il principe e lo stregone
Il principe Alec Lightwood Wayland era stato scelto per una missione importante, le fate avevano detto che solo lui poteva sciogliere il cuore del potente stregone. Lui guardava i re di Idris e nonché i suoi due padri, Robert e Michael.
- non aver paura - disse Michael avvicinandosi al figlio. - hai un cuore d'oro e anche Magnus Bane ne sarà stregato -
- sei un leader nato, metti gli altri prima di te stesso e sei bellissimo. Sarà conquistato da te - aggiunse Robert incoraggiandolo.
Alec non era molto convinto ma decise di tentare e salutò i suoi, Izzy, Max, Jace, Clary, Lydia e Raphael. Prese il suo cavallo e galoppò verso il castello dello stregone.
Per arrivare al castello c'era la foresta oscura da oltrepassare, nessuno si andava mai a parte i cacciatori di nascosti. C'era erano molte creature lì dentro e lui non ne ebbe paura anzi ne aiutò uno.
Era impigliato dentro una trappola per stregoni, piangeva e aveva la pelle blu.
- aiutami - disse il bambino stregone soffrendo in quella gabbia.
Alec si stringeva il cuore alla sua sofferenza, guardò bene la trappola e con una sua freccia, scagliata nel punto giusto ruppe la gabbia.
Il bambino stregone si presentò con il nome di piccolo mirtillo e l'abbraccio per averlo liberato e lo portò al castello.
Alec si trovò all'ingresso di quel castello così eccentrico e guardava il piccolo salire le scale.
- padre, padre - disse il piccolo mirtillo molto eccitato. - ho trovato con chi giocare e mi ha salvato la vita -
Lui era sconvolto. Il piccolo era il figlio di Magnus Bane!!!
Seguì il piccolo fino ad una stanza, era da letto e c'era in vestaglia la creatura più bella di tutti i regni. Aveva una bellezza particolare e quegli occhi da gatto, occhi che lo stregarono mentre lo vedeva con un bicchiere di vino e teneva sulle ginocchia il piccolo mirtillo.
- non stare sulla porta - disse la stregone guardandolo con quegli occhi.
In un attimo con uno schiocco di dita di lui e magia blu, si ritrovò sul letto con un bicchiere di vino.
Il piccolo mirtillo salutò il padre e Alec e li lasciò soli.
Ad Alec non gli sembrava che Magnus avesse il cuore incantato o di ghiaccio, era così dolce con il piccolo e forse le fate si sbagliavano. Però era nervoso, con la testa contro i cuscini dello stregone e stringeva il bicchiere senza berlo. Era la prima volta che si trovato con uno stregone nella sua camera da letto e poi non era abituato a bere alcolici.
- non é avvelenato, puoi berlo - disse lo stregone bevendo un sorso.
- non sono abituato - disse lui arrossendo.
Magnus schiocco di nuovo le dita, il bicchiere di vino mutò in un cocktail color trasparente.
- questo ti piacerà - disse Magnus leccandosi le labbra.
Alec lo provò, era dolce e gli piace ma dopo un po gli diede alla testa e gli portò sonnolenza.
- da adesso sei mio, giovane Lightwood Wayland - disse Magnus con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono per Alec.
...
Alec si sveglio con la testa un po che gli faceva male, le mani che non riusciva a muovere e aveva freddo. Si ritrovò legato contro il muro e completamente nudo con Magnus sulla poltrona che lo guardava.
- ben svegliato - disse lui con un sorrisetto. - dormito bene? -
- perché mi hai legato? Che intenzioni hai? - chiese Alec nascondendo la sua paura.
- ma é ovvio - disse Magnus alzandosi e avvicinandosi a lui.- sei un bel bocconcino, sei vergine e sei un principe. Io odio i reali. Strapparti la verginità e usarti al mio piacimento sarà la vendetta migliore contro quello della tua razza -
Dall'altra parte, il piccolo mirtillo bussò e Magnus riportò Alec sul letto, di nuovo vestito e aprì al figlio.
- papà, la colazione - disse il piccolo ignaro con il sorriso.
Magnus si vestì con la magia, lascio un armadio pieno di vestiti ad Alec e prese il figlio per andare nella sala da pranzo. Alec ancora tremava a quelle parole di prima ma sarebbe stato coraggioso. Si mise un vestito blu e scese le scale per arrivare alla sala. Avrebbe rotto l'incantesimo della Fata Oscura Camille. Magnus sarebbe stato libero dall'oscurità. Alec si sedette al gran tavolo accanto al piccolo mirtillo e a capo tavola c'era Magnus.
