Serata al Pandemonium parte 2

Lo seguirono dentro appunto c'era una valanga di costumi di ogni genere nelle cabine armadio e ce n'erano anche i camerini per cambiarsi.
Lydia girò intorno le cabine armadio confusa, non sapeva nulla di quel mondo e di quella storia su Alice e neanche Alec a quanto pare visto la sua faccia confusa e a disagio in mezzo a tutti quei costumi mentre Clary era al suo agio e sembrava che anche Isabelle e Jace ne sapevano un po.
-ma questo... Aspetta non é il Cappellaio Matto?- chiese Jace a Izzy come conferma.
-no, Jace. Ti stai confondendo, questo é il bianconiglio solito a bere il tè con lui - rispose Izzy convinta. - é mezzo pazzo -
- no, Izzy. Per me ti sta confondendo tutta - replicò convinto
Clary rideva a quel siparietto divertente. I due shadowhunters la guardavano confusi alle sue risate e in quel momento arrivò Simon.
-ragazzi, vi sbagliate tutti e due. Il bianconiglio é quello che Alice segue nel buco, quello in ritardo e mentre chi é mezza pazza e beve il tè con il Cappellaio Matto é la Lepre Marzolina - spiegò Simon da nerd. - e quello che avevi visto Jace, era proprio quello del Cappellaio Matto solo che gli manca il cappello. Chissà perché -
Simon gli spiegò meglio i costumi e i ruoli nella storia.
Nel frattempo un costume incanto Lydia, non perse tempo e lo prese per andare in camerino ma appena lo fece, come per magia il costume comparse su di lei.
-wow! É fantastico!- esclamò lei meravigliata a quella magia.
Jace restò senza parole alla sola vista di lei.
- come sto, Clary?- domandò lei accanto allo specchio.
-sei perfetta. Una perfetta Alice - rispose Clary più naturale possibile ma con un groppo in gola nel vedere lo sguardo rapito di Jace verso la loro cugina.
Il vestito era semplice ma bello. Di un azzurro. Era uguale al primo abito di Alice nel film di Tim Burton in più un nastro nero con un fiocco trai capelli.
- grazie, Clary - disse Lydia con sorriso allo specchio.
Jace si avvicinò a lei e si scordò completamente la presenza di Clary. I suoi occhi erano solo per Lydia. Le sue parole gli giravano nella testa ' Portarmi pure nel tuo inferno. Sono pronta. Non mi importa se sarà pericoloso. Voglio starti accanto, ombre comprese. Voglio conoscerti Jace. Permettimi di starti vicino. L'oscurità ha bisogno dalla luce e viceversa. Potrei essere la tua luce se vuoi'.
-Wow, Lydia!- esclamò Jace rapito. - sei la più bella Alice che abbia mai visto-
- sul serio? - chiese Lydia con emozione alla sua reazione, voltandosi verso di lui.
- si davvero - confermò Jace, avvicinandosi sempre di più a lei.
Clary non riuscì più a guardare la nuova coppia che si stava formando, il suo Jace e Lydia.
No, non era più il suo Jace. Lui era fratello. Non potevano stare insieme.
Aveva bisogno di Isabelle. Solo lei poteva calmarla.
Alec girò tra le cabine armadio senza meta, nessuno di costumi lo catturò e una parte di lui, voleva andarsene da là. Non era ambiente per lui ma lo tratteneva il pensiero di Magnus, il suo fidanzato.
Era così strano pensare di avere un ragazzo. Non avrebbe mai pensato in un futuro di averlo e invece era successo. Non era un ragazzo comune, era Magnus Bane il sommo stregone di Brooklyn. Tra tante persone e tanti secoli d'esperienza, aveva scelto proprio lui, Alec Lightwood, uno shadowhunters.
Era così meravigliosamente imprevedibile la vita o il destino.
Forse Catarina poteva aiutare nel scegliere il costume ma non la trovava, vedeva solo gli altri.
Jace era molto vicino a Lydia per  sussurrare qualcosa all'orecchio della e lei era tutta rossa in viso. Non l'aveva mai vista arrossire.
