12. Noi

I miei sensi sono corde d'arpa pizzicate in punta di dita per vibrare una melodia in grado di scavalcare la barriera del tempo. Siamo nati oggi, Nicholas, lo hai intuito pure tu? Non esiste più quell'età in cui io non esistevo e tu soffrivi per la lontananza di tua madre. Si è frantumato anche il ricordo di quando mi insegnavi ad andare in bicicletta, tu ragazzo e io bambina. 

Siamo solamente noi, immersi nella profondità stellata di una notte italiana mentre, aiutandoci con la luce di una torcia quando quella dei lampioni viene meno, percorriamo il sentiero che ci porta verso Portofino. Dopo un'intera giornata a recitare davanti a mio padre come se nulla fosse cambiato, ci siamo dati appuntamento come amanti per sgattaiolare fuori non visti da nessuno. Lui ha portato un piccolo zaino, ma ha mantenuto il massimo riserbo sul contenuto ed è rimasto ancor più vago sulla meta. 

Ci apparteniamo anche se non ci siamo fatti  alcuna promessa. Nulla ci vincola. Un lacciolo invisibile, forse. Oppure siamo quella vibrazione sonora che ripete inconsapevolmente la singola nota scaturita dal Big Bang. 
Uomo e donna. 
Microscopiche sequenze nascoste nelle cellule ci differenziano e guidano i nostri ormoni. Ma è solo il DNA che ci fa tremare da capo a piedi quando siamo l'uno nell'altro? Oppure è qualcosa di misterioso, nato da chissà quale divinità che pizzica i sensi proprio come corde d'arpa per creare un'unica armonia dalle nostre anime? 

Anche se immersi nell'oscurità della notte come la sera della festa, non possiamo tornare a essere ciò che siamo stati in quel giardino perché non siamo più quelle persone. Corriamo attraverso il paesino e sono così felice che mi viene da ridere. La mia risata echeggia forte nel silenzio arrampicandosi sulle case alte e colorate di verde e rosso così Nicholas mi appoggia una mano sulle labbra dicendomi di tacere poi,  però, fa la stessa cosa e ci ritroviamo senza fiato con le dita a pizzicarci le labbra come due bambini. 

Un cane inizia a latrare, seguito dall'urlare di qualcuno che spezza il silenzio ancor più di noi. Ci guardiamo attorno per scoprire l'origine e poter sfuggire a un rimprovero. Intravediamo un pertugio  tra due palazzi  e ci nascondiamo lì, in attesa che passi la buriana. Il respiro torna pian piano alla normalità mentre ci guardiamo negli occhi. 

«Cosa stavi per dirmi, Adele?»

«Nulla.»

Noi.
Questa parola non ancora pronunciata, palpitante nella sua dolcezza, galleggia nella mia mente ma non oso pronunciarla. 

Lui si schiarisce la voce.

«Non ti devi vergognare... Hai qualche fantasia?»

«Fantasia di che genere?»

Mi cinge i fianchi e mi avvicina a sé per baciarmi  il collo e risalire piano verso l'orecchio che viene subito accarezzato dal tepore del suo respiro.

«Sei ingenua come una bambina...»

Mentre la sua lingua morbidissima scivola nella mia bocca, mi lascio scappare un gemito dovuto a quell'intrusione desiderata e al sentire la sua erezione contro il bacino.

«Hai mai fatto il bagno nuda?» mi domanda a fior di labbra e, mentre diniego con la testa, mi bacia ancora. «E nuda. Di notte. Con me dentro di te?»

L'onda indaco del Mediterraneo ci lambisce i piedi spingendoci a stringere le mani allacciate tra loro nella piccola baia che giace scura e addormentata ai piedi del promontorio di Portofino. È una caletta lontana dalle luci del paese, nascosta alla vista anche in pieno giorno perché incastonata in una roccia alta che accoglie, nelle sue numerose sporgenze, una vegetazione potente e  fresca tipica di questo mare antico. L'acre sentore del gasolio, dominante durante le ore diurne, è stato rimpiazzato dai profumi del pitosforo e dell'eucalipto che, mescolati al salino e al minerale  creano una fragranza olfattiva che nessuno riuscirà mai a imbottigliare. 