- serviti pure - disse lui all'ospite con un tono gentile.
Alec mangiò tutto quelle prelibatezza mentre il piccolo gli parlava.
- papà mi ha detto che resti qui, mi farai da insegnante e mi insegnerai a tirare con l'arco - disse il piccolo felice.
Magnus era stato molto subdolo, usare il figlio per farlo restare così da avere quello che voleva.
- si. Ti insegnero molto cose - disse Alec accarezzando la testa del piccolo.
- ne sono felice - disse il piccolo abbracciandolo di slancio.
Quando restarono da soli, Alec affrontò Magnus.
- usare tuo figlio per farmi restare é spregevole - disse Alec a tono. - ma non hai un cuore? -
- no, non c'é l'ho - disse Magnus con un sorriso. - e non é voglio avere uno. Voglio solo spezzarti, farti del male e stasera succederà. Mio figlio non ti salverà sempre -
Alec lo vide scomparire mentre lui riprese a camminare, doveva trovare un modo per salvarlo dall'oscurità ma le fate non gli aveva detto a tal proposito. Sapeva che suo padre Michael aveva svegliato suo papà Robert con un bacio. Un bacio di vero amore ma lui non amava Magnus.
Doveva trovare un altro modo. Forse nella biblioteca c'era la soluzione.
Il castello era grande e si perse tra quei corridoi, non sapeva neanche come tornare indietro e Magnus apparse davanti a lui.
- ti sei perso, fiorellino? - chiese Magnus ridendo.
- si ma non ho bisogno del tuo aiuto - disse Alec molto testardo. - troverò la via da solo -
- allora ti augurò buona fortuna - disse lui scomparendo in una nube blu.
Alec ritornò indietro, prese un corridoio e lo portò ad una grande stanza con oggetti di tutti i tipi. Perfino una tazza così semplice, bianca con una striscia blu. La prese e gli mise dentro una polvere dava dalle fate.
' portami dal tuo padrone ' pensò lui agli occhi chiusi.
Davanti a lui c'era una scia di petali e seguì il sentiero che lo condusse alla biblioteca.
- complimenti, ti avevo giudicato male. Polvere di fata molto ingegnoso - disse Magnus alle sue spalle.
Alec gli cadde la tazza per lo spavento di quell'apparizione improvvisa.
- non volevo romperla - disse Alec dispiaciuto, raccogliendola ma si accorse che era solo. scheggiata.
- é solo tazza. Buttala - disse Magnus ritornando ad un libro.
- é bella anche se é scheggiata - disse Alec decidendo di tenerla.
Magnus non gli diede conto, troppo impegnato in quel libro e Alec si guardò intorno. Quella biblioteca era grande, era un sogno per lui che amava i libri e si avvicinò agli scaffali.
- ti prego, non lo fare - disse Alec spaventato.
- amo quanto mi pregano - disse Magnus godendo della sua paura.
Alec si ripeteva che Magnus non era così ma era per l'incantesimo, doveva portare l'umanità in lui e smise di tremare.
- Magnus, so che c'é ancora del buon in te - disse Alec con coraggio. - non cedere all'oscurità -
- questi discorsi falli a qualcun altro con me non attaccano - disse Magnus strappandogli il sopra.
Alec fece qualcosa che Magnus non si aspettava e unì la sua bocca a quello stregone e per un attimo vide un'immagine di loro due insieme a ridere in quella biblioteca. Si allontanò scottato da quel ricordo.
Lui non aveva mai incontrato Magnus!!!
- che cosa mi stai facendo? - chiese Alec allo stregone
- non so neanch'io il perché di quell'immagine - disse Magnus allontanandosi da lui. - ma vattene da qui. Non voglio vederti fino a stasera -
Magnus lo fece scomparire e Alec si ritrovò in camera sua, tutto confuso da quel ricordo e sentiva ancora le labbra fredde di Magnus sulle sue.
Cosa gli stava succedendo??? Doveva parlare con i suoi papà e sapeva anche com'è fare.
Chiamò una colomba e gli consegnò un messaggio.
- portalo al castello Lightwood-Waywood. Portalo ai miei genitori -
La colomba volò dopo quella frase sussurrata e Alec sperava che i suoi potevano essergli di aiuto.
Si fece sera, Alec aveva trascorso tutta la giornata con il figlio di Magnus e avevano pranzato in giardino. Gli piaceva stare con il piccolo, si sentì legato a lui e lo aiutò a fare il bagno. Adesso era ora di cena e guardava fuori dalla finestra in cerca della colomba ma non c'era traccia.
