❀30

Yeosang

Passarono i giorni e arrivammo al giorno del compleanno di Soomin. Venne circa una settimana dopo quello di San a cui ero stato presente anche io. Avevo avuto paura all'inizio di presentarmici ma Soomin mi aveva tranquillizzato e alla fine insieme a me era venuto anche Mingi dal momento che a quanto pare le cose con Yunho si erano iniziate a fare serie.

Io e lei ci eravamo messi ufficialmente insieme. Dopo aver fatto pace quel giorno ed esserci detti di amarci avevamo deciso di renderlo pubblico e per questo abbiamo colto l'occasione del compleanno di San. Fin dall'inizio Soomin ha cercato di sciogliere la tensione per farci sentire meno a disagio possibile ma è stato piuttosto difficile dal momento che non riuscivo nemmeno a guardare Yunho in faccia.

Wooyoung era stato carino con me, mi aveva parlato e mi aveva rassicurato riguardo il comportamento del fratello. Mi aveva anche fatto qualche raccomandazione riguardo l'attenzione che dovevamo mettere durante un rapporto e mi ero sentito subito in imbarazzo ma era stato capace di tranquillizzarmi.

San aveva apprezzato la mia presenza al suo compleanno come io avevo apprezzato il suo invito. Io e Mingi gli avevamo anche preso un regalo, nulla di troppo costoso, ma almeno non ci eravamo presentati a mani vuote.

Rispetto a me Mingi aveva fatto subito colpo su tutti con la sua simpatia e avevo notato come lui e Yunho si guardassero: avevano lo stesso sguardo mio e di Soomin i primi giorni che ci frequentavamo, timidi ma allo stesso tempo desiderosi dell'anno, per questo non potei fare a meno di chiedermi se non ci fosse già stato qualcosa tra i due.

Anche se non mi ero azzardato a chiederlo a Yunho. Mingi aveva provato a sciogliere quel ghiaccio che c'era tra di noi e forse c'era anche riuscito per la fine della serata dal momento che lui mi si era anche avvicinato e mi aveva salutato prima di dirmi un "trattamela bene".

E poi c'era Jongho. Non avevamo parlato per quasi tutta la sera fino a quando, al momento della torta, non mi aveva chiesto di parlarmi in privato. Mi aveva chiesto scusa per il pugno e per il comportamento che aveva adottato in casa mia e io anche gli avevo detto che mi dispiaceva per come fossero andate le cose tra di noi. Anche lui, come tutti gli altri, mi aveva chiesto attenzione con Soomin e mi aveva intimato che se l'avessi fatta soffrire sarei stato un uomo morto, ma me l'aspettavo.

Quando mi svegliai quella mattina ero nel letto di Soomin. Mi stava dando la schiena e io le circondavo la vita con un braccio mentre l'altro era steso sotto la sua testa. La mano che tenevo sulla sua pancia era intrecciata con la sua come se non volesse lasciarmi andare via. Avevo l'odore dei suoi capelli sul viso e avrei fatto di tutto per rimanere in quella posizione ma era il suo compleanno.

Iniziai a carezzarle lo stomaco scoperto dalla maglietta leggera facendo passeggiare le mie dita verso l'alto, tra i suoi due seni, e poi verso il basso, dritta all'interno dei suoi pantaloncini.

«Mmh...»mugolò quando iniziai a carezzarla da sopra le mutandine e poi si strinse ancora di più a me e potei scorgere un sorriso sul suo volto.

«Buon compleanno.»le sussurrai all'orecchio, per poi morderle il lobo e iniziare a lasciarle dei baci nella parte sotto e su tutto il collo.

«Mm, grazie.»mi rispose e poi si girò verso di me. Si stropicciò gli occhi e non potei non trovarla dannatamente tenera in quel momento, con i capelli disordinati dal sonno e il viso arrossato. La abbracciai e la tirai a me mettendole una mano sul collo e una sul sedere mentre lei semplicemente mi teneva dalla nuca, poggiando il palmo sulla mia voglia, ormai ci aveva preso l'abitudine a toccarmela e stavo anche iniziando ad apprezzarla.

«È tardi, dovremmo scendere giù. Gli altri si stanno preparando da un'ora o più.»le dissi e lei semplicemente alzò gli occhi al cielo. A quel gesto non resistetti e sorrisi per poi avvicinarmi e baciarla. Tirai il pantaloncino verso l'alto ed essendo largo le andò a scoprire tutto il sedere che non mi persi un attimo ad accarezzare.

«Cosa avete preparato per oggi?»mi domandò quando smisi di baciarla e semplicemente presi a farle dei grattini sulla pelle morbida che le stavo toccando.

