❀14
Yeosang
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«Cristo...»mormorai mentre continuavo a toccarmi lungo tutta la mia asta, con la voce del ragazzo che si stava masturbando insieme a me nelle orecchie. Si era girato di spalle e aveva preso a giocare un un dildo in gomma rosa, se lo faceva entrare ed uscire da lui con una facilità impressionante e questo mi metteva un eccitazione assurda.
«C-continua...»aggiunsi poi, prendendo a fare dei circoli sulla mia punta per stimolarmi maggiormente e lui non se lo fece ripetere due volte. Aumentò, infatti, la velocità, e dal rumore che sentii subito dopo capii anche che aveva iniziato a toccarsi anche lui l'erezione, nonostante non potessi vederlo.
«O-oddio.»disse per poi buttare la testa all'indietro, gesto che fece scuotere i suoi capelli neri sulle spalle. Mi sarebbe piaciuto prendere quei capelli e tirarglieli.
Chiusi gli occhi e per un attimo immaginai io che me la scopavo senza pietà, afferrandole i capelli per farle inarcare la schiena.
Con ancora gli occhi chiusi immaginai di leccarle la gola e morderle poi il lobo dell'orecchio, facendola mugolare.
Un momento.
Mi apparse una ragazza nella mente, una dai lunghi capelli scuri. Con una mano le tenevo la testa verso il mio corpo e con l'altra le massaggiavo il clitoride, continuando comunque ad andarle contro con i fianchi nel sentire ogni suo gemito.
«Yeosang-ah!»la sua voce mi entrò in testa, quel piccolo gemito mi perforò i timpani, proprio per questo aumentai la velocità volendomi soddisfare il prima possibile.
«Ora vengo...»le dissi all'orecchio prima di prenderlo tra i denti davanti e, a quelle parole, sentii del liquido sulle dita della mia mano che vennero accompagnate da un suo urlo che fece soltanto in modo da farmi venire al suo interno.
Mi voltai verso di lei e riuscii finalmente a capire chi fosse.
«Soomin.»
E poi riaprii gli occhi quando sentii le urla incessanti del ragazzo nello schermo. Rallentò i movimenti fino a quando smise di saltellare sul dildo, per poi spostarsi da quella posizione e semplicemente girandosi un attimo soltanto per vedere se avessi finito.
🔞
Avevo finito, si, ma non grazie a lui. Come era potuto accadere che mi fosse apparsa Soomin in un momento del genere? Ok, era una bella ragazza ma cosa potevo trovarci in una così? Nulla, ecco cosa.
Certo, nel suo ultimo post nonostante non le si vedesse la faccia non avevo potuto fare a meno di immaginarla accanto a me, così piccola e alo stesso tempo così bella. Perchè si, la trovavo bellissima, forse una delle ragazze più belle che avessi mai conosciuto.
Il ragazzo nel computer spense la videocamera e io feci lo stesso senza proferire una parola: non avevo la voglia di farmi rodere il culo soltanto perchè un idiota mi aveva attaccato dopo esserci masturbati: non era nè il primo nè l'ultimo.
Presi un fazzoletto e iniziai a pulire il casino che avevo combinato per poi alzarmi e vestirmi. Erano le due di notte, almeno era quello che segnava il mio orologio. Uscii dalla mia camera e andai in salotto dove Hongjoong, Seonghwa e Mingi stavano parlando e giocando alla play. Mi correggo, solo Seonghwa e Mingi, dal momento che l'altro stava dormendo sulle gambe del più grande.
Vederli così, l'uno accoccolato all'altro, mi fece sentire strano. Seonghwa lo teneva tra le sue braccia come se fosse la cosa più importante della sua vita ma comunque non esitava a parlare con Mingi e a giocarci insieme. Non so, il fatto era come se fosse una sorta di quotidianità, e sembrava anche renderli felici.
