Serata al pandemonium parte 3
Rebecca si sentì osservata da lontano, allungò la mano verso la borsetta per prendere lo spray al peperoncino ma qualcosa la fermò. Era un uomo dall'aspetto pericoloso, celava qualcosa e la spaventava molto. Non c'era nessuno da quelle parti, era una scorciatoia per il Pandemonium e non sapeva cosa fare.
- non aver paura, bocconcino, tra poco ti piacerà - disse il vampiro tirando fuori i canini con una gran sete.
Rebecca si spaventò a quella vista, aprì la bocca per urlare e chiedere aiuto ma con un movimento veloce, lui le tappò la bocca e le sboccò i polsi con una sola mano.
- sei mia, nessuno ti salverà - le sussurrò all'orecchio lui abbassandosi la sua bocca sul suo collo.
'Qualcuno mi aiuti' pensò Rebecca agitandosi con i piedi.
Il vampiro la stava per mordere ma era troppo occupato a sentire il sangue della ragazza per avvertire altro. Accadde in un istante, il vampiro si vide scaraventato lontano da una gran forza e separato dalla sua preda. Guardò verso di lei, c'era Rafael vicino a tranquillizzarla.
- tranquilla, non ti farà alcun male adesso - disse Rafael gentile.
- tu chi sei? - chiese lei ancora tremante ma grata. - scusami, non ti ho neanche ringraziato per avermi salvato la vita -
- non importa chi sono, l'importante é che tu stia bene - rispose Rafael un po misterioso. - é mio dovere occuparmene, tu stai qui tranquilla. Torno subito -
Si alzò da terra, si voltò verso vampiro traditore e uscì i canini per la lotta.
Rebecca non ebbe paura quando lo vide trasformarsi a differenza dell'altro. Quel ragazzo ispirava fiducia. E poi ascoltava le storie sui vampiri da Simon in quegli anni e leggeva anche romanzi ma non pensava che esistessero veramente.
Avrebbe voluto dirlo a Simon ma non poteva, non sapeva dove fosse.
La stava aiutando perché non avrebbe permesso che non vampiro facesse come Camille e poi il suo sangue aveva un odore familiare, sembrava quello di Simon.
Chissà perché stava pensando proprio a lui. Quel neo vampiro rompiscatole ma molto carino, solare, intelligente e... Non doveva distrarsi.
- ci hai traditi, hai liberato Camille dove quello che ha fatto e ora vuoi rompere gli accordi - disse Rafael arrabbiato. - sei un pazzo se speri che io ti lascerò fare quello che vuoi -
- io non ho tradito proprio nessuno, Camille é il vero capo dei vampiri. Tu non sei nessuno - disse il vampiro diretto. - lei non si farebbe incantare da due occhietti a differenza tua. Ti sei rammollito da quando ti sei preso cura di quel disgustato ragazzino, ho visto quando pensavi di essere da solo come lo vegliavi la notte. Patetico! -
- non ti permettere di parlare di Simon in questo modo! Tu non vali niente in confronto a lui! - si avventò Rafael furioso su di lui. - lui é 1000 volte migliore di te sia come vampiro sia con umano, traditore -
Rebecca si bloccò un attimo a quel nome. Simon. Loro conoscevano suo fratello.
Ecco perché non si faceva vedere, Simon era un vampiro.
La cosa la sconvolse un attimo ma subito dopo penso che di sicuro lui sveva paura di farle del male e alla loro mamma e di non essere accettato. Povero Simon, chissà quanta sofferenza dentro di sé stava provando.
A lei non importava se era un vampiro, rimaneva sempre suo fratello e voleva andare solo riabbracciarlo.
Da quello che aveva sentito, il suo salvatore si prendeva cura di suo fratello e il tono in cui lo difendeva, si sentiva che provasse qualcosa, affetto o altro per Simon.
Ci fu una lotta dura e feroce tra i due vampiri ma alla fine vince Rafael e l'altro scappò via con la frase 'la pagherai amaramente, stai attento al tuo ragazzino'.
Rafael si calmò dopo la lotta ma temeva per Simon, doveva andare al Pandemonium a controllare che stesse bene e intanto portate a casa la ragazza.
- tu conosci mio fratello Simon - disse lei sicura. - io sono Rebecca, Rebecca Lewis. Ho bisogno di vederlo, ti prego. Portami da lui -
Quella era la sorella di Simon. Ecco perché l'odore del sangue simile.
