❀25
Soomin
Stesa sul letto continuai a guardare il soffitto della mia camera senza muovere un muscolo, quasi come se fosse la cosa più interessante del mondo. Sentii le voci dei miei fratelli e di San in salotto e sapevo che si stavano impegnando nel preparare il pranzo per farmi scendere a mangiare.
Erano giorni che infatti mi ero ritirata in camera mia proprio come era successo poto tempo prima anche se questa volta la situazione era anche peggiorata. Uscivo dalla mia stanza solo per andare in bagno mentre i miei fratelli mi portavano da mangiare in camera a pranzo e a cena.
E tutto questo per colpa di un solo ragazzo. Mi aveva rovinato la vita. Si era preso la mia innocenza fingendo mi amasse davvero e poi se ne era andato proprio come mi avevano detto tutti quelli che mi circondavano. Ed io ero stata così stupida, così ingenua da farmi abbindolare da uno come lui.
Avevo sperato fosse diverso, sinceramente della mia verginità non mi interessava nemmeno, da una parte mi andava bene che fosse stato lui a prendersela. Alla fine io avevo provato un forte sentimento per lui perciò per me era stata importante e bellissima. A me interessava lui.
Era passata una settimana da quando avevamo chiuso e non passavo giorno che al mio risveglio non prendevo il telefono per controllare se mi avesse mandato un messaggio, se avesse postato un tweet, una foto su instagram o qualsiasi cosa, ma nulla.
Mi mancava, non potevo di certo negarlo. Mi mancava da quel fatidico giorno, in realtà, dato che poi nulla era più stato come prima. Avrei voluto tanto rimanere con lui quella mattina, in completa tranquillità a farci solo delle coccole, ma non era stato così e da quel giorno tutto era andato peggiorando.
«Soomin?»la voce di Wooyoung da fuori la porta mi fece distogliere l'attenzione dal...soffitto. Girai la testa e mormorai un "avanti" talmente a bassa voce che mi stupii dal fatto che poi la porta si aprì facendolo poi entrare.
«Vieni a mangiare?»mi chiese avvicinandosi al mio letto e sedendocisi sopra per poi mettermi una mano sulla testa per accarezzarmi i capelli.
«Non mi va, Woo...»dissi ancora a bassa voce e lui mise su un espressione diversa da quella che mi aveva mostrato nell'ultimo periodo che era fatta solo di tenerezza e delicatezza.
«C'è qualcuno che vuole vederti, a pranzo.»mi informò e io drizzai le orecchie nel sentire quelle parole. Chi poteva essere?
«Chi è?»diedi vita infatti ai miei pensieri e lui semplicemente mi sorrise prima di rimettersi in piedi e riavvicinarsi alla porta della camera.
«Se vieni giù a mangiare lo scoprirai.»ribattè con un leggero ghigno sul viso e ne capii anche il motivo: mi aveva incastrata, così sarei scesa a pranzo e avrei mangiato con loro quel giorno, cosa che non stavo facendo da giorni.
Sospirai quando fu fuori la mia stanza e mi feci forza rimettendomi in piedi. Sapevo di poter sembrare una stupida a comportarmi in quel modo ma ci stavo davvero male per quel ragazzo, solo quando era venuta a mancare mamma ero stata peggio, come giusto che sia.
Mi mancava, mamma. Sicuramente ci sarebbe stata per me in quel momento così tanto difficile, mi avrebbe dato consigli e mi avrebbe rassicurata dicendomi che andava tutto bene anche se in realtà non era proprio così. Eppure mi avrebbe fatta stare meglio dal momento che solo a dirlo mi rendeva felice.
Scesi le scale lentamente e, una volta in soggiorno, notai che tutti erano già al tavolo pronti per mangiare perciò feci altri passi avanti prima di ritrovarmi davanti a quell'ospite.
«Hey, Soo.»mi salutò lui quando si accorse della mia presenza e io semplicemente rimasi ferma dove ero, fissandolo intensamente negli occhi.
«Jongho.»sussurrai semplicemente il suo nome e nel farlo mi vennero subito in mente i ricordi di quella mattina, di quando aveva picchiato Yeosang e di come mi aveva detto quelle parole che poi, a ripensarci, si erano rivelate vere. Yeosang davvero aveva voluto soltanto entrarmi nelle mutande.
«Come stai?»mi domandò alzandosi da tavola e facendo un passo avanti verso di me mentre i miei fratelli e San ci lanciavano qualche occhiata cercando di non farsi sgamare da noi due.
Comunque io non risposi a quella domanda dal momento che nemmeno io sapevo come stavo. Cioè, in realtà lo sapevo bene ma non volevo mostrarlo e sicuramente non a lui.
«Vuoi mangiare?»cercò di spezzare il momento San e io lo guardai grato di aver parlato per poi annuirgli. Sorrise leggermente e insieme al fidanzato iniziò a posare i piatti a tavola. Mi avvicinai e finii di fronte al posto del mio migliore amico che ancora mi stava guardando.
