Serata al Pandemonium parte 4
Clary era da sola nella tazza così decise di alzarsi per andare da Izzy ma si scontro con qualcuno per la fretta.
- scusami, non vol...-
Restò senza parole alla vista di...
- Kara, che bella sorpresa! - esclamò Clary contenta con un abbraccio.
- quanto mi sei mancata, piccola mia- disse Kara stringendo la sua Clary con felicità.
Kara Yukimura, la sorella gemella di Kira. ( per chi segue teen wolf o no, Kara é stata inventata da me. Kira non ha nessuna gemella nel telefilm). Era lei la K💚 sul cellulare. Kira, Kara e Simon erano inseparabili fin da piccoli, la famiglia Yukimura abitavano accanto a loro, così passava molto tempo con le gemelle. Erano metà giapponesi, metà coreane.
Il rapporto con le due era diventato un po diverso nell'adolescenza anche perché con Kira era amicizia ma con Kara, be lei era stata il suo primo amore. Kara e Kira erano anche diverse, Kira era più riservata e timida, oltre a lei e a Simon non aveva molti amici ( be anche lei aveva solo lei, Kara, Simon, Maureen e Dot come amici della sua età) mentre Kara era estroversa, popolare tra i ragazzi e le ragazze, furbetta e maliziosa. Era incantata da lei.
Ricordava bene il suo primo bacio con Kara, avevano 16 anni.
Flashback
- oh mamma! Dai, é solo una festa. Mi hai sempre mandato, voglio solo divertirmi un po - disse lei con sguardo supplichevole. - ti prego, tornerò presto -
- no, Clary. É troppo pericoloso. Non puoi andare a quella festa! - dichiarò Joycelin irredimibile. - sei troppo piccola -
- ma mamma, ho 16 anni e anche Kara ci va - disse lei insistendo.
- non mi importa se Kara o la regina Elisabetta ci va a quella festa. Tu sei mia figlia e farai quello che dico io! - esclamò sua mamma dura.
Di solito sua madre era sempre molto permissiva, non capiva perché proprio oggi non la faceva andare.
Cosa era successo???
Lei la sua mamma amica con il quale aveva un ottimo rapporto.
Prese l'invito datole da Kara e sali in camera sua tutta arrabbiata.
Non era giusto. Si buttò sul letto e pianse mentre guardava la busta con l'invito. Il mittente era un certo Magnus Bane. Mentre ricordava, quel momento le ritornarono dei ricordi che non pensava di avere.
Magnus Bane. Conosceva già il suo nome e altro.
Non voleva restare là, voleva andare a quella festa e vedere Kara. Ama passare il tempo con lei.
Qualcuno bussò la finestra, alzò gli occhi e c'era Kara.
Corse subito da lei, aprì la finestra e Kara entrò dentro, per fortuna la scala antincendio passava per la sua camera.
- perché piangi? - chiese Kara preoccupata.
Clary la portò con la mano al letto, si misero comode su di esso e le mani intrecciate.
- mia mamma mi ha proibito di andare alla festa - rispose Clary sottovoce triste ma contenta di averla là. - ma sono contenta che sei qua -
- tranquilla. Ci verrai lo stesso piccola mia - disse Kara con un sorrisetto da furbetta sottovoce, asciugando le sue lacrime. - e ho questo per te-
Tirò un pacchetto dalla grande borsa.
- Un regalo!? - disse Clary sorpresa trattenendo a non urlare. - non c'era bisogno. Comunque grazie -
Era felice di ciò. I gusti di Kara erano fantastici.
Le diede un abbraccio intenso e poi fissò il pacchetto.
- aprilo su - disse Kara impaziente di vedere la reazione a quel vestito.
Apri il pacchetto e dentro non solo c'era un bellissimo costume nero ma anche una parrucca di colore rosso scuro che andava nel viola.
- wow! É magnifico! - esclamò Clary ammirando quel vestito.
- ero sicura che ti sarebbe piaciuto - disse Kara felice.
- piaciuto? Kara, amo questo vestito! - esclamò Clary su di giri.
- fammi vedere come ti sta addosso - disse Kara con voce calda, dandole un bacio sul collo e stringendola un attimo a sé. Adorava quei piccoli baci sul collo, le coccole, gli abbracci, sue mille attenzioni e dormire abbracciate la notte quando si introduceva in camera sua dopo averle lasciato un po la finestra aperta oppure capitava spesso che facevano il bagno nella vasca insieme e Kara la teneva stretta a sé.
Kara era una ragazza molto fisica. Le piacevano i gesti diretti che le parole.
Era meglio di un possibile ragazzo.