- io sono Rafael, ti porterò da lui - disse lui prendendo il suo corpo tra le braccia. - ma prima ti devo medicare e poi andremo al Pandemonium -
Si sarebbe presa cura di lei come faceva con Simon. Avevano lo stesso sguardo ma erano differenti un po.
- così Simon é un vampiro, tu sei il capo dei vampiri e ti piace parecchio Simon - disse Rebecca interessata. - be sei perfetto per lui da quel poco che ho visto. Finalmente si toglierà l'infatuazione per Clary dalla testa. Voglio farvi da testimone quando vi sposate. Dove abitate? E come lo passate il tempo? Come vi siete conosciuti? Chi é Camille? Chi ha trasformato Simon? Ci sono altre creature? -
Rebecca era più simile a Simon. Molto chiacchierona e tante domande. Eppure non gli dava fastidio. Ormai adorava quel chiacchierare, l'Hotel DuMort era diventato più allegro da quando Simon era arrivato e non c'erano più momenti tristi. Simon aveva portato la luce nella sua vita. Anche se lui non lo sapeva e non lo saprà mai.
- a me non piace Simon nel senso romantico, io sono un antiromantico ma ci tengo a lui. Questo però rimane tra me e te. Se lo sapesse, si monterebbe la testa -
- non pensò che tu non abbia sentimento per lui ma non vuoi ammetterlo - disse lei sicura. - tranquillo, il tuo segreto é al sicuro con me, Rafael -
...
Al Pandemonium
Alec e gli altri attraversarono un'altra parate d'acqua, si ritrovarono in sala e restarono bocca aperta.
Sulle pareti c'erano vari dipinti animati dei vari personaggi, il solito divanetto di Magnus era adesso in rosso e dorato degno di una regina, i tavoli e i divanetti erano rimpiazzati da tavolini e sedie bianchi degni di un prato inglese con tazze da tè e veri dolcini in omaggio, il bar era un po confusionario da Cappellaio Matto e accanto un cartello con le varie specialità del menù e porte del bagno con due fenicotteri rosa stampati che si baciavano. In angolo c'era anche un tavolo con scacchi per chi voleva giocare, al centro una statua di ghiaccio a forma di unicorno, specchi magici sparsi qua e là nel locale e vari vasi con cespuglio dalle forme particolari.
In angolo la band 'i fenicotteri rosa' composta da tre ragazzi e tre ragazze di provenienza dai Paesi Bassi con eccezione di una coppia americana . I ragazzi indossavano con completo rosa e papillon fucsia e le ragazze abiti rosa con ampia gonna e foulard fucsia.
La sua attenzione catturò l'immagine di Magnus sul divanetto con un ragazzo coniglio sulle ginocchia. Era un ragazzo di 17 anni, dai capelli biondi e occhi color ghiaccio. Era a torso nudo, con solo pantaloni bianchi e un papillon nero. Codina e orecchie da coniglio come Simon.
Quel coniglietto portò le sue braccia intorno al collo del suo Magnus e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
Non ci vide più. Si partì per andare là per mettere in chiaro le cosa, Jace lo fermò quando si accorse della situazione.
- Alec, amico, calmati - disse Jace diplomatico prendendolo da parte. - non é come pensi di sicuro...-
- calmarmi? Quello ci prova spudoratamente con il mio ragazzo e io non dovrei fare nulla - disse Alec geloso e fuori di sé. - No, Jace. É meglio mettere subito le cose in chiaro -
Alec ci allontanò da Jace e gli altri, camminò verso Magnus e nell'attimo in cui arrivò al di divanetto, prese Magnus e lo bacio con molta passione come per dire 'lui é mio. Stagli lontano'. Magnus restò senza parole a quel bacio incredibile.
- wow! Non finisci mai di sorprendermi, Alexander. Come ho già detto, amo questi tuoi baci ma non hai bisogno di essere geloso - disse Magnus portando una mano al suo viso. - Lui non ci stava provando con me ma é bello sapere che tieni a me così tanto -
- tranquillo, Magnus ama solo te - disse il biondo con un sorriso. - cercavo solo un po di conforto per le mie pene d'amore -
- pene d'amore? Io... Ho visto il tuo corpo sul quello di Magnus, le tue braccia e le tue labbra vicino al suo orecchio - disse Alec mortificato del granchio preso. - non ci ho visto più. Mi dispiace -
Aveva equivocato la situazione proprio come stava cercando di fargli capire il suo parabatai. É lui preso dalla gelosia, agi di impulso.
- anch'io vorrei qualcuno che mi amasse come la tua stessa passione - confessò il coniglietto un po triste.