Lei gli aveva mollato uno piccolo schiaffetto sulla spalla.
- Jace Wayland, non si fanno queste proposte - disse Lydia finta offesa. - non vado mica con primo che passa, non sono certo una delle tue solite conquiste -
- non ho mai pensato una cosa del genere, Lydia. Tu sei diversa - disse Jace con sentimento. - credimi, c'è qualcosa in te che mi allontana dai pensieri di mio padre e l'oscurità in te. Forse é vero, tu potresti essere la mia luce nell'oscurità -
Quella confessione era molto potente, le parole avevano un impatto inaspettato e diverso sulle persone e Lydia provava un emozione incredibile. Ci sperava da stamattina quelle parole o forse ancora da prima senza saperlo.
- però non voglio che mio padre ti faccia del male o ti usi per arrivare a me - disse Jace più cupo e realistico.
Conosceva Valentine quindi se scopriva da qualcuno del suo possibile coinvolgimento con lei, avrebbe fatto una brutta fine e non voleva.
- quindi é meglio che non ci leghiamo l'una all'altro. Sarebbe troppo doloroso dopo e poi sei mia cugina. Non possiamo -
Lydia capiva le preoccupazioni di Jace, Valentine era un pericolo per tutti ma non avrebbe permesso che questo le impediva di essere nuovamente felice.
Avrebbe difeso con tutte le sue forze quel legame con Jace.
- te lo ripeto, Jace, non ho paura. Nulla che mi dirai o farai, mi farà allontanare da te. Non adesso che ho trovato di nuovo la felicità - disse Lydia decisa e combattiva. - e poi siamo cugini alla lontana quindi non regge come scusa -
Jace se ne andò silenziosamente a quelle parole. Sarebbe stato difficile tenerla lontana ma ci sarebbe riuscito per la sua salvezza.
Simon aveva trovato il suo costume, era di un coniglio bianco con un stile vittoriano: con soprabito blu, cravatta di pizzo, gilet azzurro, pantaloni attillati, un orologio di grandezza da parete attaccato alla cintura, occhiali pinch netz e scarpe lucide.
Per finire Clary era tra le braccia di Isabelle.
Alec tornò sui costumi quando uno specchio bianco con le iniziali MB catturò la sua attenzione. Si avvicinò per vedere meglio, non rifletteva più a sua immagine o la stanza circostante ma il blu scuro.
Era strano. Decise di toccare la superficie dello specchio e anche questa era uguale alla parete di prima ma differente. Lo risucchiò al semplice tocco e si ritrovò catturato su un divanetto in una stanza con due pareti rosse e due blu scure e davanti a lui un tavolino con un tazza di tè e tre piattini con fantasie e sopra di essi un pasticcino, dei biscottini con la scritta 'eat me' e una fetta di torta red velvet.
Non poteva essere che opera di Magnus. Ma lui non c'era o almeno non lo vedeva.
-Magnus! Dove sei?-
All'improvviso dalla parete rossa apparse Magnus in tutta la sua magnificenza. 
- eccomi qua, mio bel fante di cuori - disse lui con in mano uno scettro dorato con un enorme cuore rosso. 
Era senza parole. L'abbigliamento di Magnus lo stupiva ogni volta ma questa volta si era superato.
Ombretto rosso glitterato, labbra rosse, capelli neri e rossi e su di essi una coroncina dorata con diamante rosso a forma di cuore al centro e altri più piccoli ai lati, l'occhio sinistro coperto da un cuore rosso dipinto e per finire vari anelli: alcuni con rubini, due con M e B o quelle con una Q e H e infine un anello semplice nero con un cuore rosso.
Il costume portava un ampio colletto dietro il collo tipico delle regine con cravattino di pizzo, camicia rossa glitterata con bottini laterali dorati stile vittoriano e maniche lunghe e larghe nero con pizzo finale, pantaloni attillati di pelle nera con cuori rossa sparsi, martello nero con cuori rossi che sembrava una gonna e scarpe glitterate dorate.