A volte aveva sognato che Kara fosse la sua ragazza ma era convinta che una cosa del genere non sarebbe successa.
Kara poteva avere chiunque.
Perché avrebbe dovuto volerla?
Non era nulla di speciale.
Dopo di che, si tolse i suoi vestiti sotto l'attento sguardo di Kara, le piaceva quando la guardava anche con solo l'intimo addosso.
Si mise il costume, la parrucca e si guardò allo specchio.
Wow! Le piaceva molto quel costume. Era perfetto.
Kara la abbracciò da dietro e le sussurrò:- sei bellissima! Anzi perfetta! Sapevo che ti sarebbe stato d'incanto -
- grazie, Kara. Per questo incredibile regalo - disse Clary girando la testa e avvicinando il viso al suo.
Sta sul punto di baciarlo o almeno così avrebbe voluto ma sentì dei passi. Era sua madre.
La guardò agitata ' adesso che facciamo?' così Kara prese l'accappatoio sulla sedia e glielo mise mentre nascose la borsa sotto il letto insieme alla parrucca e si andò a nascondere nell'armadio.
- Clary? Posso entrare? -
Sentì dire dall'altra parte della porta mentre lei si mise a letto con un libro in mano, regalato da Kira.
La fece entrare con aria imbronciata e fingeva di leggere. Jocelyn si era seduta sul letto, sfilandole il libro dalle mani la portò a guardarla.
- Clary, piccola mia, lo so che sei arrabbiata e che ti sembra la fine del mondo ma non é così. Ci saranno altre feste e occasioni per andare con Kara - disse Jocelyn con calma. - un giorno capirai tutto questo -
Adesso capiva ciò che intendeva anche se avrebbe voluto che sua madre non avrebbe nascosto la verità sulla sua vera identità e sul mondo dell'Ombre. Sarebbe stata più preparata a tutto ciò.
- adesso posso riavere il libro? - chiuse Clary sempre imbronciata.
- si certo - rispose Jocelyn con sorriso, restituendole il libro.
Nell'istante in cui aprì il libro, c'era due biglietti per il concerto dalla band preferita da lei e Kara.
- oddio... Mamma é...-
Era senza parole. Quei biglietti erano esauriti già da mesi.
- sei la migliore mamma dell'universo! - esclamò Clary felice con un forte abbraccio.
Dopo quel regalo enorme le dispiaceva e si sentiva in colpa per mentire e uscire di nascosto. Però voleva andare a quella festa.
Quando andò via, Kara uscì dall'armadio e si abbracciarono felici di quei biglietti senza fare alcun rumore e poi si prepararono con cura e in lampo per uscire furtivamente dalla finestra con l'invito per destinazione Brooklyn.
Kara aveva una seconda sorpresa in serbo per lei, infatti una volta allontanate da quella zona a piedi dentro l'angolo c'era una carrozza antica nera decappottabile con cavallo nero e un cocchiere.
Quante sorprese quella serata.
- per una principessa, ci vuole un giusto mezzo - disse Kara porgendole la mano per farla salire.
- wow! Kara, sei incredibile! Unica!- disse Clary abbracciandola super felice mentre la carrozza parti.
- tutto per la mia piccola - le sussurrò Kara con voce calda all'orecchio, stringendola.
Kara disse al cocchiere di fare un bel giro della città prima di andare a Brooklyn, c'erano molte emozioni dentro di lei e forse Kara sentiva qualcosa. Non si faceva una cosa così romantica senza provare qualcosa.
Prese il coraggio mentre stava con la testa sulla spalla di Kara e le mani intrecciate con le sue, sembrava proprio due innamorate.
- Kara, io devo dirti una cosa - disse Clary con coraggio e con il cuore al mille dalle forti emozioni.
- non c'é ne bisogno, piccola. Lo so già - disse Kara con uno sguardo intenso, mettendo un dita sulle labbra.
Kara sapeva i suoi sentimenti.
L'attimo dopo, Kara si avvicinò a lei e senti in attimo le sue labbra sulle proprie. Un dolce bacio che non resto casto quando la lingua di Kara chiese di entrare e le si apri con tutta sé stessa. Anche aveva paura di non essere altezza, Kara aveva baciato già prima qualche ragazzo e ragazza. Mentre lei aveva l'esperienza di una bambina. Ma Kara la mise a suo agio, assecondando i suoi movimenti e fu bellissimo.
Quella sera era tra le più importanti della sua vita.
Fine flashback
Clary sciolse l'abbraccio e guardò il costume di Kara, era una Alice in scintillante armatura e una cintura particolare.
- sei perfetta eroina, Kara- disse Clary affascinata.
Kara si inginocchiò e prese la sua mano.