Povero cucciolo, voleva solo un po d'amore come tutti.
- lo troverai come é successo a me - lo tranquillizzò Alec gentile. - quando meno te lo aspetti, sarà come un tornado -
Il coniglietto si spostò da Magnus per abbracciarlo di cuore per quelle sue parole.
Il suo ragazzo era così altruista.
- lui é Lucky Blue Smith. É il modello del momento e anche uno stregone come a me - disse Magnus facendo le presentazioni. - Lucky, lui é Alexander il mio ragazzo -
Poteva nascere una bella amicizia tra Alec e Lucky, n'era sicuro. Lucky era un ragazzo sensibile proprio come Alec, con una brutta delusione amorosa, il ragazzo mondano che gli piaceva non solo l'aveva rifiutato ma non voleva aver a che fare con lui quando gli aveva confessato di essere uno stregone. Lo reputava un mostro e Lucky aveva sofferto e pianto tantissimo tra sue braccia per ciò. Sapeva cosa voleva dire, anche lui c'era passato.
- non merita le tue lacrime - disse Alec a quella storia, accarezzando la sua testa come si faceva con un fratellino minore. - meglio perderlo che trovarlo un tipo del genere. Arriverà un giorno quel qualcuno che ti accetterà per come sei -
Pensava a sua madre, alle sue parole e il disprezzo verso Magnus in quanto nascosto e non accettava il vero Alec, orgoglioso di essere se stesso di amore un altro ragazzo e di seguire le leggi del suo cuore e non quelle sempre dette da lei.
- é bello sentire uno shadowhunter parlare così ad un nascosto. Non sono in molti, anzi c'è un disprezzo anche là - disse Lucky piacevolmente colpito. - noi due diventeremo molto amici, Alexander Lightwood -
- chiamami Alec, tutti mi chiamano Alec - disse Alec con un sorriso. - eccetto Magnus. Anch'io lo credo -
- be io non sono tutti dears -disse Magnus con il suo solito modo di fare.
No infatti Magnus non era tutti. Lui era unico nel suo genere e per lui.
All'improvviso, i fenicotteri rosa iniziarono a provare e la voce del cantante attirò l'attenzione di Lucky, era incredibile e lo portò con lo sguardo sul palco dove c'era un ragazzo dai capelli neri mossi e lunghi e gli occhi del mare, vestito con completo rosa.
Era un bellissimo ragazzo, aveva una voce incredibile e si perse a guardarlo.
Magnus notò gli occhi incantati di Lucky e fece un sguardo interessato alla cosa.
- Si chiama Jaco Van den Hoven, é arrivato oggi in città con la sua band, viene dai Paesi Bassi dove é molto famoso. É figlio di una fata e di un mondano, é cresciuto nel nostro mondo - si spiegò Magnus attentamente. - non ha né ragazzo né ragazza -
In effetti aveva dei lineamenti molto delicati e particolari (Cit. Gasta81). Era tipico del popolo fatato, ma essendo cresciuto nel mondo mondano era diverso dalle altre fate, forse anche per il fatto che era per metà mondano. Aveva sangue angelico, demoniaco e mondano tutto insieme.
Le parole di lui gli entrò dentro, era proprio su ciò che gli stava accadendo e con quella canzone, sembrava che lo stesse consolando o chiunque aveva subito ciò. Era bello che qualcuno capisse ciò che provava. Forse anche lui era successo.
Avrebbe ascoltato e guardato Jaco per sempre ma doveva tornare al lavoro, a volte gli piaceva fare il cameriere o preparare cose particolari nei party come quello.
Ringraziò Magnus per l'informazione e Alec per le sue parole. Tornò al bancone per preparare le varie tazze da tè ma con liquidi particolari e anche qualche dolcetto da far saltare la corona a tutti (Cit. Da Ever After High). Si divertiva a creare e aveva tutto il tempo a disposizione per fare quello che desiderava essendo uno stregone.
Era così occupato a preparare e inventare strani cocktail che non si era accorto che adesso Jaco era là al bancone, seduto su uno sgabello e lo guardava preparare tutte quelle prelibatezze.
- quindi sei tu che inventi queste meraviglie - disse Jaco colpito, appoggiato al balcone. - complimenti, sei fantastico -
A quella voce spinse il pulsante per la panna nella tazza da tè, aumentando senza accorgersene il getto e si girò verso di lui.
- me la cavo, mi piace inventare ma ci sono persone migliori di me - disse Lucky con le guance rosse timido e insicuro.