«Hai finito di lavorare? Stasera urlavi più del solito, con chi ti sei masturbato, con Kylie Jenner?»non risposi alla domanda del più alto e semplicemente sentii la faccia andare a fuoco. Se solo avesse saputo il vero motivo...
«Non mi sono accorto, scusate. Vado a farmi un giro per cambiare aria.»annunciai ma nessuno dei due sembrò sentirmi dal momento che erano fin troppo presi dall'insultarsi l'uno con l'altro. Riuscii a uscire dalla porta che sentii urlare il più piccolo contro l'altro che semplicemente barava e che era un idiota mentre Seonghwa semplicemente sghignazzava.
Uscii sul pianerottolo e poi scesi le scale completamente al buio, ormai le conoscevo a memoria. Una volta fuori dal palazzo presi un respiro profondo ad occhi chiusi e riapparse per un'altra volta l'immagine di me con quella dannata ragazza tra le braccia, entrambi nudi mentre ci muovevamo l'uno per dare piacere all'altra e viceversa. Appena però li riaprii mi trovai di fronte al buio di quella notte, perciò sospirai ancora una volta.
Presi a camminare ad occhi bassi, fissandomi i piedi e ripensai a ciò che mi era appena successo. Avevo paura persino a sbattere le ciglia perchè ogni volta che chiudevo gli occhi avevo quell'immagine impressa nella mente: e quella notte, quando sarei andata a dormire, come avrei fatto?
Continuai a camminare, senza una meta precisa, fino a quando alzai lo sguardo.
Porca puttana.
Ero arrivato davanti casa sua, senza nemmeno accorgermene. Deglutii all'idea che uno dei suoi fratelli potesse vedermi ma mi rilassai quando mi ricordai che ormai era notte fonda e che forse tutti stavano dormendo, compresa lei.
Presi il telefono e controllai il suo ultimo accesso su instagram, prima di fare qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Cliccai sul pulsante della videochiamata e sentii la sua suoneria da fuori.
Aspettai qualche secondo, quasi un minuto, e fui tentato dall'attaccare, quando sentii la suoneria in casa stopparsi.
«Chi è?»chiese semplicemente con la voce impastata dal sonno cosa che, contro ogni mia aspettativa, mi fece sentire una strana sensazione allo stomaco, un mix tra eccitazione e non so cos'altro.
«Hey, Soomin! Sono Yeosang.»dissi allora incrociando le gambe e continuando a fissare fuori dalla finestra da cui avevo sentito il suono del telefono poco prima. La sentii sospirare a quelle parole e sapevo che ero l'ultima persona che avrebbe voluto sentire a quell'ora.
«Che vuoi?»mi domandò allora con tono infastidito: già che non mi aveva attaccato era qualcosa.
«Stavo facendo una passeggiata, sai...»ma mi interruppe subito mentre gli parlavo.
«Alle due e mezza di notte?»mi disse ironicamente e io feci un sorriso per poi schioccare la lingua al palato.
«Dai affacciati, sono sotto casa tua.»non risposi alla sua domanda ma gli annunciai che ero lì. Non ottenni nessuna risposta ma l'attimo dopo rialzai lo sguardo sulla finestra e vidi la mora che l'apriva per poi farsi vedere. Aveva una maglietta a maniche corte che le stava piuttosto attillata ma allo stesso tempo sembrava anche comoda, mentre i capelli erano in disordine dal sonno che le avevo interrotto.
«Tu sei tutto matto.»mi disse al telefono e io le sorrisi: potei giurare che anche sul suo viso ne apparve uno e avvertii di nuovo quella sensazione allo stomaco.
«E non hai ancora visto nulla.»le dissi e la vidi abbassare la testa e portare un braccio attorno al suo corpo, probabilmente aveva freddo.
«Che ci fai tu qui, comunque?»mi chiese ancora e io non seppi cosa rispondergli, cosa potevo dirgli?