- tu sei una perfetta Regina Bianca - disse Kara baciandole il dorso della mano. - la mia Regina -
Era bello rivivere le vecchie emozioni e i ricordi legati al loro amore ma nel suo cuore ormai c'era un'altra persona e non era Jace. Lei non ne era ancora consapevole di ciò ma il suo cuore apparteneva ad Izzy.
Quando Kara si alzò, baciò Clary e Isabelle vide tutto: l'abbraccio, bacio sulla mano e quello finale. Subito si girò per non vedere la sua Clary con un'altra.
Lei Isabelle Lightwood, rubacuori e spezzacuori, adesso era il suo quello spezzato.
Non pensava di soffrire in quel modo per amore, eppure era così. Non poteva prendersela con Clary, lei era libera di fare ciò che voleva anzi stava superando la cosa con Jace. Era contenta che Clary era di nuovo felice con un'altra persona ma faceva male, tanto male pensare che lei non sarebbe mai stata sua.
Decise di andare da Alec e Magnus ma non c'era e neanche Jace e Lydia. Così iniziò a cercarli altrove.
Se solo Isabelle avesse voltato lo sguardo, avrebbe visto Clary staccarsi subito dopo che Kara l'aveva baciato.
Infatti in quell'istante in cui Kara aveva toccato le sue labbra, l'immagine di Isabelle era apparsa nella sua mente cosi da portare Clary a rifiutare quel bacio.
Kara era sorpresa di ciò, Clary non rifiutava mai i suoi baci e capì che era cambiato qualcosa.
- scusami, Kara. Non posso, ecco... io devo andare a cercare una persona - disse Clary dispiaciuta, allontanandosi da lei. - davvero scusami, ti raccontero tutto ma devo andare-
Lasciò Kara confusa da sola per cercare Isabelle, senza però sapere il motivo. Sapeva solo che aveva bisogno di trovarla.
Qualche minuto dopo intravide Isabelle da lontano mentre entrare in uno specchio e corse per raggiungerla. Attraverso lo specchio e si ritrovò Chris il principe dei tritone nel laghetto, lui le indicò l'altro specchio e si ritrovò senza saperlo nella stesso lungo corridoio dov'erano già passati Alec, Magnus e Isabelle.
C'erano troppo porte e chissà qual'era la porta giusta. Erano tutte porte colorate, di varie forme e dimensioni.
C'erano anche quelle piccolissime, infatti accanto un tavolino e sopra una tazza da tè con un biglietto 'bevimi'. La porta dorata le ispirava tanto così prese la tazza, ne prese un bel sorso e appoggiò di nuovo la tazza sul tavolino. Non era tè, ma qualcosa di alcolico e molto forte. Iniziò a tossire e in attimo, era piccola come una formica. Era una sensazione strana, essere così piccoli. Senza alcun indugio, entrò nella porta dorata e per sua sfortuna, si ritrovò in un campo da cricket. La porta sparì alle sue spalle e da lontano sentì il rumore di qualcosa arrivare, si girò e vide una palla. Lei iniziò a correre con una grande ansia nel cuore, quella cosa era pericolosa e c'era proprio da dirlo a Magnus. Finalmente al sicuro, era vicino a un vaso pieno di mazze a forma di fenicotteri rosa. Quello che lei non poteva prevedere che presero vita e iniziarono a cercare di beccarla. Non era una cosa da Magnus, di sicuro c'era qualcun altro dietro che puntava a lei, a farle del male mentre scansava quei becchi. Riuscì a liberarsi di ciò e prosegui verso una casetta a forma di teiera, entrò dentro e da lì entrò in un'altra parte, non era l'interno di una casa ma era in una tazza gigante da lunapark e girava forte ma forte che ebbe un giramento di testa.
Qualcuno la salvò, si ritrovò su Presidente Miao il gatto di Magnus nel mondo inverso e lui la guidò fuori da lì verso un labirinto di piante. Lui sapeva la strada e non si mise molto a portarla al centro dove c'era dove c'era un tavolino minuscolo con un biscotto su scritto 'Mangiami'. Lei scese dal Presidente Miao, ringraziandolo di ciò e morse il biscotto. Starnuti dopo il primo morso e tornò alla sua giusta altezza, si guardò in giro e notò davanti a lei un castello da brividi e tutto dipinto di rosso sangue.
Aveva affrontato demoni e altro, poteva affrontare anche questo e per sua fortuna vide Isabelle da lontano, passare tra le pareti di quel labirinto e cercò di raggiungerla senza molti risultati. Quando si accorse che si era persa del tutto e ora iniziavano i veri problemi.
....