Non era possibile che uno come Lucky non vedeva quel talento unico.
Eppure era un modello così sicuro, quando era sulla passatella o tra i fans era naturale. Adesso era timido e insicuro. Non pensava che potesse esserlo. Si era fatto un'idea diversa su di lui sui social.
- invece ti sbagli, ho provato molte cocktail e dolci in vari posti ma nulla é minimamente paragonato a quello che crei - ribatté Jaco sincero e sicuri. - Potresti aprire un posto con tutte queste specialità uniche. Dovresti avere più fiducia in te, Lucky -
Lucky era molto lusingato di ciò, gli batteva forte il cuore e non sapeva cosa fare o dire. In effetti un suo grande sogno é aprire un locale con tutte quelle creazioni e musica dal vivo. Adesso si era aggiunta a quell'immagine anche Jaco. Lui accanto a sé mentre preparava dolci e cocktail vari, che lo aiutava e abbracciava da dietro.
Non poteva immaginare ciò.
Si erano appena conosciuti, non poteva succedere e poi lui era innamorato di un altro anche se era uno stupido, ignorante e stronzo. Non poteva passare da uno all'altro con una tale facilità. Non era un ragazzo facile. Un po voglioso sì ma no facile.
Erano così presi l'uno dell'altro quando la panna scendeva giù dal macchinario a terra, si era creato un lago di panna ai piedi di Lucky e nel momento in cui stava per muoversi, stava per scivolare.
- attento - gridò Jaco mettendo una mano sul balcone e saltando dietro per afferrare Lucky dalle mani.
Riuscì ad afferrarlo ma Jaco mise senza accorgersene i piedi in un pezzo di lago e scivolarono tutti e due, finendo terra uno sull'altro.
Magnus guardava da lontano, non fece nulla per evitare la cosa per evitare l'incidente della panna così da non interferire in quel primo incontro. Voleva Lucky felice e poteva esserlo con Jaco.
- sono così speciali i primi incontri - disse Magnus romantico. - il nostro anche lo é stato -
Alec ripensò a quella sera con grande emozione.
Doveva essere solo una missione per recuperare i ricordi di Clary invece era stato l'inizio di tutto per lui. Quella sera non aveva immaginato minimamente che quell'incontro con Magnus si sarebbe trasformato un giorno in amore. Il suo primo amore e sperava anche l'ultimo.
- già, ma dovremo fare qualcosa per aiutarli - disse Alec preoccupato, seduto sulle ginocchia di Magnus. - quella macchina della panna mi sembra pericolosa -
- Alexander, credimi non hanno bisogno di aiuto e quella macchina non é pericolosa - disse Magnus rassicurandolo. - l'amore fa il suo corso come non ti aspetti e rende i momenti speciali -
Già, era successo così con loro due. Si diedero un dolce bacio mentre la panna continuava a scendere e a coprire a Lucky e Jaco.
Jaco aveva messo la mano dietro la testa di Lucky per proteggerlo da una bocca e i loro corpi si toccavano, i loro occhi si guardavano in modo profondo e...
- stai bene? - chiese Jaco premuroso e preoccupato sopra di lui
- si, grazie - rispose Lucky sotto. - dovremo fermare la macchinetta -
- si, infatti sta uscendo troppo - concordo Jaco. - facciamolo insieme -
Lucky e Jaco alzarono una mano verso l'altro e usarono la loro magia, quella di Lucky era color del ghiaccio e quella di Jaco verde.
La loro prima magia insieme fermò tutto, la panna scompari e Jaco si alzò per dargli la mano e Lucky la prese. Ne farlo sentirono qualcosa di indescrivibile.
La panna non c'era più attorno a loro, era tutto pulito tranne su di loro e tra i capelli. Scoppiarono a ridere insieme. Dovevano cambiarsi così Lucky prese per mano Jaco un po timido e lo condusse dentro uno specchio rotondo con bordi neri e inciso una doccetta, accanto al bancone. I due erano in una splendida stanza da bagno con tinte argentate e marine. Una vasca stile inglese da bagno al centro con piedi a zampa di leone, doccetta molto alta e rubinetto con regolare d'acqua sulla vasca tutto di color argento. Accanto c'era un mobiletto con vari prodotti da bagno e asciugamano. C'era anche appendiabiti, un lavandino con specchio e anche un lato con accappatoi.
L'atmosfera era con luci soffuse, musica di sottofondo rilassante, petali di rosa che galleggiavano in acqua nella vasca... Un'atmosfera super romantica... Cosa aspettetarsi da Magnus Bane se non questo e altro.
