❀21
Soomin
Era passato un mese da quando avevo avuto la mia prima volta e un mese da quando avevo litigato con i miei fratelli. Una volta tornata a casa Wooyoung mi era corso incontro e mi aveva abbracciata dicendomi un semplice "non litighiamo più" e io da buona idiota quale sono, ero scoppiata a piangere.
Con Wooyoung era sempre così. Eravamo complici io e lui, era quello che mi proteggeva sempre e che in ogni caso era dalla mia parte. Non mi rimproverava, era come un migliore amico, mi dava consigli e mi parava sempre quando c'era qualcosa che facevo e che a Yunho non sarebbe andato bene.
Non gli avevo parlato di Yeosang però. Ero convinta che non mi avrebbe mai perdonata dal momento che aveva sempre voluto che mi mettessi con Jongho, ma a quanto pare mi sbagliavo.
Tornata a casa mi aveva chiesto di raccontargli tutto, ogni cosa, anche i più piccoli ed insignificanti dettagli. Ed era stato bello poter parlare almeno con qualcuno che non mi sgridasse e che non mi guardasse con delusione pura in viso. Non mi ero nemmeno fatta problemi nel raccontargli la mia prima volta. Mi aveva ascoltato tutto il tempo e mi aveva detto di fare attenzione le prossime volte dato che non avevamo nemmeno usato il preservativo e che anche finendo fuori c'era comunque il rischio che potessi rimanere incinta. E una gravidanza era l'ultima cosa che volevo.
San, che quando raccontavo era al fianco di Wooyoung, mi aveva detto le stesse cose e mi aveva informato che avrebbe fatto una chiacchierata con Yeosang. Dopotutto, San era quello che stava sopra...
Yunho invece non mi parlava quasi. Mi diceva giusto l'indispensabile e ogni volta che mi parlava nemmeno mi guardava in faccia. La maggior parte delle giornate le passava quasi totalmente al lavoro e quando tornava era stanco e andava diretto a dormire.
Wooyoung mi aveva detto più volte di dargli tempo, cercava di spiegarmi che in un certo senso il nostro rapporto era quasi padre-figlia e che si stava semplicemente comportando da padre preoccupato e geloso della propria figlia.
Non potevo negare che io ci stavo male per quella situazione, non avrei mai voluto dover scegliere tra la mia famiglia e un ragazzo ma in quel momento mi sentii come in un bivio: da una parte c'erano le persone che amavo di più al mondo ma che continuavano a tenermi in una bolla di plastica, mentre dall'altra c'era qualcuno che mi aveva scombussolato ogni piano e che lentamente era entrato nella mia vita. E non sarebbe stato facile per lui uscirne.
A proposito di lui...
Da quando era successo quello che era successo non ci eravamo visti molto: lui era sempre al locale e la notte lavorava ancora più di prima e da quel che avevo capito il pomeriggio faceva dei turni extra per allenare le nuove reclute-stripper. Io la mattina ero all'università e il pomeriggio studiavo perció l'unico momento libero della mia giornata era la sera ma non riuscivamo mai ad incastrare gli orari. Nell'ultimo mese ci eravamo visti si e no cinque o sei volte e iniziavo anche a farmi delle paranoie.
Che fosse davvero come dice Jongho? Mi voleva soltanto entrare nelle mutande? E la frase che aveva detto quel giorno...che fossi la sua ragazza non contava nulla, quindi?
Con tutti quei pensieri ci riempii la stanza e, quando mi decisi a voler fare qualcosa, interruppi il mio studio: tanto non sarei riuscita a studiare ed erano almeno sette volte che rileggevo la stessa riga. Presi il telefono e decisi di scrivergli.
Al rileggere quei messaggi mi sentii un po' stupida. Rilessi anche quelli precedenti e mi resi conto, finalmente, che erano un po' tutti cosí. Freddi. Senza sentimento nè niente. Che avessi fatto qualcosa?
Ci ero rimasta male di quel "mi manchi" non corrisposto, che davvero non gliene fosse mai importato nulla di me? Che avessero tutti ragione?
Mi alzai dal letto e mi infilai le scarpe per poi indirizzarmi verso il corridoio. Scesi le scale senza nemmeno pensarci con la testa piena di pensieri riguardando i probabili motivi per cui si poteva star comportando in quel modo.
«Dove stai andando?»mi chiese San quando mi vide e io nemmeno mi voltai per rispondergli. Lui e Wooyoung erano sdraiati sul divano, la testa di mio fratello poggiata sullo stomaco dell'altro in una posizione che mi fece sciogliere il cuore: quanto avrei potuto farlo anche io con Yeosang.
«Da Yeosang. Devo parlargli.»ammisi semplicemente. Con tutto ciò che era successo ero arrivata ad una sola conclusione: le bugie prima o poi vengono sempre a galla.
