Cime urlanti

L'inverno è penetrato nel tuo cuore,

Tu, uomo crudele che non sai

Cosa sia la peste d'amore!

Io, regina di Cartagine, piango

Imploro un solo bacetto tra le rose.

Ho pensato solo ai deserti ardenti

Ai cammelli, sovente volenterosi

Nel loro Fato crudele.

Ma, ora che ho te, Enea,

Non posso separarmi da te.

Il mondo, senza te, è costellato

Da cime urlanti e da fili sanguinei!

Le stelle divorano le viscere

Chiudo gli occhi,

Desidero vederti per raccogliere

Giacinti nella strada degli angeli!

Io so cosa prova

Una donna abbandonata!

Oh Venere! Oh Giunone!

Vendicatemi! Uccidete colui

Che mi sta facendo impazzire!

Oh Dee sapienti! Maledicetelo!

La mia anima è così buia....

Ora tesserò i seni con la fertilità

Di questa spada di brina!

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