❀16
Yeosang
Una volta finito di cenare quando arrivammo alla cassa per pagare ci fu un veloce battibecco. Ovviamente lei voleva pagare la sua parte ma io invece volevo essere un gentiluomo e pagare per entrambi.
«La prossima volta pago io.»commentò lei quando uscimmo dal locale e io sorrisi. Ebbi l'istinto di portarle un braccio attorno alle spalle ma cercai di reprimerlo dal momento che non sapevo se avrebbe potuto darle fastidio o meno.
«Quindi dovremmo uscire di nuovo, giusto?»le chiesi io retoricamente e lei voltò la testa e mi fece un lieve sorriso.
«A quanto pare si.»mi rispose e a quel punto decisi di fare una mossa azzardata. Mi accostai a lei e, come volevo poco prima, le circondai il collo con il mio braccio, avvicinandola al mio corpo. Appena l'ebbi cosí vicina potei percepire i brividi di freddo dietro al collo e una parte di me sperò che non fossero dettati dalla bassa temperatura ma dalla mia presenza.
«Hai freddo?»le chiesi infatti e lei annuí semplicemente senza dire altro. Per questo motivo mi scostai e mi tolsi la giacca per poi passargliela e aspettare che se la infilasse.
«E tu?»mi domandò poi con la giacca in mano e fissandomi un po' preoccupata.
«Io sto bene cosí.»la rassicurai con un'alzata di spalle e lei semplicemente se la infilò. Le stava abbastanza grande nonostante nemmeno io fossi tanto alto e grosso, e mi sembrò dannatamente tenera.
Le rimisi poi il braccio come poco prima e lek fece una mossa che non mi sarei mai aspettato: mi cinse la vita col suo, arrivando a posare il palmo della mano sul mio fianco. Sorrisi dentro di me a quel contatto e poi continuammo a passeggiare fino a quando non arrivammo in un parco.
«Ti va di sederci?»mi chiese allora indicandomi una panchina e io annuii, per poi indirizzarmi verso quella direzione con lei ancora accanto. Mi sedetti e rimasi abbracciato al suo corpo come poco prima mentre Soomin si infilò le mani nelle tasche della mia giacca.
«Vivi da solo, quindi?»mi chiese poi alzando gli occhi verso i miei, probabilmente voleva saperne un po' più su di me.
«Col mio migliore amico Hongjoong, in realtà.»le spiegai allora e lei annuí.
«E come mai se convivete devi fare due lavori? Insomma, avete preso un attico o qualcosa del genere?»ridacchiai a quella domanda e ne capii subito il punto.
«Semplicemente mi piacciono i due lavori che faccio. Li ho iniziati quasi per gioco, anzi, per ripicca ai miei genitori.»aggiunsi e lei iniziò a guardarmi con uno sguardo curioso: sapevo che voleva sapere di più, perciò continuai.
«Non erano dei bravi genitori, anzi, non erano nemmeno brave persone. Droga, alcol, sesso, c'era di tutto in casa mia. E quando ero abbastanza grande da prendermi le mie responsabilità volevano che gli facessi da postino, sai...Perciò ho iniziato a lavorare al club, lí ho conosciuto Mingi e Seonghwa, i miei altri due amici, e sono riuscito a convincere Hongjoong a prendere una casa. Il lavoro del porno-attore è nato dopo soltanto per avere qualche soldino in più in tasca.»finii di spiegarle e i suoi occhi erano davvero sorpresi dalle mie parole. Spesso mi sorprendevo io stesso delle mie azioni.
«E tu, da quello che ho capito studi.»aggiunsi alla fine e lei scosse la testa come a volersi riprendere dai suoi pensieri per poi annuire alla mia affermazione.
«Medicina.»disse e io alzai le sopracciglia; questa volta era stata lei a sorprendere me.
«Wow, è impegnativo, no?»commentai e lei fece sù e giù con la testa per poi sorridere in maniera quasi malinconica.
«Lo faccio per mia madre. È venuta a mancare per un tumore.»al sentire quelle parole avvertii come una fitta al cuore e fui davvero dispiaciuto per ciò. La strinsi allora a me e lei sorrise prima di stringersi nelle spalle.