«Quello che hanno preparato loro è una sorpresa, quello che ho preparato io invece...»ma lasciai la frase in sospeso che con rapidità mi misi sopra di lei e mi appiccicai al suo corpo. Io indossavo solo un paio di pantaloncini della tuta che facevano trasparire alla perfezione la mia erezione mattutina.

«Che vorresti fare...»mi chiese poi con un sorrisetto furbo e io mi avvicinai alle sue labbra iniziando a mangiarle di baci e morsi. Infilai con poca delicatezza la lingua nella sua bocca ma non si fece perdere d'animo nemmeno per un attimo. Poi iniziai a inumidire il collo e subito dopo corsi sulla sua pancia nuda.

«Ti piacerà, fidati di me.»dissi per poi abbassarle pantaloni e slip insieme per darle il mio primo regalo di compleanno.

Una volta concluso mi alzai dal letto mentre lei si riprendeva dall'orgasmo che le avevo appena regalato e presi una busta che avevo lasciato dietro la porta della stanza per poi poggiarla sul materasso.

«E questo è il secondo regalo.»annunciai e lei mi guardò con ancora il respiro pesante. Si mise a sedere senza curarsi di indossare di nuovo l'intimo e il pigiama e guardò la busta cercando di capire di cosa si trattasse.

«Aprilo.»la incitai e lei mi sorrise per poi iniziare ad aprire la busta dove all'interno ci trovò una scatola nera sottile dalle medie dimensioni con un fiocco rosa attorno. La tirò fuori e si impegnò a sfilarle il fiocco per poi aprirla.

Dentro c'era un vestito lungo fino alle caviglie di un color rosa pastello, proprio come lo era il fiocco del pacchetto. Lo prese e lo guardò attentamente. Aveva lo scollo a cuore e dietro una buona porzione di schiena era scoperta da uno spacco.

«Mio Dio, Yeosang...sei tutto pazzo.»si lasciò sfuggire e si coprì la bocca spalancata con la mano, continuando a girarselo e a vedere se la misura fosse giusta. Mi guardò e notai subito l'espressione felice nel suo sguardo poco prima se lasciasse l'abito sul letto e si buttasse addosso a me ancora mezza nuda.

«Sei davvero fantastico, grazie.»mi disse con le braccia attorno al mio collo mentre io ricambiavo la stretta attorno alla sua vita vietandomi di abbassare le mani o altrimenti non saremmo più usciti da quella camera cosa che i suoi fratelli non mi avrebbero mai perdonato.

«Ti amo.»mormorai allora tra i suoi capelli neri e lei si staccò subito dal mio abbraccio per lasciarmi l'ennesimo bacio sulle labbra. Fu dolce e ci trasmettemmo tutto ciò che provavamo l'uno per l'altro cosa che mi fece più felice che mai.

«Anche io.»mi rispose semplicemente e tornò a fissare l'abito e a carezzarne il tessuto coi polpastrelli come a voler capire se fosse vero o meno.

«E ora indossalo e preparati, dobbiamo andare.»ordinai per poi mostrarle un ghigno davanti alla sua faccia confusa. Le lasciai un bacio sui capelli e poi uscii dalla stanza diretto verso il bagno dove avrei trovato i miei vestiti.

Yunho aveva preparato una giornata al mare, avevano prenotato ad un bar sulla spiaggia dove facevano aperitivi e, anche se lei non lo sapeva, quel giorno ci sarebbe stato anche il padre e l'idea di conoscerlo mi metteva abbastanza ansia.

Una volta pronto mi arrivò un messaggio e lessi che era da parte di Seonghwa.

Feci in tempo a rispondere che l'attimo dopo sentii il rumore di tacchi scendere le scale e la mia attenzione andò tutta a Soomin. In quell'abito che le avevo regalato era ancora più bella e dava quell'aria di delicatezza che mi aveva fatto impazzire dal primo momento in cui l'avevo vista. Scese i gradini appoggiandosi alla ringhiera, probabilmente non abituata ad indossare le scarpe alte, e mi soffermai a guardarla. Si era piastrata i capelli neri che ora sembravano ancora più lunghi e si era truccata leggermente e ora sembrava una bambolina.

«Sei stupenda.»le dissi completamente sincero facendo un passo avanti e prendendole la mano che mi portai alle labbra e dove ci lasciai dei baci sul dorso. Lei mi sorrise e si avvicinò per poi mettermi una mano tra i capelli ma venimmo interrotti dal suono del clacson della macchina di Seonghwa fuori casa.

