XVIII.











1890


Li avevano lasciati andare con una spontaneità che non credeva possibile. Si erano voltati ed erano usciti da quella casa, sporchi di sudore freddo e con le gole riarse, senza che nessuno provasse davvero a fare qualcosa per fermarli.

Correvano nel buio di quella notte che aveva il sapore della paura, delle immagini che avevano visto.

Il vestito di Maryanne un velo accartocciato, gli occhi spenti. Anche lei era accartocciata, sotto quella giostra allucinata di eventi che si era schiantata su di loro negli ultimi giorni. Sotto quelle frasi sulla morte che le erano rimaste dentro. L'avrebbero perseguitata per sempre e quella consapevolezza le faceva venire voglia di gettarsi a terra.

Tristan correva con Julie in braccio, ancora priva di sensi. Daniel le stringeva la mano quasi fosse l'unico appiglio in un mare in tempesta.

Non sapevano dove sarebbero andati, e in fondo non aveva importanza.

Quando galleggiava in quel sonno che non aveva saputo identificare si era vista morire. Aveva visto il suo corpo marcire. Perdersi nel niente anche se aveva tutta la vita davanti. Non era riuscita a vedere come era morta, però. Le mani che l'avevano strappata alla luce del sole che non avrebbe rivisto mai più erano ignote. Come se il suo corpo avesse deciso di essere cancellato in modo spontaneo – di autodistruggersi. Il suo assassino era un dettaglio insignificante, non aveva un'identità. Lei doveva morire e basta.

Non avrebbe mai raccontato di quel sogno a Daniel o agli altri.

Non lo avrebbe mai raccontato a nessuno. 




*


Quando si era ritrovata nel sotterraneo, stesa a terra, con la luce delle candele a danzare sulle pareti, le era sembrato di essere in un posto onirico. Era da lì che quella creatura era venuta? Era stato il suo primo pensiero. Dare un senso alle voci che sentiva nella testa.

Poi c'era stato il dolore di un martello e di qualcosa che si strappava e pulsava. Il mondo si era tinto di puntini bianchi, aveva sentito gli occhi andarle fuori dalle orbite. Una sensazione bizzarra che non avrebbe saputo descrivere. Qualcosa che si ricuciva. Era il suo corpo, forse? Non riusciva a capirlo, si sentiva separata dalla realtà. I bagliori delle candele ondeggiavano timidi su quel buio fatto di inchiostro acido.

In quel momento aveva capito che era quella la sensazione che si provava a essere sepolti dentro sé stessi. 






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