«Anche papà è medico, infatti lavora in un'altra città. Vivo coi miei fratelli maggiori, Yunho e Wooyoung, quello che hai conosciuto l'altro giorno. In casa perciò ormai vive anche il ragazzo di Woo, San. E poi...»si fermò quando arrivò alla fine e io seppi che voleva nominare quel ragazzo moro delle foto, quel Jongho.
«Poi c'è Jongho, il mio migliore amico. Anche se abbiamo litigato...»lasciò in sospeso la frase e io fui tentato di chiederle il motivo ma avvertii una goccia cadermi sulla fronte.
Alzai lo sguardo e lei fece lo stesso e fu in quel momento che ci rendemmo conto che stava per iniziare a piovere.
«Cazzo.»imprecai io cominciando ad alzarmi. Lei fece lo stesso e mi guardai attorno per vedere se c'era qualche posto dove andare ma senza trovarne nemmeno uno. Iniziai a camminare per avere una visuale migliore ma niente.
Mi voltai verso di lei e iniziai già a vederle alcune ciocche dei suoi capelli bagnate e che iniziavano ad attaccarsi alla pelle del viso.
E continuava ad essere bella.
«Io un'idea ce l'ho, ma non penso me la appoggerai.»annunciai e lei iniziò a coprirsi col mio giacchetto sulla testa quando iniziò a piovere più violentemente.
«Qualsiasi posto è meglio che qui.»mi rispose e a quel punto non persi tempo. Le afferrai la mano e iniziai a tirarla per le strade e per i marciapiedi e aumentai ancora di più il passo quando da una pioggia divenne un vero e proprio diluvio.
Fortunatamente casa mia non era cosí lontana da quel parco e in un attimo fummo davanti il portone. Mi voltai a guardarla e vidi il suo sguardo curioso ma sapevo che capí quando infilai la chiave per aprire.
Salimmo le scale e poi suonai il campanello. Ad aprirmi venne Seonghwa con i capelli scompigliati, probabilmente da una lunga sessione di limoni con il mio migliore amico, e un'espressione sorpresa nel vedere Soomin accanto a me.
«Diluviava.»fu l'unica parola che riuscii a dire e poi tirai la ragazza dentro l'appartamento, trovando Hongjoong sul divano che alzò subito lo sguardo su di noi.
«Loro sono Hongjoong e Seonghwa.»li presentai ed entrambi si fecero avanti per stringerle la mano, cosa che lei ricambiò.
«Sono Soomin, piacere di conoscervi.»rispose la mora ed Hongjoong le sorrise in maniera cordiale, qualcosa che non avevo mai visto fare da lui.
«Altrettanto.»le disse invece Seonghwa e la ragazza anche sorrise. Il suo sguardo poi cadde su di me e, abbassando la testa, notò che le nostre mani erano ancora intrecciate tra loro.
«Vuoi andare in camera mia?»le sussurrai all'orecchio per non farmi sentire dagli altri due e lei fu incerta all'inizio ma poi annuí.
«Noi due andiamo in camera.»annunciai senza mai distogliere lo sguardo da lei, cosa che ricambiò. La tirai ancora una volta per la mano e in un attimo entrammo e chiusi la porta della camera. Mi appoggiai al muro accanto e lei sciolse la presa dalla mia mano, iniziandosi a guardare intorno.
«Non sembra affatto quella che si vede nella videocamera.»commentò voltandosi verso di me e io scrollai le spalle, guardandola.
«Non pensavo avessi guardato la mia camera quella volta.»le ribattei e lei arrossí andando poi a toccare la coperta del letto. La seguii e mi misi dietro di lei, osservando ogni suo movimento. Aveva i capelli e i vestiti bagnati come probabilmente anche io, perciò mi allungai per prendere il mio giacchetto ancora posato sulle sue spalle.
«Ti prenderai un raffreddore.»le feci notare per poi poggiarlo da un'altra parte e, quando riportai gli occhi su di lei sentii una strana sensazione nel basso ventre. Non l'avevo mai provata prima e non riuscivo a capire di cosa si trattasse.