Decise di andare da Magnus, sapeva che stava addentrandosi in un territorio pericoloso ma i suoi piedi si muovevano da soli e la porta della stanza di Magnus era semi aperta. Guardò dentro e sentì una fitta al cuore alla scena di Magnus con Camille, erano nudi e lei era di sopra a lui. Si vedeva che lo dominava.
- il mio gattino - disse Camille accarezzandolo.
Perché faceva male? Lui non lo conosceva neanche.
- dov'è Alexander? Dov'è il mio Alexander? - chiese lui disperato. - tu non dovresti neanche ricordato - disse Camille furiosa.
- era in biblioteca e ridevamo - disse Magnus ritornando in sé. - che cosa gli hai fatto? -
- il mio incantesimo si sta indebolendo - disse Camille usando di nuova la sua magia oscura sul suo cuore. - adesso gattino, sai chi é Alexander? -
- non conosco nessun Alexander - disse Magnus riprendendo uno sguardo oscuro. - ma conosco il giovane Lightwood Wayland che devo scoparmi -
- bravo, gattino. Fagli tanto male, vendicati per quello che mi hanno fatto - disse Camille baciandolo. - adesso scopami per bene -
Quindi lui e Magnus si conoscevano, il ricordo era vero e Camille voleva che gli facesse male. Era nella stanza e sentiva i gemiti di Camille mentre Magnus ci faceva sesso e sentiva il suo cuore spezzarsi. Magnus doveva essere importante per lui.
La colomba arrivò e Alec prese il messaggio:
Scusaci per non avertelo detto ma tu e Magnus eravate innamorati prima che la maledizione di Camille vi colpisse per separarvi.
Non poteva crederci. Lui e Magnus innamorati!!
' ecco perché solo tu puoi spezzare l'incantesimo. Dovete innamorarvi di nuovo'
Il bacio aveva scatenato il ricordo quindi se lo baciava ancora forse avrebbero ricordato altro. Doveva provarci.
Il giorno dopo...
Alec entrò nella stanza di Magnus, c'era Camille nel suo letto mentre l'altro era sul pavimento a dormire totalmente nudo.
Povero Magnus. Si avvicinò a lui e lo coprì dolcemente in una coperta.
- io ti salverò, Magnus - disse Alec sottovoce, dandogli un bacio sulla spalla. - non ti lascerò nelle sue grinfie -
- ma guarda chi abbiamo qui, il principe di Idris - disse Camille con sorrisetto.
Alec si ritrovò nel muro e legato da rovi.
- non é più tuo. É mio - disse Camille togliendogli la coperta a Magnus.
- non sarà mai tuo - disse Alec cercando di liberarsi dai rovi.
Si ferì nel tentativo, il sangue cadeva giù ma Alec non gli importava. Doveva proteggere Magnus.
- gattino, vieni con me - disse Camille rimettendosi sul letto. - dammi piacere -
Magnus si sveglio al sentire la parola gattino e la raggiunse nel letto. Alec dovette guardare la scena e il suo cuore soffriva.
- Magnus, Magnus. Vieni qui - disse Alec cercando di sottrarlo dalle grinfie di Camille.
Camille rideva, sapendo bene che il suo gatto non sarebbe mai andato da lui. Era solo suo.
- Magnus, ti prego -
Quel ti prego sembrò attirare la sua attenzione, si girò verso Alec e Camille ne fu infastidita. Magnus lasciò Camille per avvicinarsi a lui.
- no, non é possibile - disse Camille guardando Magnus leccare il sangue di Alec.
Ancora una volta vinceva lui. Se ne andò furiosa ma sarebbe tornata.
Ora Alec era nel letto con la testa di Magnus sul suo petto. Gli accarezzò la testa e sembrava veramente un gatto adesso. Camille l'aveva ridosso così.
Alec lo coccolava e cercava un modo per farlo tornare in sé.
Il piccolo mirtillo piangeva perché suo padre non lo riconosceva più, si comportava come un gatto e guardava Alec con speranza.
- devi salvarlo - disse il piccolo soffrendo nel vedere il suo papà così.
- lo salverò - disse Alec stringendolo a sé. - riavrai il tuo papà -
Alec passò giorni e notti in biblioteca in cerca di una cura, Magnus stava sempre con lui o se ne andava solo per portargli da mangiare come un gatto affezionato al suo padrone.
Alec lo riempiva di coccole, si addormentava sempre ai suoi piedi e lui lo portava sempre a letto. Si prendeva cura di lui.