Nel frattempo, anche Jace e Lydia erano alle prese con un luogo attraversato nello quello stesso corridoio. Era dentro il castello visto da Clary e cercavano un'uscita da lì. Sembrava infinito e ingannevole quei corridoi e scale. Neanche lo stilo funzionava su quei muri, sembravano protetti da una magia potente.
- non penso che Magnus ha creato questo posto - disse Lydia ovviamente. - non ci farebbe mai del male. C'è qualcuno che si sta divertendo alle sue spalle e alle nostre -
- non dico il contrario ma é tutto così strano - disse Jace con sguardo attento. - Magnus avrebbe sentito la minaccia di qualcuno -
- qualsiasi cosa sia, Jace, é colpa tua - disse Lydia ancora arrabbiata.
- colpa mia??? É di cosa? - chiese Jace alterato a quella accusa. - ti ho solo salvato da un errore -
- ma io non volevo essere salvata, non ne ho bisogno e questo che non hai capito - replicò Lydia furiosa. - io non sono Clary e non sono una damigella in pericolo. Sono Lydia Branwell, una brillante shadowhunter -
Il pavimento iniziò a tremare e le mura si fecero più strette e più lunghe. Forse Lydia aveva capito il motivo.
- dimmi qualcos'altro Jace. Qualcosa di forte - disse Lydia all'improvviso come per fare un esperimento.
Jace non capì molto di ciò ma lo fece.
- la prossima volta ti lasciò stare così quei due ti scopano sulla pista - disse Jace duro.
A quelle parole il pavimento si sgretolò e Lydia e Jace caddero giù ma per fortuna con le loro abilità non si fecero male.
- siamo noi Jace, questo posto reagisce alle nostre emozioni per questo é diventato pericoloso. Perché stiamo lottando contro ciò che sentiamo - disse Lydia molto convinta. - per uscire dobbiamo solo ammettere ciò che sentiamo -
...
Lydia aveva ragione, quel posto reagiva alle emozioni di chi ci finiva dentro e per questo che Clary era persa in labirinto, lei ancora non aveva capito per chi batteva il suo cuore e questo rendeva ancora più pericoloso il suo luogo.
Stessa cosa accade per Alec. Era su una nave con il mare in tempesta proprio come il suo tormento interiore.
-ehy amico. Che ti é successo? - chiese un uomo vestito da pirata gentile.
- mani in vista - chiese Alec cauto tirando l'arco e una freccia. - non sbaglio mai bersaglio -
- amico, non c'è bisogno che sei sulla difensiva sai - disse l'uomo cordiale. - voglio solo aiutarti -
I suoi gli avevano sempre detto di non fidarsi dei pirati. In più quello sembrava il capitano.
- non ho bisogno di aiuto - disse Alec convinto.
- stai cercando di convincere me o te stesso - disse il pirata molto perspicace.
Quell'uomo gli ricordava un po Magnus anche nello stile.
Noto poi che non aveva una mano, al suo posto un uncino. Non poteva essere capitano Uncino. Era diverso. Non era quello della favola di Peter Pan. Era affascinante, sexy e due occhi magnetici.
Se non ci fosse Magnus, gli farebbe un pensierino.
Ma cosa diceva? Lui aveva già tradito Magnus e pensava a fare pensieri come questi.
Ma cosa stava succedendo? Lui non era così.
- come sai che mi é successo qualcosa? - chiese Alec abbassando un po l'arco.
- perché conosco quello sguardo, sono un esperto di tormenti da più di 300 e passa anni - disse l'altro molto sincero. - altrimenti saresti già legato all'albero maestro o sulla passerella per il tuo comportamento verso un capitano della nave. Sono Killian Jones. Capitano Uncino -
Nella storia si chiamava Giacomo Uncino. Che cosa curiosa. Forse veniva da un mondo parallelo.
Però Killian Jones era un bellissimo nome.
- Alec Lightwood - si presentò lui, mettendo via le armi e dandogli la mano.
- bene, Alec, vieni con me. Ho un ottimo rum - disse Killian guidandolo alla sua cabina.
Lui non era abituato all'alcool. Non aveva mai assaggiato il rum ma sapeva che era molto forte.
Non faceva per lui tranne il vermut e un po di vino ma per il resto nulla.
- ma veramente io...-
- non puoi rifiutare una bevuta con il capitano, Alec. Vedrai ti piacerà - disse Killian. - e poi ne hai bisogno e anche di parlare. Sono qui apposta da Storybrooke nel Maine per aiutarti -
Come era possibile tutto ciò?
Non aveva mai sentito Storybrooke come città nel Maine. Era un mistero.
Eppure Killian gli ispirava fiducia.