Magnus era la Regina di Cuori.
Alec cercò le parole giuste ma nulla uscì dalla sua bocca, non era molto bravo con le parole così si alzò dal divanetto per raggiungere Magnus e proprio come al matrimonio, lo prese per la camicia e lo baciò in modo intenso. Uno di quei baci da perdere la testa, Alexander non aveva idea dell'effetto dei suoi baci su Magnus. Infatti doveva far forza contro sé stesso per non trascinarlo sul divano e fargli tante cosuccie divertenti. Non voleva forzarlo a nulla. Ricordava bene le parole pronunciate la notte del quasi matrimonio di Alec a casa sua.

Flashback

Alec, Jace, Izzy, Clary e Simon erano a casa di Magnus con il Libro Bianco, trovato nell'ex biblioteca di Camille al Hotel DuMort sotto forma di libro di cucina. Non era stato facile all'inizio perché parlare con Camille era fuori discussione soprattutto per l'incolumità di Simon ma Raphael aveva permesso alla ricerca del libro tra le cose di Camille e la biblioteca dopo una chiacchierata con Simon. Dal racconto Magnus aveva intuito che c'era qualcosa. Conosceva molto bene  Raphael, non era da lui. Simon doveva contare molto per lui. La cosa negativa era stata la fuga di Camille per mano di un vampiro traditore quindi Raphael e gli altri vampiri erano andati a scovarla mentre Simon aveva seguito Clary e gli altri.
Era stato troppo facile trovare il libro ma una volta controllato con la sua magia, si era accorto che mancava una pagina e no una qualsiasi ma quella che gli serviva.
- dannazione! Non abbiamo la pagina, hodge ci ha traditi e non si trova, la coppa sarà in mano a mio padre!- esclamò Jace furioso.
Avevano cercato di calmarlo ma senza alcun risultato, era scappato via da mentre Clary era troppo sconvolta e un po giù per reagire. Isabelle si era avvicinata a lei per consolarla.
- la troveremo, Clary e salveremo tua madre - aveva promesso Isabelle con un abbraccio. - io ti aiuterò. Noi tutti ti aiuteremo. E tranquilla per Jace, si calmerà. Lo troveremo all'Istituto nella sala degli allenamenti -
-grazie, Isabelle - aveva detto Clary un po più calma.
Magnus aveva visto lo sguardo di Isabelle per Clary, era il suo stesso sguardo quando guardava il suo Alexander.
- andiamo ti faccio una bella tazza di camomilla e due coccole - aveva proposto Isabelle dolce prendendole la mano.
- si, ho proprio bisogno di coccole - rispose Clary con sorriso.
Anche per Simon era arrivato il tempo di tornare al Hotel DurMort da Raphael.
-tu che fai, fratellone? - chiese Isabelle con uno sguardo, vedendolo fermo.
- io rimango qua per stanotte - rispose Alec deciso. - é la soluzione migliore, domani parl... -
- ehy, Alec, non devi spiegarmi - disse Isabelle capendo bene con uno sguardo complice. - a domani -
Magnus era rimasto stupito da ciò, Alec aveva salutato i tre e all'attimo dopo erano da soli.
- non ti ho neanche chiesto se per te andava bene... Pos... -
Magnus gli aveva messo un dito sulle labbra.
- non farti problemi con me, Alexander. Sono contento che sei rimasto. Oggi é la notte delle tue no nozze e va festeggiata anche se ci sono state perdite. Ma si devono sempre festeggiare le vittorie perché sono poche. Ogni momento deve essere vissuto a pieno -
-Magnus, io...-
Balbettava il suo Alexander. Era una cosa adorabile, che adorava molto.
- tranquillo, non voglio far nulla - aveva affermato sincero. - voglio solo farti rilassare dopo questa serata movimentata. Avrei certi nervi, quello che ti ci vuole é un bel drink e le mie amorevoli cure
Con fare un po sedicente gli aveva sfilato la giaccia da dentro per farla volare all'attaccapanni dove c'era una sciarpa blu. L'attimo dopo sempre con la magia aveva acceso le candele in camera sua, messo un po di musica classica di sottofondo e si era avvicinato al carrello dei drink ma Alec l'aveva fermato.