Lui pensava al più piccolo dei dettagli per i suoi clienti Li coccolava, se ne prendeva cura in tutto e per tutto e cosi li faceva vivere momenti indimenticabile con la persona amata o cara.
Pian piano Jaco e Lucky si spogliarono, il biondo era un po imbarazzato stranamente, non aveva problemi a postare semi nudo o a cambiarsi di fronte a qualcuno per delle foto ma con Jaco nella stessa stanza, diventava timido. Lui gli faceva un effetto mai provato prima.
Questo voleva dire innamorarsi veramente di qualcuno??
Jaco invece non aveva problemi, ma non guardò Lucky per dargli privacy mentre metteva il completo rosa con l'intimo sull'appendiabiti.
Lucky si voltò verso la vasca, Jaco era immerso qua e quella visione di lui con i capelli bagnati e petto nudo era paradisiaca. Si vedeva che era il figlio di una fata, aveva una bellezza disarmate e adorava quelle sue orecchie. Il popolo fatato l'aveva sempre affascinato fin da piccolo e adesso era in un bagno con una creatura del genere.
- potresti chiudere gli occhi - disse Lucky timido. - mentre entro dentro -
- certo - disse Jaco gentile, chiudendo gli occhi.
Lucky appoggiò i pantaloni su una crucetta e le orecchie e la coda da coniglietto sparirono con il papillon.
Poi si avvicinò verso la vasca, contemplò quel corpo e dei pensieri non casti si formarono in mente.
Mise la mano sul bordo della vasca, si immerse dentro l'acqua e si mise in posizione seduta con le gambe che toccavano quelle si Jaco.
- puoi aprirli adesso - disse Lucky con le guance rosse.
Il moro aprì gli occhi, aveva già visto il suo petto nudo ma non il resto come quelle belle e lisce gambe.
Anche lui aveva certi pensieri caldi ma dolci e teneri, erano misti.
- vieni più qua, ti lavo i capelli - disse Jaco dolce, prendendo lo shampoo dopo aver aperto il getto della doccetta.
I capelli di Lucky si bagnarono il giusto tempo per premettere a Jaco di insaponarli dolcemente e avvicinando di più a lui, i piedi toccarono il sedere di Jaco.
Non aveva mai avuto un esperienza del genere con nessuno. Anche perché non aveva molte esperienze per arrivare a una tale intimità. Qualche bacio si ma altro no. Questo suo incontro con Jaco era unico nel suo genere.
Una canzone si diffuse nell'aria, Just a Kiss.
Finito lo shampoo, Jaco non resiste alla tentazione e avvicinò il suo viso a quello di Lucky mettendo una mano sul suo collo e appoggiò le labbra contro le sue. Lucky rimase un po sorpreso di ciò. Jaco si staccò subito da lui.
- scusami, non avrei dovuto - disse Jaco mortificato. - ci conosciamo da pochi minuti e io ti salgo subito addosso. Scusami veramente ma vedi...-
Lucky fermò quel fiume di parole con un bacio, anche lui lo desiderava quanto Jaco. Era vero, si conoscevano da pochissimo eppure c'è qualcosa tra loro, qualcosa che li spingeva l'uno verso l'altro.
Si aprirono con tutto se stessi a quel bacio, dolce ma caldo allo stesso tempo.
Jaco lo portò più vicino a sé, Lucky si mise a cavalcioni su di lui e si strinsero ancora di più con le braccia.
Le loro erezioni si scontrarono in quella posizione, Lucky sussulto con un gemito a quel contatto.
- meglio smettere, altrimenti ti faccio mio qua nella vasca - disse Jaco con difficoltà.
- e se io non volessi smettere. Amo come mi baci, amo il tuo corpo contro il mio, amo questo momento - disse Lucky con voce intensa e gran emozione nel cuore. - amo la tua voce, amo come mi fai sentire, amo le piccole premure come farmi lo shampoo. Potrei abituarmi a questo noi -
- ti sembrerà folle e precipitoso ma ho sento una forte sintonia tra noi, qualcosa che non mi so spiegare - disse Jaco tenendolo stretto a sé. - voglio questo, voglio questo noi, voglio altri momenti insieme, voglio starti accanto e prendermi cura di te -
Sembrava davvero folle e precipitoso eppure l'amore é così quando ti colpiva.