Alec si accomodò su una sedia della scrivania nella cabina mentre Killian prendeva due bicchieri e una bottiglia di rum. Sulla scrivania c'era un libro con la scritta 'Once Upon a Time". Un libro di favole. Inizio a sfogliare le sue pagine e le storie erano così diverse e la sua attenzione andò a un disegno di Killian con una donna bionda molto bella a un ballo reale. Un immagine d'amore.
- quella é Emma Swan, l'amore della mia vita - disse Killian con gli occhi innamorati, dandogli un bicchiere. - ero con lei e suo figlio Henry a letto quando ho sentito come una richiesta d'aiuto e sono apparso qua-
- mi dispiace averti fatto scomodare per nulla - disse Alec mortificato.
Aveva rovinato un bel momento familiare.
Killian fece un cin cin con il suo bicchiere e lo invitò a bere. Alec buttò giù un po, era abbastanza forte ma era vero ne aveva proprio bisogno per lasciarsi andare. E dopo due bicchieri, iniziò a raccontare a Killian tutta la sua storia e l'accaduto di stasera.
...
In tutto quell'arco di tempo scorreva diversamente agli altri specchi o nel pandemonium. Lo specchio con le tante porte chiamato anche 'labirinto delle emozioni', era unico nel suo genere quindi non si era accorto dalla loro assenza.
Simon finì di bere la terza tazza di sangue e Maureen lo guardava innamorata con una tazza tra le mani.
- avevi una gran sete - disse lei con sorriso.
- già, ballare mi ha messo caldo e sete - mentì Simon.
Non poteva dirle la verità, non poteva metterla in pericolo anche perché già l'aveva illusa quando avevano avuto la loro prima volta insieme, in quella notte non era in sé. Aveva cercato di dimenticare Clary ma solo ora si rese conto che lei non era l'amore della sua vita. Altrimenti non si sarebbe sentito in quel modo con Raphael qualche ora prima o forse da tempo. Non lo sapeva eppure ricordava perfettamente ogni momento vissuto con lui da quando l'aveva rapito. Adesso desiderava averlo là, ballare con lui e baciarlo.
Raphael era lì con Rebecca e guardò Simon ballare con una ragazza di colore, quella lì era appiccicata con fare provocante.
Che patetica. Davvero pensava di attirare l'attenzione di Simon in quel modo. Era solo un illusa eppure non si doveva permettersi di baciarlo. Solo lui poteva farlo.
Affidò Rebecca a Catarina, l'unica di cui si poteva fidare e sapeva che l'avrebbe protetta da ogni pericolo mentre lui si faceva spazio tra la folla per recuperare Simon e riunire i due fratelli.
Simon si allontanò da Maureen dopo il tentativo di lei di un bacio e dopo averle detto: 'mi dispiace, Maureen. Non posso. Non é colpa tua, tu sei una ragazza fantastica ma non sono il ragazzo giusto per te. Il mio cuore appartiene a qualcun altro. Qualcuno che conosco da poco ma non posso farne più almeno. Mi dispiace tanto, non avrei mai voluto farti del male'.
Ritorno al bar per bere ancora un'altra tazza di sangue, eppure quel sangue non lo soddisfava per nulla. Dopo aver provato quello di Raphael, niente era al suo confronto.
Voleva quello di Raphael così poggiò la tazza e decise di tornare a casa quando sentì il suo odore. Infatti si voltò e lui era là.
- Raphael. Sono felice che sei venuto - disse Simon felice, abbracciando di slancio.
Aveva il labbro inferiore sporco di sangue e qualche goccia andò sulla giacca di Raphael.
Ne aveva rovinata un'altra. Questa volta era nei guai.
- i'm sorry - disse Simon staccandosi dispiaciuto. - i'm so sorry, Raphael -
Raphael non era arrabbiato, anzi era sereno. Era stranissimo ma forse si era rassegnato o forse era come pensava Raphael ci teneva tanto a lui o di più provava qualcosa.
Doveva essere ubriacato per pensare che Raphael era innamorato di lui.
Un conto era tenere e l'altro provare amore.
- tranquillo, non fa nulla - disse lui calmo. - devo parlarti -
- non voglio parlare, voglio fare altre cose - disse Simon su di giri. - voglio il tuo sangue, voglio i tuoi baci, voglio il tuo corpo, voglio il tuo amore, voglie le tue coccole, voglio il tuo morso, voglio tutto da te, Ti prego, Raphael. Non respingermi, lasciati andare. So che vuoi essere il mio compagno proprio come lo voglio io -
Raphael capiva ciò che sentiva ma non così, Simon era su di giri e sapeva che centrava il sangue. Il sangue era come alcool infatti se ne beveva troppo, faceva ubriacare e ti toglieva i freni inibitori. Non era giusto così. Se doveva accadere qualcosa tra loro, voleva Simon lucido. Infatti sentiva perfettamente i vari odori di sangue differenti provenire dalla bocca di Simon.