- lascia fare a me, anche tu hai bisogno di rilassati. Hai perso il tuo amico oggi e mi dispiace tanto, Magnus. Avrei voluto esserci. Se solo non fossi stato così testardo, se solo avessi ammesso prima i miei sentimenti, fosse avrei potuto impedirlo. Mi dispiace, Magnus... -
La sua voce era rotta per la perdita di Magnus.
- non farlo. Non addossarti la colpa per una cosa che nessuno poteva controllare o prevedere. Non potevamo sapere che Hodge ci avrebbe traditiHai un animo nobile e sensibile, Alexander - aveva detto Magnus asciugandogli la lacrima con le dita e accarezzando la guancia. - é uno dei tanti motivi per il quale mi piaci -
Alec aveva girato un po la per dare un piccolo bacio sul palmo della sua mano.
Era un piccolo e dolce gesto ma gli aveva procurato una forte emozione. Alexander era in grado di farlo emozionare o di stupirlo, non pensava che poteva succedere ancora. Era anche vero che non aveva mai conosciuto uno come Alexander o un amore del genere. Avevamo cambiato l'esistenza dell'altro con il loro incontro e tutto questo grazie a Clary.
All'improvviso le sue forze erano venute meno e Alec l'aveva sorretto con le sue forti braccia.
- Magnus! Che cosa hai? - aveva chiesto Alec preoccupato.
- nulla, Alexander. É una sciocchezza - aveva risposto Magnus più convincente possibile, cercando di muoversi.
- non può essere, Magnus! Stavi svenendo a terra - aveva replicato Alec preoccupato. - dimmi che cosa hai? -
Poi dallo sguardo di Alec aveva capito che ci era arrivato. Non voleva preoccuparlo o altro per questo aveva risposto in quel modo.
- é per la magia utilizzata, vero? -
Quando Clary gli aveva dato il Libro Bianco per cercare l'incantesimo per risvegliare Joycelin Fairchild, si era attivato un potente incantesimo di protezione e non era stato affatto facile per Magnus scioglierlo e per rintracciare la pagina perduta senza alcun risultato, aveva utilizzato quasi tutta la sua magia.
- si ho solo bisogno di riposarmi un attimo e sarò tutto tuo - aveva detto Magnus mostrandosi forte, anche se indebolito.
Alec l'aveva accompagnato nella sua stanza e fatto stendere sul letto a baldacchino con le tende, cuscini e lenzuola rosse e poi si era messo accanto a lui.
- prendi ciò che hai bisogno, é tutta tua - aveva detto Alec dolce prendendo la sua mano con la propria. - affidati a me, Magnus -
Era così altruista, gli aveva ricordato quella sera dello primo drink insieme proprio dopo gli aveva donato la sua energia e sorretto e quando aveva pulito il suo divano per non fargli usare la magia. Si conoscevano da poco, eppure si preoccupava già per lui.
Era un'altra cosa che ama di lui, la sua generosità e bontà.
- ti ringraziò, Alexander -
Aveva preso un po della sua energia mentre Alec si era avvicinato per dargli un bacio, loro dita erano intrecciate, atmosfera soffusa delle candele. Era un momento magico per due.
Magnus aveva sentito come se Alec gli aveva donato la sua energia non solo dalla mano ma anche con la bocca, tramite quel bacio.
Si era ripreso subito con quel bacio.
Dopo quella trasfusione d'energia e quel bacio, Alec si era alzato per versare un po di quel liquido bianco nei calici.
- dovrei occuparmi io di te ed é finito al contrario - aveva detto Magnus un po rammaricato.
Ma era una bella sensazione che Alec si occupava di lui.
- tu ti occupi sempre di me o delle mie faccende- aveva detto Alec con un sorriso, tornado con due calici.