Nel frattempo il locale si riempì di tanta gente con costumi di ogni genere anche in versione Madness (tipo Alice con il vestito insanguinato e un coltello finto tra le mani), i fenicotteri rosa si esibivano più tardi, per adesso c'era un DJ e Maureen era là con un costume sexy da Dama della Regina di cuori. Era un mini abito senza spalline metà nero metà rosso con cuori rossi e neri glitterati, fiocco al centro e dettagli di pizzo nero, sottogonna nera e calze autoreggenti di colore bianco con i quattro semi delle carte. Quel costume non era causale infatti era per sedurre Simon, quando era entrata dentro l'aveva notata subito da lontano con quel costume da Bianconiglio. Non era da solo. Era seduto in specie di tazza da tè gigante come quelle del lunapark, accanto al divanetto del proprietario Magnus Bane. Era con ragazzi sconosciuti con strani tatuaggi e a Clary Anche lei li aveva. Era come una banda ma non capiva di cosa si trattava. Forse era per questo che non vedeva Simon dalla loro prima volta e il motivo di quel suo strano comportamento.
Si avvicinò a Simon quando lui si allontanò da quei ragazzi e soprattutto da Clary verso la quale aveva una gran gelosia ma la teneva segreta all'amica. Non era colpa sua se Simon era innamorato di Clary ma faceva male.
- ciao, Simon. É da tempo che non ci vediamo - disse Maureen con un caldo abbraccio, tutta carina. - mi sei mancato tanto -
Simon era sorpreso di vederla là, aveva paura di farle del male per la sua sete di sangue e poi non sapeva cosa dirle di tutto questo tempo.
L'odore del suo sangue lo attraeva. Sentiva lussuria e altro. Voleva morderla e assapportarlo. Doveva concentrarsi e resistere alla tentazione. Era proibito dalla legge.
- ecco, io... Mi sei mancata anche tu - disse Simon staccandosi da lei con fatica. - ti va di bere qualcosa e parlare? -
Aveva bisogno di sangue e al bar ne avevano poiché c'era vampiri tra loro.
- si certo - disse Maureen con un sorriso.
Intanto nella tazza da tè Jace, Lydia, Izzy e Clary sorseggiavano cocktail particolari in tazze e gustavano dolcetti spettacolari.
Magnus e Catarina parlavano dei vecchi tempi sul divanetto mentre Alec era in bagno.
- Magnus, Rafael non viene più quindi niente baci o altro con Alec - disse Clary con un sorrisetto. - mi raccomando, fai il bravo -
- Che cos'è questa storia? - chiese Catarina curiosa.
Clary le raccontò tutto nei minimi particolari sulla telefonata e le penitenza alla scommessa. Catarina rise a ciò, immaginando Magnus tenere a freno le mani da Alec.
- Grande Clarissa Fairchild! Hai avuto una genialità - disse Catarina colpita. - voglio gustarmelo tutto -
Una canzone ispirò molto Lydia che si alzò e si voltò verso Jace.
- mi piace questa canzone, andiamo a ballare - disse Lydia euforica, porgendo la sua mano.
- vai con le ragazze, saranno ben liete di farti compagnia - disse Jace depresso. - non ne ho voglia -
- non ti lascerò a deprimenti qua, non hai detto una sola parola da quando siamo entrati qua - disse Lydia decisa.- dovevi reagire Jace. Ti sto chiedendo solo un ballo -
- quale parte non hai capito, Lydia. Non é voglia - disse Jace duro. - lasciami in pace -
La situazione si faceva tesa e difficile.
- cristallino, Jace Wayland. Resta pure qua a piangerti addosso - disse Lydia gelida. - io troverò qualcun altro -
Si allontanò da lì per mischiarsi sulla pista di ballo, iniziò a muoversi a ritmo di musica e ballava in un modo fantastico suscitato l'attenzione di molti uomini e donne.
- non dovevi trattarla così - disse Izzy arrabbiata per l'atteggiamento. - non concludi nulla così, fai del male solo a chi vuoi bene. Vado in bagno -
- Isabelle ha ragione, Jace - disse Clary con più calma, mettendo una mano sulla sua. - tu non sei così, non permettere a nostro padre di farti diventare qualcun altro. Tu sei una persona buona -
Jace le sorrise, portò una mano al suo viso e le accarezzò la guancia.
La sua dolce Clary. Prima di fare qualche gesto proibito, le diede un bacio sulla fronte e si allontanò da lei.
Si voltò verso la pista e vide qualcosa che non piacque per nulla: Un vampiro e una fata ballavano con o loro corpi attaccati a quello di Lydia in mezzo. Entrambi la voleva per come avevano le loro braccia sul suo corpo, parole sussurrate al suo orecchio e gli occhi chiusi di lei che si lasciava andare.
