sedere appoggiandosi al divano e mi ha guidato sopra di lui. Ci movevamo con lentezza, accarezzandoci il viso, le labbra e sfiorandoci la fronte madida di sudore. Quello era il Nicholas che conoscevo...
In quel momento pensavo di avere tutto ciò che avessi mai desiderato, anzi di più. Tuttavia, una cosa era stare insieme lontani da casa, perché tutto poteva essere relegato al mondo della fantasia, un'altra cosa era immaginare come sarebbe stata la nostra vita quotidiana insieme, o meglio, ciò che pensavo potesse diventare il nostro nuovo modo di vivere. Forse, all'inizio, mio padre si sarebbe opposto a causa della differenza di età, ma sapevo che alla fine sarebbe stato contento (dopotutto, anche lui e Sylvie hanno quasi vent'anni di differenza).
Pensavo alla nostra storia come a una fiaba moderna: due soci danno vita a un'azienda farmaceutica, i loro figli si sposano e non solo fanno crescere il loro amore ma anche il progetto iniziale, passando poi il testimone a loro volta. L'idea di poter diventare un giorno la madre di un figlio di Nicholas mi commosse profondamente.
«Non piangere» ha detto, bloccandomi i fianchi. Era dentro di me, duro e pulsante, mi guardava e asciugava le lacrime con la punta delle dita. «Risolveremo tutto. Ti giuro che non avrai da pentirti.»
Ho avvertito una vertigine intensa ma fugace.
«Pentirmi di cosa?»
«Io sono tuo, Adele. Anima e corpo...»
Mi ha sollevato e fatto stendere sul divano per essere di nuovo sopra di me. Si muoveva e mi baciava, ma sentivo che c'era qualcosa di sbagliato in quello che stavamo facendo. Allora ho girato il viso.
«Di cosa dovrei pentirmi.»
«Non succederà» e mi ha baciato per farmi tacere, ma io l'ho spinto via.
«Nicholas.»
«Non ora...»
Strofinava il bacino per intensificare il mio piacere, forse per dissuadermi dal fermarlo, ma nonostante l'impulso di abbandonarmi completamente al mero godimento, ho resistito e l'ho allontanato nuovamente. Non potevo continuare dopo quello che aveva accennato. Vedendo la mia determinazione, ha cambiato espressione e si è seduto, invitandomi a fare lo stesso. Eravamo nudi, non c'era imbarazzo per questo, ma per le parole che non erano state dette. Ha preso le mie mani tra le sue, giocando con le dita.
«Dimmelo, Nicholas.»
Ha stretto la presa e mi ha avvicinato a sé ancor di più.
«Promettimi che non te ne andrai.»
Non sono riuscita a dire nulla mentre i pensieri iniziavano a ingarbugliarsi.
«Tu sai che abbiamo firmato degli accordi con la Future Genes, vero?»
Sentire il nome dell'azienda che apparteneva al padre di Claudia mi fece tremare. Anche lui, però, non stava respirando. «Mr Talbot ha detto che se non sposo sua figlia ci farà fallire.»
Credo di aver aperto la bocca un paio di volte, tuttavia non sono riuscita a dire nulla. Volevo sottrarre le mani alle sue, ma me lo ha impedito. Nel silenzio, ho iniziato a tremare.
«Adele, di' qualcosa.»
«Perché?» ho domandato con quel poco di respiro rimasto.
«Se falliamo, il migliaio di persone che lavora per noi...»
«Questo lo riesco a capire da sola. Perché fai l'amore con me se vuoi sposare un'altra?»
Questa volta è stato lui a rimanere senza parole. Mi ha liberato le mani e ha voltato il viso.
«Non voglio perderti.»
«Non la sposare, allora...»
«È solo un contratto. Io e te non abbiamo bisogno di nessuna promessa davanti a un prete: le cose possono rimanere così.»
Quando ho capito a cosa stesse alludendo, mi sono alzata e ho iniziato a raccogliere i vestiti, ma senza fretta perché speravo che cambiasse idea e mi chiedesse scusa per quanto mi aveva appena chiesto.
I nostri occhi non hanno ancora trovato la forza di abbandonarsi. Un filo invisibile ci tiene ancora legati, al di là di tutto, anche della folle decisione di Nicholas di sposare una donna che non ama.
Ma lui non cambierà idea, vero? Non è possibile che nella vita reale accada ciò che vediamo nei film, in cui lo sposo si accorge di essere innamorato di un'altra e dice di no al matrimonio.
Un battito di ciglia ha interrotto il nostro contatto visivo, ora lui sta cercando la sua futura sposa.
«Non sembra incinta, è magrissima» commenta Mrs Landon nell'ammirare Claudia avvolta da un Vera Wang👰♀️. È veramente bellissima e cammina con un portamento regale, degno di una regina al fianco del signor Talbot. Dopo che Nicholas le solleva il velo, Claudia lo bacia esattamente sulla cicatrice che gli ha lasciato. Un coro emozionato si leva dagli invitati, dimostrando chiaramente che tutti hanno creduto alla storia del loro salvataggio sugli scogli.
«Che coppia magnifica, ci fanno sognare nel vero amore, vero tesoro?»
Mr Landon grugnisce oscillando la testa come uno di quei gattini cinesi, ma sua moglie, non contenta, mi prende a braccetto: «Anche tu, cara, sogni un matrimonio così? Certo che non è facile trovare uno sposo come Nick King.»