«Per fare il bagno nudi dovresti spogliarti» dice Nicholas con un tono birichino.

«Anche tu, però come...?»

Dal buio da cui solo emerge il chiarore della Via Lattea, mi sembra di scorgere le molecole aromatiche giocare con la pelle di Nicholas per creare una miscela in grado di annichilire ogni mio pensiero e acuire il bisogno ferino di sentirlo dentro di me. Languore, urgenza, attesa, speranza, complicità. 

Lascia la mia mano per togliersi la maglietta e abbassa la testa per indovinare la mia reazione.

«Vuoi toccarmi?»

Gli sfioro i muscoli sodi, poi risalgo verso la fronte a sfiorare la cicatrice ancora coperta dal cerotto. Il bianco della medicazione è l'unica cosa appena distinguibile.

«Non dovresti bagnare la ferita.»

«Staremo attenti. In tutti i sensi.»

«Il mare è freddo...»

Non faccio in tempo a dirlo che mi ritrovo tra le sue braccia, con le labbra premute sul suo sterno che batte al ritmo del suo cuore. Rimango lì senza respirare per bere il tamburo sempre più rapido che scandisce la sua vita. 

«Senti freddo anche ora?»
Nego con la testa mentre infila le mani sotto la mia maglietta, a sfiorarmi i seni che si inorgogliscono mostrando la loro caparbietà sulle punte. 
«Spogliati, prima che i tuoi capezzoli buchino la stoffa.» 
Anche se vorrebbe avere il tono perentorio dell'ordine, la sua voce nasconde un sorriso. Tolto l'indumento, mi metto le mani a coppa per rilassare la durezza fino a quando lui si riavvicina e mi libera i seni. «Per una situazione grave come questa... ci vorrebbe qualcuno che si desse anima  e corpo alla causa.»

Nell'inginocchiarsi al mio cospetto, lascia una scia di baci sulla gola e si sofferma sulle coste per leccare la pelle tesa  e febbricitante, accerchiando il mio seno come uno squalo fa con la sua preda. Quando finalmente la sua bocca circonda il capezzolo, sospiro dal sollievo. Le labbra e la lingua lavorano il durissimo mirtillo e persino i denti ne tastano la superficie come a volerne spremere il succo. Le sue mani scivolano sulle gambe fino a incontrare i pantaloncini cortissimi di jeans che ho indossato. Le dita si infilano sotto l'orlo sfilacciato delineando le labbra sensibilizzate per aver strofinato contro il tessuto rigido.

«Non hai messo le mutandine?»

Amo gli sguardi che mi lancia quando siamo da soli, anche adesso, al  buio, ha quel suo modo peculiare di guardarmi che mi fa ribollire. L'intensità delle sue pupille è tale da percepirle, infatti, come stimoli tattili e non visivi.

«Ogni volta me le strappi e ne vorrei tenere almeno un paio per l'aereo di ritorno.»

Si mette a ridere e mi bacia l'altro seno succhiando forte, al limite tra piacere intenso e fastidio.

«Facciamo che non le metterai così potremo scopare più facilmente nella toilette.»

Lo respingo con le mani fino a farlo cadere sui ciottoli levigati della spiaggia e incrocio le braccia davanti  al petto, cosa che lo fa ridere ancora più forte. Quando fa così, mi fa sentire infantile.

«Smettila!»

«Di fare cosa?»

«Di prendermi in giro.»

È così buio che distinguo la sua sagoma alzarsi, scrollare la sabbia e avvicinarsi soprattutto grazie allo scricchiolio dei sassi sotto le suole delle sue scarpe.

«Ero serio quando dicevo di volerti scopare in aereo.»

«Non essere volgare.»

Afferra i miei pantaloncini, li slaccia con gesti bruschi e li abbassa chinandosi di nuovo. Senza aggiungere altro avvicina il naso al mio sesso, inspira il mio odore senza nemmeno sfiorarmi e si rialza rimanendo vicino ma senza toccarmi. L'aria della notte mi  fa rabbrividire o, forse, è il pensiero che lui abbia fatto piani su di noi. Piani suon futuro condiviso.