Non poteva permetterlo per nulla. Era geloso di Lydia. Non voleva che nessuno la toccasse e saperla in quelle quattro braccia lo faceva impazzire. Jace si fece strada tra la folla di mondani e nascosti per arrivare alla sua Lydia. Vide il vampiro palpare il suo sedere e la fata baciare il suo collo. Le gote di Lydia era rosse come una ciliegia, la bocca era semiaperta e sussulto e gemette quando il vampiro le fece sentire la sua erezione da sopra i vestiti e per i baci della fata.
Era da tanto che non sentiva quelle sensazioni, erano doppie adesso e tutto era incredibile.
Jace si avvicinò a loro, toccò la spalla del vampiro ma quello continuò i suoi comodi così lo stacco dal corpo di Lydia.
- che inferno vuoi, shadowhunter? - chiese il vampiro infastidito. - non vedi che sono occupato con questo prelibato e sexy angelo -
- già, vattene via - disse la fata portando la mano in mezzo alle gambe di Lydia. - vorremo farla godere -
- io non credo che lo farete - disse Jace incrociando le braccia molto serio.
Lydia aprì gli occhi a quella voce, il suo sguardo incrocio quello di lui mentre la fata la toccava in modo intimo, facendola gemere.
- Lydia, vieni con me - disse Jace porgendole la mano. - sai anche tu che questo non é quello che vuoi. Tu non sei così... -
Lydia si distaccò dalla fata un attimo e si avvicinò a lui.
- tu non sai come sono - disse Lydia gelida.
- si che lo so, Lydia e non ti permetterò di fare un errore - replicò Jace convinto, prendendola e mettendola a sacco di patate.
- Jace, mettimi giù! - esclamò Lydia agitando tutto il corpo.
- no finché non torni in te - replicò Jace irredimibile, iniziando a camminare.
La fata e il vampiro non gradirono all'interruzione di Jace, stavano per attaccarlo quando Magnus intervenne con la sua magia.
- non voglio combattimenti o discussioni nel mio locale - disse lui serio. - se non siete in grado di controllarvi, potete anche andarvene -
Nessuno osava contraddire Magnus Bane quindi dovevano trovare un'altra.
Molto più avanti vicino al bancone, c'era Alec con una tazza tra le mani in un'interessante conversazione con un ragazzo di 17 anni dai capelli biondi e gli occhi verdi. Era del popolo fatato. Il suo costume era un blazer blu lungo con rifiniture in bianco e bottoni argentati, decorato con piccoli disegni sparsi qua e là: teiere nere, buchi della serratura neri, semi di fiori neri, orologi, bottigliette 'drink me', biscotti 'eat me' e cappelli da cappellaio matto in neri.
Una camicia bianca sbottonata nei primi bottoni, pantaloni color blu marina e stivali marroni e infine, un paio di guanti senza dita grigi.
Era la versione di Alice al maschile del nostro secolo.
Chris Waterhigh era venuto dall'Australia apposta per le serata di Magnus Bane. Adorava le sue feste, incontrare persone interessanti e aveva ottimi rapporti con gli shadowhunters, infatti tra i suoi più cari amici ne aveva due. Alec si trovava bene a parlare con lui.
- quindi che seelie sei? - chiese Alec curioso.
- un tritone - rispose Chris con orgoglio.
- un tritone? Wow! Ho letto un bel po su di voi seelie in generale ma non avevo mai visto un tritone dal vivo. Fate, elfi o pixie si ma un tritone o sirene no - disse Alec molto interessato e incuriosito da ciò.
Ti mostro la mia coda, Alec- disse Chris con un sorriso.
- Qui? Non mi sembra il caso, Chris. Ci sono dei mondani - disse Alec in modalità shadowhunter.
- allora andiamo di là - gli propose il tritone.
Era una proposta allettante ma doveva tornare da Magnus, lo avrebbe dato per disperso. Eppure pensava a quando leggeva da piccoli libri sui tritoni e n'era affascinato. Era sempre stato un suo piccolo sogno ma accantonato per via dei suoi. Gli avevano tolto tutti i libri su ciò al desiderio di vederne uno con la spiegazione ' sono nascosti, non dobbiamo averci a che fare con loro'.
Adesso ne aveva l'opportunità, tanto ci voleva molto quindi seguì Chris lontano dalla sala in uno specchio. La cosa non sfuggì gli occhi attenti di Magnus, geloso della cosa e conoscendo molto bene Chris.