- quanto hai bevuto? - chiese Raphael preoccupato.
- bevuto? Ma nulla - disse Simon con un sorriso ebete. - dai, andiamo in qualche specchio e facciamo l'amore. Ti voglio dentro di me -
- Simon, sono serio. Quanto sangue hai bevuto? - chiese Raphael serio e preoccupato.
- cosa importa? Nessuno batte il tuo sangue - disse Simon su di giri. - nessuno mi soddisfa. Voglio il tuo sangue -
Uno dei tanti coniglietti camerieri si avvicinò a Raphael a sentire la conversazione.
- ne ha prese quattro tazze e l'ultima era un misto di sangue -
Simon non gradì molto la sua intromissione.
- chi ti ha interpellato? - chiese Simon da dolce ad aggressivo, tirando fuori i canini. - non vedi che é una conversazione privata -
Era l'effetto collaterale del troppo sangue. Non era proprio da Simon essere aggressivo, non lo era mai stato. Be quando era diventato un neo vampiro era naturale per il fatto dell'accettazione della sua vera natura ma dopo era sempre stato Simon. Si era sempre stato sé stesso.
- Guardami. Pensiamo a noi, Simon - disse Raphael dolce.
Era colpa sua. Era tutta colpa sua. Aveva donato il suo sangue a Simon e ora non ne poteva farne almeno.
Simon lo guardò negli occhi, portando le braccia intorno al suo collo e tutto contento disse la frase 'mi piace quando dici noi'.
Doveva fargli passare quello stato di ubriachezza da sangue. In questo stato non poteva incontrare Rebecca.
All'improvviso la stanza girava e girava, Simon perse conoscenza e Raphael lo prese a volo. Adesso era tra le sue braccia.
- tranquillo, mi prenderò cura di te come sempre - disse Raphael tenero.
Attraversò lo specchio con Simon e si ritrovò in una stanza uguale al Hotel DuMort. La stanza in cui avevano avuto quel momento intimo in cui si era lasciato andare. Non era una coincidenza. Stese Simon sul divanetto, lui si sistemo in una sedia accanto a lui e veglio su di lui come faceva sempre quando Simon non lo vedeva.
...
- amico, devi star tranquillo. La tua relazione é al sicuro. Quel tritone ti ha ingannato e questa é la specialità delle sirene e dei tritoni ma non sono tutti così. Ne ho conosciute due che erano l'opposto - disse Killian mettendo una mano sulla spalla. - Ariel e Ursula -
Alec era molto confuso da quei due nomi. Ariel era la sirenetta Disney e Ursula la cattiva della favola. Esistevano veramente i personaggi delle favole, era una cosa pazzesca ma lui veniva dal mondo shadowhunter quindi non poteva essere sorpreso.
- e che ho paura di perderlo - disse Alec all'improvviso.
- é una paura naturale, amico. Non sai quante volte ho temuto di perdere la mia Swan. Paura di non essere alla sua altezza e di non meritarmi il suo amore per il mio passato o forze oscure ma lei non si é mai arresa e neanch'io mi sono arreso quando lei non credeva in sé stessa. L'amore é così: sostenersi a vicenda, incoraggiarsi, capirsi completarsi e non arrendersi mai. Il vero amore non muore mai. Te lo dice uno che ha vinto la morte e tornato dal suo amore e dalle persone care. Persone scese all'inferno per me, per lei e per farmi capire che contavo molto per loro e che sono un eroe anch'io. A volte non vediamo la verità e abbiamo bisogno di qualcuno che ci mostri la giusta direzione -
Gli piaceva quel discorso di Killian e capiva perché era stato mandato da lui. Era la persona giusta per sciogliere il suo tormento.
- la tempesta si é fermata, amico - disse Killian con un sorriso. - il mio compito é concluso -
Le parole avevano un potere forte sulle persone.
- ti ringraziò senza di te non ci sarei riuscito - disse Alec molto grado.
- non ho fatto molto, avevi solo bisogno di una spinta - disse Killian. - adesso ti lasciò con lui -
Killian sorrise a Magnus e gli andò incontro per salutarlo. Alec vide i due abbracciarsi.
- Grazie per il tuo aiuto, capitano- disse Magnus grato.