«Sei talmente bagnata all'idea di farlo con me che fingere di essere scandalizzata non è credibile.» Sto per replicare ma la sua lingua mi invade la bocca. Esigente, rapida, profonda. Geme nello staccarsi, lo fa solo per togliersi scarpe, pantaloni e boxer prima di riprendere a baciarmi. «Per me è lo stesso. Senti quanto ti voglio?» 

Nell'aderire  al suo torace in cerca di  calore, la sua erezione svetta tra di noi, reclamando la mia intimità. Vedo la bocca piegarsi in un sorrisetto mentre mi sposta le braccia dietro al collo e mi solleva. Istintivamente allaccio le  gambe ai suoi fianchi sfidando il mio record  personale di  apnea. Quante volte ho riso nel vedere questa scena nei film perché la pensavo esagerata e non realistica? Ho  cambiato idea: dovrebbero obbligare con una legge le persone che stanno assieme a mettersi in questa posizione almeno una volta al giorno. Occhi negli occhi, baci languidi, i cuori sono vicini da scambiarsi i battiti cardiaci e là sotto ci si sfiora... Non ho ancora ripreso a respirare: non c'è nulla di più bello!

Nicholas cammina nel buio, lo sciabordio delle onde si veste di un suono inequivocabile e non mi sorprendo quando l'acqua tocca i piedi e continua ad alzarsi fino a inghiottirmi la vita.

«Respira. Rilassati. Hai freddo?»

Faccio un cenno di sì con la testa, ma dubito che riesca a vederlo. Mi stringe a sé mentre i brividi prendono il posto delle mie parole. 

«Il respiro del mare: senti la sua forza» Mi discosta un poco e si unisce a me colmandomi col suo calore. Si muove sinuoso nel mio intimo, l'acqua alle spalle, i miei capelli tentacolari  ci solleticano. Ho sbagliato: questo è ancora più bello! L'acqua partecipa alla danza e, forse per il movimento o per qualche magia che non so spiegare,  si illumina di microscopici punti verde fosforescente. 

«Nicholas...»

Vorrei chiedergli cosa sia tutto questo chiarore, ma il suo respiro è sempre più accelerato e le spinte più rapide e profonde.

«Starò attento» ansima forte. Un attimo dopo si toglie e si abbandona all'orgasmo con un urlo spargendo il seme in mare. Ripreso fiato, mi cerca nel buio, mi stringe, mi bacia. Tremo in crescendo,  insoddisfatta, infreddolita. Anche quando mi porta fuori dall'acqua, tra le braccia e mi avvolge in un asciugamano che estrae dallo zaino non smetto di barbellare.

«Ti stai scaldando?»

«N-no.»

Prendendomi per mano, mi guida verso un masso grande in riva al mare, mi fa appoggiare e mi  accarezza tra le gambe da dietro. L'acqua di mare si è mescolata ai miei umori  in un sensuale sciabordio. Lui si muove delicato, sempre più rapido mentre le mie carni si gonfiano e il piacere allontana il freddo poco alla volta. Quando si appoggia alla mia schiena, non capisco cosa voglia fare. L'assalto è duplice, un dito scivola tra le mie pieghe mentre  altri due si insinuano dentro di me per accarezzarmi le pareti sensibili. La combinazione dei movimenti, veloce e ritmata, mi fa spalancare gli occhi per cercare di vedere, ma il buio è denso, liquido. La sensazione forte di dover fare pipì mi spinge a stringergli la mano  per farlo smettere. 

«Lasciati solo andare...»

«Fermati!» 

Non accenna a darmi retta. Io sono combattuta tra lasciarlo continuare e ribellarmi: non ho mai provato una cosa simile.

«Vieni per me, bagnami tutto...»