- brindiamo a Clary, grazie alla quale non ci saremo incontrati - aveva detto Magnus prendendo il calice.
- giusto a Clary e a noi - aveva aggiunto Alec alzando il calice . - a questa prima notte insieme -
- la prima di tante spero. Se me ne darai l'opportunità - aveva continuato lui.
Tutto in un tono molto intenso.
Avevano fatto cin cin e Alec aveva preso un sorso, non era abituato all'alcool e quello dell'altra volta era bello forte. Intanto era rimasto piacevolmente sorpreso da questo.
- ma é buonissimo, é dolce e mi piace - aveva detto Alec prendendo un altro sorso.
- si ho scelto proprio apposta per te. É un vermut bianco, sapevo che ti sarebbe piaciuto - aveva detto Magnus con un sorriso.
Qualche attimo o meglio dopo due bicchiere di vermut bianco, Alec c'aveva preso gusto e un po era su di giri, i due erano sdraiati nel letto a baciarsi appassionatamente. Alec era sotto di Magnus, le loro mani esploravano il corpo dall'altro prima da sopra o vestiti e dopo da sotto la camicia e la maglietta e i loro piedi privi di scarpe si strofinavano.
Era da tanto che non assaporava di fare l'amore con qualcuno che amava ma con Alec sembrava sempre la prima volta con tutto, persino il loro primo bacio aveva sentito un emozione mai provato prima e di gente ne aveva baciate tante o si era innamorato diverse volte ma mai così. Riusciva a pensare solo a lui, Alexander era diventato tutto il suo mondo ora.
Aveva sentito le dite di Alexander accarezzare la pelle della sua schiena, provocandogli i brividi mentre lui lo faceva con la sua pancia e addominali. Aveva provocato un piccolo gemito di Alec alle sue carezze. Aveva degli addominali da urlo. Poi aveva proseguito verso l'altro, accarezzando i suoi pettorali. Toccare quel corpo già ammirato una volta all'Istituto era fantastico, meglio delle sue fantasie.
- forse dobbiamo fermarci - aveva detto Magnus cauto, staccando la bocca dalla sua e allontanando le mani dal suo corpo.
- perché? Stava andando tutto bene - aveva chiesto Alec un po confuso aprendo gli occhi.- non sono mai stato più felice in vita mia. É qui che voglio stare con te -
- queste tue parole mi rendono felice, Alexander. Ma penso che dobbiamo rallentare, sei uscito allo scoperto solo adesso. Voglio darti i tempi, partiamo dal nostro primo appuntamento e il resto verrà a solo - aveva detto Magnus accarezzando la guancia.
Alec aveva concordato e si erano messi in posizione laterale, abbracciati stile spoon. Naturalmente Alexander aveva fatto del big spoon e lui little spoon. Era bello stare tra le sue braccia e addormentarsi con lui.

fine del flashback

- amo il tuo modo di baciarmi, Alexander - disse Magnus con voce profonda. - non sai l'effetto che mi fai ogni volta -
- e tu neanche. Mi sorprendi sempre, Magnus. - confessò Alec molto intenso. - spezzi ogni volta il mio respiro... I miei battiti aumentano... Solo tu sei in grado di far perdere la mia bussola... Tu... mi fai venire voglia di tante cose... e certi desideri mai provati prima... Non so se sono stato chiaro... E un po difficile da dire... Vedi io...-
- con calma, Alexander. Non c'è nessuna fretta - disse Magnus prendendo la mano. - vieni con me-
Lo portò sul divanetto per dargli tutto il tempo possibile per riordinare i pensieri mentre  con una sua magia blu, un secondo piattino con la fetta di torta  appari nella mano sinistra.
- non ti dispiace vero? - gli chiese Magnus con la forchettina con manico a forma di cuore nella mano destra. - mi é venuta una certa voglia -
- fai pure - rispose Alec con sorriso.
Guardò all'altro sempre molto elegante, anche nel sedersi, nel camminare o nel mangiare. Era sicuramente una cosa innata.
