Capitolo 4

ATTENZIONE: ci sono scene che possono turbarvi!
Buona lettura!


POV Laurel

Un paio di giorni dopo sembrava tutto tornato alla normalità.
Avevo passato molto tempo con Sara, la quale si era rivelata essere molto simile alla mia, solo che lei era stata un’assassina e ora era a capo di una squadra di persone che sistemavano anomalie temporali.

Quella sera ero a casa da sola, “mio padre” era dovuto rimanere al lavoro più del solito, quando qualcuno bussò alla porta.

Interruppi la lettura di “Senza filtri” di Lily Collins e andai ad aprire; mi ritrovai davanti Oliver, il quale aveva un’espressione alquanto turbata.

-Tutto ok?- chiesi facendolo entrare.
-È di questo che volevo parlarti… Hai notato qualcosa di diverso nel comportamento di Felicity?-.

-Beh… Non proprio, perché?- chiesi sedendomi sul divano.
-Non so, mi sembra… diversa, assente ultimamente-.

-E tra tutte le persone vieni a parlarne con me? Perché?- chiesi.
-Beh sembri una brava ascoltatrice- disse sorridendo.

Sorrisi pure io e gli dissi che non era per niente così.
Il mio cellulare iniziò a squillare, rompendo il silenzio che si era creato.

-Rispondi pure, non preoccuparti- mi disse.
Annuii e risposi: Ricardo.
-Ehy… No, nessun disturbo… Stasera alle 10.00 pm? Certo che ci sono… A dopo-.
-Chi era?- mi chiese Oliver una volta riattaccato.

-Un ragazzo che ho conosciuto qualche giorni fa e mi ha chiesto di uscire- dissi sorridendo.
-Ti piace?-.

-Siamo amici. E poi lo conosco da poco, non posso ancora dire se mi piace o no-.
Lui sorrise, alzandosi. -Vai a prepararti e divertiti-.

Mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò.
Sorrisi e corsi in camera a cambiarmi: indossai una maglia semplice bianca, dei jeans neri, delle scarpe marroni con tacco e un bracciale. Solitamente a quel look ci abbinavo un cappello, ma quella volta non era il caso.


Mi incontrai con lui alla piazza della fontana, la quale era diventata ormai il nostro posto d’incontro; quando arrivai lui era già lì.

-Ehy, scusa il ritardo- dissi avvicinandomi.
-Non importa. Hai in mente qualcosa da fare? Perché io avrei in mente un modo per passare una serata perfetta-.

-Bene, vediamo che hai in mente allora- dissi sorridendo.
Lo seguii lungo le strade della città, affollate di gente che si concedeva una serata in compagnia di amici e fidanzati.

Arrivammo ad un appartamento che scoprii essere il suo e mi fece accomodare sul divano a L in pelle bianca, mentre lui preparava un paio di bicchieri di vino.
-Ecco- disse.

-Grazie- assaggiai il vino -Oh mio Dio, ma questo è champagne!-.
Annuì, sorseggiando il suo. -Ti piace?-.

-Sì, non avrei mai immaginato che avesse un sapore così buono-.

Sorrise e iniziammo a chiacchierare del più e del meno come vecchi amici che si conoscono da molto tempo.
All’improvviso, quasi istintivamente, le nostre mani si toccarono, facendo scoccare una scintilla.

Ci guardammo negli occhi e una sua mano andò a sistemare una ciocca ribelle dei miei capelli dietro l’orecchio e poi si posò sul mio collo, avvicinando il mio viso al suo.

Chiusi gli occhi nell’istante in cui le nostre labbra si toccarono, dando vita ad una danza che da dolce e calma si trasformò in veloce e passionale.
Non so come ma pochi secondi dopo mi ritrovai a baciarlo mentre ero schiacciata tra il suo corpo e il divano.

-Se vuoi tirarti indietro fallo ora- disse continuando a baciarmi il collo.
Sospirai, allungandolo e incitandolo a continuare. -Non fermarti, fammi dimenticare tutto questo per una notte- dissi.

Forse fu in parte colpa dello champagne, ma quello che so per certo è che quella sera dimenticai tutta la sofferenza.

Qualche minuti dopo mi ritrovai senza maglia, con lui che mi accarezzava la schiena mentre riempivo il suo petto liscio e muscoloso di baci e piccoli morsi.


Il mattino seguente mi svegliai con qualcosa di caldo accanto e solo dopo qualche secondo mi resi conto essere il corpo di Ricardo.
La sera precedente era stata una delle migliori in assoluto in tutta la mia vita.

-Buenos días, cariña*- disse in spagnolo .
Sorrisi, dandogli un bacio delicato mentre lui iniziava a giocherellare con le ciocche dei miei capelli.

Per la prima volta potei vedere per intero il suo tatuaggio, il quale rappresentava un dragone; passai il contorno con la mano delicatamente, accarezzandolo.
-È davvero bello- dissi sussurrando.

-Lo so, è venuto molto bene- si alzò dandomi le spalle -Vuoi qualcosa per colazione?-.
-No grazie, prendo un caffè mentre ritorno a casa-.

Mi vestii e gli diedi un altro bacio. -Ci sentiamo, ok?-.
Annuì e me ne andai.


Prima di tornare a casa mi fermai a prendere un cappuccino e delle ciambelle per “mio padre” e Sara.
Quando arrivai all’appartamento, però, trovai solo lei.
-Ehy- dissi entrando.

-Ehy! Dimmi che sono ciambelle, ti prego!- disse vedendo la scatola.
-Da quando sei un’indovina?-.

Appoggiai la scatola sul tavolo in cucina e iniziammo a mangiare.
-Avanti, cos’è successo stanotte?- mi chiese -Hai un sorriso raggiante stamattina-.

-Beh ecco… in effetti è successo qualcosa…-.
-Ne vuoi parlare?-.
-Ecco… ho passato la notte da Tu-sai-chi e…-.

Spalancò la bocca, intuendo quello che era successo.
-Lo sapevo! Lo sapevo che ti piaceva!- disse.

-Calma, è stata solo una notte, nulla di che-.
-Ah sì? Lo pensavo anch’io con Ava, ma poi mi ci sono messa insieme-.

Risi e addentai un’altra ciambella. Era bello poter parlare così liberamente con lei, mi sembrava di riavere mia sorella.

****
POV Ricardo

Una volta che se ne fu andata mi sistemai, dandomi una lavata e mettendo qualcosa di pulito.

Aveva abboccato, stava cedendo a me. Era solo questione di tempo e finalmente avrei ucciso chi dovevo e la città sarebbe diventata mia.


Note:
*Buenos días, cariña = buongiorno cara (spagnolo)

Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye

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