Era una gran sofferenza per Alec, rivoleva il suo Magnus e quel tempo passato con lui in quello stato gli fece tornare i ricordi. Adesso ricordava. Era andato a Magnus perché Valentine aveva separato i suoi con un sortilegio oscuro e lui era l'unico che lo poteva aiutare e così si erano innamorati nella ricerca di un antidoto per i suoi genitori.
I suoi genitori ma certo. Perché non ci aveva pensato subito.
Robert e Michael arrivarono al castello di Magnus e trovarono il piccolo Max che non li riconoscevano.
Max li portò da Alec che vegliava Magnus.
- Alec, com'è sta andando? - chiese Robert avvicinandosi a lui.
- non so che fare, ho provato anche il bacio più volte ma rimane sempre intrappolato in questo incantesimo di Camille - disse Alec disperato, aggrappandosi a lui.
- cosa devo fare papà? -
- Alec, figlio mio, l'amore é la magia più potente del mondo - disse Michael stringendosi a loro.
- ci vuole anche pazienza -
- non so se ne ho ancora di pazienza, non riesco a vederlo così - disse Alec molto sofferente.
...
I suoi genitori si trasferirono lì per aiutarlo e gli diedero un frammento della storia, il piccolo mirtillo non era figlio naturale di Magnus ma l'aveva adottato quando l'avevano trovato in fasce.
- vuoi dire che lui é anche mio figlio??? - esclamò lui sconvolto. - e perché mi avete tenuto all'oscuro di tutto? -
- turchina diceva che dovevi ricordare da solo ma é stato un errore - disse Robert sedendosi con lui.
- quindi anche lui é vittima dell'incantesimo - disse Alec guardando il piccolo Max giocare con Michael.
- Michael adora giocare con lui - disse Robert vedendo il marito con il loro nipotino. - e anch'io. Mi ha stregato il piccolo Max -
Alec vide Magnus lasciare il salotto e lo seguì. Si ritrovò nella sala da ballo e un ricordo gli venne alla mente. Lui e Magnus che ballavano lì dopo aver mangiato nella sala da pranzo. Era stato una serata magica. Lui odiava ballare ma con lui, era stato bellissimo.
Alec arrivò al pianoforte dove c'era Magnus e si mise nello sgabello. Aveva ereditato il dono della musica da suo padre Michael e ricreò la melodia di quella sera. Forse avrebbe fatto ricordare qualcosa a Magnus.
Il cuore incantato di Magnus sentiva quella melodia a lui così familiare e cercava di sbloccare la sua mente.
Alec continuò a suonare, le dita di Magnus si mossero sul pianoforte per accompagnarlo e il giovane Lightwood Wayland sorrise a quel gesto. Magnus suonò un pezzo che ancora lui non gli aveva mostrato della melodia e questo era un grande passo avanti. Ricordava la melodia.
A fine della melodia, Alec abbracciò Magnus e l'altro gli salì in grembo.
- Magnus, so che tornerai da me - disse Alec felice.
Alec era sempre più convinto di ciò e come aveva detto suo padre, ci voleva solo pazienza.
Una mattina, Alec stava facendo sogni bagnati su Magnus e sembrava di sentire la sua lingua sul suo membro. Alec aprì gli occhi e vide qualcosa muoversi sotto le coperte e in mezzo alle gambe. Alzò le coperte e trovò Magnus che lo leccava come un gatto.
- Magnus, non hai bisogno di far questo.... -
Le parole morirò a quella lingua birichina e Alec emise gemiti.
Quello scatenò un altro ricordo in lui, erano proprio in quel letto e lui e Magnus si stavano baciando con passione e l'altro scese a togliergli le mutande. Non si erano ancora spinti oltre ai baci e carezze ma quella sera diventarono più intimi, Magnus gli fece scoprire il piacere.
Alec aveva avuto un altro fidanzato prima di Magnus, Sebastian ma era morto per salvarlo e non si erano spinti come con lo stregone.
Sebastian era stato il suo primo amore e quando l'aveva perso, Alec non si voleva più legare a nessuno e poi era arrivato Magnus, il vero amore e l'aveva salvato da una vita senza amore. Tornò con la mente al presente quando Magnus gli prese il membro in bocca.
- Magnus - esclamò Alec gemendo.
Magnus prese a succhiare, Alec si abbandonò a quel piacere e sembrava il suo Magnus di sempre.
Magnus uscì dalla sua bocca, prese a leccare all'ombelico al petto e poi gli leccò le labbra.