Stringo i denti per trattenere le lacrime e annuisco, incapace di ascoltare gli sproloqui della signora. Non mi dà alcuna tregua nel commentare ogni passaggio della cerimonia, e Sylvie mi dà dei colpetti per mostrarmi la sua irritazione.
«Adele, giuro che piuttosto che accontentarti di nuovo, mi faccio internare in manicomio» bisbiglia in modo che solo io possa sentirlo, quando si stanca del fatto che continuo a ignorarla. Lei avrebbe voluto sedersi in prima fila, occupando i posti che Nicholas aveva riservato alla famiglia del suo testimone, mio padre, ma io ho insistito per non vedere da vicino l'incarnazione del mio incubo.
Il prete fa la domanda di rito a Nicholas. Non riesco a respirare nella speranza che lui dica di no.
«Lo voglio.»
Parole semplici, brevi, che non lasciano adito a dubbi. E se interrompessi la cerimonia?
La stessa violenta vertigine sentita l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore mi fa cadere a peso morto sulla sedia attirando l'attenzione di qualche invitato.
«Stai bene, cara?»
Sollevo il mio volto per rassicurare la signora Landon che si era piegata verso di me, ma devo fare più volte lo sforzo di battere le palpebre per metterla a fuoco.
Ha veramente detto lo voglio?
«È tutto ottimo» commenta Mrs Landon, che si è magicamente seduta al nostro tavolo insieme al marito. Sospetto che mio padre abbia a che fare con la cosa perché sta parlando con Mr Landon di un software di intelligenza artificiale che sta lavorando a un progetto di modellazione molecolare di antibiotici innovativi. Pare che la moglie e il marito abbiano una start-up di AI che sta sviluppando diversi software per il settore farmaceutico.
Il nostro tavolo è situato vicino al labirinto di bosso, uno dei numerosi ambienti del parco della villa dei Talbot. I cinquecento invitati hanno tutti trovato il loro tavolo, grazie al personale di servizio assunto per l'occasione, e le portate vengono distribuite rapidamente dai camerieri silenziosi.
Ho scoperto che Claudia è rimasta così colpita dal pranzo del mio compleanno che ha ingaggiato Cracco e ha persino mandato il suo jet privato per far sì che accettasse la sua offerta di lavoro.
Mrs Landon commenta ogni boccone come se fosse l'ultimo pasto di un condannato a morte, Sylvie gioca con il telefono e io non ho proprio appetito, quindi mi limito a spostare il cibo nel piatto. Il continuo sforzo di nascondere una felicità che non provo mi ha causato persino dei crampi allo stomaco, e piuttosto che mangiare, vorrei poter urlare che questa cerimonia è una farsa. Proprio mentre decido di farlo, i due uomini si interrompono improvvisamente e mi guardano. Oh no, non è che ho detto qualcosa ad alta voce senza accorgermene?
«Ecco gli sposi!»
Mi volto scostando la sedia. Nicholas ha occhiaie profonde e sembra essere dimagrito da quando ci siamo visti mentre Claudia, raggiante, è aggrappata al suo braccio quasi fosse incapace di rimanere in piedi da sola.
«Siete venuti a vedere che il vostro testimone non fosse ubriaco?» domanda mio padre alzandosi in piedi. «Avete paura che non riesca a fare il discorso?»
«Non ti avevamo ancora visto dopo la cerimonia» dice Nicholas con un tono di voce strano, così diverso da quello con cui si rivolge abitualmente a mio padre.
«Allora potremmo fare un brindisi... Così ne approfitto per darvi una notizia che riguarda la nostra famiglia, vero Sylvie?»
La mia matrigna si alza per raggiungerlo e prende il calice che mio padre le passa. Invece di riempirlo di champagne, però le versa della Perrier. Non ci avevo fatto caso, ma effettivamente è tutta la sera che beve acqua. Le guardo subito la pancia, leggermente arrotondata.
«Stiamo per diventare tre in famiglia» annuncia mio padre sollevando il bicchiere.
Tre?
«Quattro, semmai» commenta Nicholas con durezza. «C'è anche Adele.»
Sono così imbarazzata che la testa riprende a girare e devo stringere il tovagliolo tra le mani per cercare di non svenire.
«Certo, c'è anche Adele. Intendevo... Vabbè si sa ciò che intendevo! Beviamo!» dice con allegria mio padre senza preoccuparsi di me. Sylvie commenta ridendo: «Adele oramai è grande, ha la sua vita e presto andrà via da... Come mai non brindi, Claudia?»
Tutti si fermano e fissano la sposa. Io, invece, guardo Nicholas che distoglie lo sguardo portandosi le nocche alla bocca.
«Ma cosa dici mai, Sylvie?» ridacchia Claudia imbarazzata, appoggiando la mano con la fede sull'addome. «Dai, lo sai che porta sfortuna dirlo prima dei tre mesi.»
Se guardo al futuro non vedo strade. Posso solo mettere un passo dopo l'altro in una linea retta che sembra non portarmi da nessuna parte. Ho sempre immaginato di vivere accanto a Nicholas, ne avevo una certezza radicata nell'intimo, una fede perfetta. Di tutta la mia esistenza, questa convinzione era l'unico punto dal quale la mia anima non si è mai discostata in questi anni.
Il sapere che ha fatto l'amore con me con l'intento di farmi diventare la sua amante mentre Claudia aspetta il loro bambino ha però cancellato quell'unico punto fermo.
Sapevo dell'amore a prima vista, ma non avevo mai considerato la possibilità di disinnamorarmi così repentinamente. È successo a me.
Nel mio cuore non c'è più spazio di Nicholas King.
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