Chissà perché Alec l'aveva seguito? Voleva vederci chiaro in questa storia.
Sapeva bene che Alec non lo avrebbe mai tradito, era una cosa impossibile ma la mano di Chris appoggiato alla schiena del suo fidanzato gli aveva dato fastidio.
Oltre lo specchio, Alec e Chris si ritrovarono in una stanza con pareti bianche. C'era un prato all'inglese con piccolo ponte e un laghetto, i fenicotteri rosa finti, piccoli cespugli in tazza sparsi qua e là e una finestra bianca.
Si sedettero su prato, Chris tirò fuori una collana con ciondolo molto particolare e Alec era così emozionato a ciò. Il suo sogno di bambino si sarebbe avverato.
Il ciondolo era un cerchio, lungo i bordi la lingua del mare e a centro il simbolo di Nettuno o Poseidone, a secondo di come lo si voleva chiamare la sostanza non cambiava. Chris chiuse gli occhi, toccò il ciondolo e in un attimo, da sembianze umane tornò tritone. Petto nudo e coda da pesce, accanto c'era il suo tridente con pietra azzurra.
Alec trovò una grande emozione nel vedere un tritone dal vivo. Quella coda era bellissima di color blu.
Era meglio di come se l'era immaginato.
- se hai il tridente, sei il principe - disse Alec emozionato. - é bellissima la tua coda -
Chris lo guardava con intensità e interesse ma
Alec era troppo occupato a guardare la coda e il tridente per accorgersene. In effetti voleva toccare la sua coda.
- si sono un principe e se vuoi, puoi toccarla tranquillamente -
Alec allungò la mano sulla coda, pensava che era squamosa ma era più quella di un delfino. Gli piaceva molto, la accarezzò dolcemente poi arrivò all'unico punto squamoso. Era a metà della coda. Prese a toccarlo con un dito, incuriosito molto da ciò e
Chris sussulto a quel tocco.
- tutto bene? - chiese Alec a quel movimento preoccupato.
- si, continua pure. Mi piace molto - disse Chris estasiato da quel tocco.
Alec gli sorrise e continuò a toccare e accarezzare quel punto per un po e Chris chiuse gli occhi. Gli piaceva quel punto ad Alec.
Chissà perché quello era l'unico punto squamoso?
- il tuo tocco é fantastico, Alec -
Parlava in tono calmo con lui ma in realtà quel tocco lo stava eccitando incredibilmente, quasi...
- che sta succedendo qua? - chiese Magnus comparendo l'improvviso.
Alec si giro verso di lui, gli sorrise molto tranquillamente e Magnus guardò male Chris per un preciso motivo, che aveva riaperto gli occhi.
- Magnus, non sai quanto ho sognato di vedere un tritone, accarezzare la sua coda é un esperienza bellissima e anche questo punto - disse Alec con entusiasmo di un bambino, continuando a toccare quel punto sotto lo sguardo di Magnus.
Era bellissimo questa innocenza e ingenuità di Alec.
Peccato che non aveva capito le intenzioni di Chris o ciò che ne comportava quel gesto.
Povero Alexander, gli dispiace spezzare il suo cuore così ma doveva saperlo.
- mio ingenuo Alexander, tu non lo sai ma quando un tritone ti permette di toccargli quel punto é una cosa molto intima- gli spiegò Magnus con calma ma guardando furioso Chris. - vedi é la stessa cosa quando tocchi un pene, stai avendo un rapporto sessuale con lui -
Alec si allontanò il dito da lì sconvolto da ciò e da Chris.
- no, non può essere - disse Alec agitato.
Ecco svelato il mistero. Era il punto erotico dei tritoni.
- oh sì, é così. Non é colpa tua, tortino di miele, semmai Chris é il...-
Aveva tradito Magnus senza volerlo. Era un pessimo fidanzato.
- io non lo sapevo, io non volevo farlo- disse Alec agitando.
- Alexander, va tutto bene. Tu non hai...-
- non va tutto bene, ti ho tradito e...-
Alec mortificato e piena di sensi di colpa scappò via per nascondersi dalla vergogna.
- Alexander, aspetta - lo chiamò Magnus prima che entrò in un altro specchio nella stanza. - facciamo i conti dopo con te, caro Chris -
Magnus si tuffò nello specchio che portava a un lungo corridoio con tante porte. Si maledì per avere creato quello specchio.
La coppia Lucky-Jaco é stata inventata da me, non esiste nella realtà.
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