Alzai gli occhi al cielo e lei ridacchiò nel vedere la mia reazione, poi la tirai verso l'uscita di casa e, una volta chiuso la porta, ci infilammo nella macchina dove Soomin ricevette gli auguri anche dai miei amici.

«Dov'è Mingi?»chiesi confuso dato che nell'auto c'erano solo Hongjoong e Seonghwa. Partì sull'asfalto e sin da subito si mise sulla strada che ci avrebbe portato al mare.

«È con Yunho.»rispose semplicemente il mio migliore amico e il resto del viaggio in macchina, seppur breve, lo passammo a chiacchierare tranquillamente e Soomin tentava di estorcere delle informazioni riguardo la sua festa a sospresa.

Una volta arrivati davanti la spiaggia la mia ragazza non perse tempo ad uscire dalla vettura e, una volta trovato il parcheggio, noi la imitammo.

Ci mettemmo al suo fianco e io le presi una mano per poi intrecciare le dita e guardando il locale dove molti ragazzi avevano già iniziato a fare i primi aperitivi della giornata. 

«Andiamo?»le chiesi e lei semplicemente annuì e in quel momento iniziammo tutti e quattro a camminare verso l'entrata di quel luogo. Mi guardai un po' attorno cercando con gli occhi gli altri e quando li trovai mi sentii il sangue gelare nel vedere il padre di Soomin che mi stava fissando.

La tirai verso il tavolo e i miei amici ci seguirono, questo fino a quando la mora non si rese conto della presenza dell'uomo. Aumentò il passo fino a quasi correre per quanto le fu possibile con quei tacchi fino a quando non fu tra le braccia del padre.

«Tanti auguri, tesoro.»le disse prima ancora che la figlia potesse parlare. Quando si staccarono dall'abbraccio lui le lasciò un bacio sulla testa prima che lei se ne andasse a salutare i suoi fratelli, San, Jongho e Mingi.

Io rimasi davanti quell'uomo e non persi tempo a presentarmi: non avevo alcuna intenzione di dare una brutta impressione come avevo fatto con Yunho e Wooyoung anche se immaginavo che lui già sapesse tutto su di me.

«Sono Kang Yeosang, è un piacere finalmente conoscerla.»mi annunciai allungando la mano destra verso di lui che l'attimo dopo strinse rivolgendomi un sorriso affettuoso che mi mise soltanto tranquillità. Nemmeno mio padre mi aveva mai rivolto un sorriso del genere.

«Sono Jeong Daehyun, il piacere è tutto mio ragazzo. Potevo dire di sapere tutto di te ma che fossi un bel giovanotto all'altezza della mia adorata figlia beh, dovevo accertarmene.»disse stringendo gli occhi e continuando a sorridere e io non potei fare a meno di sentirmi un peso sullo stomaco nel sapere che conosceva tutto di me. Infatti sia lui che Soomin sembrarono accorgersene e, prima che lei potesse intervenire, fu di nuovo lui a parlare.

«Puoi stare tranquillo, non ti giudicherò per ciò che fai. Per me l'importante è che mia figlia sia felice, e sembra proprio che lo sia.»aggiunse e nel sentire quelle parole potei tornare a respirare. Nemmeno mi ero accorto di aver trattenuto il respiro.

«Grazie mille, signor Jeong.»gli dissi e poi tutti e dieci ci accomodammo al tavolo che avevano prenotato i suoi fratelli per il suo compleanno. Subito dopo iniziarono ad arrivare i primi ordini che probabilmente erano stati fatti dai primi arrivati e noi ci gustammo l'atmosfera di quella calda giornata d'estate.

Avevo Soomin alla mia sinistra e Hongjoong alla mia desta e quel giorno mi sentii felice. Nonostante tutto lo schifo che avevo passato nella mia vita sembrava che qualcosa iniziava ad andare meglio e dovevo soltanto ringraziare quella ragazza.

Mi voltai verso di lei che era illuminata dalla luce del sole che rifletteva sul mare infinito e sorrisi. Le afferrai una mano e poi anche lei si girò per guardarmi con la mia stessa espressione in viso: rilassata, tranquilla, felice.

«Ti amo.»sussurrai in modo che soltanto lei mi potesse sentire e infatti fu così dato che passammo inosservati mentre tutti gli altri continuavano a parlare e a conoscersi.

«Ti amo.»mi rispose e poi avvicinai il viso al suo per lasciarle un tenero bacio sulle labbra che curvavano verso l'alto.

Quando mi staccai non persi il contatto visivo con lei e continuai a guardarla con sfondo il mare, il cielo e l'orizzonte.

Fine.

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