- paradisiaca - disse Magnus facendo certi mugugni di godimento.- dovresti provarla -
Alec prese il coraggio e parlò intensamente.
-  mi hai detto di volermi dare i miei tempi ma mi sono reso conto che non voglio. Non voglio aspettare, ho aspettato anche troppo e adesso voglio solo lasciami andare con te. Voglio provare tutte le cose di cui parlano tutti o quello che fanno Izzy e
Jace-
Alec si rese conto delle parole appena pronunciate.
- per angelo! L'ho detto veramente - esclamò Alec stupito con un sorriso.
- si, my love. L'hai fatto - disse Magnus con orgoglio. - e adoro l'espressione 'per angelo'. Dalla tua bocca ancora di più -
Alec portò le braccia intorno al collo e d'istinto si avvicinò al suo orecchio per dare un morsetto al lobo. Lui non poteva sapere che le orecchie erano un punto sensibile di Magnus. Il suo marchio era proprio gli occhi da gatto e come loro aveva le orecchie sensibili. Alec adorava quei suoi occhi dorati da gatto che spuntavano fuori quando usava la magia. Ma anche normalmente profondi e neri nei quali si sarebbe perso dentro.
Quel morsetto provocò un gemito in lui.
- sei un proprio birichino, Alexander-  disse Magnus malizioso mettendo piattino sul tavolino. - prima avevo voglia di dolce, adesso ho una gran voglia di te. Anche se di te é sempre voglia -
La linguetta birichina di Alec si leccava le labbra in un modo illegale.
Provocò ancora di più voglia in lui.
- ora ti farò conoscere le gioie del piacere -
Lo portò a stenderlo sul divanetto mentre lo baciava, aprendogli un po le gambe per tuffarsi in mezzo e sbottonare la camicia blu.
Alec si alzò un po per facilitare l'altro con i bottini, Magnus si abbassò sul suo petto e prese in bocca uno di due capezzoli. Due sere fa aveva toccato i suoi pettorali, ma non si era avvicinato ad essi con le dita. 
Lecco e succhio il bottoncino di carne mentre stuzzicava l'altro con le dita.
Alec emise dei gemiti e il suo corpo fremeva o tremava sotto quelle leccatine, morsetti e scie di baci minuziosamente del petto fino al collo mentre quelle mani gli sfilavano la camicia che finì per terra.
Si dedicò completamente a lui, trasmettendo amore in ogni cosa che faceva e Alec lo sentiva in ogni suo gesto. Lui non provate delle emozione, sensazioni e piacere del genere.
Non si era neanche mai toccato, era peccato secondi i suoi e lui da bravo figlio aveva ubbidito sempre, voleva che loro fossero orgogliosi di lui e anche per questo che aveva rinunciato a tutto e a sé stesso per non deluderli.
Ma ora che aveva conosciuto l'amore, non voleva rinunciarci e non importava se sua mamma non era d'accordo. Finalmente era sé stesso, non doveva più nascondersi o reprime i suoi sentimenti per Magnus. Quest'ultimo portò la mano in mezzo alle gambe, Alec sentì le dolci e sapienti carenze sopra la stoffa al sua visibile e tastabile erezione, baci, leccatine e morsetti l'avevano eccitato tanto, ma nulla era comparabile a questo. Il piacere di quelle carenze, voleva la bocca di Magnus intorno l'erezione. Per angelo, stava assaporando un nuovo piacere. La testa indietro, gli occhi chiusi e il dito alla bocca per monderlo e trattenere i gemiti troppo forti.
- guardami, Alexander. Non voglio che ti trattieni con me, voglio ogni tuo  sospiro, gemito, urlo. Voglio tutto di te. Non voglio perdermi nessuna sfumatura o dettaglio mentre ti darò il tuo primo orgasmo - disse Magnus con voce calda e intensa, leccandosi le labbra al sol pensiero. - lasciati andare completamente-
Alec aprì gli occhi, abbassò lo sguardo verso Magnus che gli slacciava sapientemente la cerniera e si leccò le labbra al sol pensiero.