Incapace di trattenermi, chiudo gli occhi, non penso più mentre dell'acqua caldissima esce copiosamente dal mio  corpo, gli bagna la mano, le cosce e cade sulla spiaggia di ciottoli. Al forte senso di libertà segue l'imbarazzo. Devo appoggiarmi, riposare, scappare. Forse capire cosa mi sia successo.

Nicholas mi fa voltare e mi abbraccia stretta prima di baciarmi. Lo fa con dolcezza, lentamente, mi accarezza il viso con le mani umide e sembra volermi  tranquillizzare.

«Io non volevo...giuro» sussurro, a disagio come non lo sono mai stata.

«Non avevi mai provato questo orgasmo?»
Cosa? In che senso?
Ridacchia. 
«Chissà perché pensavo che tu avessi guardato qualche video su internet...e sapessi.»
Il buio nasconde i colori, per fortuna, perché ho il viso in fiamme. Lui si china nell'orecchio e sussurra poche parole. «Noi uomini siamo un po' limitati, ma voi donne potete godere in tanti modi diversi...e questo è uno.»

«Ma è...?»

«No, non è urina, principalmente acqua e glucosio. Ti è piaciuto?»

Deglutisco a vuoto  e annuisco. 

«Forse dovrei riprovare... Con meno imbarazzo, forse, capirei di più.»

La sua risata mi fa rilassare e le sue dita tornano all'attacco.

Nel dormiveglia del mattino, sento il respiro di Nicholas appena sotto il collo. 

Dopo  essere rientrati che erano le tre passate, ci siamo fatti una doccia o, meglio, abbiamo continuato a baciarci sotto l'acqua calda, allontanando non solo il sale ma anche il freddo del mare di notte. 

Gli ho cambiato la medicazione sulla fronte in un silenzio carico di promesse, coi suoi occhi puntati su di me e un sorriso che non riusciva a smorzare. Nello sdraiarci sul mio letto per dormire, mi ha  chiesto di essere cullato, una richiesta che mi ha  sorpresa ma che ho assecondato con piacere. Non pensavo potesse celare una simile dolcezza nei suoi modi.

«È stata una giornata stupenda. Chi l'avrebbe mai detto che noi...?» ha biascicato mentre sprofondava nel sonno.

La luce dell'alba fa capolino attraverso gli scuri, il cinguettio degli uccellini sembra fare a gara col cicaleccio. Non posso credere che Nicholas mi stia ancora abbracciando stretta, quasi temesse che io possa fuggire. 

Qualcuno bussa piano alla porta. 

Trattengo il fiato. Forse ho sentito male. 

Di nuovo, più forte. 

Scrollo Nicholas che apre un occhio assonnato mentre il  bussare diventa più insistente. 

«Che c'è?»

Gli appoggio una mano sulla bocca perché  taccia e lui si sveglia completamente e spalanca gli occhi. Con la bocca mima il nome di mio padre?

Adele, mi apri? Devo chiederti una cosa.

La voce che proviene al di là della porta è femminile: cosa vorrà Sylvie a quest'ora?

Con un indice appoggiato alle labbra, faccio cenno a Nicholas perché vada a nascondersi in bagno con tutti i suoi vestiti mentre, facendo più infletta possibile, indosso la camicia da notte che ho trovato spiegazzata sul pavimento.

Controllo che nella stanza non ci siano prove e apro la porta.

Non è Sylvie. Batto le palpebre  un paio di volte per essere certa che non sia un incubo,  ma la vera e reale Claudia mi sta guardando con gli occhi arrossati dal pianto.

«Nick non è nella sua stanza. È già tornato a San Francisco?»

Grazie mille per essere arrivatə fino a qui!

Leggendo Hot desire, alcunə amicə sono stati ispirati e mi hanno regalato copertine stupende (sanno quanto io sia imbranata con la grafica). Voglio esporle come in una mostra per condividere la gioia e la bellezza con tuttə voi. Le troverete nei capitoli...
Se qualcun altrə volesse cimentarsi nel farmi delle grafiche  o sim. io ne sarei super felice e onoratissima.
Andelon Curse❤️

La prima Artist è Sara Maggiulli @ saramaggiulli 



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