Continuò a fissarmi e io feci lo stesso, avvicinandomi però al suo corpo e facendo toccare le nostre pance. Non si spostò.
Feci sfiorare le nostre mani e le afferrai entrambe con le mie, portandomele vicino al viso. Iniziai a lasciarci dei baci casti, sulle dita, sul palmo, sul dorso e anche sul polso, tutto senza mai distogliere gli occhi dai suoi.
Lei ormai era rossa in viso e avevo imparato a conoscerla: arrossiva ogni volta che la toccavo o le facevo qualche complimento e ciò la rendeva solo ancora più bella ed innocente sotto i miei occhi.
Poi mi sedetti sul mio letto e lei mi seguí a ruota. Feci una mossa azzardata e le accarezzai una guancia con una mano e con l'altra le toccavo la coscia, risalendo verso l'alto con fare delicato fino ad arrivare al fianco.
«Soomin...»mormorai senza nemmeno accorgermene e mi avvicinai ancora di più. Oramai c'erano pochissimi centimetri a dividerci, con una mano le carezzavo il fianco e con l'altra scendevo sul suo collo, ancora bagnato per la pioggia.
«Si?»mugolò e quando aprí la bocca il mio sguardo non potè fare a meno di puntarsi su quelle labbra. Mi ci persi nel fissarle, erano cosí belle e provai l'istinto di baciarla proprio in quel momento. Rialzai gli occhi sui suoi e notai che anche lei mi stava fissando la bocca, per poi puntare lo sguardo nei miei occhi.
Quel guardarci fu mille volte meglio di una scopata. Mi provocò delle sensazioni strane, che non avevo mai provato, ma erano sensazioni forti, a tratti anche dolorose.
Non resistetti più. Con un movimento in avanti unii le nostre labbra e la tenni vicino a me con la presa sulla gola. Con l'altra mano invece le presi il polso e me lo portai attorno al collo e lei capí subito perciò portò anche l'altra mano attorno ad esso.
La baciai, non facendo movimenti bruschi per non farla spaventare e semplicemente le accarezzai le labbra con le mie, assaggiandone ogni centimetro. Sapere che prima di me nessuno aveva toccato quelle labbra mi mandava al settimo cielo: non sapevano cosa si perdevano.
Le strinsi un fianco con la mano e lei infilò la sua tra i miei capelli, giocando con le mie ciocche rosa con le dita. A quel punto intensificai il bacio e chiesi l'accesso alla sua bocca con la lingua. Me lo diede quasi subito e io iniziai ad eccitarmi ancora di più quando sentii la sua lingua carezzarsi con la mia.
Mossi la bocca in contemporanea alla sua, le presi il labbro inferiore e lo morsi tirandola verso di me ancora una volta. Aprimmo entrambi gli occhi e potei notare la sua confusione, perciò risi e feci passare la lingua sul suo labbro ancora incastrato tra i miei denti prima di succhiarlo un'ultima volta e lasciarglielo andare.
Interruppi il bacio e la guardai. Iniziammo entrambi a compiere dei respiri, riprendendo fiato dopo quel lungo bacio e poi le poggiai entrambi le mani sulla vita snella, attaccando le nostre fronti.
«Sei fantastica.»le sussurrai allora e lei semplicemente sorrise, cosa che fece sorridere anche me. Le lasciai un ultimo bacio sul naso prima di staccarmi per guardarla. Felice.
«Sei brava a baciare, davvero.»commentai e lei semplicemente fece un gesto di riverenza per prendermi in giro perciò risi.
«Mi piacerebbe fare un po' di pratica, che ne dici?»mi chiese ironica e io fui sorpreso dalla sua audacia ma l'attimo dopo incollai nuovamente le labbra alle sue, facendo ripartire un altro bacio che non fu nemmeno l'ultimo quella sera.
Si sono baciati fisbfowbfosj non sono super-teneri? Nei prossimi capitoli si alterneranno alcuni momenti un po' spicy, perciò niente, spero vi piaceranno!
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