- non vorrei fare la guastafeste, capisco che siete innamorati con la voglia di fare l'amore ma Magnus hai una serata, tu sei il proprietario di questo locale - disse Catarina apparendo all'improvviso dalla parete rossa. - i tuoi coniglietti camerieri ti reclamano e la band ' i fenicotteri rosa ' é arrivata -
Alec era in imbarazzo e cercò di recuperare la camicia mentre Magnus guardò male la sua migliore amica per quella intromissione. Non gli piaceva essere interrotto, anche se a sua volta un secolo fa aveva interrotto Will e Tessa. Ma Catarina aveva ragione.
- mi dispiace, mio fante. Prima il dovere e poi riprenderemo questo discorso - disse Magnus un po seccato.
- tranquillo, nessuno meglio di me ti può capire in ciò - disse Alec con sorriso.
Si diedero un ultimo bacio prima di separarsi.
- sei una perfetta Regina di Cuori, Magnus. - si congratulò Catarina orgogliosa. - tutti ti avrebbero pensato come Cappellaio Matto o Stregatto ma io no. Tu ami stupire, stare al centro dell'attenzione, sei una prima donna. A te si addice lo stile di una regina. Si abbina molto con il costume del tuo Alec, proprio come i due biondi -

......

Qualche minuto prima nella "Costume Room", Jace era in cerca ancora del costume e cercava di evitare di stare al contatto con Lydia. Tra i costumi, c'erano anche le versione al femminile o maschile dei vari personaggi e Izzy ne adocchiò uno da Stregatto sexy ma l'unica pecca era troppo largo per lei o almeno cosi credeva nel guardarlo nella cabina armadio. Invece Clary ne trovò un perfetto. Bianco proprio come abito che indossava. A pochi passi c'erano Simon e Lydia, quest'ultima guardò il batuffolo bianco al centro del sedere con curiosità. Faceva un bel contrasto con l'azzurro dei pantaloni.
Lydia non resisti alla curiosità,  strinse la codina nella sua mano e lui saltò a quel gesto.
- ehy! Non stringermi la coda- esclamò Simon risentito. - é vera -
-scusami, Simon. Non lo sapevo, non ho potuto resistere - si scusò lei dispiaciuta. - é un così bel costume. Sono curiosa di vedere quello di Jace, ma anche quelli degli altri soprattutto quello di Magnus. Sarà qualcosa di incredibile proprio come la sua personalità. Capisco perché Alec si sia innamorato di lui, Magnus é una persona fuori dal comune e mi piace molto come amico -
Si sentiva l'ammirazione e l'affetto che lei nutriva per Magnus e la cosa era reciproca.
I suoi occhi brillavano di una luce diversa con tre persone: Alec, Magnus e Jace.
Quando aveva saputo di quell'incarico, non avrebbe mai immaginato che l'avrebbe portata a tutto questo.
L'attenzione di Jace andò su un gran cappello, Clary guardò la scena e lo riconobbe. Era quello che Valentine portava nel mondo inverso.
Cappello = Valentine. Jace = Valentine. No. Jace non era cattivo. Jace non era oscuro. Jace non era come lui.
Sapeva che persona fosse Jace ma non capiva perché la sconvolgeva la scelta di quel cappello.
Nell'attimo in cui Jace lo afferrò, apparse l'intero costume da Cappellaio Matto sul suo corpo e il cappello in testa. Il costume era un abito blu di raso con un ampio colletto viola, una camicia bianca e farfallino blu, i polsini di pizzo con i guanti neri, pantaloni e scarpe scuri e come accessorio una teiera nella mano.
Clary pensò che era perfetto con quel costume ma la disturbava un po a causa di Valentine.
- wow! Jace, sei stupendo!- esclamò Lydia incantata avvicinandosi a lui.
Clary osservò i loro costumi abbinati, Alice e il Cappellaio Matto, una coppia speciale.
Avrebbe voluto avvicinarsi per mostrare il suo costume a Jace ma era meglio di no. Non voleva intromettersi in quel loro momento.
