❀13
Soomin
Ero sdraiata sul mio letto da quella mattina, non avevo la minima voglia di fare qualcosa, nemmeno di studiare. Avevo la testa poggiata sul cuscino e le braccia intorno alle gambe, mentre tenevo gli occhi chiusi anche se senza dormire.
Da quando avevo litigato con Jongho avevo provato a mandargli dei messaggi ma ovviamente non mi aveva risposto. La mattina aveva anche smesso di chiedermi se voleva accompagnarmi lui a scuola, se pioveva. Tutto ciò mi faceva stare male, erano anni che eravamo migliori amici e non ci era mai capitato di litigare in quel modo.
«Sono innamorato di te!»mi aveva urlato nel mezzo della discussione e io ero rimasta in silenzio. Non ero stata in grado di dirgli che io gli volevo bene come un fratello e che non provassi quello che sentiva lui nei miei confronti. Lo avevo lasciato lí, a capirlo da sè: e forse era stata la parte peggiore.
Ero tornata a casa a piedi, anche sotto la pioggia e tra la nebbia, e una volta a casa non ero riuscita a mangiare. Per nascondere la litigata avevo detto che stavo male e stavo ancora prolungando quella bugia. Infatti anche adesso, per i miei fratelli, ero ancora malata.
Sentii bussare alla mia porta ma rimasi immobile. Non sapevo nemmeno chi ci fosse in casa quel pomeriggio, dal momento che non ero uscita dalla camera nemmeno per andare al bagno e a pranzare.
«Soomin?»era Wooyoung. Decisi che quel giorno avrei dovuto dimostrarmi più in forma del solito, perciò presi forza e mi misi a sedere sul materasso.
«Entra.»dissi semplicemente e l'attimo dopo entrarono mio fratello e il suo ragazzo al seguito. Entrambi mi sorridevano ma notai subito che nel verde c'era qualcosa che non andava e, dato che era il cugino di Jongho, capii che sapeva qualcosa.
«Che succede?»chiesi poi e subito dopo, vedendo la mia prima reazione dopo giorni, il sorriso sul volto di Wooyoung si allargò.
«Volevamo sapere se stasera ti andava di mangiare qualcosa.»mi informò allora e io cercai di accennare ad un sorriso, soltanto per apparire meglio possibile.
«Non ho molta voglia, in realtà...»risposi, abbassando gli occhi sulle mie gambe mentre uno aveva uno sguardo preoccupato e l'altro semplicemente intristito.
«Devi mangiare, sorellina. Non puoi riprenderti, altrimenti.»commentò il viola per poi sedersi accanto a me e mettermi un braccio attorno alle spalle, stringendomi a lui.
«Lo so ma non mi va molto.»ribattei e a quel punto San davanti a noi sospirò e io alzai gli occhi su di lui, iniziando a capire il motivo per cui si trovasse nella mia camera: voleva parlare di Jongho e di cosa era successo tra noi.
«Se cambi idea basta che ce lo dici e ti prepariamo qualsiasi cosa, ok?»cercò di rassicurarsi alla fine mio fratello, prima di stringermi a lui in un abbraccio e di lasciarmi un bacio tra i capelli. Si alzò e fece per prendere la mano di San ma quest'ultimo non glielo permise.
«Volevo parlare con Soomin.»lo informò e Wooyoung semplicemente annuí. Era risaputo che San aveva delle strane capacità sulle persone, era capace di far cambiare idea alle persone con poche parole perciò capii che mio fratello pensasse che il ragazzo volesse parlarmi per farmi ragionare sull'andare a cena o meno.
In realtà San da me voleva tutt'altro.
Infatti, appena il viola fu fuori dalla mia stanza, l'altro aspettò qualche istante prima di chiudere la porta per poi girarsi verso di me, prendendo a fissarmi con insistenza.
«Di cosa volevi parlarmi?»feci finta di non saperne nulla, che in realtà non fosse successo niente, ma l'espressione che mi rivolse mi fece capire che i miei pensieri riguardo il discorso che voleva farmi erano esatti.
«Lo sai bene, non fare finta di nulla, non con me.»rispose infatti e io abbassai gli occhi non riuscendo a sostenere ancora lo sguardo per molto. Rimasi comunque in silenzio, in attesa che iniziasse a parlare lui, ma non diceva nulla, perciò iniziai anche ad innervosirmi.
«Quindi? Continuerai a fissarmi come se avessi ucciso una persona o vuoi iniziare a parlare?»ripetei e a quel punto mi rivolse una smorfia prima di mettersi davanti a me e appoggiare le mani sul mio comodino.
«È solo che ti credevo più...sveglia. Pensavo che lo sapessi che Jongho provava qualcosa per te.»lo disse quasi come se fosse una presa in giro, e ciò non fece altro che farmi alterare ancora di più.
«Io tratto Jongho proprio come tratto te e i miei fratelli. Non capisco quale sia stato il messaggio sbagliato.»gli risposi a tono cercando di non alzare troppo la voce per non farmi sentire da Wooyoung di sotto.
«Era ovvio che lui si comportasse in maniera diversa con te, che avesse secondi fini.»continuò e io alzai gli occhi al cielo. Il giorno in cui avevamo iniziato a vedere quel dannatissimo film si, c'era stato un momento in cui mi era parso che mi volesse baciare, ma nulla di più.
