Capitolo 9

POV Thea

-Ecco qui!- dissi servendo a tavola della pasta.
Dato che Laurel avrebbe passato la serata fuori città Quentin mi aveva invitato a cenare da lui (in realtà era perché da solo non riusciva a cucinare nulla dato il braccio fasciato, ma questi sono dettagli).
-Sembra delizioso-.

Ci accomodammo a tavola e iniziammo a mangiare; erano passate un paio di settimane da quando gli avevano sparato e si stava rimettendo pian piano.

-Come va con il braccio?- chiesi.
-Molto meglio, anche se non sono ancora in grado di muoverlo benissimo-.
Sorrisi: -Passerà, vedrai-.

Dopo cena ci accoccolammo sul divano: i giorni in cui Laurel era fuori città erano gli unici momenti in cui potevamo stare insieme senza nasconderci e senza il rischio di farci scoprire.

Alzai la testa verso di lui e gli diedi un bacio, posando una mano sulla sua guancia.
-In questo momento vorrei avere entrambe le braccia disponibili per abbracciarti- disse ricambiando il bacio.

Sorrisi e posai la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi.
-Io vorrei che questo momento non finisca mai-.

Mi diede un bacio sulla testa, trasmettendomi tutto l’amore possibile.
-Un giorno potremo dirlo agli altri, ma per ora è meglio tenerlo nascosto-.
-Anche perché mio fratello ti ucciderebbe se venisse a saperlo- dissi ridacchiando.

Rise anche lui.

POV Laurel

-Si può sapere che ci facciamo nel bel mezzo del nulla?- dissi scendendo dall’auto di ricardo insieme a lui.
Dopo che aveva guidato per ore eravamo arrivati ad un magazzino abbandonato in mezzo al nulla.

Avevo deciso di indossare qualcosa di comodo, dato che non mi aveva voluto dire dove stavamo andando: maglietta nera, un giubbetto di pelle, dei jeans e degli anfibi neri.


-Devo concludere un affare importante, dopo questo incontro controllerò tutti i porti della città-.
Sospirai e lo seguii all’interno del magazzino.

-Tieniti pronta con il tuo potere, non si può mai sapere-.
Annuii.
Arrivammo nella sala dove gli altri ci stavano aspettammo: al centro c’era un uomo di mezza età, mezzo stempiato e vestito con giacca e cravatta.

-Pensavo avessimo detto che saresti venuto da solo- disse l’uomo.
-Parli proprio tu Louis? Non mi sembra che siamo proprio soli in questa stanza- disse Ricardo.

-Giusto, che sbadato! Uscite tutti- disse e i suoi uomini lasciarono la stanza -Anche lei deve andarsene- aggiunse indicando me.

-Lei non è un mio soldato, è la mia ragazza e quindi sul mio stesso piano- disse Ricardo prendendomi per mano.
-E va bene, vediamo di concludere in fretta-.

Dopo due ore di trattative riuscimmo ad ottenere ciò che volevamo; ovviamente prima di andare ci assicurammo di non lasciare prove della nostra presenza.
-Sai penso che abbiamo un problema- dissi una volta che fummo tornati al suo attico.

-Che tipo di problema?-.
-Credo che Dinah stia indagando su di noi, credo che sospetti qualcosa. È la seconda volta che la becco a frugare tra la mia roba quando pensa che io non ci sia-.

La sua espressione mostrava che stava riflettendo e in effetti non era un problema da prendere alla leggera.

-Potrei mandarle un avvertimento…-.
-Peggioreresti la situazione, cosi facendo ammetteremmo che c’è qualcosa che non vogliamo che lei scopra-.

Annuì, sedendosi accanto a me.
-Hai ragione… Lasciamo le cose così come sono, vediamo come si evolve la faccenda. Tu a che punto sei con il tuo compito?-.

-Alto mare, non riesco a trovare nulla!-.
Sospirò: -Cos’hai detto agli altri riguardo alla tua assenza?-.

-Che starò fuori città fino a domani mattina- dissi avvicinandomi a lui -Quindi sono tua fino a domani- e lo baciai, sentendolo ricambiare poco dopo.
Accidenti, non ci riuscivo proprio a lasciarlo!

POV Dinah

Accidenti, non trovavo nessun riscontro! Avevo cercato ovunque un possibile significato di quel tatuaggio o un qualsiasi possibile collegamento a qualche gang criminale.
Ma nulla, ogni volta facevo un buco nell’acqua.

-Tutto ok? Sembri stressata- disse Quentin mentre facevamo una pausa dal lavoro.
-Sì, solo troppo lavoro- dissi sospirando.
Non potevo di certo dirgli che stavo indagando sul ragazzo di sua figlia perché temevo che fosse un temuto criminale.

-Tra poco arriverà Thea, ci fermiamo qui?- mi chiese.
-Cosa c’è tra di voi? Siete molto in sintonia-.
-Semplicemente mi sta aiutando in questo periodo difficile- disse tranquillo.

Sì, eppure anche di questo dubitavo qualcosa.
Uscii dall’appartamento e mi diressi verso casa: non mi sarei arresa facilmente, prima o poi avrei unito tutti i frammenti.

Forse… se lui era un temuto criminale qualcuno magari lo conosceva…
Sorrisi e invertii la rotta, dirigendomi verso i locali più malfamati della città in cerca di indizi.

Note:
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye

P.S.
Visto che molte scene si sviluppano nell'attico di Ricardo ecco una foto della stanza 💖

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