Si girò dall'altra parte e il suo sguardo si incontrò con quello di Isabelle. Entrambe restarono senza parole al costume dell'altra. I costumi si abbinavano perfettamente all'altra, Clary la Regina Bianca e Isabelle lo Stregatto. La purezza e la sensualità.
Clary portava un elegante abito bianco e azzurro pallido satinato con rifiniture in perle e maniche bianche trasparenti, adornate di paillet e sulla gonna fiocchi di neve sparsi.
  Rossetto viola scuro, ombretto castano, pelle bianca pallida e i capelli pelle di carota con mesche bianche. In testa una piccola corona dorata e a collo una collana perle.
-sei davvero una perfetta Regina Bianca. Il simbolo della purezza ti appartiene. Non ho mai conosciuto una persona più pura di te, Clary Fairchild - disse Isabelle sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -grazie, Isabelle. Tu sei molto sexy, da togliere il fiato - disse Clary rapita da lei. - farai strage di cuori stasera -
A lei, Isabelle interessava solo uno. Il cuore di Clary.
Dopo quella frase si rese conto di provare un improvviso senso di gelosia verso Isabelle. Quell'attimo sul letto era stato bellissimo e ne voleva altro. Però non voleva che per dimenticare Jace, usare Isabelle.
Non era giusto nei suoi confronti.

....

Nella stanza blu/rossa oltre lo specchio, Magnus schiocco le dita e sulla mano destra apparse una custodia per abiti.
- qua dentro c'è il tuo costume, basta che lo tocchi e puff per magia avrai l'abito addosso -
Dopo di che, si sistemo il trucco e lasciò Alec in compagnia di Catarina per andare dal stuff e dai fenicotteri rosa.
Alec mise la custodia dell'abito sul divanetto, apri tutta la cerniera fino a su e dentro il costume era nero e rosso, molto semplice e lo toccò.
Uno specchio appari e lui ci guardò dentro, portava una corazza metallica nera con sotto una maglia nera con maniche lunghe e sui bordi di esse c'erano due bottoni a forma di cuore. Proseguiva con un mantello rosso con un cuore nero al centro, pantaloni neri stretti e stivali neri. Con accessori, una cintura nera con un cuore rosso e attaccata su di essa, una grande forbice mentre sul tavolino apparse il suo arco e frecce con un piccolo cambiamento: le punte erano a forma di cuore rosso glitterato.
C'era anche un biglietto: 'pensa a me  quando tirerai le tue frecce'.
In quel momento, non aveva dei pensieri casti su di lui. Era tutto rosso con il biglietto in mano.
Gli piace quel costume e solo adesso notò sulla mano destra un anello semplice nero. Era uguale a quello di Magnus a parte il cuoricino. Di solito non gli piacevano questo tipo di cose ma questo si, nera semplice come lui.
......
Intanto per le strade di Brooklyn, Rebecca Lewis cercava di contattare suo fratello Simon tramite il cellulare. Era oramai giorni o forse settimane che non lo vedeva, era preoccupata per lui e lo rivoleva a casa. Era molto legata a lui. Era il migliore fratello che una ragazza poteva sperare e non sapere cosa gli stava succedendo, era devastante.
Rivoleva il suo Simon, rivoleva i suoi abbracci, le sue storie e giocare con lui ai suoi videogiochi anche se era negata, andare in chiesa con lui. loro erano religiosi soprattutto Simon. Era molto importante Dio per lui. Ricordava il suo...
- Simon, sono Rebecca. Ho bisogno di vederti e sapere come stai. Ti prego, Simon. Mi manchi tanto e anche alla mamma. Ti prego, torna da noi....-
La voce era rotta dalle lacrime, non guardava dove stava andando e inciampò su qualcosa. Si taglio un po il ginocchio con pezzi di bottiglia, il cellulare era rotto e le faceva male.
Il sangue colava giù, il vampiro traditore la vide e si leccò le labbra al sol pensiero di assaggiare bel bocconcino prelibato. 






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