«Ha fatto qualcosa?»domandò Wooyoung mettendosi a sedere e fissandomi mentre l'altro bloccò il film che stavano vedendo fino a quel momento.
«No...cioè si. In realtà non lo so nemmeno io.»dissi confusa e avvicinandomi a loro due. Si separarono dalla stretta che avevano tenuto per tutto quel tempo e si allontanarono per darmi spazio e mettermi seduta in mezzo a loro.
«Che è successo?»mi spronò San e io sospirai. Dopotutto era meglio chiedere consiglio a chi era più esperto in quel campo, no?
«È che da quando...è successo quel casino è diventato più freddo nei miei confronti. Quasi nemmeno ci vediamo più, mi dice che ha sempre da fare col lavoro e io ci credo, certo, ma vorrei che mi dedicasse anche un po' di tempo.»spiegai molto velocemente il tutto senza fare riferimenti particolari come ai messaggi di poco prima; il fatto che non avesse risposto a quel "mi manchi" mi aveva fatto più male di quanto pensassi e non volevo nemmeno parlarne.
«Magari ha un po' paura di noi. Insomma, Jongho gli ha tirato un bel pugno in faccia dopotutto. Anche io avrei paura al suo posto.»commentò San quasi per smorzare l'atmosfera tesa e ci sarebbe anche riuscito se Wooyoung non avesse continuato.
«Non credo che sia il tipo che ha paura di qualcuno, non è uno che non si sa difendere e quel giorno ce l'ha dimostrato. Magari dovresti parlargliene proprio come hai fatto con noi e scoprire che ci sono altri motivi per cui un ti cerca più.»cercò di farmi tranquillizzare e mi mise una mano sulla schiena per poi farle fare su e giù sulla mia maglietta.
«Secondo voi cosa potrebbe essere accaduto? Voglio dire, cosa avreste fatto voi nei suoi panni?»domandai e volevo davvero una risposta sincera senza che avessero paura di potermi ferire dicendo anche solo una parola in più.
«Io te l'ho già detto cosa penso. Secondo me ha paura sia per lui ma anche per te, non vuole che uno dei due stia male e quindi fa prima cercando di evitarti. Si vede che è alle prime armi in relazioni amorose, poverino...»ribattè San ancora e non fece altro che beccarsi un'occhiataccia dal viola che fu quasi come se disse un "ringrazia che hai me o altrimenti tu non avresti nemmeno un'esperienza in relazioni amorose".
«Io credo che lui abbia paura, questo si, ma non di noi. Di te e del fatto che in realtà non sa come comportarsi in questo caso. Avrà paura che noi ti chiediamo di scegliere tra la famiglia e lui perciò non vuole starci male e ha deciso quindi di starti il più lontano possibile come se in questo modo, quando accadrà che tu farai la tua scelta, starà meglio.»aggiunse Wooyoung e io non potei credere alle mie orecchie e a quanto saggio apparvero le sue parole in quel momento. Wooyoung non era mai stato un tipo serio, anzi, era probabilmente la persona meno seria che avessi mai incontrato, ma magari aveva ragione almeno su questo.
«Però Soomin non dimenticare mai di chi stiamo parlando.»aggiunse prima di mettersi in piedi e stiracchiarsi. San fece lo stesso ed imitò i suoi movimenti per poi cingere con un braccio il fianco del suo ragazzo.
«Che vuoi dire?»gli chiesi infatti non capendo fino a che punto volesse davvero arrivare.
«Voglio dire che non è il ragazzo più bravo del mondo e che c'è anche la più piccola possibilità che Jongho abbia avuto ragione quel giorno e che magari davvero voleva soltanto la tua verginità.»finí di parlare e mi lasciò un leggero bacio sulla tempia prima di lasciare il salotto seguito dal verde, per poi sparire per le scale.
Mi misi comoda sul divano e sospirai dopo aver chiuso gli occhi. Non avrei mai potuto credere che Yeosang potesse essere capace di fare una cosa del genere, in più a me. In quel poco tempo che avevamo trascorso insieme mi aveva fatto capire più volte che le sue intenzioni erano piuttosto serie e che non stava semplicemente giocando con me.
Ma ripensandoci bene poteva avere ragione in entrambi i casi: magari voleva davvero entrarmi solo nelle mutande ma aveva paura dei miei fratelli, di San, di Jongho ma soprattutto di me. Magari non voleva spezzarmi il cuore ma cercava solo una ragazza con cui potersi divertire.
Deglutii al solo pensiero e poi aprii gli occhi per fissare il soffitto. Sperai con tutto il cuore che non avessi ragione.
Beh Soomin inizia a dubitare di Yeosang, perciò dovrete aspettarvi di tutto per i prossimi capitoli...
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