Capitolo 8
POV Laurel
Per fortuna “mio padre” se l’era cavata con una semplice ferita da arma da fuoco che sarebbe guarita nel giro di qualche settimana.
Qualche giorno dopo andai da Ricardo, furiosa.
-Te l’ho detto cariña, ti sei ribellata ad un mio ordine e ci sono state conseguenze- disse lui sorseggiando il suo calice di vino.
-Ho fatto quello che volevi!-.
-Ah sì? Allora perché te ne stavi andando ieri? E poi, non ho ancora visto Tu-sai-chi dietro le sbarre-.
Sospirai, sedendomi sul divano.
-Ti ho detto che ci vuole tempo, trovare un modo di aggirare la legge!- dissi frustrata.
Si sedette di fronte a me, vicinissimo.
-Dunque, facciamo un patto: tu fai quello che devi il prima possibile ed io starò lontano dai tuoi amici-.
-Dov’è l’inganno? Quelli come te sono tutti uguali-.
-Quelli come me?- chiese afferrando la mia mano mentre io annuivo -E dimmi, tutti quelli come me sono capaci di farti perdere la testa?- aggiunse dandomi un bacio sul collo.
Sospirai a quel tocco: era inutile, mi faceva sempre e comunque quell’effetto!
-Allora?-.
-No, non tutti- sussurrai sospirando nuovamente sentendo le sue labbra darmi un bacio sulla parte bassa del collo.
Lo sentii sorridere sulla mia pelle e alla fine mi buttai addosso a lui, baciandolo.
Al diavolo il resto, in quel momento volevo godermi il tempo con lui e per un po’ fingere che non stesse succedendo niente.
-Perché hai iniziato tutto questo?- chiesi accoccolata a lui.
-Vendetta. Tutta la mia vita dedicata alla vendetta. Ma non mi aspetto che tu capisca, non hai mai dovuto uccidere per qualcosa da mangiare-.
Sorrisi: -Vedi allora che non sai proprio tutto su di me? Nel mio mondo sono ricercata per vari furti e rapine-.
-Allora capisci la mia posizione- disse stringendomi ancora più forte -Sai non vorrei mai arrivare a ferirti, ma se dovesse essercene bisogno sappi che non esiterò-.
Nel tardo pomeriggio lasciai l’attico e mi diressi verso casa con mille pensieri per la testa.
Lui non voleva farmi del male, ma era l’unico modo per ottenere quello che voleva… Ero qualcosa per lui o solo un mezzo per raggiungere uno scopo?
A casa trovai un certo detective arenato sul divano, il braccio appeso al collo, lo sguardo rivolto verso la televisione.
-Ehy- dissi entrando e chiudendo la porta.
-Ehy! Tutto bene oggi?- mi chiese.
-Sì, le solite cose, sai i soliti criminali-.
-Davvero? Perché Oliver mi ha detto che oggi non ti sei presentata-.
Spalancai gli occhi, per fortuna ero di spalle e lui non poteva vedermi! E ora che mi inventavo?!
-Ecco… Ero fuori città a dire il vero, avevo bisogno di schiarirmi la mente- dissi girandomi verso di lui.
-Capisco. Va meglio ora?-.
Annuii e qualcuno bussò alla porta.
-Oh probabilmente è Dinah, aveva detto che passava a trovarmi con qualche caso da analizzare-.
E infatti alla porta comparve lei, la quale mi rivolse uno sguardo affrettato.
-Benvenuta, scusa il disordine. Hai già cenato? Io e Laurel stavamo per metterci a tavola-.
-Io non ho fame- dissi e salii in camera.
Non la sopportavo, odiavo con tutta me stessa il modo in cui mi guardava!
Mi buttai sul letto e iniziai a leggere qualcosa, fare qualche ricerca.
Dopo quasi due ore mi arrivò un messaggio di Ricardo:
Devo concludere un affare e mi serve un’accompagnatrice: tra un’ora al Glamour Bar? Vestiti elegante.
Sorrisi: in effetti stare lontano da casa mentre quella là era con “mio padre” era la migliore idea di sempre.
Gli risposi di sì e mi preparai: indossai un abito nero e argento, molto semplice ed elegante, scarpe nere con tacco.
Dissi che stavo uscendo e iniziai ad incamminarmi verso il punto d’incontro; puntuale come sempre ecco arrivare Ricardo.
-Bene, vedo che hai rispettato le mie indicazioni. Entriamo?- disse.
Afferrai la sua mano e andammo nel locale.
****
POV Dinah
-Ti dispiace se uso un secondo il bagno?- chiesi.
-Certo che no-.
Una volta che fui fuori dal suo campo visivo mi diressi al piano di sopra, nella camera di Laurel.
Dovevo trovare qualcosa che provasse i miei sospetti su di lei.
Cercai ovunque, ma niente; stavo per rinunciare, quando notai una foto sulla scrivania. Mi avvicinai: la foto ritraeva Laurel insieme ad un ragazzo; di lui mi colpì il tatuaggio che aveva sul collo, aveva qualcosa di familiare…
Scattai una foto col cellulare alla fotografia e scesi di nuovo.
-Scusa, ci ho messo un po’ a trovarlo- dissi tornando in cucina.
-Non preoccuparti: ricominciamo?-.
Annuii.
Avrei indagato su quel ragazzo e il mio intuito diceva che sotto c’era qualcosa di molto grosso.
Note:
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye
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