- é stato un vero piacere, sono contento che hai trovato il vero amore come me - disse Killian con affetto. - Alec é una persona speciale, non te lo lasciare sfuggire -
- non preoccuparti, non ho intenzione di lasciarmelo sfuggire - disse Magnus innamorato. - Non ho mai incontrato una persona come lui proprio come tu con il tuo cigno -
- ah proposito della mia Swan, tu e Alec siete invitati domani da noi a Storybrooke per la nostra festa di fidanzamento, si terrà nella mia vera Jolly Roger- disse Killian contento. - mia suocera Biancaneve voleva farla da Granny come ogni cerimonia belle e brutte ma io ed Emma vogliamo fare una cosa più nostra -
Magnus era contento della notizia e anche Alec.
- ci saremo - disse Alec subito. - sono curioso di conoscere la tua Emma, questa Storybrooke e il vostro mondo -
Alec e Magnus salutarono Killian e lo videro scomparire in una nuvola bianca.
- mi dispiace di essere scappato via ma avevo paura di perderti - disse Alec sincero.
- tu non mi perderai mai, Alexander - giurò Magnus solennemente. - adesso torniamo al party -
- io avrei un idea migliore - disse Alec intraprendente indicando il letto.
- quanto siamo intraprendenti Alexander. Mi piace molto questo tuo lato - disse lui affascinato sempre di più dal suo ragazzo.
I due si baciarono per poi raggiungere il letto e stendersi su.
...
Clary era confusa, non capiva il perché se pure a due passi da Isabelle ma quando stava per raggiungerla, qualcosa le divideva e il labirinto si faceva sempre più difficile, alto e fitto. Aveva pure usato lo stilo sulle varie mure di piante senza alcun risultato.
Perché si era allontanata da Kara?
Perché il viso di Isabelle era comparso nella sua mente al momento del bacio? Perché non era apparso Jace?
Perché lei era confusa su ciò?
A quel pensiero vide che il labirinto cambiava, si trovò intrappolata in un cerchio di mura di piante e si ritrovò davanti tre specchi con tre immagini differenti: il primo bacio in carrozza con Kara, il primo bacio con Jace in Istituto e il primo bacio sul collo con Isabelle.
Cosa voleva dirgli il labirinto?
Un biglietto apparse ai suoi piedi, lo prese e lo lesse:
"Se dal labirinto vuoi uscire, lo specchio del cuore dovrai attraversare"
Solo adesso capiva che era in un posto che rifletteva le sue emozioni. Il suo cuore era così confuso che aveva creato quel labirinto e adesso doveva scegliere tra Kara, Jace e Isabelle, chi possedeva veramente il suo cuore.
...
Lydia cercava Jace nei sotterranei, lui non accettava ciò che li legava e adesso era in una stanza incatenato con le mani sopra un lago di lava incandescente e intorno a lui una piattaforma galleggiante che si accedeva con un piccolo e stretto cornicione.
- Jace! - urlò Lydia entrando nella stanza.
- vattene via, Lydia! É troppo pericoloso - gli gridò Jace.
Si dondolo verso una piattaforma mentre cercò di liberarsi le mani ma le catene intorno ai suoi polsi si strinse di più, facendogli male.
Trattene il grido di dolore, non voleva far preoccupare Lydia mentre gli ingranaggi delle catene spingevano Jace pian piano verso il lago.
- non me ne vado, ti salverò - disse Lydia decisa mettendo il piede sul cornicione.
- no, Lydia! Non farlo! - gli gridò Jace preoccupato.
Che testarda!
Non valeva la pena fare tutto ciò per lui. Era maledetto dall'oscurità e forse la soluzione migliore era scomparire per sempre.
- non ci pensare neanche per un secondo, Jace Wayland. Tu vali tantissimo, sei importante per i tuoi fratelli e per me quindi reagisci -
Lydia attraverso con un po di difficoltà il cornicione ma all'ultimo era quasi sul punto di cadere qui poiché era scivoloso e le rune non funzionavano là. Jace si allarmò nel vedere la sua Lydia in pericolo e le catene si allargarono un po, voleva salvarla e stringerla a sé.
Lydia era aggrappata al cornicione con due mani, anche se in una parte c'era la sostanza su di esso e una mano scivolò.
Non poteva finire così. Doveva salvare Jace.
Jace riuscì a liberarsi dalle catene e con un dondolio si ritrovò sulla piattaforma. Corse verso Lydia.
- tranquilla, Lydia. Ci sono io - disse Jace con sorriso allungando la mano verso di lei.
Lei prese la sua mano e Jace cercò di tirarla su ma non era facile.
- grazie, Jace - disse Lydia sorridendo ma poi preoccupata. - ma cadrai anche tu -
- non ti lasciò - disse Jace deciso. - usciremo insieme da quella situazione -
Lydia era contenta di quelle parole, finalmente lui si stava aprendo alla possibilità di un futuro insieme e in quel momento il cornicione, scomparse e i due caddero giù verso lago di lava, stretti l'uno all'altra.