«Non so, ho appena finito di lavorare e ti stavo pensando, perciò sono passato di qui.»dissi quasi la verità, di certo non potevo dirgli che ero lí perchè me la ero immaginata mentre lavoravo.
«Mi stavi pensando dopo...il lavoro? Cioè, quel lavoro?»mi chiese e io sbiancai a quelle parole. Beh, ecco, avevo appena fatto la figura dell'idiota.
«Ehm, cioè s-si, nel senso, ti pensavo b-beh ecco...perché era da un p-po' che non ci vedevamo e...»ma anche questa volta mi interruppe anche se dovevo ammettere che questa volta non mi creò alcun problema.
«Lasciamo stare, è meno imbarazzante.»mi disse e io ridacchiai, riprendendo un po' di colorito sulle guance. La sentii ridere dall'altro capo del telefono e la guardai, notando subito quanto fosse carina anche se struccata.
«Volevi parlarmi di qualcosa?»mi chiese a quel punto e io rimasi in silenzio. Mi guardava dalla finestra e io facevo lo stesso, i nostri sguardi erano incastrati e non potei fare a meno di chiedermi se anche lei sentisse quella strana sensazione nello stomaco, come se fosse un peso, ma non era fastidioso, anzi tutt'altro.
Rimasi quindi a guardarla, non riuscivo a fare a meno di osservarla. Quel poco vento che tirava le scombinava i capelli e fin da lí potevo avvertire il brivido che le correva lungo la schiena: io avevo il giacchetto, lei no.
«Ti va di uscire con me?»
Non mi accorsi che ero stato io a parlare fino a quando notai le sue guance arrossarsi. Riuscivo a vederla a metri di distanza perciò potevo immaginare che fosse diventata un pomodoro per l'imbarazzo.
Le parole erano uscite da sole, non sapevo nemmeno che io in realtà volessi uscire con lei. Però, ora che glielo avevo chiesto, l'idea di accompagnarla a mangiare da qualche parte non riusciva a lasciarmi la mente,
come poco prima era accaduto con l'immagine di me e lei nudi.
«Lascia perdere, era una cosa stup...»cercai di dire ma non riuscii a finire la frase che fu lei a sorprendermi.
«Va bene, uscirò con te.»quelle parole mi entrarono in testa e sorrisi come un bambino quando l'informazione corse per tutto il mio sistema nervoso. Mi sentivo emozionato, potevo iniziare a correre in quell'esatto momento e farlo per altre ore dall'eccitazione che avevo in corpo. Non capivo che cosa mi facesse, ma iniziava a spaventarmi.
«Bello, ora...penso andrò a casa.»risposi ma me ne pentii subito dopo. Forse dovevo apparire piú entusiasta?
«Si, inizio ad avere freddo, e sonno.»ribattè e l'attimo dopo sbadigliò; non potei non pensare a quanto tenera mi sembrò in quel momento.
«Va bene.»riuscii a dire soltanto e lei annuí semplicemente. Sentivo l'imbarazzo tra noi due ma non era un imbarazzo negativo, più qualcos'altro.
«Scrivimi appena arrivi a casa.»mi disse e io sorrisi per l'ennesima volta e lui mi ricambiò. Quelle parole mi sciolsero il cuore, le trovai davvero dolci da parte sua.
«Okay.»risposi alla fine e lei chiuse la chiamata l'attimo dopo. Continuammo a guardarci un altro po' negli occhi, fino a quando lei richiuse la finestra e, con un ultimo sorriso, si voltò per rimettersi probabilmente sul letto.
Appena seppi di non essere più osservato saltai contento sul posto e feci una piroetta alzando le braccia al cielo scuro. Avevamo un appuntamento. Allora non era vero che non mi sopportava. Mi voltai e feci per tornare a casa, con ancora il sorriso sulle labbra.
Volevo dirvi che ho postato una nuova storia! Anche questa è etero ma è su San e si chiama "Mist[C.S.]" ma, se vi può interessare, la potete trovare benissimo sul mio profilo!
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