Alec ribatte le posizioni e le baciò con passione e Magnus emise un gemito.
- che cosa sto facendo? - si chiese Alec dopo il gemito di Magnus. - che razza di persona sono? Approfondire di una persona ridotta in questo modo -
- no, non stai approfittando di nulla. Tu sei così gentile, premuroso, ti prendi cura di me e i tuoi sensi di colpa fanno capire che tu sei una persona dal cuore nobile - disse Magnus rassicurandolo. - io volevo solo farti sentire bene. Volevo ringraziarti per quello che fai, padroncino Alexander -
Certe parole erano proprio del suo Magnus ma quel 'padroncino' lo rattristava.
- non sono il tuo padroncino o non sei l'animale addomesticato di nessuno come Camille ti ha fatto credere. Magnus tu sei una persona libera, non devi far nulla per ringraziarmi perché io lo faccio con amore - disse Alec sperando che capisse il suo discorso.
- com'è fai ad amarmi? Sono solo un animale da compagnia. Con sono bravo in nulla - disse Magnus. - solo nel sesso -
- no, Magnus. Non é così. Camille ti ha ha fatto credere questo ma non é così. Tu sei un potente stregone. Sei una persona molto eccentrica, le tue feste sono le migliore di tutti i regni, hai un buon cuore calpestato da chi non capisce, sei molto premuroso, ti fai sempre in quattro per me e i miei amici, sei un fidanzato e un amico prezioso e anche un padre fantastico - disse Alec accarezzandogli il viso. - mi hai salvato da una vita senza amore quando ho perso il mio primo amore. Con te sono me stesso e mi lascio andare in una maniera in cui non pensavo che fosse possibile e ti amo dalla prima volta che ti ho visto anche se ci ho messo un po di tempo per capirlo -
Alec uscì la tazza scheggiata e gliela mostrò a Magnus.
- questa tazza me l'hai regalata tu, prendevamo sempre il tè alle cinque e io mi sono innamorato di questa tazza - gli raccontò Alec a quel dolce ricordo. - non importa se é scheggiata. Non cambia quello che provo per questo oggetto -
Le lacrime di Alec bagnarono la tazza e si riempì di un liquido rosso. La lacrima di vero amore.
- Magnus, ti fidi di me? - chiese Alec con speranza.
- si, tantissimo - disse Magnus con fiducia.
- bevi questo liquido - disse Alec porgendogli la tazza.
Magnus la prese, guardò quel liquido rosso e buttò tutto ciò.
- ti sentì diverso? - chiese Alec speranzoso.
La lacrima di vero amore sciolse il cuore incantato e Magnus lo baciò dopo aver pronunciato 'mio Alexander'.
Magnus era tornato, lacrime di gioia mentre si baciavano e corsero da loro figlio.
Alec diede un bacio sulla fronte a Max e l'incantesimo si sciolse.
- papà - disse il piccolo con gioia.
- Max, bimbo mio - disse Alexander stringendo.
Magnus si unì a loro, la famiglia Lightwood Wayland Bane era riunita e nessuno li avrebbe più separati.
Diedero una festa al castello per festeggiare l'amore riunito di una famiglia e il nuovo membro della famiglia Rafael Santiago Lightwood Wayland Bane.
Camille fece la sua apparizione nel castello.
- non sono stata invita a questa riunione di famiglia e che bel acquisto - disse Camille avanzando verso il piccolo Rafael.
Alec scioccò una freccia che sfioro la guancia di Camille, ferendola e prese un'altra freccia.
- osa fare un altro passo e la prossima freccia centrerà il tuo cuore - disse Alec proteggendo la sua famiglia.
- tranquillo, non voglio farvi del male ma darvi un regalo - disse Camille con sorrisetto.
- non vogliamo regali da te, Camille - disse Magnus affiancando Alec. - vattene via -
Camille gettò a terra un fagiolo e si creò un portale che cercò di risucchiare Rafael ma Alec lo salvò e prese lui.
Magnus cerco di prendere la sua mano ma non ci riuscì e il portale si chiuse.
- dov'è l'hai mandato? - chiese Magnus furioso.
- in un terra dove la magia non esiste - disse Camille ridendo prima di scomparire in una nube.
Ancora una volta Camille li aveva divisi e non sapeva neanche che mondo parlasse.
Alec atterrò su un terreno duro e quando si alzò, vide un mondo a lui sconosciuto con strane luci, strani mostri e persone in scatole e si sentì spaesato e terrorizzato.
Dov'è diavolo si trovava???
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