«Io non l'ho mai notato, non puoi farmene una colpa, San.»cercai di concludere il discorso ma era ovvio che avesse ancora qualcosa su cui ribattermi contro.
«Non te ne sto facendo una colpa, dico solo che secondo me ci sono modi e modi per rifiutare qualcuno che è innamorato di te da moltissimi anni e che lo nasconde tutti i giorni per non rovinare l'amicizia.»spiegò e a quelle parole mi sentii una merda per qualche attimo. Era questo che usava San quando voleva la ragione: i sensi di colpa degli altri. Ma non avrebbe funzionato, non quella volta.
«Non sapevo cosa dirgli, è stato imbarazzante.»commentai ma subito dopo dovette parlare ancora.
«E ora lui ci sta male.»borbottò e io sospirai disperata dalle sue parole. Quando voleva, San sapeva essere davvero fastidioso, più di qualsiasi altra persona al mondo.
«Anche io ci sto male, ma non decido io di chi innamorarmi.»mi pentii l'attimo dopo delle parole che mi uscirono dalla bocca. Avevo, in un certo senso, detto che ero innamorata di Yeosang. Quando non era vero, non mi piaceva nemmeno quel tizio, come potevo esserne innamorata?
«Innamorarti? Soomin questo tizio, da quel che ho capito, non lo conosci da nemmeno un mese.»disse e io mi sdraiai sul letto, vedendo se ci fossero delle notifiche sul telefono ma senza trovarle; iniziavo anche ad entrare in paranoia riguardo Yeosang: e se per tutto quel tempo mi avesse mentito? Beh, chi se ne frega, alla fine è solo una rottura di scatole, no?
Non mi interessava minimamente se mi stesse prendendo in giro o meno, dal momento che non volevo averci nulla a che fare. Beh, nel senso, ormai ci parlavo da un po', ma non ero mai io a scrivergli per prima, anche se spesso mi capitava di volerlo sentire.
«Non sono innamorata di lui, San. Dico soltanto che se non ricambio ciò che Jongho prova non è colpa mia, insomma, posso parlare con chi voglio alla fine, o no?»dissi ancora una volta e a quel punto il verde si sedette accanto a me, guardandomi.
«Puoi fare tutto quello che vuoi, non è nessuno per dirti cosa devi o non devi fare e soprattutto con chi, dico soltanto che avresti potuto usare un po' piú di tatto e magari parlargliene prima dato che è il tuo migliore amico.»smise di parlare e io sospirai. Se solo avesse saputo quante pare mi ero fatta sul parlarne o meno e su come avrei dovuto dirglielo in caso.
Rimanemmo in silenzio per svariati minuti, fino a quando mi misi a sedere di nuovo. San si voltò verso di me e mi poggiò una mano sulla spalla.
«Oltre questo, vorrei dirti di fare attenzione. Sei come una sorella minore per me, lo sai. E da quello che ho capito non è esattamente il prototipo di ragazzo che farebbe per te.»riprese a parlare e io alzai gli occhi al cielo al sentire quelle parole.
«Ho venti anni, non quindici. So quello che faccio.»ripetei per quasi l'ennesima volta. Capitava spesso ai miei fratelli, a San o a Jongho di trattarmi come se fossi una ragazzina, ma non capivano che ero abbastanza cresciuta da fare le mie scelte.
«So che sei una ragazza con la testa sulle spalle, Soomin, l'ho sempre saputo. Solo...stai attenta, okay? Non voglio giudicare ma non mi pare il ragazzo per te, spero solo mi stia sbagliando.»non risposi a quelle parole e semplicemente attesi che si alzasse dal mio letto.
Uscì dalla mia camera e rimasi semplicemente a pensare. Certo, avrei dovuto parlarne con Jongho o anche con lui, ma avevo i miei motivi, e dovevano rispettarli. E anche il fatto che non dovessi fidarmi di Yeosang era vero: non lo conoscevo, non sapevo le sue intenzioni, perciò non potevo fidarmi. Presi il telefono e involontariamente aprii la sua chat su instagram, il social dove ormai avevamo preso a parlare. Vidi che non mi aveva ancora scritto quel giorno, perciò tornai sulla mia home e provai a postare una foto per vedere se avrebbe interagito.
Non commentò nè Jongho nè Yeosang ma, l'attimo dopo, ebbi una notifica dai direct.
Sorrisi nel leggere l'ultimo messaggio e solo in quel momento mi resi conto di quanto cercassi le sue attenzioni e quanto riuscisse a cambiarmi il mood con delle semplici parole. Forse non era vero che non volevo averci nulla a che fare, forse era semplicemente una bugia che cercavo di tenere a mente soltanto per convincermi di quel fatto. Non lo volevo nella mia vita eppure mi piaceva sentirlo e leggere quello che mi diceva. Tutto ciò mi metteva in un certo senso un po' di timore dato che...non riuscivo a spiegarmelo.
Domandina per voi: credete che Jongho e Soomin faranno pace?
Avete visto il kingdom? Gli ateez per qualche assurdo motivo sono al 5 posto mannaggia cazzo
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