Mangiammo il pranzo in tranquillità, io non spiccicai quasi nessuna parola dato che ero troppo concentrata nell'impegnarmi a mangiare dal momento che, anche se stupido, mi sembrava una cosa difficilissima per come ero. Nonostante non avessi mai avuto problemi nel mangiare trovai quasi delle difficoltà nel farlo quel giorno.
Appena terminato poi Yunho fu costretto a scappare a lavoro, anche se quel pomeriggio uscí di casa un po' prima, mentre Wooyoung e San si inventarono una scusa per lasciare me e il mio coetaneo in casa da soli per parlare.
Mi alzai dalla sedia e iniziai a sparecchiare e, quando fui girata verso il lavello, sentii una presenza dietro di me e capii subito che si trattasse proprio di Jongho.
«Possiamo parlare?»mi chiese quasi con tono supplichevole e io chiusi gli occhi: sapevo che quel momento sarebbe arrivato dopotutto, avrei potuto contare i minuti che ci avrebbe impiegato per pormi quella domanda.
Mi voltai allora e me lo trovai di fronte e fu in quel momento che tutta la rabbia che avevo provato verso i suoi confronti cadde: alla fine aveva avuto ragione lui, l'aveva sempre avuta. Ero stata io a comportarmi da ragazzina e ora me ne prendevo le conseguenze.
«Mi dispiace per quello che ti ho detto quella mattina, non ero in me.»iniziò comunque a parlare anche se in realtà io non avessi detto nulla e non avessi fatto nemmeno alcun gesto per fargli capire di dover parlare.
«Non dispiacerti, alla fine non avevi tutti i torti.»risposi semplicemente dando vita ai miei pensieri e notai subito il cambiamento di espressione sul volto del mio amico.
«Cosa? Ti ha lasciata?»mi domandò allora e io semplicemente abbassai gli occhi al pavimento non avendo il coraggio di dirgli la verità e di mostrare quanto in realtà stupida fossi stata.
«Ti giuro che lo ammazzo, ora vado da lui e...»ma non lo lasciai finire che lo presi per le spalle quando capii che si stava agitando e lo attirai a me in un abbraccio.
«A me dispiace per averti fatto stare male, è solo che...»cominciai a dire per cambiare discorso e lui sembrò quasi scordarsi di quello precedente dal momento che allungò le mani attorno alla mia vita e mi strinse a sè come era solito fare da quando ci conoscevamo.
«Gia, lo so. Sono sentimenti difficili da provare, meglio cosí che illudermi in qualche modo.»disse abbassando il tono di voce e iniziando anche a carezzarmi i capelli in maniera delicata quasi come se potessi spezzarmi da un momento all'altro.
«Mi dispiace comunque.»ribattei imperterrita per poi staccarmi da quella stretta ma comunque rimanendogli accanto. Dopotutto anche lui mi era mancato in tutto quel periodo in cui mi ero allontanata dal mondo.
«E a me dispiace di aver interrotto un momento che per te era stato davvero importante.»aggiunse poi e io arrossii al ricordo di quella mattina quando ero entrata nuda e ancora bagnata dalla doccia in salotto e con solo un asciugamano a coprirmi con gli occhi di quattro ragazzi puntati addosso. Nonostante uno di questi mi avesse visto nuda pochi secondi prima e l'altro fosse mio fratello quel fatto mi metteva comunque un senso di imbarazzo.
«E che tra l'altro ormai non è nemmeno più importante.»borbottai a bassa voce ma sapevo che lui mi aveva comunque sentito ma fui contenta del fatto che non interferí con qualche commento su quel ragazzo.
«Ormai sei cresciuta.»mormorò Jongho e io gli sorrisi gentile per non far trasparire in verità quanta tristezza provassi nel solo sentire quelle frasi.
«Sarebbe stato meglio che non avessimo mai iniziato quel dannato film cosí non avrei nemmeno mai incontrato...lui.»dissi a denti stretti senza nemmeno nominarlo, non volevo dirlo il suo nome e non l'avrei mai più fatto.
«Guarda il lato positivo: on un certo senso, nonostante ti abbia fatto stare tanto male, ti ha svegliata e inoltre ha anche reso il tuo legame con i tuoi fratelli, San e con me stesso più forte.»cerco di consolarmi e io semplicemente sorrisi cercando di non trasparire quanto in realtà stavo mentendo in quel momento e quanto avrei pagato per rivederlo anche un'altra prima volta attraverso la videocamera.
Passammo il pomeriggio cosí, tra una chiacchiera e l'altra riguardanti tutto ciò che c'eravamo persi l'uno dell'altro e, anche se per poco, riuscii a risentirmi felice.
Vabbe dai almeno ha risolto con Jongho...vabbe basta non parlo che è meglio
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