Se dovevamo morire, be lo avrebbero fatto uniti.
- mi dispiace, é colpa mia - disse Jace dispiaciuto. - mi dispiace, non aver dato un occasione a noi. Ma pensavo che meritassi di meglio -
- non voglio il meglio, io voglio te. - disse Lydia decisa.
- anch'io ti voglio, Lydia. Mi ha ingelosito vederti in quel trio - fisse Jace sincero. - vorrei poter avere una seconda possibilità -
- anch'io lo vorrei tanto - disse Lydia innamorata e con le lacrime agli occhi.
Non volevano morire senza neanche un bacio ma affogarono nel lago di lava.
Strano, non sentirono la pelle o il corpo bruciare dalla lava, anzi era tutto appiccicoso come miele addosso ai loro corpi. Appena salirono in superficie, capirono che era il lago pieno di miele o meglio una vasca e non erano più nei sotterranei ma in una stanza con pareti azzurre con disegni a nido d'ape dorati. Era così strano ma non importava, avevano superato il loro labirinto emotivo e adesso Lydia e Jace non persero neanche un secondo. Portarono le braccia al corpo dell'altro e unirono le loro labbra. Un bacio molto appassionato con le lingue che si toccavano e si stuzzicavano, un bacio al sapore di miele.
Jace la prese in braccio e la porto su un letto azzurro con decorazioni dorate dietro una porta a nido d'ape.
- adesso mia principessa, non ti lasciò più - disse Jace ripiendola di baci, qua e là.
- neanche tu, Jace, non ti libererai più di me sappilo - disse Lydia con un bacio.
...
- Clary! -
Si voltò a suon della voce di Isabelle che la chiamava e si avvicinò al muro ma esso le impediva la vista.
- Isabelle! Sono qua! - gridò Clary battendo sul muro di piante.
Isabelle seguì la voce e arrivò a quello muro circolare.
- ti liberò io. Stai lontana dal muro - disse lei tirando fuori lo stilo.
Isabelle provò a dare fuoco alle piante e arrivare a Clary ma non funzionò e allora provò ad attraversarlo. Ci riuscì e l'attimo dopo il muro la intrappolò dentro, cerco di urlare ma un fiore davanti alla bocca glielo impedì e le spruzzo qualcosa che la fece svenne. Il muro di pietra diventò qualcos'altro e Clary adesso vedeva Isabelle distesa in quella prigione di ghiaccio.
- Isabelle! - urlò Clary preoccupata battendo un pugno sulla lastra.
Non servì a nulla, era tutta colpa sua se Isabelle adesso si trovava in quella situazione e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
- Qualsiasi cosa? - le chiese una voce misteriosa.
Non vedeva nulla da nessuna parte.
- si, qualsiasi cosa - rispose Clary decisa.
- daresti la tua stessa vita per lei o resteresti imprigionata qui per la sua libertà? -
Non aveva bisogno di tempo per decidere. Sapeva già la risposta.
- si, imprigionami o uccidimi - disse Clary decisa. - ma libera Isabelle. Non ha colpe di stare qui soprattutto in quella bara -
- volevo vedere quanto eri disposta per lei, nessuno verrà uccisa mia cara - disse quella voce. - devi solo darle un bacio, un bacio d'amore se pensi di poterla risvegliarla -
Un bacio d'amore. Non sapeva se era amore ma una cosa sapeva che non si era mai sentita completa così come lo era con Isabelle.
La lastra si sciolse e si avvicinò ad Isabelle, si chinò sul suo viso con grande emozione e uni le loro labbra. A quel gesto tutto il labirinto sparì e al suo posto c'era una ricostruzione della camera di Isabelle dove tutto era incominciato.
Isabelle riaprì gli occhi e incontrò quelli della sua Clary. A volte non c'erano bisogno di parole, i loro sguardi esprimevano ciò che sentivano e unirono le loro labbra in un dolce bacio.
...
Adesso le coppie adesso si trovarono a ballare in mezzo alla folla felici e a loro si unirono anche Simon e Raphael insieme a Rebecca appena riunita con il suo fratellone e in tempo per vederlo felice con io suo compagno. Infatti Simon baciò Raphael. Il suo vero primo bacio per Simon, quello con Maureen non contava perché non era d'amore mentre quello sì e anche per Raphael, Non si era mai innamorato o fatto sesso prima di Simon.
Tutte e quattro coppie si baciarono contemporanea e quello era loro l'inizio di tre nuove splendide.
Una serata al pandemonium molto speciale, la prima di tutta per le nostre coppie.
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